Ebbene, credevate
forse di esservi liberati di me? Beh, vi eravate
sbagliati ù.ù
Okey, in questa fic
ho espresso al massimo la mia stupidità, ma visto
che non sono stata bocciata è una giornata felice, quindi
non è aria per una
bella e deprimente Death-fic (perdonami Fede XD
Non mi voglio
trattenere troppo, indi vi lascia alla fic nella speranza
che non vi dispiaccia *O*
Questione
d’istinto.
Con movimenti veloci e precisi
fendeva l’aria alla ricerca
della sua preda. La benda che gli copriva gli occhi la celava al suo
sguardo
attento e esperto, ma lui sapeva
che
era lì. Lo sentiva, sentiva il suo odore e già
pregustava la sensazione appagante
che avrebbe provato colpendola, scalfendo la sua scorza dura e
vellutata,
spaccandola in due e facendo gorgogliare il dolce succo rosso che
racchiudeva
al suo interno.
Strinse maggiormente la presa, le mani grandi e callose
coprirono interamente la superficie lignea della sua arma
e affondò le unghie curate –troppo curate, come diceva Toph- nel
legno per assicurarsi una
stretta più ferrea. Poi scattò, fulmineo
colpì e l’arma affondò nella
superficie granulosa. I granelli di sabbia schizzarono veloci,
imbrattandogli i
vestiti e spargendosi lontano, andandosi a unire ai loro fratelli
qualche metro
più in là.
Strinse i denti e soffocò un’imprecazione.
L’aveva mancata,
ma di poco, ne era certo, lei era lì, lo sentiva, il suo
istinto glielo diceva
e il suo istinto, come quello di ogni guerriero che si rispetti, non
poteva
sbagliarsi, non in un frangente così importante per la sua vita e la sua dignità.
Socchiuse gli occhi e intravide il colore opaco della benda
che gli impediva di vederla. Si
morse
il labbro carnoso e prese un profondo respiro. Doveva calmarsi e
concentrarsi,
non doveva farsi distrarre da quel brusio familiare.
Si lasciò guidare dal suo
istinto e si mosse. Estrasse l’arma dal terreno
sabbioso e colpì
nuovamente. Mirò veloce e preciso un punto alla sua destra
ed esultò quando il
legno duro della mazza che brandiva entrò a contatto con una
superficie altrettanto
solida. Ma questa, a differenza delle sue aspettative non si
aprì in due, né si
inclinò e tanto meno lasciò sgorgare il nettare
rosso.
-Ahi!- proruppe la sua vittima,
spegnendo all’istante la sua eccitazione.
Lasciò cadere il bastone di legno che atterrò con
un leggero
tonfo sulla sabbia chiara. Veloce si strappò la benda che
gli copriva gli occhi
e quello che vide lo rassegnò a essere il suo
zimbello per il resto della vita.
Non c’era traccia della grossa e verde buccia che avrebbe
dovuto colpire dimostrando di possedere un
istinto degno di un vero uomo, ma solo una
grossa palla rosea e lucida, solcata da una striscia celeste.
Osservò meglio la
cosa e vide che era stretta tra due
mani piccole, mentre due occhi plumbei lo guardavano intorpiditi da un
velo di
lacrime.
Seduto per terra Aang si teneva la testa, massaggiandosi la
pare lesa con le lunghe dita. Un’espressione mista a dolore e
divertimento gli
increspava il viso, mentre si sforzava di tenere gli occhi aperti.
Una risata cristallina raggiunse il guerriero,
che si voltò incontrando lo sguardo niveo della compagna
che lo derideva additandolo, piegata in due, probabilmente per lo
sforzo di non
scoppiare in una fragorosa risata nei minuti precedenti.
Al suo fianco Katara gli sorrideva ironica.
Glielo aveva detto
lei, ma lui no! il suo istinto poteva tutto...
Alzò una mano e, senza aprir bocca, indicò al
fratello un
punto alle sue spalle.
Sokka, che era rimasto imbambolato, seguì la linea
immaginaria creata dalla sorella e la
vide.
Era lì, a circa due metri di distanza da lui, se ne stava
tranquilla posata sulla sabbia, quasi beffarda, come se volesse
beffarsi anche
lei del suo fallimento.
La superficie liscia rifletteva la luce cocente del sole
estivo che rendeva la scorza verde e scura più chiara le
donava diverse
sfumature.
Seduti al fianco della grossa anguria Suki e Zuko lo guardavano
stralunati, indecisi sul prenderlo in giro o limitarsi a ignorare la
cosa. Scelta ardua.
-Allora gran guerriero, questo istinto?!- lo apostrofò la
voce allegra e canzonatoria di Toph.
Sokka si colpì la fronte con una mano e a mezza voce
imprecò
contro il destino, i Kami e soprattutto il suo istinto.
-Idiota!- concluse lei divertita.
Gli avrebbe dato il
tormento,glielo diceva l’istinto...
Finita ^^ okey, ha
poco senso quindi suppongo che debba essere
spiegata.
In poche parole
stanno giocando a quel gioco che si fa sulla spiaggia:
di deve, bendati, colpire un’anguria con una mazza e poi la
si mangia ^^
Spero vi sia piaciuto.
Non ho resistito, ho
dovuto aggiungere un accenno Tokka *_* è stato
più
forte di me xD