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Autore: COLLETTIVO CYBERPUNK    07/09/2005    3 recensioni
ATTENZIONE!
Storia Sospesa per Restauro!
Ci siamo rese conto che lo stile aveva bisogno di una ristrutturazione, che TUTTO aveva bisogno di una ristrutturazione, in ST. Quindi, abbiamo semplicemente deciso di riscriverla daccapo e continuare a scrivere fino al punto in cui siamo arrivate con la trama, e DOPO di pubblicarla (non per intero subito, ovvio). A Presto!
Noesis2&Harianne


Sei persone. Due gruppi. Qualcosa da rubare o restituire. Questione di punti di vista. Una Tokyo iper-razzista del XXI secolo è lo scenario di questa avventura ai limiti dell'incredibile, dell'impensabile. Personaggi folli, malati, viziosi, sono qui per farvi divertire. Si spengano le luci, si apra il sipario, signore e signori..lo spettacolo inizia.
Genere: Demenziale, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Stealing Tokyo: session opened 1.0

Chapter 1.

“Ci troviamo nelle strade e nei vicoli, nel regno della lotta per la sopravvivenza, dove l’alta tecnologia è un ronzio costante come un esperimento impazzito di darwinismo sociale, inventato da un ricercatore annoiato che tiene perennemente premuto l’accelleratore.”

(Bruce Sterling)

Tokyo, 2020 d.c., 8:30 p.m.

Somewhere in Shinjuku.

Siamo a Tokyo Signori, pazzo paradiso di gente perduta, ladri, prostitute e Signori dell’economia mondiale.

Non siete benvenuti stranieri. Oh no, affatto.

Questa è la patria degli occhi a mandorla, e voi biondi, dagli occhi azzurri, bei principini, da un po’ di anni a questa parte finite in galera solo perché esistete.

Ignorando tutto ciò, volutamente, tre persone sono nello stesso km cubo di asfalto, nulla di strano per una megalopoli.

Ebbene, sono davanti allo stesso anonimo palazzo, e stanno entrando dall’entrata principale.

Stranieri, signori. Ecco il problema.

Tre persone, un gruppo; la vedete quella bella ragazza bionda? Appariscente, nevvero? È americana. Alicia Silver, per servirvi, signori.

Ovvero la splendida sottoscritta.

Lo vedete il ragazzo rasato quasi a pelle, dotato di bomber ante-guerra e Converse bucate che si guarda nervosamente attorno?

È Ewan Wallace, scozzese puro.

E il ragazzo dai lunghi capelli castani? Si, quello vestito con un fottuto montgomery da signorino del ’900?

E’ Nikolaj Cechovski, russo di pelo e di pensiero.

Tre stranieri, appunto.

Sogghigno vedendo Ewan guardarsi nervosamente intorno e passarsi le mani nei capelli. “ Senti ma…siamo arrivati, giusto? Ora la strada è..in discesa, right?”

Che coniglio.

Beh... non che abbia tutti i torti, dato che siamo decisamente in territorio nemico. Ed Ewan non è mai stato un tipo coraggioso.

“ Piantala cretino. Se non sei all’altezza tornatene a casa.”

“ Tornaci tu!”

“ Ragazzi, piantatela.”

“ Se continua lo ammazzo, sia chiaro.”

Nikolaj. Pessima persona in uno splendido corpo.

Capelli castani, lunghi (alla bello&dannato, ovvio) occhi grigi come l’acciaio.

E lineamenti da ultimo membro della dinastia degli Zar.

Lo vedo giocherellare con la pistola che gli ho prestato; gli piace.

Solo ieri ci ha ammazzato una persona. Senza pensarci troppo, a dire la verità.

Mi piace Nikolaj. Riesce a rimanere bello come un angelo anche mentre fa il lavoro di un demonio.

Beh…non speravate mica fossimo ci fossero i buoni, vero?

Proprio no. Noi siamo i cattivi.

Ma non quelli sfigati tipo Will Coyote.

Noi siamo belli. Pazzi. E ci piace saperlo. Ci diverte.

Dunque ora, queste tre “belle” persone, stanno salendo le scale interne del palazzo.

(Ewan si ferma ogni dieci secondi per controllarsi le spalle. Ora Nik lo ammazza sul serio, a giudicare la mano sinistra sulla fondina).

Salgono, salgono, salgono.

……e si trovano davanti non un corridoio deserto, come si immaginavano.

No. Proprio no.

Abbiamo le controparti. Tre persone. Armate.

