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Autore: mrsdianablack    15/06/2010    3 recensioni
A Jack Harkness rivederlo per pochi attimi non è sufficiente.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Il suo nome è Alonso.”
Il capitano Jack Harkness alzò lo sguardo, ancora incredulo, dal foglietto che teneva in mano.
Il Dottore era ancora là, in piedi, immobile a qualche metro di distanza da lui, sul lato opposto del locale. E lo guardava.
Era una vita che non lo vedeva. Dall'ultima volta che avevano sconfitto i Dalek. Non l'aveva più nemmeno cercato, a dire la verità.
Era ancora in collera con lui. Non c'era stato, quando aveva avuto più bisogno di lui.
L'ultimo Signore del Tempo gli fece un breve cenno con il capo. Jack guardò alla sua sinistra: di fianco a lui, con il capo chino, c'era un uomo. Non riusciva a vederlo in viso ma avrebbe giurato che fosse triste e solo almeno quanto lui.
Tornò a guardare il Dottore, che annuì leggermente, come a dargli la sua benedizione. Il capitano indugiò qualche secondo ad osservarlo: sembrava lo stesso di sempre, forse solo un po' invecchiato eppure c'era qualcosa di diverso, in lui. Qualcosa nei suoi occhi di profondamente triste e doloroso.
Somigliava quasi... ad un addio.
Rivolse un' ultima breve occhiata all'uomo seduto al suo fianco. Lo guardò con un misto di indecisione e rimpianto ma quando rialzò la testa il Dottore non c'era più.
Non una parola, un gesto, un saluto. Era semplicemente svanito.
Si alzò di scatto. Improvvisamente sentì l'urgenza di uscire a cercarlo, non poteva lasciarlo andare così.
Lo trovò appena fuori dal locale, era lì, a pochi passi da lui, con una mano appoggiata ad una parete e l'aria stanca e sofferente. Gli si avvicinò con cautela.

“Dottore...”

Non l'aveva sentito arrivare. Una fitta di dolore più forte l'aveva costretto a fermarsi per riprendere fiato.
“Resisti un altro po'...” aveva sussurrato al suo corpo.
Non sapeva che conseguenze ci sarebbero state, d'altronde era la prima volta che lo faceva. Non aveva mai trattenuto la rigenerazione tanto a lungo e non sapeva quanto ancora avrebbe potuto resistere. Non ci aveva mai badato più di tanto, in passato. Certo, era sempre stato doloroso, in un modo o nell'altro. in fondo era un po' come morire ogni volta. Ma ora era diverso.
Non poteva. Non ancora. Non prima di aver salutato tutti i suoi amici. E Rose...
Soltanto dopo avrebbe potuto morire in pace. Non era nemmeno sicuro di cosa avrebbe scelto. Aveva due alternative. Poteva scegliere di rigenerarsi e permettere ad un altro uomo di vivere la sua vita, di prendere possesso delle sue conoscenze e dei suoi ricordi, oppure poteva scegliere di morire, ponendo così fine alla sua razza, privando l'universo dell'ultimo Signore del Tempo.

“Dottore...”

Solo dopo aveva avvertito la sua presenza dietro di lui. Raccolse le forze che gli erano rimaste, ordinando nuovamente al suo corpo di resistere, e si voltò a guardarlo, accennando un sorriso.
“Jack..”
Si chiese vagamente perché l'avesse seguito, invece di accogliere senza protestare il dono che gli aveva fatto, se così lo si poteva chiamare.
Comprendeva molto bene ciò che stava passando in quel momento: tutto il dolore e il rimpianto di aver perso le persone che amava.
L'unica differenza, forse, era che Jack avrebbe voluto morire, e non poteva; mentre lui avrebbe voluto vivere, e sarebbe morto.
Sperava tuttavia che il conforto di un amico l'avrebbe aiutato.

Il capitano gli si avvicinò, senza rompere il contatto visivo con lui. Improvvisamente si era ritrovato a corto di parole. L'aveva seguito impulsivamente e ora non sapeva cosa dire. Lo studiò con lo sguardo, sembrava stesse per crollare da un momento all'altro.
“Stai bene?” gli chiese infine, dandosi mentalmente dello stupido. Non avrebbe potuto trovare una domanda più inutile da porgli.
Era evidente che non stava bene. Un pensiero iniziò a farsi strada nella sua mente, e non era nulla di piacevole.
“Non può essere.” disse a se stesso. “Non sono ancora pronto a perdere anche te...”
Non si poteva dire che si incontrassero spesso ma il pensiero che lui fosse là fuori era in qualche modo confortante.
Il Dottore forzò un sorriso. Raddrizzò le spalle e si staccò dalla parete. Poteva fingere un altro po'.
“Certo che sto bene!” rispose, cercando di dare un tono allegro alla sua voce.
Jack si fermò a qualche passo di distanza.
“A guardarti non si direbbe...”
“Jack...”
“Cosa ti sta succedendo, Dottore?”

