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Autore: Rota    17/06/2010    0 recensioni
Alzò il bicchiere ricolmo di liquido scuro, portandosi alle labbra il bordo sottile e iniziando a sorseggiare lentamente.
Lui lo fissava, arcigno e severo in volto, con un’espressione a modellargli i lineamenti che diceva chiaramente “Muoviti o quel bicchiere te lo ficco da qualche parte dove non batte spesso il sole!”.
Viral non era mai stato tanto paziente, Simon lo sapeva bene.

[Per Red Diablo, anche se si aspettava altro XD]
***Fanfiction partecipante all’Iniziativa 2010: a years together, indetto dal Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight }***
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Simon, Viral
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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un giorno per morire Fanfiction partecipante all’Iniziativa: 2010: a year together, indetto dal Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight since 01.06.08 }





Nickname sul forum: Rota23
Nickname su Efp: Rota
Titolo della fanfiction: 17 Giugno – Un giorno per morire
Titolo del contest: Iniziativa: 2010: a year together
Pairing: ViralSimon
Personaggi: Simon, Viral
Generi: Introspettivo, Triste
Warnings: Shonen ai, One shot, What if…?
Credits: Né i personaggi né l'opera di Tengen toppa mi appartengono, ma sono proprietà di chi ne detiene i diritti.
Note personali: Siamo ANNI dopo la fine del tutto, Simon è invecchiato e di parecchio, mentre Viral, essendo lui immortale, sopravvive al tempo. Ecco, appunto, la mia ff vuol essere una riflessione tra questi due personaggi e ciò che loro rappresentano. Spero di esserci riuscita <3 Il prompt di questa volta è:  In fondo a una strada, in attesa di perché







17 Giungo – Un giorno per morire





Alzò il bicchiere ricolmo di liquido scuro, portandosi alle labbra il bordo sottile e iniziando a sorseggiare lentamente.
Lui lo fissava, arcigno e severo in volto, con un’espressione a modellargli i lineamenti che diceva chiaramente “Muoviti o quel bicchiere te lo ficco da qualche parte dove non batte spesso il sole!”.
Viral non era mai stato tanto paziente, Simon lo sapeva bene.
Ma il Comandante sapeva anche che se si trovava lì, esattamente davanti a lui, seduto al tavolino di una locanda sperduta nel grande Deserto del Sud, voleva dire che sicuramente non se ne sarebbe andato prima di aver ricevuto tutte – tutte! – le risposte a tutte le sue domande.
Gli occhi stanchi di Simon, alla fine, si schiusero sulla Bestia.
L’età li aveva resi quasi docili, di una gentilezza pungente e nauseante – a Viral fremette il braccio da tanta era la rabbia che tendeva i nervi.
Un sorriso cordiale, poi parole sussurrate per non dare fastidio alle orecchie sensibili dei nomadi.
-E’ passato tanto tempo, Viral…-
La Bestia si limitò a fare un cenno, lo sguardo chiaro ancora fisso sull’uomo.
Lui non era invecchiato, neanche di un giorno. Le sue cicatrici le teneva nascoste dentro, il corpo non tradiva alcuna debolezza. Era forte come lo era sempre stato.
Eppure lo sguardo rivelava un mondo fatto di massi troppo grandi per essere sostenuti.
Simon sorrise, rizzandosi sulla propria sedia.
-Loquace come al solito, noto…-
Viral rispose subito alla provocazione – era troppo su di giri per non scattare alla minima scintilla, troppo agitato anche solo per pensare a quanto potesse risultare infantile un comportamento simile.
Non importava, non in quel momento. E neppure la coerenza importava.
Solo, voleva spaccargli la faccia.
-Le parole non servono per gli scemi come te! Stupida scimmia nuda!-
L’uomo si fece serio, lo sguardo scuro. Poi tornò a sorridere, riconoscendo nell’altro quella staticità tipica di chi non si accorge dello scorrere del tempo.
-E allora perché mai sei qui, Viral?-
Quel sorriso fece irritare solo di più Viral. Però la Bestia, a scapito di tutto, sì calmò, appiattendosi contro lo schienale della sua sedia. Tornando a guardare torvo il suo interlocutore.
E ghignò, con una supponenza che sapeva di anni andati.
-Avevo tante domande da porti, Scimmia Nuda. Ero curioso di vedere come si fosse ridotto l’eroe che ha salvato l’umanità…-
Niente era diverso, niente era cambiato.
Viral era sempre Viral – l’irriverente Bestia che pur rotolando nel fango ti guardava con superiorità convinta.
Forse, però, tutto questo faceva solo bene al cuore. Quel muscolo tanto egoista da pretendere di potersi appoggiare a qualcosa di solido ritrovato dopo tanto tempo.
Non era vana speranza, era una timida felicità.
-Che genere di domande, Viral?-
Viral lo guardò negli occhi, facendosi improvvisamente serio, spezzando ogni incantesimo fuorviante.
Evidentemente a Simon non era concesso più nulla.
-Inutile anche solo dire qualcosa… Tutto quello che ho davanti a me è un relitto, la testimonianza di una vita antica vissuta ere fa… Non ha senso, è come rivolgere le proprie domande a una tomba…-
Non sfuggì il senso della frase, a nessuno dei due – la sua drammatica profondità era qualcosa di troppo vasto per non essere notato.
Eppure Simon sorrideva ancora, affabile, come se nulla potesse scalfirlo.
Men che mai una Bestia che sputava sentenze dopo anni di separazione forzata.
-E’ quella che si dice vecchiaia, Viral…-
-No, scimmia nuda! E’ quella che si dice morte!-
Fece male, il tono in cui Viral pronunciò quelle parole.
Fece male perché sapeva di ineluttabile e concreta verità. Simon era morto, da tempo. Ma come una tomba che arreca il ricordo ai vivi, prolungando la memoria in eterno, aveva il preciso compito di continuare a trascinarsi in eterno.
Almeno, secondo una visione della realtà del tutto ipocrita. Perché la verità è che aveva paura di ammettere a se stesso di non esistere più da troppo tempo.
L’uomo continuò a sorridere, rispondendo all’altro come se nulla fosse.
-Rimasto impressionato da tale visione?-
-E’ possibile… certo non me l’aspettavo proprio da te!-
Simon sghignazzò, prima di tornare a guardare il proprio bicchiere dimenticato sul tavolo.
-Così mi aduli!-
Gli sentì schioccare le labbra mentre portava il bicchiere alla bocca – e pronunciare parole piene di stizza e un briciolo di risentimento per essere tanto fuori luogo.
-Il solito cretino…-

