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Autore: Ariadiluce    16/06/2010    8 recensioni
Liceo Leonardo Da Vinci. Il mito della scuola, Vegeta, ha messo gli occhi sulla nuova arrivata. Ma non sa che questa ragazza ha dei fantasmi che la tormentano...
Brutti ricordi, esperienze da dimenticare, dejà-vù che serpeggiano come fulmini nella mente... C'è qualcosa che blocca perennemente Bulma, la quale non riesce a rifarsi una vita.
Ciò che era nata come una semplice curiosità, per Vegeta diventerà qualcosa di più.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Nuovo personaggio, Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Ghost -


"Avete saputo la novità?"
"Tipo?"
"C'è una ragazza nuova..."
"Davvero? Carina?" domandò prontamente Vegeta, al quale queste informazioni attiravano parecchio.
"A quanto pare sì. Io ancora non l'ho vista" disse Goku, scuotendo le spalle.
Il gruppetto entrò nell'aula di informatica e prese posto in fondo, abbandonando zaini e borse a tracolla nel mezzo del corridoio.
"Ma sicuramente la riconosceremo. Ormai sappiamo tutte la facce a memoria, in questa topaia" commentò Zarbon, allungando le gambe robuste sul tavolo e stiracchiando le braccia.
"Certo. Ormai Vegeta se l'è fatte tutte, ci vuole un po' di figa nuova" osservò Tales, provocando le risa sguaiate degli amici, tranne di Goku che rimase scandalizzato da un'affermazione così volgare.
"Andiamo ragazzi, un po' di rispetto" disse il poveretto, ma nessuno lo ascoltò. Vegeta gli battè la mano sulla spalla "Stai tranquillo, troveremo una figa fresca anche a te... prima o poi"
E giù altre risa degli amici.
"Oggi pomeriggio allenamento?" domandò Broli già con una palla che gli saltellava in testa.
"Alle tre al campo. E vedi di non appesantirti troppo a pranzo, altrimenti mi muori mentre corri" si raccomandò Vegeta in ricordo del semi-svenimento dell'amico del giorno prima. Broli sbuffò "Avevo mangiato tanto perchè avevo fame ed ero stanco per l'interrogazione"
"Oh sì, stanca molto prendere quattro di inglese" ridacchiò Tales. Il professore entrò in quel momento e i ragazzi tacquero.

La campanella suonò in fretta e i ragazzi si precipitarono all'uscita. Era la parte migliore della scuola, la campanella.
Mentre inforcavano i caschi, Vegeta notò la faccia nuova che attraversava il cortile per raggiungere l'uscita.
Attirò l'attenzione degli amici in sua direzione, facendo partire commenti volgari e inopportuni. La ragazza era sola, indossava una svolazzante gonna al ginocchio e una giacchetta di jeans; aveva i capelli legati con un fiocco e si manteneva a distanza dagli altri compagni di scuola. Svoltò a destra, proprio all'imboccatura dell'uscita del parcheggio.
"Niente male, non c'è che dire" Vegeta partì a tutto gas facendo spaventare gli amici e chiunque fosse in possesso di un organo uditivo nel raggio di qualche centinaio di chilometri. La ragazza, spaventata non meno degli altri, si terrorizzò non appena vide che la moto in questione stava puntando dritto verso di lei.
"Ma si è rincoglionito??" urlò Goku con le mani tra i capelli, ancora immobile.
Vegeta inchiodò davanti alla ragazza, sgommandole in curva ad un soffio dalla gonna che si alzò vistosamente, per fermarsi poi esattamente al suo fianco. Si levò il casco e osservò divertito la sua espressione bianca di paura.
"Oh scusa, non ti avevo vista. Ti ho fatto paura?"
La ragazza era leggermente sotto shock. Qualche secondo per capire cosa fosse successo, poi piantò gli occhi azzurri in quelli neri del giovane, prese fiato ed esplose. "MA CHE ACCIDENTI TI PASSAVA PER LA TESTA?? POTEVI UCCIDERMI RAZZA DI DEMENTE!!!"
"Ti ho chiesto scusa. E in ogni caso non ti ho fatto niente" disse con estrema calma Vegeta, il che fece ancora più infuriare la ragazza "MA TI SEMBRA IL CASO DI ESSERE COSI' TRANQUILLO?? TI HO DETTO CHE POTEVI UCCIDERMI!!!"
"Ho capito. Vuoi un passaggio?"
La ragazza si zittì di colpo, sbigottita dalla sfacciataggine di quel bulletto. Inclinò la testa con fare interrogativo, mentre gli amici di Vegeta lo raggiungevano in moto con estrema calma. "Eh?"
"Ti ho chiesto se vuoi un passaggio. Non lo ripeterò un'altra volta. Dove abiti?" Il tono di Vegeta non ammetteva mezzi termini nè buonismi. Stava facendo un'offerta, prendere o lasciare.
"Ehm... in corso Svizzera...  ma veramente stavo per prendere il pullman"
"Salta su" tagliò corto, passandole il suo casco.
"Ma tu non metti il casco?" il tempo di posarsi il casco sulla testa e di salire in sella che Vegeta partì in quarta facendo fischiare le gomme.
"Quel ragazzo ha stile" ammise Tales, scuotendo la testa. Gli altri approvarono annuendo. "Boh, andiamocene a casa"