Cazzo.

- - - - - - -

Tokyo 2020 d.c., 8:25 p.m.

Somewhere in Shinjuku.

Quanti topi gialli di merda. Stronzi signori dell’economia mondiale… ne ho visti fin troppi, da quando abbiamo lasciato il porto in una bettola di scatola che volevasi chiamare Furgone. Volevasi chiamare e basta, appunto.

Siamo in una topaia del cazzo, in un quartiere del cazzo, lontano dai confini di quelle nuove zone rispettabili del cazzo.
L’asfalto è interrotto da crepe enormi, siringhe e barboni in egual maniera per terra, la maggior parte (nonostante le restrizioni) Occidentali. Sfollati del cazzo che cercano vita migliore nella nuova miniera d’oro mondiale.

“Che Schifo.” Sputo a terra.

Maure Jean Jacques mi lancia un’occhiataccia dal suo impermeabile nero e dai suoi capelli neri da francese di Merda.

Una volta tanto – alleluja! – è sobrio. Cose rare, gente.

“Beh, Bullet?”

“Beh un corno, idiota. Continua a camminare, fatti una bottiglia e ignorami.”

Con nonchalance si gira e si apre la sua fedele bottiglia di Wiskey.

Il ladro del nostro scalcinato gruppo, quell’ingegnoso idiota con la faccia da signorina che nemmeno io posso vantare, è già alla porta dell’anonimo palazzo (almeno quello, più scalcinato di noi..).

“Eccoci qua. Il cinese abita lassù.” indica la finestra di qualche piano sopra.

“Andiamo.” Ordina Maure.

Mi stringo nelle spalle.

Il gruppetto entra nello stabile, il Ladro davanti a tutti con le mani incrociate dietro la testa.

“Stephanos… c’è traccia di qualche essere vivente degno di questo nome?” chiede Maure – per gli amici Jacques; anche se è soltanto il cognome.
Per sua somma sfiga, Maure Jean Jacques aveva i genitori (morti, uccisi da lui) con idee sui nomi piuttosto merdose.

L’unica cosa buona che gli hanno dato, a parte un corpo fantastico e una mente lampante, è il cognome, Jacques.

Il greco-francese, Stephanos, in risposta alla domanda, scuote la testa.

Nessuno stronzo in vista? Col cazzo che ci credo, signori.

Pensa BulletDelay, che comunque, prende in mano le pistole, per ogni evenienza.
Se c’è da ammazzare qualche Schaissen Giapponese, così sia.

E così il gruppetto sale le scale, tra un gotto di wiskey del mercenario e un fischiettio spensierato del ladro.

Fine delle scale.

Angolo a novanta gradi nella parete.

Armo il cane delle pistole e svolto di scatto, al seguito di un tranquillo Stephanos e di un piuttosto brillo Maure.
E invece di una porta in mezzo ad un corridoio.. sorpresa!
Abbiamo scartato l’uovo di pasqua e abbiamo trovato una sorpresina un tantino marcia.

“Beh?” chiedo, retoricamente.

Alzo la pistola e armo i bracci armati con i controlli telematici.
E così, il giapponese ci ha traditi.

Consegnati ai Federali, suppongo.

Col cazzo!

-------------

Alicia Silver inarcò un sopracciglio rifinito; la massima espressione facciale che osava permettersi in quei frangenti.

In compenso, Ewan, il suo secondo, e probabile peggior nevrotico della città, fece un elaborato salto all’indietro, finendo per pestare i piedi calzati in anfibi di classe di Nikolaj.

Anche perché davanti abbiamo un’armeria ambulante.

Cazzo... quella mocciosa ha più armi che braccia!

“ PORCA..PUTTANA!”

Ewan, al solito, aveva espresso il suo indispensabile parere sulla situazione. Il russo lo fulminò con un’occhiataccia. Poi si rivolse al gruppetto schierato davanti a loro.

“ Un attimo..” mise le mani avanti, in segno di resa (ottimo diplomatico) “..chi siete? Perché ci state seguendo?” fece una smorfia.

E meno male che era un po’ che li stavo tenendo d’occhio..

Li avevo persi di vista dieci minuti fa. Ed eccoli qui.

Stranieri come noi, maledizione.

Il ragazzo chiamato comunemente Maure, si inchinò in modo teatrale, lasciando scivolare sul viso i lunghi capelli neri.

“ Bonjour, madamoiseille..” si fermò per valutare i due uomini “meussieurs..non sappiamo di cosa state parlando. Noi non seguiamo certo nessuno.”

