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Autore: MyHeroine    15/06/2010    4 recensioni
Il sogno vergine nei suoi occhi cannibali è solo l'incendio struggente e distruggente di una collina di ricordi lontani.
Genere: Romantico, Triste, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Prussia/Gilbert Beilschmidt, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Neanche riesco ad allacciare uno stupido cravattino!", sbraitò alle prese con il pezzo di stoffa che gli scivolava frettoloso fra le dita.
La ragazza accennò un sorriso, mentre prendeva in mano i due estremi del cravattino per poi avvolgerli in un fiocco senza ombra di dubbio perfetto.
"Perché ci vuole tempo, e pazienza...".
"Invece ho aspettato fin troppo".
Erzsébet si bloccò all'istante. Non riuscì nemmeno a riportare le mani lungo i fianchi, continuava a tenerle strette a quel fiocco tanto impeccabile. Lui al contrario non riusciva a stare fermo, cercava il suo sguardo, aspettava una sua parola, una qualsiasi che avrebbe potuto porre fine a quelle circostanze.
"Cosa...".
"Oh, avanti. Lo sai benissimo", sentenziò lui, scocciato.
"Gilbert, io sto per sposare Roderich", e qui non poté far a meno di incontrare il suo sguardo.
 
Il sogno vergine nei suoi occhi cannibali…
 
"Pft, ma per favore", roteò gli occhi verso il soffitto; proprio ora che era riuscito ad incontrare quelli di lei.
Per un istante arricciò le labbra carnose. "Avanti".
"Avanti cosa?"
La ragazza voltò la testa, senza dare un'ulteriore risposta.
"Avanti cosa?!"
 
…è solo l’incendio struggente e distruggente…
 
"Parla! Dimmi... dimmi cosa vuoi!".
Gilbert sbuffò, stanco. "Liz, devi aprire gli occhi, non sei più una ragazzina".
 
…d’una collina di ricordi lontani.
 
"Ah, è così?", mormorò allontanandosi a passi lenti dalle forti braccia dell'amico d'infanzia. "Beh, sei arrivato tardi. Tra poche ore l'Austria e l'Ungheria saranno una cosa sola, che tu lo voglia o no".
"Anche se sei tu a non volerlo?"
Erzsébet era incredula. "Io lo voglio Gilbert, lo voglio. Lo voglio, e non sarai tu ad impedirmelo".
Scosse la testa. "No, tu non lo vuoi".
"Sì, invece".
"No".
"Sì".
"No".
Erzsébet fece scattare la mancina verso il volto dell'amico, ma venne fermata con il minimo sforzo da parte dell'altro.
"Perché dobbiamo sempre arrivare a questo punto?!"
"Qual é il punto?", forse era troppo abituato a riceverle dall'amica per rendersi conto che in realtà non era una cosa tanto normale.
"Ascoltami, sto urlando! ...perché mi fai questo? Perché proprio adesso?!".
 
Il dolore innocente nei suoi occhi disperati…
 
"Perché non esiste nessuna come te".
Avrebbe potuto continuare, andare avanti e spiegare quello che teneva dentro da ormai troppo tempo, ma l'orgoglio è un ostacolo troppo grande da superare, persino se è l'amore a tener le redini del gioco.
 
…è solo un grido che s’infrange sulle porte…
…di un passato impossibile da recuperare.
  
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