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Autore: EmilyAtwood    14/06/2010    5 recensioni
na storia al volo ispiratami dalla canzone 'Map of the problematique' che da ieri mi sta prendendo troppo, dopo aver sentito la versione live del 13 novembre 2009 in cui Matt cambia una piccola parola del testo, che ha praticamente palesato ai fan che la sua storia con l'italiana Gaia Polloni, durata più di 8 anni, era giunta alla fine. Ho cercato di mettermi nei panni di Gaia, pensando a quali potessero essere le sue amozioni quando ha sentito un paio di canzoni...spero vi piaccia.
Genere: Malinconico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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***Una storia al volo ispiratami dalla canzone 'Map of the problematique' che da ieri mi sta prendendo troppo, dopo aver sentito la versione live del 13 novembre 2009 in cui Matt  cambia una piccola parola del testo, che ha praticamente palesato ai fan che la sua storia con l'italiana Gaia Polloni, durata più di 8 anni, era giunta alla fine. Ho cercato di mettermi nei panni di Gaia, pensando a quali potessero essere le sue amozioni quando ha sentito un paio di canzoni...spero vi piaccia. Ovviamente nessun personaggio mi appartiene e i fatti non sono realmente accaduti ma sono solo frutto della mia fantasia. Buona lettura.***



La villa è così vuota, così silenziosa che mi mette quasi paura. Prima non sentivo questa ansia addosso. Prima, anche se ero sola perchè lui era partito e non avevo potuto seguirlo, mi bastava accendere tutte le luci, mettere lo stereo a palla con le sue canzoni e lo sentivo, lo sentivo vicino perchè sapevo che sarebbe tornato.
Stavolta no.
Lui non tornerà. Sono stata io a dirgli di prendere le sue cose e andarsene. E lui l'ha fatto, senza replicare. Non lo riconoscevo più, non era più il ragazzo squinternato con i capelli rosso fuoco sparati per aria che avevo conosciuto 8 anni fa in un bar di Milano. Era cambiato, in tante piccole sfumature, lentamente, e io me ne ero accorta a un certo punto, lui invece no. Lui si comportava sempre allo stesso modo, mi riempiva di attenzioni, mi chiamava frequentemente quando era in tour, portava tutte le buste quando andavamo a fare la spesa, mi accarezzava i capelli per aiutarmi ad addormentarmi, cantava ad alta voce le canzoni sotto la doccia cosicchè io potessi sentirlo mentre facevo il caffè. Eppure dentro di lui qualcosa era diverso, e non so nemmeno dirlo a parole che cosa effettivamente sia. Le voci che giravano su un suo tradimento sono state solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Forse però nemmeno ci credo che mi abbia tradita. So solo che l'ho lasciato, perchè per me un noi non esisteva più, non valeva più. E lui aveva abbassato la testa e con la sua figura esile si era diretto in camera e aveva finito a riempire le valige e i borsoni che aveva già preparato per il concerto nella sua Londra.
Londra...ricordo ancora quando lo seguii in quella città nuova per me. Conoscevo a malapena qualche parola in inglese, ma non mi importava, perchè avevo lui al mio fianco e con lui mi bastava uno sguardo per parlarci, in una lingua solo nostra. Per lui avevo lasciato gli studi e la famiglia, spinta dalla voglia di novità e dalle aspettative di un amore ancora in boccio ma che mi riempiva già l'anima. Non lo sapevo, all'ora, che Matt non sarebbe stato un flirt di poco conto, una di quelle novità che all'inizio ti elettrizzano ma poi con passare del tempo sfumano in noia, un'avventura di una estate. Non sapevo che avrei passato accanto a lui, insieme a lui, 8 anni, più di un quarto della mia vita. E fa male sapere che ora non conta più nulla, che è bastato qualche mese di incomprensioni e di silenzi, di muri e di spazi freddi al centro del letto per cancellare gli anni in cui da ragazza sono diventata donna, grazie a lui. Fa male sapere che non lo potrò dimenticare, che non potrò cancellare il dolore della sua assenza, perchè se lo facessi cancellerei me stessa, non esisterei più. E' una di quelle cose che non ero mai riuscita a capire nei libri, nelle parole della gente, soprattutto dei miei pazienti: soffrire per amore talmente tanto da voler dimenticare tutto, sia le cose brutte che le cose belle, soprattutto quelle belle che fanno più male proprio perchè ne sentiamo la mancanza.
Ma io non posso dimenticare niente, ci dovrò convivere con questo fantasma del passato. Un fantasma che aleggia nel silenzio di questa casa, la non più nostra casa.
