❤ 3 APPUNTAMENTI PER FARLO INNAMORARE ❤

Nda: Buongiorno popolo di Musers di Efp! Questa è la mia prima fanfic Belldom, spero di deliziarvi :) ps: Il titolo è ispirato ad un film (di cui non conosco altro che il titolo appunto) perché ho visto il cartello per strada e bam! È sopraggiunta l'ispirazione. I personaggi non mi appartengono e non ho scopi di plagio.

Okay, ormai sono entrato. Ormai ho Matthew che mi fissa perplesso e sdraiato sul letto della camera della sua suite in attesa di una frase esplicativa.  Ormai avrete capito chi sono: Dominic Howard con un gran nodo alla gola. Perché mi trovo in questa situazione? Perché Matt si è lasciato con la ex fidanzata da due mesi e non riesce a riprendersi, quindi ho deciso di darmi da fare. Gli ho concesso un po' di tempo per tornare in sé, per riabituarsi allo status da single, per continuare una vita che non finisce per colpa di una stronza, ma prosegue a testa alta, però lui niente, persiste in uno stato di apatia. Di conseguenza, essendo io la persona che più ci tiene sulla faccia della terra, mi sono deciso a compiere il gran passo.

«Forza, se non ora, quando?» mi dico, schiarendomi la voce l'attimo prima di confessare il mio piano. Forse, se dovessi ammettere ad un prete di aver ucciso una persona, mi sentirei meno peccatore. Guardo quei suoi occhi celesti e mi gira la testa. Sempre questo dannato senso di imperfezione davanti alla sua bellezza struggente; sempre l'ho provato e sempre lo proverò, dovessi avere i più attraenti addominali e costosi vestiti. Prendo ancora un secondo di tempo con la scusa di tirare un colpo di tosse, quando lui mi precede.

"Cosa c'è, Dom?" domanda pur rimanendo disteso con lo sguardo fisso sul libro che sta leggendo. Cerco di scorgerne il titolo, magari per fare un commento intelligente a riguardo, ma non riconosco nemmeno l'autore.

"Ec-co, io pensav-o..." balbetto e già penso di rinunciare all'impresa.

"Non devi pensare. Dillo e basta" sussurra Matt, ma riprende a sfogliare le pagine sottili, come se avesse perso ogni interesse nei miei confronti. Ansimo sofferente e mi asciugo una goccia di sudore apparsa sulla fronte.

«Così difficile, sei così difficile!»

"Senti Matt, se fosse facile te lo avrei già detto, quindi non usare quel tono con me" dico infine, vergognandomi come un ladro. Lui sta male, è malinconico e schivo, perché mi impunto con questa stupida storia che mi è venuta in mente? Non funzionerà, lo leggo nello sguardo gelido che mi lancia dopo un secondo.

"Che sarà mai! Che hai combinato? Mi hai rotto una chitarra?" chiede lui, che, senza saperlo, sta brancolando nel buio, totalmente lontano dall'indovinare ciò che sto coraggiosamente per dire.

"Matt..." rispondo con un misto di delusione e stanchezza nella voce. Voglio un sorriso; fammi un sorriso e ce la farò, non pretendo molto. Lui si mette seduto. È già qualcosa, credetemi. Io allora mi avvicino con passo incerto, poi salto l'ostacolo più alto: m'inginocchio. I suoi occhi maledetti mi squadrano sorpresi, ma i miei non danno loro il tempo di soffermarsi sul mio corpo, li agganciano e sostengono lo sguardo. Ora, in ginocchio ad un metro da lui, inspiro a fondo tutta l'aria che posso e dico, quasi urlando:

"Matthew Bellamy, vuoi uscire con me?"

...

Matt scoppia a ridere. Getta il capo all'indietro e batte con le mani sulle sue gambe. Cosa c'è di tanto divertente?

"Ma cos'è, uno scherzo? Dom, siamo usciti migliaia di volte, ti pare il caso di inginocchiarti per chiedermi di farci una birra insieme?" domanda, ancora scosso dalle risate sguainate. Io scuoto il capo.

«Ma quale birra! Tu non vuoi proprio capire...beh, allora sarò più preciso.»

"No, Matt, no. Non hai capito. Io voglio uscire con te. Anzi, ti dirò di più: voglio tre appuntamenti" sbotto alla fine, compiendo un salto per raggiungerlo e afferrargli le ginocchia con le mani. Lui rimane impietrito. Non sa se credere a ciò che ha udito oppure desistere e sperare di avere frainteso. Si passa una mano fra i capelli corvini, poi la fa cadere sulla mia, su quella con cui gli stringo il ginocchio destro e bisbiglia:

"Co..cosa?"

Lascio passare una decina di secondi lunghissimi, come per suggerirgli di riflettere meglio e poi ritrovo la forza di parlare.

"Tre appuntamenti. Deciderò io quando, dove e come. Tre appuntamenti Matt, accetti?"

I miei occhi devono essere lucidi e commuoventi, vista l'aria di serietà che assume subito il suo volto. Socchiude gli occhi che diventano due fessure di cielo; accetterà? Deve, non potrei reggere un no...o meglio: lo faccio da anni, ma mai in modo esplicito. Non sono l'uomo che si mette da parte, perciò se rifiuterà potrei avere reazioni inimmaginabili.

"Ma Dom, io e te siamo amici...poi io sono ancora un po' preso da quella...cosa vuoi che ti dica...così a bruciapelo poi..." dice confusamente, ma è proprio qui che capisco di avere vinto. Se avesse voluto rifiutarmi,  si sarebbe espresso in modo chiaro e tondo; invece, quando uno ci gira attorno è il momento di intervenire.

«Perché vedi, io non insisterei mai se non sapessi che c'è speranza. Io ti amo, tu mi ami, vogliamo diventare vecchi prima di ammetterlo?»

"Stai zitto, Matt. Tre appuntamenti, tre per farti innamorare di me. Il primo è domani sera. Alle 9 ti verrò a prendere in macchina. Sogni d'oro" dico e mi alzo, sentendo finalmente scorrere in me una nuova forza. Senz'aspettare una replica, esco e presto mi ritiro nella mia stanza.

«Come diresti tu stesso, we will be victorious» è il mio ultimo pensiero, penultimo, perché l'ultimo l'ultimo è lui...