Nikolaj gli lanciò un’occhiata sprezzante; non gli piacevano i francesi. Anzi, li detestava cordialmente. Erano caricature di se stessi.

Un sorriso si delineò sulle labbra sottili.

“ Balle. Ci state pedinando da almeno mezz’ora.” Con un movimento fluido, quasi compiaciuto, estrasse la propria pistola dalla fondina.

Alicia, allarmata, ricordando nebulosamente

l’equazione(Nikolaj+Pistola=Ecatombe)si affrettò a calmare gli animi, già infiammati.

Dopotutto..beh, sono una pacifista, io.

“ Beh..magari stanno andando nella nostra stessa direzione, Nik!”

Nikolaj la fissò come se fosse diventata improvvisamente idiota.

Ok..lo ammetto. Come scusa fa cagare.

In quell’allucinato battibecco tra compagni di squadra, intanto, lo sguardo di Stephanos era rimasto fermo, in adorazione, sul tal Nikolaj.

Shit. Prevedo guai..

Pensò BulletDelay, puntando comunque tutto il suo armamentario sui tre dall’altra parte del corridoio.

“ Oh! Quale bellissimo fiore!” esclamò la voce del ladro, che si era inginoccchiato ai piedi di Nikolaj.

Appunto.
Alicia fissò con orrore il biondino che si era inginocchiato adorante di fronte a Nikolaj, chiamato anche affettuosamente “Omosessuali, al rogo. Tutti.”

Santa merda…

Lo pensò con autentico fervore alternando lo sguardo dall’uno all’altro.

“Che bellezza, che grazia nelle movenze!” continuava Stephanos, allargando le braccia in direzione di Nikolaj, semplicemente estasiato.

“Da quale giardino incantato provieni, splendida creatura?” chiese, con il suo miglior tono enfatico.

Oh, CyberGod. Devo sparargli per farlo stare zitto, adesso?

Intanto il ladro, ignaro delle truci riflessioni di Bullet, continuava.

“..il tuo bel viso ha messo radici nel mio cuore!”

Nikolaj, ancora allibito, calamitò lo sguardo nelle iridi azzurre di Stephanos; non gli piaceva evitare lo sguardo delle persone. Anche se provava per loro immediata antipatia, come in quel caso.

Prego?” non appena ebbe finito di pronunciare la frase Stephanos esibì un sorriso da gigolò incallito “ No, ti ringrazio io della tua presenza!” mugolò

“ Luce dei miei occhi! Salvezza del mio cuore!”

Ora lo uccido.

Questo pensiero fu formulato da ben tre menti; quella di Nikolaj, in primis, in seguito da quella delle due ragazze.

“ Ma chi è questo idiota? Perché è idiota..vero?” chiese alla ragazza dell’altra banda, che sembrava la più sana dei tre.

Pistole a parte..

Ewan Wallace intanto, si passò una mano trai capelli; quel gesto lo calmava.

E ne aveva bisogno, di calma. Fissò con interesse il biondino spalmato ai piedi del compagno. Era carino, però.

“ Ehi Niko, si è innamorato di te..” sogghignò nervoso, non potendo comunque fare a meno di notare tutto quel ferro letale puntato su di loro.

Alicia sospirò e sbottò roboante, stanca di quel caos di parole e di gesti fuori dal normale: “ ALT! Insomma, si può sapere chi diavolo siete?”

Ma qui sono l’unica che si è accorta che ci puntiamo le pistole addosso e non sappiamo neanche se siamo dalla stessa parte della barricata o meno?

Damn it!

BulletDelay, che era rimasta l’unica perfettamente immobile in quei deliranti minuti, espressione facciale e pistole comprese, rispose con un ringhiante: “Chi diavolo siete voi, piuttosto.” Tenendo una mano sul comando a cristalli liquidi delle armi, pronta.

“Cazzo.” Aggiunse.

Jacques – per i suoi peggiori nemici Maure – ignorò il commento della compagna e, buttando a terra la bottiglia di wiskey ormai vuota, si inchinò di nuovo.

“Maure Jean Jacques.. ma chiamatemi Jacques.” Comprensibile, col nome di merda che si trovava.

“Sono un mercenario.” Fece una pausa guardando tristemente la bottiglia malinconica e vuota “.. non è che avete del wiskey, vero?”

Fuck! Ma con che razza di idioti mi ritrovo?