Sento il bisogno di sentirti Matt. E non mi bastano le foto che sono ancora appese in camera da letto, non bastano gli oggetti che mi riportavi da ogni città dove hai cantato. Ti voglio sentire ancora un po', in lontananza, poco, perchè sei stato abitudine, sei stato sicurezza, sei stato droga, e dalla dipendenza si guarisce un po' alla volta. So dove sei, troppo lontano per poterti raggiungere e osservare. Ma posso sentirti. Prendo il portatile e mi stendo sul divano, cercando su internet il collegamento alla radio inglese che trasmette in diretta il concerto alla London O2 Arena. Ci metto parecchio, la connessione vicino al lago non è velocissima. Quando trionfante riesco ad aprire il sito, c'è l'ultimo pezzo di Helsinki Jam
. Sento Dom suonare e me lo immagino sorridere come un indemoniato e muovere la testa a tempo, talmente forte che ho sempre paura che per sbaglio possa darsi un piatto in testa e rimetterci il cervello. E sento Chris, lo immagino con la testa china, in una posa timida, e le dita che scivolano e saltano sulle corde del basso senza sbagliare una sola nota. Non ti sento ancora. Aspetto che la canzone finisca e vengo assordata dalle urla dei tuoi fans, di cui sono stata spesso gelosa, perchè li hai sempre amati incondizionatamente. Poi tra le urla che sfumano, sento quelle note ampie e grevi accompagnate da un suono che sembra un avvertimento, a voler intimare il pubblico alla calma, ristabilire un equilibrio, mettere sull'attenti. Ti sento Matt.
I know you've suffered
But I don't want you to hide
It's cold and loveless
I won't let you be denied
E ti vedo, con la fronte corrugata e le sopracciglia sottili ravvicinate a ombreggiarti lo sguardo concentrato, quasi sofferente, a nascondere al mondo i tuoi occhi limpidi, squillanti, accecanti, con la pelle tirata sugli zigomi, a dare severità a quel tuo volto pestifero, con le lunghe dita affusolate ad impugnare il microfono regalandogli i tuoi sospiri, che sembra tu lo stia baciando.
Ricordo quel periodo in cui restavi ore e ore da solo in sala registrazione a suonare il piano e a cercare qualche ritmo nuovo, un testo da proporre agli altri da inserire nel nuovo album. Io dal canto mio preparavo la tesi e non ti dedicavo molte attenzioni, eravamo entrambi impegnati ma stavamo bene, godevamo dei pochi attimi di pausa che ci concedevamo. E in uno di quei momenti, semplici, in cui io bevevo il caffè per tenermi sveglia mentre tu preparavi il tuo thè inglese con lo sguardo corrucciato e infastidito, che ti ho abbracciato da dietro e ti ho sussurrato:
"Vorrei tanto aiutarti a realizzare i tuoi desideri Matt, tutti, anche quelli che ancora non conosci" tu eri rimasto in silenzio, accarezzandomi seraficamente la mano che avevo poggiato sul tuo cuore e sentivo il tuo respiro cambiare, il tuo battito accelerare.
Soothing
I'll make you feel pure
Trust me
You can be sure
"Eureka!" avevi urlato girandoti verso di me e prendendomi per i fianchi tentando di sollevarmi, cosa che non ti riuscì molto scenografica come succede nei film perchè per poco non eri caduto. Mi avevi chiesto di continuare a parlare, di esprimere tutto ciò che provavo per te. Una richiesta strana da un certo punto di vista, che non avevo compreso subito, ma il tuo sguardo acceso e il tuo sorriso vivace mi spinse a palesare tutto ciò che in quel momento mi passava per la testa, nonostante non fossi propensa solitamente a farlo, soprattutto perchè con te non servivano parole.
I want to reconcile the violence in your heart
I want to recognise your beauty's not just a mask
I want to exorcise the demons from your past
I want to satisfy the undisclosed desires in your heart
Così ti dissi che eri bello, lo eri in una maniera semplice e genuina, non di facciata, non montata o studiata. Che in te vedevo una sensibilità oltre l'umano, nascosta da una sofferenza che ti portavi dentro incatenata da qualche parte, come un demone violento che non riuscivi a tenere a bada, un demone che io avrei voluto calmare, e che avrei voluto cullarti e farti sentire al sicuro come tu facevi con me tutte le notti stringendomi tra le tue braccia gentili.
You trick your lovers
That you're wicked and divine
You may be a sinner
But your innocence is mine
Che volevi ingannare le persone mostrandoti come un rockettaro incazzato e orgoglioso, come un peccatore che non si vuole pentire, eppure io in te vedevo l'innocenza di un bambino, capriccioso sì, ma pur sempre un bambino.