-Il solito cretino…-
Era una frase che ripeteva spesso, una frase che faceva da perfetto scudo a ogni schermaglia imbarazzante, a ogni attacco improvviso di quel sorriso tanto consapevole quanto provocante.
Viral aveva amato quel sorriso – e quegli occhi, e quella bocca, e quelle parole innocenti ma non troppo dette a mo’ di sfida giusto per vedere se era ancora in grado di tenergli testa, e tutto quella voglia di competizione che gli nasceva dentro lanciando alla Scimmia una semplice occhiata d’intesa, e quell’assurdo modo di pensare di poter fare tutto e di dimostrare di non aver davvero torto, dannazione! – ma proprio perché aveva amato quel sorriso si rendeva conto prima di chiunque altro che quella persona, che Simon, era morto assieme ad esso.
Ora pareva un fantasma, e nulla più.

-Quali erano le domande che volevi porgermi, Viral?-
-Avevi concluso ogni cosa. Avevi percorso la tua strada fino alla fine. Avevi fatto tutto. E allora perché?-
“Perché sei andato semplicemente via, portandoti dietro ognuno di noi?”
-Perché ero morto, Viral… ho lasciato me stesso dietro le spalle e non sono risorto…-

Attorno al tavolino si fece silenzio, niente più venne detto.
Viral ad un certo punto si alzò, guardando quello che un tempo era Simon con occhi velati di tristezza.
E avrebbe voluto chinarsi e dargli un pugno, avrebbe voluto gridargli dietro di essere stato solo uno stronzo ed un egoista – ma non ci riuscì, non ci riuscì per nulla.
Forse perché sapeva che, alla fine, Simon aveva fatto solo quello che tutti avrebbero fatto a loro volta.
O forse, anche, perché non gli poteva perdonare di aver scelto la Morte piuttosto che lui.
Abbassò il capo infine, la Bestia, allontanandosi piano dal tavolino lentamente e in silenzio.

E il bicchiere fu alzato di nuovo, per un ultimo sorso d’addio.
   
 
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