Camminava.
Lenti
movimenti delle gambe, lento contrasi e distendersi di muscoli e
tendini.
Camminava
per la strada con lo sguardo basso di un condannato.
E
forse condannato lo era davvero. Condannato ad una vita che non voleva,
costretto a ripercorrere giorno per giorno gli stessi errori, le stesse
emozioni, le stesse azioni.
Quante
volte era passato per quella strada?
[Ogni
giorno]
Quante
volte aveva sentito piccole gocce di pioggia perforargli la nuca,
infilarsi tra
i suoi capelli, tra la sua carne, divorando,
stracciando e disseminando
dietro di sé la morte della sua anima?
[Troppe
volte]
Eppure
continuava.
Continuava
lentamente a camminare per quella strada deserta, a incrociare solo le
ombre di
un passato remoto.
Perché?
[Perché
era condannato]
Serviva?
Serviva
continuare quella farsa, quella cosa strana che doveva essere la sua
vita?
Serviva
arrivare ogni giorno a fine serata, per rendersi conto che
ciò che lo attendeva
il giorno seguente era solo un altro giorno identico a quello appena
passato?
[No,
ma a cosa sarebbe
servito cambiare?]
Perché,
infondo, quella era pur sempre la sua vita.
E
senza quella non sarebbe più esistito.
E
camminava.
Non
ho mai scritto una Nonsense. Anzi, a dirla tutta non sono nemmeno
sicura che
questa breve storia sia nella sezione giusta, perché in
fondo non ho ben capito
cosa sia una Nonsense. Quindi, se la Flash-fic
è nella sezione
sbagliata, ditemelo che provvederò subito ad eliminarla ^_^
Intanto,
mi piacerebbe avere un parere dei lettori (se ce ne saranno), anche
critiche o
un semplice “Datti all’ippica”,
perché sarebbero tutti di grande aiuto ^_^
Quindi,
non mi resta che salutare.
Sperando
che possa piacere.
_ki_