La ragazza imprecò qualcosa che Vegeta, nel frastuono dei cavalli, non udii.
Quando si fermò al semaforo, la osservò attraverso lo specchietto retrovisore. "Come ti chiami?"
"Bulma" disse lei, approfittando della fermata per chiudersi il casco sotto il mento. "Tu?"
"Vegeta." "Ti avverto che non sono solita salire in macchina con gli sconosciuti, ma in qualche modo dovevi pur farti perdonare dello spavento" si affrettò a spiegare lei, notando l'incongruenza. Effettivamente, se ci avesse pensato qualche secondo in più non sarebbe mai salita in modo con uno sconosciuto, che stava per ucciderla inoltre, ma istintivamente non le venne altro che accettare.
Vegeta annuì poco convinto, poi girò l'acceleratore e partì di nuovo sgommando.
"Ma tu non conosci i limiti della strada??" sbraitò Bulma da dietro, che per non cadere dovette avvinghiarsi al giubbotto di pelle del pilota. Lo faceva con molta discrezione, senza toccarlo troppo ma tenendosi ben stretta.
In una cinquina di minuti erano già arrivati. Bulma indicò il cancello e Vegeta ovviamente non rallentò.
"Ti ho detto che sono arrivata, che aspetti a frenare??"
Frenò, ma lo fece solo in corrispondenza del cancello. La coda della modo si alzò per l'attrito della frenata e lasciò la lineata di gomma sull'asfalto.
Bulma scese e si levò il casco, sentendosi un po' rintronata. "Oddio. Che bella la terraferma"
Vegeta si guardò intorno. "Bella casa" disse senza troppo entusiasmo. "Grazie!" rispose lei allegra, riconsegnandogli il casco. "Beh, ora vado" si stava trattenendo anche troppo. "Grazie del passaggio"
"Prego". Vegeta partì nuovamente per sgommare subito dopo. Curvò e si infilò nella casa subito a fianco.
Bulma osservò incuriosita. "Non dirmi che abiti qui?" "Se vuoi non te lo dico" rispose lui, scendendo con un saltello e appendendo il casco al manico, "Però è così".
La ragazza rimase in silenzio con le chiavi in mano, aspettando una qualche tipo di spiegazione.
Vegeta si avvicinò alla porta di casa sua e tirò fuori le chiavi dalla tasca dei jeans. "Beh, vuoi rimanere lì tutto il pomeriggio? Non hai da studiare?"
"Sì..." rispose lei non convinta, procedendo verso la porta di casa a passi incerti.
"Sei arrivata da poco, vero? Sarà difficile studiare in mezzo al casino" disse lui con poco interesse. "Già" finalmente riuscì ad identificare la porta e ci infilò le chiavi dentro, anche se era impegnata a trovare una risposta per... "Bene. Ci vediamo a scuola" e il ragazzo sparì dentro casa sua.
Bulma rimase impalata a fissare la porta. Dovette ammettere di esserci rimasta piuttosto male.
In ogni caso, era meglio cominciare a fare qualcosa di utile. Entrò in casa e posò il giacchetto su uno scatolone. "Sono tornata!"
"Ciao Bulmina" una donna impolverata dall'aria stanca ma allegra si affacciò dalla cucina. "Ho finalmente trovato la scatola delle pentole! Oggi si mangia qualcosa di non sintetico". Bulma ridacchiò divertita "Se avessi messo il nome sulle scatole, non avremmo tutti questi problemi a trovare la roba!"
"Oh senta signorina" scherzò la donna, recuperando una spugnetta bagnata per le pentole "non posso mica essere un'esperta di traslochi"
"No mamma, ma nemmeno io, eppure le cose basilari le ho fatte" Bulma salì le scale e raggiunse la sua stanza.
I mobili erano già montati ma il resto era ancora tutto imballato.
Tutto tranne un portafoto d'argento sulla scrivania.
La ragazza si lasciò cadere sulla sedia e sospirò. Con due dita accarezzò la foto.
Un paesaggo marino, lei, sorridente e spensierata, con indosso un copricostume giallo e arancione, in braccio ad un ragazzo dalla carnagione olivastra, i capelli color cenere e gli occhi dorati, con un costume fiorato giallo e gli occhiali da sole sulla testa folta.
"Sirio... Mi manchi tremendamente"







Nota d'Autrice: Sirio? Chi è costui?
Voi ce l'avete un'idea? Io sì ^.^ (meno male)
Comunque, vi preannuncio che questo Vegeta così sicuro di sè dovrà penarne molto, se vuole conquistare questa apparentemente normale ragazza... Già dal/i prossimo/i capitoli sarà svelato il mistero, che la storia abbia inizio *.*
  
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