Please me
Show me how it's done
Trust me
You are the one
Che come te non avevo mai incontrato nessuno, che ti eri mostrato a me come una persona diversa da come potevi apparire e che proprio questo mi aveva fatto innamorare di te, perchè non eri scontato, eri unico.
Poi tu sei riuscito a tradurre quel flusso ingarbugilato in una canzone, usando quel talento che ai miei occhi ti rendeva un mago.
Ho tutta la faccia bagnata di lacrime calde che sono uscite da sole, senza che le chiamassi. Eppure mi ero ripromessa di non piangere più per te. Ma come faccio a non piangere quando canti con una tale passione, che anche se mi sforzo non la trovo nelle canzoni registrate, ma che sento solo quando canti dal vivo, in uno spazio ampio che non dà limiti al tuo canto tormentato?
E sembra che non sia cambiato niente, che quella canzone tu la stia cantando solo per me e non per i tuoi fans o per esigenze di scaletta. Ma io non ci sono più dietro le quinte ad aggiustarti le pieghe della giacca prima di salire sul palco, a fare il tifo per te, a guardarti quando tu mi guardi e mi dedichi pubbliche parole.
Non ho il coraggio di spegnere il computer e andarmene a dormire, non mi basta ancora. Voglio continuare a sentirti, voglio approfittare di ogni tuo respiro udibile, per accertarmi che tu stai bene, o meglio che i tuoi amici ti abbiano aiutato a risollevarti per essere brillante durante il concerto nella vostra terra madre. E lo so che loro ora mi odiano per averti lasciato, soprattutto Dom vorrebbe la mia testa come batteria, mentre Chris magari ti ha consolato dicendo che è solo un altro piccolo litigio, che si risolverà tutto come succede tra lui e Kelly. Ma io ora sono certa che non torno indietro. Stavolta non è di un piccolo disguido che stiamo parlando. E forse tu ti aggrappi a una falsa speranza, credendo che come le altre volte finiremo con il rivederci e abbracciarci stretti e dopo esserci chiesti scusa con gli occhi, avremmo fatto l'amore. Ma tu lo sai che stavolta non sarà così?
Ecco che mi colpisce una delle mie canzoni preferite. Ti hanno tanto criticato per aver plagiato i Depeche Mode per quelle note iniziali che hai partorito in soli tre giorni, alle quali si sono aggiunti i battiti di Dom che sembra nato con le bacchette in mano, aspetto quasi un minuto prima che la tua voce irriverente e stridente accarezzi gli animi mentre con il piede batti il tempo.
Fear, and panic in the air
I want to be free
From desolation and despair
And I feel like everything I saw
Is being swept away
When I refuse to let you go
Eppure stavolta non ti sei rifiutato di lasciarmi andare. Hai annuito alla mia richiesta. Hai sempre fatto tutto quello che ti dicevo, non mi hai mai negato niente, mi hai detto sempre sì. Stavolta non dovevi dirmi sì. Dovevi mandarmi a fanculo, dovevi lottare, gridarmi contro e spaccare qualche monile del salotto, come avrebbe fatto il vecchio Matt.
I can't get it right
Get it right
Since I...
Aspetta, che hai detto? Il testo me lo ricordo bene diamine, l'hai cantata talmente tante volte! Since i met you. Ti sei sbagliato? Possibile, te che hai le parole di ogni tua canzone stampate nel cuore? Non sono riuscita a capire che parola hai detto. Con ansia continuo ad ascoltare, attendendo la prossima volta che canterai quella strofa.
I can't get it right
Get it right
Since I lost you
Allora è così, Matt. L'hai capito davvero che stavolta è diverso. Tu hai capito. Sono io quella che non ha capito niente. Ecco perchè non hai fatto niente per ribellarti, ecco perchè non mi hai supplicato, chiamato, provato a scrivermi un messaggio.
Ti ho lasciato pensando che fossi tu a essere cambiato. Mi sbagliavo. Sono io che sono cambiata. Sono io che ti ho plasmato e reso un burro nelle mie mani, sono io che invece di rassicurarti ti ho riempito delle mie seghe mentali, io che ti trattavo come un paziente psicanalizzandoti senza però aiutarti davvero a sfogarti. Per questo non mi parlavi più dei tuoi problemi. Perchè non ti ascoltavo. Non sono io che non ti riconosco, ma tu che non riconosci più me. E' meglio così Matt. Che sia stata io a lasciarti, meglio per te che non sentirai il senso di colpa, meglio per me che altrimenti non avrei mai capito. Ti passerà Matt, tu hai ancora te stesso. A me no. Io mi sono persa...
  
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