Chabek
oti, nashek oti, lo tamid
tzarich siba. Mila
tova, chiyuch katan. Matzata
achla bachura: achat sherotza ktzat yoter ahava. |
Abbracciami,
baciami, non hai
sempre bisogno di una ragione. Una
parola carina, un piccolo sorriso. Hai trovato
una ragazza fantastica: una che
vuole solo un po’ più d’amore. |
Bosem tzarfati.
E Lei danza, muove a ritmo della musica
i suoi fianchi, sorride: sembra fluttuare nell’aria come una Dea. Gli occhi di lui
sono estasiati, ipnotizzati di fronte a quella creatura che farebbe invidia
persino a Venere.
Ancheggia il bacino nuovamente, le
perline della cintura dorata donano più enfasi al suo movimento sensuale. Il corpo di Lei è così fragile agli occhi suoi, eppure, si
chiede, è o non è proprio Lei quella stessa ragazza con non più di sedici anni,
che lo sta’ intossicando di Lussuria, volteggiando col suo velo nero?
Il suo aroma gli pervade le narici. Se
esiste davvero un Paradiso, lui vi è già adesso. Desidera chiudere gli occhi
per degustarne di più l’essenza, ma non potrebbe mai perdonarsi se perdesse
anche uno solo dei suoi movimenti afrodisiaci.
E Lei continua sorridente, braccia e
mani ondeggiano in aria con gesti delicati e le dita a ritmo con esse. Si abbassa
all’indietro, stavolta aggiungendo un vistoso movimento del seno e delle spalle
al quale il suo spettatore non rimane per nulla indifferente.
Ride. Non avrebbe mai immaginato di
potergli provocare un simile effetto.
Decisa a sfidare se stessa, si rialza
nuovamente, ancheggiando il bacino, incantando sempre di più il ragazzo seduto
di fronte a Lei. Sì allontana da lui senza mai fermare quel sensuale movimento
e poi ritorna nella stessa maniera ma questa volta con una sciabola sulla testa,
mentre le braccia oscillano leggere. Stranito, la guarda sorpreso: come può
continuare a danzare con il medesimo ritmo, avendo un simile oggetto posato
sulla testa?
Quando ormai gli è vicina, decide di
osare: posa la spada sui seni e, senza mai smettere di ancheggiare sensualmente,
gira su se stessa, le braccia allineate ai fianchi ma con le mani sempre in
movimento, stregando ancora una volta quel ragazzo che non riesce più a
toglierle gli occhi di dosso. Capendo di avere ormai il totale controllo dei
suoi sensi, con un altro movimento delicato, si toglie la spada dal capo e la
appoggia sul tavolino di fianco al letto. Si volta nuovamente verso di lui e,
una volta incontrati i suoi occhi, assume un’espressione seria, seppur lussuriosa,
estasiandolo ancora di più.
Ha davvero voglia di giocare,
stasera.
Alza quindi la gamba destra e,
gentilmente, lo spinge all’indietro col piede. Il ragazzo si appoggia al letto
con i gomiti, ancora affascinato da tanta bellezza, pur non capendo il motivo
di tale gesto che non tarda a spiegarsi. Con un balzo sale sul letto e, in
piedi, le gambe intorno al suo bacino, gli sorride nuovamente, riprendendo ad
ancheggiare i fianchi, dapprima lentamente, poi più velocemente.
E la musica sale.
I suoi occhi ora sono all’altezza del ventre di Lei, che si muove sinuosamente con l’armoniosa
melodia.
“E’ un Angelo.” Pensa, osservando il
suo corpo in ogni singolo particolare. “Un Angelo del Male, un Angelo del
Peccato, un Angelo della Lussuria.” Con lo sguardo ancora perso su di lei, i
suoi pensieri si bloccano per un attimo. “Eppure per un Angelo così, brucerei
nelle più profonde e nere fiamme dell’Inferno.”
Rapito da tanta magnificenza, inizia a
tremare e bramoso di possederla, non riesce più a trattenersi. La ragazza,
ignara che il giovane sotto di lei fosse ancora capace di muoversi, è colta di
sorpresa quando, mentre danza con le braccia fluttuanti in aria, le mani di lui la prendono per i fianchi, buttandola sul letto.
Arde dentro di lui il Desiderio.
Insaziabile la sua sete di Lussuria.
Una volta sopra di Lei,
riconferma la sua idea: è davvero Bellissima.
I suoi lunghi capelli cioccolato sono
sparsi intorno al suo viso, donandole un’aria d’Innocenza mischiata a
Impudicizia. I piccoli occhi neri a mandorla sono aperti come quelli di un
neonato che si guarda intorno senza in realtà vedere nulla, ancora visibile sul
suo volto lo shock che le ha causato. Sbalordita, rimane immobile, guardando
con occhi sorpresi il suo spettatore il cui cuore, lo può sentire, batte
all’impazzata. Il suo respiro si fa irregolare, cigolano i sonagli dorati del
top nero.
La musica continua a suonare ma nessuno
dei due, persi negli occhi dell’altro, è più in grado di sentirla.
Percependo il momento di debolezza
della ragazza, decide di dar ascolto ai suoi sensi ormai troppo repressi. Si
abbassa leggermente, portando il viso nell’incavo del suo collo per poter
nuovamente assaporare il suo aroma.
E così fa.
La giovane, svegliandosi dallo shock
momentaneo, sobbalza leggermente quando lo sente inspirare la sua fragranza,
mentre un forte calore le invade il viso.