Il pensiero di Bullet si leggeva nel suo sguardo mentre guardava attonita Jacques e Stephanos.

Alicia sembrò pensare lo stesso quando vide la smorfia di affettato disgusto di Nikolaj, buona per un principe, non per un delinquente di mezza tacca quale era, e quella spaurita di Ewan.

Sospirò impercettibilmente indicando con una mano Ewan e con l’altra Nikolaj.

“ Io sono Alicia Silver, il pelatino è Ewan Wallace. L’altro è Nikolaj..” si bloccò con aria colpevole “ Niko..dolcezza, mi scordo sempre il tuo cognome..”

Il ragazzo sorrise stiracchiato “ Cechovski. Nikolaj Cechovski. Fa nulla. Immagino sia difficoltoso per voi americani pronunciare una nobile lingua, qual’è il russo.”

Alicia grugnì qualcosa, ma per amor di pace non ribatté.

Di nuovo il ragazzo biondo, dai lineamenti decisamente femminei, si gettò ai piedi del provato russo, quasi che, sentendolo parlare, si fosse scatenata in lui una reazione a catena.

“ Il mio cuore palpita per voi!” ululò ignorando bellamente Alicia “ Venite con me nel mio reame fatato! Ahh..Nikolaj, che nome stupendo..”

L’interpellato lo fissò disgustato “ Va bene, è idiota.” borbottò confermando la teoria che aveva precedentemente esposto.

Ewan sorrise appena, suo malgrado divertito “Boh. Forse. Però è carino..” mormorò sottovoce palesando le sue preferenze sessuali: non avrebbe comunque osato fare un apprezzamento simile ad alta voce. Primo, per la sua timidezza congenita. Secondo, perché quel francesino era sin troppo..entrante.

Alicia fissò gli estranei truce “Questi già non li sopporto..” questo fu il suo illuminante commento. Nikolaj con un sogghigno aderì prontamente.

Jacques sentì il commento di Alicia e alzò lo sguardo, perplesso, vagamente intontito dalla poca (per i suoi standard) quantità di alcool in corpo, e disse un “Davvero, mademoiselle?” decisamente idiota.

L’armeria vivente, alias BulletDelay, vedendo che comunque Stephanos non si decideva a muovere un singolo muscolo, se non per fare il tappetino di quel Nikolaj, sospirò, depose la pistola nella fondina (l’altra mano era sui comandi delle altre armi) e con un’espressione che sembrava dire “sorreggo tutto il peso del mondo”, prese il suddetto ladro e lo tirò su per la collottola.

“BulletDelay, piacere.” E l’ultima parola non sembrava affatto sentita.

“E questo qua” aggiunse, scuotendo il ladro, che iniziava a riprendersi “..è Stephanos. Non chiedetemi il cognome.” E quello che veniva dopo era un evidente, inespresso, ‘o vi faccio dei buchi in pancia grossi quanto un motoscafo.’

Ewan fissò il pupazzo inanimato tra le mani della virago bruna “Stephanos..” mormorò sottovoce, con interesse.

L’interpellato si voltò verso di lui, ancorato alla mano di Bullet.

“Cosa?”

Merda, mi ha sentito.

Dovrei piantarla con la storia dei colpi di fulmine..

Ma lo pensò soltanto, saggiamente ignorandolo.

Nikolaj prese in mano la situazione, che ormai stava divenendo paradossale, e con una faccia d’occasione pronunciò: “Ok.. ora che ci siamo presentati, ascoltate: questo piano ha un unico appartamento, e noi dovremmo già esserci, nell’appartamento. Abbiamo un appuntamento con il proprietario, Ryuji Soma.” inarcò un sopracciglio “Osate ancora sostenere che siamo noi a seguire voi, e non viceversa?”

Alicia annuì posando una mano sulla fondina della pistola; ad un segnale convenuto con l’amico avrebbero aperto il fuoco.

E che diavolo..questa farsa si sta facendo troppo lunga.

Anche se quell’armeria ambulante..mi preoccupa un po’.

Jacques assunse una faccia pensierosa e piuttosto determinata. Una di quelle che faceva soltanto da sobrio, quando aveva la capacità di usare il proprio cervello e non la gradazione alcolica di una bottiglia.

Era la faccia che fa un assassino al soldo di qualcuno che deve finire la missione. Non tanto rassicurante, in definitiva.

