Lontananza
La
lontananza è una brutta bestia. Soprattutto se in gioco c’è un amore che sta
nascendo.
Piano
piano ti rende nullo, abbassa ogni tua difesa, ti impedisce di fare qualsiasi
cosa che ti risollevi il morale.
Sei
sempre lì, sdraiato sul tuo letto, che pensi a quell’amore lontano da te, che
non puoi abbracciare, coccolare. Quell’amore che non sarà mai davvero tuo.
Verena
alza lo sguardo al soffitto, pensierosa. Lo deve chiamare? E se poi lo
disturba?
Cazzo Verena, esci
le palle!
Sbuffa,
mettendosi a sedere, e guardando il cellulare sulla scrivania, come un alieno.
Sua mamma dalla cucina, fa un caos micidiale, che rischia di farla diventare
sorda.
Pensa Verena, diamine!
La
porta si apre lentamente, mentre Luca fa la sua comparsa. È il fratello
maggiore.
“È
pronta la cena. Vieni?”
“Si
si. Arrivo”
La
giovane infila velocemente la ciabatte e va ad ingozzarsi di cibo … sperando
che la soluzione a quella situazione le arrivi dal cielo.
Etienne
mastica lentamente quella che dovrebbe essere la sua pizza preferita, ma che in
realtà è diventato un ammasso freddo e stopposo di mozzarella e pane.
Vorrebbe
chiamarla, sentirla. Sapere come sta, se le è passato il raffreddore, se le è
venuta la febbre.
Vorrebbe
sentire il suono della sua voce, sentirla ridere, respirare.
È
una droga quasi. Una droga che però non può assaggiare. Colpa di quella
maledetta lontananza.
Che faccio? La chiamo?
Posa
la pizza nel piatto, guardandola quasi schifato.
“Non
mi va più” dice, per poi alzarsi e andare in camera.
Sua
mamma lo guarda andare via, mogio mogio. È un ragazzo molto educato, e per
essersi alzato così da tavola, senza aver finito di mangiare, vuol dire che c’è
qualcosa che lo turba.
Solo
in quel momento la donna sembra rendersi conto che il suo Etienne è cresciuto.
Non
è più il bambino che al minimo problema andava a raccontare tutto alla sua
mamma.
È
un uomo ormai.
Il
telefono è ancora lì, spento. La sua sgarrizza,
come direbbe lui.
Ti
prego suona. Fa qualunque cosa, ma dammi un segno di vita.
Nulla.
Nessuna vibrazione si sente nell’aria.
Frustrata
Verena indossa il pigiama e si butta sotto le coperte.
Forse lui si è stancato. Non mi
vuole più sentire. Sono sempre stata un gioco.
Si
dice che la notte porta consiglio. Quella notte portò solo tante lacrime.
Etienne
è sdraiato sul letto, pancia all’aria, cellulare in mano. La sera prima non
l’ha chiamata.
E
adesso si sente uno schifo.
Conoscendola
avrà pensato le cose più orrende del mondo.
È
presto, ma forse a quest’ora è già sveglia. Digita il suo numero.
Squilla.
Una, due, tre volte.
Al
quarto squillo risponde.
“Etienne
…”
“Hey
piccola … buongiorno!”
Entrambi
sono felici. Tutto sembra essere passato in un secondo. Cosa fa l’amore …
“Scusa
per ieri … se non mi sono fatto sentire”
“Non
fa nulla … io …”
Piccole
bugie, per non mandare tutto all’aria.
Piccole
bugie che servono a dar vita ad un amore.
Un
amore che forse, riuscirà a resistere alla lontananza.
Nonostante
gli ostacoli.
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M Y S P A C
E
Si lo so. Ho rotto le scatole con queste shot romantiche, ma ho ispirazione
solo per quelle.
O meglio, neanche. Questa è nata perché, lamentandomi con una delle mie
best della mancata ispirazione, lei ha tentato di darmi un incipit.
Ed è nata. A parer suo è molto bella. Io non lo so.
Chiamatela falsa modestia, chiamatela come vi pare, ma boh …
Vabbè vi lascio stare, sperando che recensite.
Mi fareste davvero felice!!
E piove…scappa~