Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
Ricorda la storia  |      
Autore: Feel Good Inc    14/06/2010    3 recensioni
Doveva essere più grave del solito.
« Sono qui, Meirin! »
Finian sbucò nel corridoio, già pronto allo scontro, sotto il braccio la prima colonna che gli era capitata a tiro.

{ A Fede_Wanderer, perché mi ha fatto scoprire il mondo del maggiordomo nero }
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Finian, Meirin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Refrain ~

 

 

 

 

 

 

Inconfondibile.

Finian amava il suono delle parole. Forse perché per molto tempo non aveva parlato con nessuno. Da quando lavorava alla villa del signorino Ciel invece poteva parlare con chi più gli aggradava, non più solo con gli uccellini che si posavano sul suo davanzale; poteva passare minuti interi, ore quando possibile, a chiacchierare con Bard, con Meirin, con Tanaka-san – almeno quando questi si trovava nelle sue fasi di maggiore forza – e qualche volta persino con Sebastian-san o con il signorino in persona. E parlare era una delle cose più belle del mondo, perché erano soprattutto le parole a spiegare il senso delle cose.

Inconfondibile.

C’erano anche dei giorni in cui si svegliava con una parola in testa, una sola, che lo tormentava per tutto il giorno, e che lui diligentemente cercava di applicare a quante più cose possibili durante la giornata.

Inconfondibile.

Era una parola con un bel suono. C’erano tante cose inconfondibili alla villa, oh sì. L’odore delle rose, ad esempio. L’ascendente di Sebastian-san sulle persone. L’oh-oh-oh e le tazze di tè di Tanaka-san. Il broncio del signorino Ciel. I tentativi di Bard di cucinare arrosti commestibili con il lanciafiamme. E poi…

« AAAAHHHHH! »

Ecco, appunto. L’urlo di Meirin. Il più inconfondibile di tutti.

Finian lasciò cadere di colpo le cesoie, quasi cadde dalla scala e si punse la mano con un paio di spine del roseto, ma nulla di tutto ciò lo scoraggiò. Corse a perdifiato attraverso il giardino di villa Phantomhive, entrò nell’ingresso, si guardò intorno per appena un istante e individuò la voce di Meirin nell’ala est. Si lanciò in quella direzione.

« AAAAHHHHH! Un mostro! AAAAHHHHH! »

Doveva essere più grave del solito.

« Sono qui, Meirin! »

Finian sbucò nel corridoio, già pronto allo scontro, sotto il braccio la prima colonna che gli era capitata a tiro.

Meirin era lì, alla metà esatta del corridoio, abbarbicata su quella sua scala che le toccava sempre usare per prendere i piatti dalla credenza, le braccia strette convulsamente al petto e il respiro ansante.

« Un mostro, un mostro! AAAAHHHHH! »

« Sta’ calma, Meirin! Dov’è? Cos’è? Smettila di urlare, stai diventando blu! »

Meirin si calmò, in effetti, però giusto quel poco che le consentì per indicare qualcosa sul pavimento con dita tremanti. Finian mosse qualche passo in avanti, guardingo. Alla fine, proprio ai piedi della scala, lo vide: un grande, nerissimo…

« … »

« Cosa aspetti? Ammazzalo, ammazzalo, per carità! »

« Ma… »

« ‘Ma’ cosa? ‘Ma’ cosa? Non lo vedi che è una minaccia letale? Finian, ti vuoi decidere a…? »

Ma Finian non l’ascoltava più. Era troppo impegnato a rotolarsi sul pavimento dalle risate, e a onor del vero, era già tanto che non avesse fracassato la villa dalle fondamenta quando aveva lasciato cadere con uno schianto la colonna sradicata dall’ingresso.

