Eppure qualcosa non andava.
Qualcosa gli bruciava.
Qualcosa gli stava corrodendo l' animo.
Qualcosa. Ma cosa?

Pietà?
Perchè avrebbe dovuto averne? La vita di un infedele valeva forse qualcosa?

Rimorso?
La lotta armata era necessaria. Non era questo che gli era stato detto?

Paura?
Di cosa? Del futuro splendente che gli si poneva davanti?

Forse

"Infedeli"
"Necessario"
"Futuro"
Quelle parole continuavano a riecheggiare nella mente. Era impossibile cancellarle.

"Finalmente il male è stato estirpato!" disse Isabella avvicinandosi "Sii fiero di te stesso. Dopo anni di lotte...Il nostro domani potrà avere i colori dell' arcobaleno"
Il volto di Antonio si rabbuiò. Le parole della sua regina erano affilate come una spada. Come una di quelle spade con cui aveva tolto la vita a migliaia di innocenti.
Dopo aver osservato le sue mani ancora grondanti di sangue alzò lo sguardo.
Tutto quello che aveva davanti gli occhi...  Era opera sua. Lui era stato la causa di tutta quella distruzione.
"Maestà" mormorò Antonio "Se tutto questo era necessario... Perchè gli infedeli non sono degni di vivere... Per il nostro futuro... Allora... Perchè mi sento come un mostro avvolto dalle tenebre più profonde?"
E rivolgendo lo sguardo verso Granada lasciò che il vento trasportasse via le calde lacrime che gli bagnavano il volto.