Libri > Il diario del vampiro
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Autore: Sarty    21/06/2010    4 recensioni
"Io tengo a te Damon, ma amo Stefan sopra ogni altra cosa... Ok, vuoi Stefan? Prenditelo... Tu ti prendi il mio stupido fratello, io mi prendo la tua sciocca amica streghetta!" dalla one-shot a una nuova fanfiction... Spero vi piaccia!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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POV Bonnie

 Mi risvegliai in infermeria, Meredith e Matt erano in fianco al lettino e mi fissavano preoccupati.

“Bonnie, tesoro, come ti senti?” la voce di Meredith suonava forzatamente rilassata.

“Io… non sono sicura…” avevo la voce roca, debole. Del resto, io stessa mi sentivo sfinita.

“Vieni, ti riportiamo a casa. Abbiamo già sistemato tutto con gli insegnanti” Matt mi aiutò ad alzarmi lentamente, mi scortò fino alla sua macchina e mi aiutò a salire.

Appena soli in macchina, iniziò il terzo grado.

“Si può sapere cosa è successo? Stamattina eri sconvolta e adesso questo” mi disse Meredith.

“Io… non so da dove cominciare…”

“Inizia da ieri sera” rispose deciso Matt guardandomi dallo specchietto retrovisore.

“Ecco… io sono scappata perché ho sentito…” mi bloccai, ero lacerata nel dubbio di raccontare tutto per chiedere aiuto a loro e di stare zitta per non metterli in pericolo. Ma cosa avrei mai potuto fare da sola?

“Cosa? Cosa hai sentito Bonnie?!” Meredith era spazientita dal mio silenzio.

“… Damon …” risposi con un filo di voce.

“Damon?!” suonarono all’unisono Meredith e Matt.

“Perché Bonnie, perché non mi hai detto niente?” mi chiese Matt con un misto di arrabbiatura e preoccupazione nella voce.

“Lui… lui voleva ucciderti… lui voleva il mio sangue…” non riuscii a trattenere le lacrime, che iniziarono a scendere dai miei occhi, senza controllo.

“Maledetto Bastardo! “ tuonò Matt.

“Matt calmati! Non possiamo fare niente contro di lui, lo sai. L’unica cosa da fare è andare a parlarne con Stefan.” Meredith sarebbe sempre stata, tra noi, quella più concreta e saggia. “Matt, vai al pensionato” disse tranquillamente, mentre si voltava per prendermi la mano.

“Tranquilla Bonnie, sistemeremo tutto, ok?”

Non potei fare altro che annuire.

 

POV Damon

Come prevedevo, quel gruppetto di stupidi umani si sta comportando esattamente come avevo progettato. Ma ci sarebbe stato un piccolo fuori programma: i pensieri del biondino e della mora mi dicevano che non si erano ancora resi conto della gravità della situazione in cui si trovava la streghetta.

Sorrisi… Lo avrebbero capito presto!

Volando, osservavo la ferraglia di quell’insulso umano viaggiare sulla strada che portava al pensionato. Quella serie di curve che si prospettava davanti sarebbe stata ideale per un’imboscata. Accelerai e ripresi la mia forma umana, posizionandomi subito dietro una di quelle curve quasi cieche, in mezzo alla strada.

Come il biondino mi vide, inchiodò, sbandando sul ciglio della strada: li stavo osservando con il mio solito sorriso stampato sulle labbra.

I due ragazzini davanti avevano la faccia sorpresa, mentre la rossa dietro aveva già iniziato a tremare… intrigante, molto, molto intrigante.

Iniziai ad avvicinarmi a lei, senza staccare i miei occhi dai suoi.

Potevo leggere il terrore che provava e questo mi eccitava da morire: preda e cacciatore, un istinto impossibile da cancellare anche volendo… e io – decisamente - non volevo!

Ero ancora fisso su di lei, quando sentii il rumore della portiera che si apriva. Già sapevo che quello stupido umano ci avrebbe provato e l’idea di ucciderlo non mi dispiaceva per niente. Anzi…

“No… ti prego… non farlo…” era appena un sussurro, ma lo sentii lo stesso. Quella streghetta aveva capito tutto, era riuscita in qualche modo a sentirmi. Interessante…

Non le staccai gli occhi di dosso, nemmeno per un secondo, mentre spingevo indietro quel Mutt che nel frattempo aveva provato ad attaccarmi. Sentii il tonfo che fece il suo corpo contro la lamiera della macchina. Davvero piacevole…

Mi avvicinai alla portiera del passeggero e la vidi arretrare sul sedile. L’odore della paura si mischiava a quello del suo sangue in un mix afrodisiaco. Il suo cuore pompava veloce, sempre di più, facendo circolare quel rosso nettare veloce dentro quell’esile corpo.