« Finian? » Meirin ora sembrava più scandalizzata che spaventata, ma il tono isterico era rimasto. « Finian?! »

« Ma Meirin, è impossibile che una ragazza con un addestramento da cecchino abbia paura dei ragni! »

« I ragni sono una delle cose che mi fanno più orrore al mondo, va bene? » urlò lei da sopra la scala, e anche se i suoi occhi erano come sempre nascosti dagli occhiali, il ragazzo ebbe la fugace impressione di due lampi rossi al posto delle lenti. « Adesso potresti gentilmente smetterla di fare il bambino e ammazzare quella bestia, così posso scendere? »

« E va bene, va bene » sghignazzò Finian, quindi si rialzò e mosse il piede in avanti verso il ragno. Ciac. « Fatto. »

« Era ora » ribatté Meirin in un sospiro spossato.

Finian non riusciva a smettere di ridacchiare. « Dai, dammi la mano, ti aiuto a scendere. »

« Ma quale mano, ho un mucchio di piatti da portar giù… » Meirin si tuffò nella credenza frugandovi dentro rumorosamente.

« Ah, beh, allora non mi resta che aspettare l’arrivo provvidenziale di Sebastian-san… »

« Che cosa vorresti dire con questo? »

« Io? Assolutamente nulla! »

Meirin riemerse, e com’era prevedibile la pila di piatti tra le sue braccia era tanto alta da nasconderle il viso. Finian si mosse automaticamente, prendendole il carico con una mano sola e tenendolo al sicuro ad una distanza inferiore dal suolo.

« Oh, grazie » sbuffò Meirin, preparandosi a scendere dalla scala.

« Meirin, quali sono le altre cose che ti fanno più orrore al mondo? »

Lei si voltò, sorpresa. « Cosa? »

« Sì, sai, così per sapere. La cosa che fa più orrore a me è di dover lasciare questo posto, lo sai? »

Meirin inclinò il capo, fissandolo in silenzio. Finian sorrideva ancora, mentre si chiedeva perché la cosa la stupisse tanto. Era normale, no? Era… da lui.

Inconfondibile.

« Voi due, si può sapere cos’è tutto questo baccano? »

Inconfondibile era anche il fatto che Meirin, sobbalzando per via della voce improvvisa di Bard, avesse perso l’equilibrio e fosse precipitata dritto sopra i piatti che Finian teneva sollevati a mezz’aria…

Già. Un fracasso inconfondibile.

Peccato, oggi Sebastian-san non aveva fatto in tempo ad arrivare. Oh, si sarebbe arrabbiato, sicuramente sì. A modo suo, ma si sarebbe arrabbiato. Anche quella era una cosa inconfondibile. Inconfondibile come il rossore che accendeva le guance di Meirin quando Sebastian-san le si avvicinava.

 

{ La cosa che faceva più orrore a Finian era di dover lasciare quelle persone, persone come Meirin }

 

E allora, perché quel rossore stavolta si era acceso mentre Meirin si sollevava frettolosamente da lui e cominciava a raccogliere i cocci?

« Uh, Meirin…? »

« AAAAHHHHH! Che schifo, ho messo la mano proprio sul ragno morto! »

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

Dal momento che se conosco e amo Kuroshitsuji è tutto merito di Fede_Wanderer, questa mia prima, indecente, insulsa shot è tutta dedicata a lei, con la speranza che le piaccia almeno un pochino, anche se è stata scritta di getto su un episodio assolutamente autobiografico e su due personaggi relativamente poco importanti. ^^’

Che altro dire? Adoro Finian, adoro Meirin. Ho pensato a loro due insieme, mi sono piaciuti e ho cercato un’idea su cui sviluppare una possibile storia che non risultasse troppo OOC – e spero tanto di esserci riuscita; ad un certo punto della scrittura mi sono detta che probabilmente un ragazzo come Finian non ucciderebbe neanche un ragno, ma poi ho ricordato la sua esilarante campagna anti-topi nel secondo episodio e mi sono convinta. xD

Per il tema devo ringraziare il sito The Writer Today il cui Prompt Generator mi ha fornito la frase “The thing that scares me the most is…

Perdonate l’idiozia di un’aracnofoba. Spero di avervi strappato almeno un sorriso. ^^

Nota: il titolo, “Ritornello”, indica il ripetersi della parola Inconfondibile nella shot e nei pensieri di Finian.

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler / Vai alla pagina dell'autore: Feel Good Inc