L’imbarazzo s’impossessa del suo corpo
che, inspiegabilmente, stringe come una bambina impaurita.
Finalmente lui si rialza, portando il
viso alla stessa altezza del suo, osservandone desideroso le labbra. Nonostante
il bel colore olivastro della sua pelle, è ben visibile l’arrossamento delle
guancie.
< Io... > Inizia < Io... Io
desidero tu sia Mia. > Finisce d’un fiato, quasi avesse appena rivelato il
segreto più grande della natura umana.
Gli occhi di Lei tremano.
< Non...
Io... > Balbetta appena, prima che il giovane posi un dito sulle sue labbra.
Con gli occhi lucidi e la voce roca,
parla: < Dimmi almeno il tuo nome. > Le chiede, quasi pregandola. <
Per favore. >
Non poté che guardarlo. Perché tanto
interesse nei suoi confronti? Perché tanta Bramosia per una sola danza? Perché
tanto Amore nei suoi occhi?
Stick your hands inside of my pockets, keep them warm while I'm still
here.
Tell them this
love hasn't changed me, hasn't changed me at all.
< Mel. > Rispose, ancora stupita.
< Io sono Mel. > Disse nuovamente, stavolta con più decisione. Lui
sorrise.
< Miele. >
< Cosa? > Domandò Lei, cercando
di seguirlo.
< Miele. Mel in latino significa
miele. > Spiegò, sistemandole una ciocca ribelle dietro l’orecchio.
Quanto splendore di
fronte ai suoi occhi.
Una bambola dal viso d’Angelo eppure
dallo sguardo pieno di Tentazione. Così fragile che gli sarebbe potuta
scivolare via dalle mani, così piccola che sarebbe potuta sparire con un
semplice soffio d’aria.
Tuttavia così forte da poter essere la
Mela della Discordia che l’avrebbe condotto dritto all’Inferno con i suoi
movimenti d’anca, ma lui l’avrebbe seguita, felice, estasiato da tanta
Perfezione.
Stick your
heart inside of my chest, keep it warm here while we rest.
The same as I
love you, you'll always love me too:
this
Love isn't good unless it's Me and You.
< Uhm... > Rendendosi conto di
starle causando incomodità oltre che un forte imbarazzo, si alza rapidamente,
porgendole una mano in aiuto. Mel solo allora sorride, rasserenata, e lasciandosi
aiutare, si mette in piedi di fronte a lui. < Allora... >
< Suppongo questo sia il nostro
addio. > Finì lui, sentendo un sapore amaro in bocca. Perché gli dispiaceva
tanto?
< Sì. > Sussurrò appena la
ragazza che, improvvisamente, si ricordò di qualcosa. Lui la guardò prendere il
velo e si sorprese quando le fu di nuovo davanti. Con la mano lo spinse piano
sul letto perché si sedesse nuovamente. Sorrise.
«
Emor
li at hayechida. »
Inizia a canticchiare a ritmo della
musica, muovendo lentamente il bacino.
«
She’ata rak sheli le’olam.
»
Continua, facendo ondeggiare il velo
sul suo viso e per un momento, l’anima abbandona il corpo della preda, persa
nuovamente nel suo afrodisiaco aroma.
< Cosa... Che cosa significa? >
Domanda smarrito il ragazzo, congratulando se stesso per essere riuscito a non
balbettare, non credeva ce l’avrebbe davvero fatta. Ma Lei semplicemente
continua a sorridere, consapevole di starlo facendo impazzire. Gira su se
stessa, muovendo il bacino, quando finalmente canticchia:
« Al tishkach sherak bacharta bi. »
“Che voce soave.” Ancora in balia del
suo incantesimo, la guarda confuso, lasciando che Lei avvolga il velo intorno
al suo collo.
Se potesse fermare il
mondo in questo stesso istante, lo farebbe: il suo sorriso sarà il sole che
illuminerà i suoi giorni per sempre, anche dopo la morte.
< Addio, Cavaliere
Nero. > Intona infine, continuando a danzare e dirigendosi alla porta senza
mai dargli le spalle, le braccia una sopra l’altra davanti al volto, mentre le
dita simulano un saluto volteggiando in aria. Prima che se ne possa accorgere, nello
stesso modo con cui era arrivata, se n’è andata, scomparsa per sempre di fronte
ai suoi occhi senza mai smettere di intossicarlo con la sua danza e il suo
sorriso d’Angelo.
Amareggiato, il cuore infranto e
l’anima distrutta, abbassa il capo, sentendo qualcosa intorno al collo.
Il suo velo.
Un sorriso si dipinge sul suo viso e,
prendendo il velo fra le mani, corre alla porta, ma di Lei nemmeno l’ombra. Bestemmiando,
torna nuovamente in casa, dirigendosi automaticamente nella camera dove poco
prima ha ricevuto la visita particolare dell’Angelo Infernale, come aveva
deciso di chiamarlo. Quando, entrandovi, il suo profumo gli invade le narici,
non si sorprende affatto. “Fattucchiera.” pensa, del tutto consapevole di
essersi lasciato ammaliare da una creatura celeste. Posa nuovamente lo sguardo
sul velo che tiene in mano con una sola certezza: < Non l’hai dimenticato.
Tu me l’hai lasciato. > Sospirando, si siede nuovamente sul letto, dirigendo
lo sguardo fuori dalla finestra. < Grazie, Miele. >
She walks in Beauty, like the Night.