“Perfetto.” esclamò, sarcastico. “Vi informo, signori, che anche noi abbiamo un appuntamento con Tal Ryuji.” Prese un respiro profondo e si preparò ad estrarre la fidata Colt 38 dalla fondina, sotto l’ascella. Sobriamente, e miracolosamente, pronto allo scatto.

Nikolaj impallidì e vide con la coda dell’occhio che Alicia aveva fatto lo stesso; quel patetico beone si era trasformato in meno di un nanosecondo in una specie di ronin* spietato e freddo.

Dannazione. Questa non ci voleva. Da come ha estratto le pistole..

..questo tizio non è soltanto un grilletto facile come me.

Deglutì “ Ascolta..” gli diede del tu senza neanche riflettere “..è impossibile. Noi abbiamo un appuntamento con Ryuji Soma.”

“ E’ la verità!” concordò Alicia sventolando la pistola dinnanzi a se.

L’armeria vivente emise un ringhio degno di un pitbull.

Certo..come no. Con quella faccia da angioletto crede di farci fessi?

“ Secondo me… è un piano del governo per sfotterci…” sibilò poi impugnando ancora più saldamente la pistola nella destra e, nello stesso momento, azionando i comandi dei bracci armati con la sinistra.

Ci fu un lungo minuto di silenzio.

Poi Ewan, reazione ritardata, cacciò un urlo degno di un cantante lirico e fece per buttarsi dal balcone. Evidentemente la droga che aveva in circolo gli aveva fatto schizzare all'improvviso l’adrenalina a livelli pazzeschi.

Alicia, abituata a quei spaventosi sbalzi umorali, lo afferrò per il cappuccio della felpa slavata e lo sbattè sul cemento del pianerottolo, atona.

Poi tentò un’ultimo appelo in extremis “Senti sweetie..” mormorò rivolta a Bullet “..noi ed il Governo non siamo esattamente amici. Anzi. I nostri amici sono gente come Ryuji. E ripeto, abbiamo un appuntamento con lui. Non abbiamo intenzione di scontrarci con voi..a meno che non ci attacchiate.”

Intanto, soffocato in parte dall’alcool in circolo e in parte dal suo disgusto verso le armi da sparo, Jacques decise per tutto il suo gruppo.

“D’accordo.” sospirò, “Credo ad ogni parola di bellezze come voi!” l’ultima frase era accompagnata da un sorriso malizioso impostato più che altro per calmare i bollenti spiriti dei presenti.

Alicia si illuminò, lusingata, belando un “Oh.. grazieee…”, mentre Ewan proferì, perplesso, solo un “…Bah.”. Non sembrava molto convinto.

Nikolaj rimase in silenzio tombale, allibito.

“Non so se ci possiamo fidare, Jacques.”

Stephanos in quel momento parve riprendere completamente controllo del formidabile cervello che si ritrovava.

Era anche ora, ladruncolo. Finalmente qualcuno con un po’ di sale in zucca.

Pensò Bullet, che disse semplicemente un “Io Sparo.” Molto ringhiato, Molto Minaccioso. Non ci avrebbe pensato due volte. Ed i suoi compagni lo sapevano.

Nikolaj, udendo chiaramente la minaccia esplicita della donna, esibì un sorriso zen, imperturbabile, anche se vessava in ben altro stato d’animo.

“ Calma. Vi prego di riflettere su questo fatto: è possibile che abbiamo tutti un appuntamento con Ryuji Soma. Comunque, è meglio chiedere a lui.” premette il dito affusolato sul campanello, il quale emise un lungo suono raccapricciante.

La porta si aprì con un cigolio lento e da dietro uno spiraglio, tenuto ben teso dalla catenella della serratura, apparve il volto asiatico del padrone di casa.

“ Oh, salve ragazzi!” esclamò in pessimo inglese rivolto al gruppo di Nikolaj. Poi assunse un’espressione di comico imbarazzo quando vide gli altri.

“..oh..ragazzi..tutti qui, eh?”

Alicia spostò con una spinta il compagno e fissò le proprie iridi in quelle dello spaventato giapponesino “Ci devi delle spiegazioni, samurai-boy..” sibilò.

“ Ci avevi promesso asilo. Asilo, chiaro? Non degli psicotici pazzi che ci vogliono sparare addosso..chi diavolo sono questi? Che diavolo sta succedendo?”

“ Potrei dire la stesa cosa, Ryuji..” mormorò atono Jacques; sembrava aver totalmente perso interesse per quella conversazione.

Stephanos, greco di nome, francese di nascita, sorrise invece entusiasta; cambiava parere ed umore ogni dieci secondi, sembrava.

