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Autore: Edenya404    12/06/2010    8 recensioni
-Sempre sveglio rockstar?
Una voce ormai familiare gli giunge alle orecchie tra lo sferragliare delle rotaie. Jared non apre neppure gli occhi, sorride soltanto.
-Potrei chiederti la stessa cosa.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ave popolo di Efp! Dopo un po’ di silenzio (causa esami e un contest a cui sto partecipando proprio con una Col/Jar) riecchime tornata con una nuova ff dalle tinte dolci-amare. Ebbene sì, nulla di strappalacrime stavolta (strano!!). L’unico problema è che è un po’ meno verosimile delle altre, perdonatemelo:)

 
Disclaimer: Come sempre Colin Farrell e Jared Leto non mi appartengono (e neppure Shannon e Tomo ahimè), la storia non si basa su fatti reali e non vuole assolutamente insinuare nulla sulle loro preferenze sessuali. Non scrivo per soldi ma per puro diletto.

 
Enjoy!!!

 

On a train

 

 

Let’s cruise together like this forever.
 I won’t let you go home tonight.

 

Ore 18.30. Treno ad alta velocità. Vagone prenotato. Prima classe.

-Guarda Colin! Un cavallo!

Jared Leto, sì quel tipo con la cresta gialla-fucsia e triadi e glyphics in ogni dove, se ne sta affacciato al finestrino ad ammirare il paesaggio che gli scorre davanti e gioisce come un bambino ogni volta che qualcosa cattura la sua attenzione.

-Mm-mm, bello Jay.

Di fianco a lui, stravaccato sul seggiolino, il Bad boy irlandese per eccellenza (ormai poco “bad”) legge un giornale totalmente assorto, ignorando la gamba che continua a picchiettargli il ginocchio ogni tre minuti circa.
Jared piega leggermente la testa a guardarlo e, automaticamente, le sopracciglia si aggrottano su quegli occhioni da cerbiatto mostrando sdegno.

-Tu non mi stai minimamente ascoltando. Guarda che bella vista che c’è!

Colin alza gli occhi dalle pagine e osserva il sedere dell’americano, avvolto in stretti pantaloni neri e decisamente troppo vicino al suo volto. Sogghigna e si morde il labbro inferiore.

-Già è proprio spettacolare! Voltati un po’ verso sinistra che vedo meglio…

-Idiota!

Uno scapaccione lo colpisce dritto in fronte facendolo gemere e provocando le risate degli altri due passeggeri. Shannon dà un colpetto di gomito all’irlandese ridacchiando.

-Ma lo sai che sei simpatico Farrell? Devi venire più spesso con noi. Fare i viaggi con Jared è una tortura veramente!

Il fratello, risentito, si siede incrociando lo braccia e accavallando sensualmente le gambe (sì, lo so, è un gesto estremamente risentito).

-Sei veramente un ingrato. Senza di me non noteresti mai le bellezze che il Mondo ci offre, gli squarci di natura che si aprono di fronte ai nostri occhi, gli animali che…

-Jay, Jay, frena sembri Piero Angela!

Tre teste si voltano interrogativamente verso Colin che, alzando le spalle, lancia un sorrisetto imbarazzato alla band e si appresta a dare spiegazioni.

-È un tipo che fa documentari in Italia.

-E tu perché guardi documentari italiani? Non dirmi che capisci quello che dicono…

-Beh… insomma… un pochino. Giusto qualche parola.

Jared alza un sopracciglio sarcastico e l’irlandese sbuffa.

-Va bene va bene, lo ammetto. Non ci capisco un cazzo! Però ha delle belle immagini!

Il vagone si riempie di nuovo di risate che saltellano allegre da un sedile all’altro e, nell’ilarità del momento, gli occhi di Colin incontrano due pozzi blu che si spalancano dolcemente in un sorriso, solo per lui.

 

Ore 20.00. Stesso luogo.

Il sole è calato e il cielo si tinteggia di colori scuri, mentre l’arietta fresca della sera inizia a svegliarsi sui campi addormentati.
Jared è sempre affacciato al finestrino, il mento appoggiato alle sue braccia incrociate e gli occhi chiusi, per permettersi di assaporare ogni odore della natura che sfreccia sotto al suo naso. Nelle cabine accanto Shannon, Tomo e Colin hanno chiuso le tende e spento le luci, segno evidente che stanno dormendo. Un soffio di vento birichino gli scompiglia i capelli e, automaticamente, un sorriso si dipinge sulle sue labbra: il primo viaggio che riesce a godersi, finalmente.