Quella domanda diretta lo lasciò spiazzato. Ma solo per un attimo. Era molto da Jack, in fondo. Non gli si poteva nascondere niente, ma non era per discutere di se stesso tuttavia che era venuto.
“Sto bene, davvero.” disse, calcando volutamente sulla parola bene. “Tu piuttosto...” e gli lanciò una lunga occhiata eloquente. “È così che difendi il mondo? Ubriacandoti in un bar?”
Jack abbassò gli occhi ferito, incapace di sostenere il suo sguardo accusatorio. Era vero. Il Dottore aveva colpito nel segno, come sempre.
“Tu non puoi capire.” mormorò, incupendosi. “Non puoi sapere cos'è successo.”
“Lo so invece.” lo interruppe l'altro, con dolcezza.
Sentì la sua mano appoggiarsi sul braccio e stringerlo un po', con delicatezza. Alzò la testa e si ritrovò a pochi centimetri da lui.
“Mi dispiace così tanto.” sussurrò il Dottore.

Gli occhi di Jack si riempirono di lacrime. I ricordi, che finora aveva relegato in un angolo remoto della sua mente, riaffiorarono e insieme ad essi una furia cieca e insensata.
Si liberò dalla sua stretta e si allontanò di un passo.
“È tutto quello che sai dire?”
Gli occhi del Dottore si fecero tristi. Aveva tutte le ragioni del mondo per essere in collera con lui.
“Io non c'ero.”
A quelle parole la rabbia di Jack si affievolì.
“Non è colpa tua.” mormorò, e lo pensava davvero.
“Tu credi?”
Si allontanò di un passo dal Capitano. Si sentiva bruciare dentro, non solo per l'imminente rigenerazione. Non gli rimaneva molto tempo. Doveva andarsene, subito.
“Jack, io capisco quello che provi. Tutto il dolore, il senso di vuoto. Ma devi reagire. Il mondo ha bisogno di te.”

“E anche io..” avrebbe voluto aggiungere. Mai come in quel momento aveva avuto il bisogno del conforto di qualcuno.

“Promettimi che lo farai.” Indietreggiò di un altro passo. Il bruciore stava aumentando.
Ma Jack bloccò la sua fuga, posandogli una mano sul braccio.
“Questa è l'ultima volta che ti vedo, vero?”
Il Dottore ebbe un fremito. Deglutì a vuoto e guardò l'uomo di fronte a lui per un lungo momento.
“Certo che no!” rispose alla fine, forzando inutilmente un tono gioviale nella voce.
Ma entrambi sapevano bene che stava mentendo.
“Dottore..”
Una fitta acuta al petto lo fece barcollare e per sostenersi, si appoggiò a Jack.
“Ci rivedremo, Capitano.” mormorò, sforzandosi di sorridere, nonostante il dolore e le lacrime che minacciavano di offuscargli la vista.
“Magari non con questi occhi... ma ci rivedremo. E quando accadrà non ti voglio ubriaco in un bar, mi hai capito?”
Jack annuì brevemente. Istintivamente risalì con la mano lungo il suo braccio, fino a raggiungere il suo viso. Gli accarezzò una guancia e gli posò un bacio delicato sulle labbra.
Fu solo un leggero sfiorarsi ma sentì il fuoco ardergli dentro. Ed era certo che anche lui l'avesse sentito. Si staccò da lui.
Il Dottore lo fissò per un interminabile momento, senza parlare. Le parole non erano necessarie. Poi si liberò dolcemente dalla sua stretta, allontanandosi da lui.
Alzò la mano destra a livello della fronte, accennando il saluto militare, che Jack ricambiò sorridendo.
L'istante dopo se n'era andato. Il capitano rimase a lungo a fissare il vuoto, con le lacrime che gli rigavano il viso. In lontananza udì il Tardis dematerializzarsi.

“Arrivederci, Dottore.” mormorò nel silenzio, certo che, in qualche modo, lui l'avrebbe sentito.

   
 
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