“ Beh, dai..è stato un incontro voluto dalla fortuna, no?” sogghignò guardando i ragazzi della parte avversa. Anche stalvolta, l’orientamento sessuale del ragazzo era piuttosto palese.

Ryuji Soma guardò i sei stranieri pregando Buddha che ben accogliessero la bomba che stava per sparargli. Sorrise teso.

“ Beh..ecco..vedete, le cose stanno così: ho dato asilo sia a voi Alicia..” guardò l’avvenente bionda e poi la virago di bell’aspetto “..che a voi, Bullet. Insomma..per me non è un problema ospitare sei persone. C’è molto spazio in casa mia. E dovevo a voi tutti dei favori. Quindi..perché non abbassate quelle armi? Bullet, loro sono a posto..e..Miss Silver?”

See?”

“ Bullet ha il grilletto facile, dato il nick. Ma è ok. Garantisco io.”

“ Oh. Beh, allora..okay.” Unico commento dell’americana. Nikolaj la fissò e si sbattè una mano sulla faccia.

Non ci posso credere..

..lo sapevo che non dovevo farmi convincere da quest’americana pazza a farmi commissionare questo lavoro.

Perché non me ne sono rimasto in Russia?

Ewan, che già da un po’ si era quietato, si limitò ad ingollare un manciata di pastiglie in piena atarassia “ Fantastico..” mugugnò beato.

Imitando quasi Ewan, Jacques mormorò soltanto un melanconico “Voglio una bottiglia di rum..” cercando di penetrare con lo sguardo dietro allo spiraglio della porta con la speranza di scoprire una vasca di alcool pronta soltanto per lui.

Stephanos invece, sempre di umore esaltato, esclamò un

“Dovremmo accontentarci!” estasiato.

Alicia fissò Stephanos con autentico terrore “No, spiacente, io voglio una spiegazione con-vin-cen-te!” sillabò puntando teatralmente un dito contro Ryuji “ Io non posso e non voglio convivere con dei pazzi! Non ho ragione, Ewan?” chiese all’amico, in cerca di appiglio.

L’altro la fissò perplesso e poi con sua grande disperazione cominciò a canticchiare una canzone sconosciuta ai più. Probabilmente in cockney*.

Ok..si è impasticcato. Non si può più contare su di lui.

Ma perché non mi sono scelta dei compagni normali?

Perché non l’ho lasciato a Detroit?

Bullet fulminò con lo sguardò alicia&Co. “Pazzi a chi?”

Alicia sfoderò un sorriso luminoso quanto falso. A Detroit, dove aveva abitato fino a qualche mese prima, quel sorriso aveva fatto capitolare molte ghetto-girl, sin troppo simili a quell’esaltata in gonnella.

“ A voi, Candy Candy..” sibilò.

“ Ha parlato Heidi.” ringhiò in risposta.

“Datemi del fottuto rhum…” mugolò Jacques fuori campo.

Ryuji Soma decise infine di mettere fine a quei dialoghi surreali; conosceva molto bene l’eccentricità di entrambi i gruppi. Era stato un idiota a non preventivare che si sarebbero scontrati appena incontrati.

Aveva sperato però, che l’avrebbero fatto in seguito, a casa sua, dove avrebbe loro spiegato tutto.

Non in mezzo al pianerottolo come comari isteriche.

“ Sentite gente..intanto entrate, no? La polizia non ama gli stranieri, lo sapete.” Tentò di suggerire. Fu ignorato.

“ Io non entro insieme a questa!” sbottò Alicia, ormai fumante di rabbia “ Mi ha chiamato Heidi! Dico, Heidi! Assomiglio seppur vagamente ad Heidi, Niko?”

“ Alicia..su..calmati.”

“ Heidi?” Jacques fissò perplesso la ragazza bionda “ Cioè?”

“ Mi ha chiamato così il tuo stupido capo, detta anche Candy Candy!” ringhiò accusatoria “ Mai Alicia Silver è stata chiamata Heidi!”

Bullet emise un sorrisino inflessibile “Ripeto: Heidi.”

La situazione era in stallo; così, gli unici che sembravano aver capito il potenziale pericolo della loro posizione, ovvero Stephanos e Nikolaj, afferrarono i corrispettivi compagni e li cacciarono, di malagrazia, dentro l’appartamento del giapponese, che si premurò di chiudere e sprangare la porta.

*****

*Ronin: assassino prezzolato. Mercenario.

  
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