-Sempre sveglio rockstar?

Una voce ormai familiare gli giunge alle orecchie tra lo sferragliare delle rotaie. Jared non apre neppure gli occhi, sorride soltanto.

-Potrei chiederti la stessa cosa.

La porta della cabina, alle sue spalle, viene chiusa con delicatezza, poi un rumore di passi, due braccia che gli cingono la vita e, finalmente, il mento di Colin si appoggia alla sua spalla. L’americano si piega un po’ verso destra, quanto basta per far strusciare le loro guance in una muta carezza, mentre il vento si spinge di nuovo a salutarli.

-Ancora non ho capito perché hai voluto prendere questo treno per spostarti Jay, non era più comodo l’aereo?

Jared accenna una risata, sbuffando piano dal naso.

-Per tutta la durata del tour ci siamo spostati, e ci sposteremo, con aerei. Certo, sono comodissimi, non dico il contrario, però vedi il Mondo sempre dall’alto, sempre lontano. A me piace essere immerso nella natura, passare tra le case e i campi, tra le strade e i boschi… mi fa sentire parte di un tutto e non solo una rockstar posta su un palco e distaccata dal resto della gente.

Fa una piccola pausa e la mano di Colin si stringe possessivamente sul suo stomaco; Jared la raggiunge e lascia che le loro dita si intreccino, prima di continuare.

-E poi, avevo l’opportunità di fare un viaggio con te… volevo che durasse il più possibile.

Un soffio di vento, uno sferragliare un po’ più forte e la luna, liberatasi da una nuvola, s’infiltra nella cabina semibuia tinteggiando i sedili scuri di luce.
L’irlandese gli poggia un bacio sulla guancia.

-Chi lo direbbe che sotto questi capelli color melograno si nasconde un uomo tanto dolce?

-Sono maschere che dobbiamo portare, tu lo sai bene.

-Ma tra noi possiamo toglierle…

Si stringono più forte, lasciando che i loro corpi aderiscano l’un l’altro perfettamente, come due incastri di un puzzle da tremila pezzi che si sono trovati solo per fortuna.
Dopo qualche minuto Jared sospira, posando gli occhi sulla luna.

-Colin?

-Mmm…

-Vorrei che questo viaggio durasse per sempre.

L’irlandese sorride, facendo scorrere la punta del naso sulla sua giugulare. Attimi di silenzio, scanditi soltanto dal rumore di un treno in corsa che ogni secondo è sempre, sempre più vicino all’arrivo, al momento in cui tutto questo sogno ad occhi aperti finirà.

-Scappiamo insieme. Io e te, come adesso.

Jared si volta tra le sue braccia e lo osserva penetrandolo con quegli occhi blu, mentre i loro respiri s’intrecciano nel breve spazio che separa le loro labbra.

-Sai benissimo che non possiamo.

-Sì invece. Ogni volta che vogliamo.

L’espressione dell’americano si fa interrogativa. Colin gli accarezza la schiena, poi continua.

-Ci basterà chiudere gli occhi e potremo tornare su questo treno. E scapperemo Jay.

-Per sempre?

-Per sempre.

Un secondo, un respiro, un battito di ciglia e le loro labbra si incontrano, suggellando sotto la luce della luna una promessa che si disperde nel vento.
Jared affonda il volto nell’incavo del suo collo, abbandonandosi a quell’abbraccio forte e caldo che profuma di casa ovunque si trovi. Sospira e sorride piano.

-Non voglio lasciarti tornare a casa stanotte.

 

 

 

Eeeeeeeee fine! Grazie a tutti coloro che hanno letto e che avranno la pazienza di recensire. Ci tengo a precisare che la frase all’inizio della storia non è di mia invenzione ma tratta da un dialogo tra Haruka e Michiru in “Sailor Moon”.

 Ringrazio qua coloro che hanno recensito “La mia storia tra le dita”, davvero le vostre parole sono acqua nel deserto per me, ogni volta mi rendono felicissima.
Floriana333,
Adamic, Miss_Fefy, Ginny_Potter, Euterpe, Candidalametta e Michiru83. Un foglio intero non basta per esprimervi tutta la mia gratitudine e gioia!! Scusatemi se non vi rispondo una per una ma questo è tutto ciò che il mio mal di testa mi permette stasera.

GRAZIE!

Un’autrice felice**

  
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