Dove
piangono i violini
Mello adorava suonare il violino.
Nessuno l’avrebbe mai detto, nessuno. Ma a Mello piaceva. Piaceva da morire sentire le sue dita strette attorno a quell’arco sottile, carezzando leggermente i crini di cavallo candidi e tesi, assaporando con l’udito quel suono dolce, leggermente stridulo ma mai stonato.
Mello non suonava mai una nota di troppo.
I suoi occhi erano chiusi, i capelli ravviati dietro l’orecchio, qualche ciocca ribelle a colorare la sua fronte di oro puro.
Mello credeva che non servisse nient’altro. Il suono del suo violino era perfetto.
Stava in piedi, in quella stanza della Wammy troppo piccola per due persone, e guardava fuori dalla finestra, il violino poggiato accanto a lui, contro il suo fianco, l’arco stretto nella mano sinistra.
- Mello! Ancora con quel violino?-
La sua voce lo roca distolse dal tuo mondo di pensieri e sogni nascosti nei meandri dei suoi occhi di cielo.
- Sì… e allora?-
Sbottò, seccato, nascondendo in fretta il violino dietro la schiena. Era così diverso dal suo violino…
Mello era arrogante, prepotente, narcisista ed egocentrico.
Matt non rispose, limitandosi a sorridere e a sedersi sul letto.
- Perché non vai a Vienna?- Chiese, inclinando appena la testa, senza nascondere un sorrisetto impertinente.
- Perché tu non vai a farti fottere, invece?-
Acido, secco, deciso. Era diverso dal suo violino, Mello. Mello era diverso da tutti.
Mello non piangeva mai.
Lasciava che fosse il suo violino a singhiozzare per lui.
***
Cum
summa loci sit infinita foris
haec
extra moenia mundi
L'insieme dello
spazio è infinito
fuori dalle mura di
questo mondo
[Lucrezio]
Matt e Mello.
Mello e Matt.
Per il biondo, quello con Matt non era semplice sesso. Ricordava perfettamente il suono del suo violino.
Mello stringeva tra le dita i capelli rossi e scompigliati di Matt, gemendo di goduria, scambiandosi sguardi carichi di piacere e lussuria.
Era divino, era perfetto, era musicale. Il piacere carnale esplodeva nella loro gola e nei loro corpi, li scaldava, li faceva muovere in sincronia.
La loro ultima notte, l’ironia oscena di Matt che celava una preoccupazione nascosta e rinnegata, ignorata.
Mello non avrebbe pianto per Matt, ne era certo.
Mello non piangeva mai.
Si accasciò sul volante del camion, tradito dal suo stesso cuore, meno di sette ore dopo aver fatto l’amore con Matt.
Ricordava alla perfezione ogni singolo istante, ogni singolo gemito, ogni singolo affamato sospiro.
Mello morì senza versare una lacrima. Né per Matt, né per sé stesso.
Sì, perché Mello non piangeva mai.
Forse avrebbe pianto
lassù ,dove lo avrebbero condotto le celesti
schiere degli angeli,
lassù
dove piangono i violini e
dormono gli angeli.
Mello non piangeva mai
Morì
al freddo, al
buio. Nessuno lo coprì, nessuno gli chiuse gli occhi. Gli
sarebbe piaciuto
suonare il violino, per Matt e per sé stesso,
un’ultima volta.
Quel suono
fragile,
maledettamente simile a un singhiozzo.
Lasciava
che fosse il violino a
piangere per lui
FINE
Ok,
storiella breve
ma che mi ha fatto dannare!
Spero di
aver reso
bene i sentimenti di Mello. Dopotutto, Mello come violinista
è sicuramente un
portento! XD
Kisshou