“Non ti avvicinare, lasciala stare!” mi sentii urlare dietro. Pensai che quella Meredith avesse del fegato, era innegabile, ma poco cervello – altrimenti non si sarebbe mai messa in mezzo.

“Vattene, non è te che voglio!” tuonai in risposta, sempre senza staccare i miei occhi da quelli della rossa, che a sua volta sembrava persa nei miei. Quello non era un semplice contatto visivo… mi stava scrutando, più o meno inconsciamente consapevole di quello che sapeva fare.

Ma ad un tratto un volto si parò tra noi. Quella ragazzina mi si era posizionata davanti, frapponendosi tra me e la portiera del passeggero. Mi assalì un moto di rabbia, incontrollabile. Afferrai la ragazza per la gola e la sollevai di peso. Sarebbe morta per quello che aveva fatto.

“Non ti saresti dovuta intromettere, ti avrei risparmiato la vita.” le dissi con un tono basso e tagliente. Stavo osservando il suo volto diventare paonazzo e il suo respiro affievolirsi sempre di più, i suoi occhi perdere lucentezza… Assaporavo il piacere di vedere la vita scivolare fuori da lei, lentamente, quando ad un tratto sentii qualcosa afferrare il mio braccio.

“Lasciala, lasciala… ti prego! Farò tutto quello che vuoi, ti darò tutto quello che vuoi, ma non ucciderla!” mi stava guardando con gli occhi impauriti, pieni di lacrime, mentre si appendeva al mio braccio con tutto il suo corpo per cercare di far leva. Una farfalla mi sarebbe pesata di più.

“Non ti conviene farmi certe proposte, streghetta. Un patto con me è incancellabile”

“Non mi importa! Ti prego, ti prego, non respira!”

Lasciai andare la mora, che si accasciò a terra, tossendo. La rossa si piegò su di lei, chiedendole se stava bene, abbracciandola… Bah, stupidi umani.

La presi per il gomito e la costrinsi ad alzarsi, a fissarmi nuovamente negli occhi. E in quel momento lei ricominciò a tremare, provocandomi nuovamente. Strinsi il suo corpo al mio e i miei canini si allungarono in risposta, il profumo del suo sangue mi inondava il volto, il suo calore mi bruciava la pelle… “Ti voglio… Adesso… Non riesco a resisterti…” le sussurrai mentre avvicinavo la mia bocca al suo collo.

 

POV Bonnie

Sentivo il suo respiro fresco sul viso, ma non era come le altre volte. Non mi provocava più le sensazioni di prima. Ora, mi spaventava a morte.

Tutt’intorno a lui vedevo un’aura nera con sfumature violacee, malvagia e terrificante. Non riuscivo a smettere di tremare, così come non riuscivo a togliere il mio sguardo dal suo.

Eppure non mi stava condizionando, non voleva farlo, voleva vedermi soffrire.

Che ironia! Non so quante volte avevo sperato di sentirmi stringere tra le sue braccia in questo modo… ed ora, invece, lo stava facendo per prendersi la mia vita. Appena sentii il suo respiro fresco sul collo, mi resi conto che era la fine. Stinsi le palpebre il più possibile, cercando di non pensare ad altro che hai miei amici ed alla mia famiglia. Non li avrei più rivisti…

Un secondo dopo i suoi canini affondarono nel mio collo ed il dolore della puntura lasciò spazio ad uno molto più intenso, lancinante. Partiva dal collo e si estendeva lungo tutto il mio corpo. Fino alla punta delle dita delle mani, dei piedi, ovunque…

Se ti opponi, ti farà male…mi ricordai quelle parole ed ora sapevo quanto erano vere. Non so per quanto ancora sarei riuscita a sopportare quel dolore.

 

POV Damon

Sentivo le sue lacrime cadere sulla mia guancia: stava soffrendo, lo sapevo, lo sentivo. Lei si stava opponendo a tutto questo. Come biasimarla: chiunque si opporrebbe al suo assassino.

Ma quel nettare che mi scendeva lentamente lungo la gola… Era come una droga, non riuscivo a smettere, non volevo smettere. Anche se mentalmente mi imponevo di fermarmi, il mio corpo non mi ascoltava… Se l’avessi uccisa adesso, tutti i miei piani per far soffrire Elena e Stefan sarebbero sfumati…ma non potevo smettere… anche cercando di convincermi che se l’avessi uccisa non avrei più potuto berne…

In cinquecento anni, questa era la prima volta che perdevo il controllo di me stesso in questo modo… Questo sangue, il suo sangue, era come un’oasi nel deserto per un assetato. Niente avrebbe potuto impedirgli di gettarsi dentro, così come niente avrebbe potuto allontanare la mia bocca dal suo collo.

GRAZIE A TUTTI PER LE RECENSIONI sono contenta che vi piaccia. Sò che lo stile Damon è diverso rispetto alla mia precedente, ma volevo tentare anche questa strada. Sero di non deludervi! A presto.

  
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