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Autore: Maggie_Lullaby    23/06/2010    9 recensioni
Prima missing moments per il concorso di Under The Moonlight, dedicata alla coppia vincitrice: Nick a Maggie.
La prima cosa bella
che ho avuto dalla vita
è il tuo sorriso giovane, sei tu.
«Nick... Dove mi stai portando?», domandò Maggie [...]
«Fidati», le disse soltanto e continuò a camminare tra l'erba del prato deserto.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Brothers&Sisters'
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Sono le due e mezzo del mattino e io sono qui a postare una shot, roba da pazzi. No, anzi, roba da me xD

Dunque, questa è una delle famose missing moment di cui vi parlai tempo fa; in teoria dovevo postarle... Mmh, tre mesi fa? Due? In pratica non avevo un'idea che fosse una, ma 'sta sera, dopo aver visto il film di Virzì, La prima cosa bella, e ascoltato la canzone che da il titolo alla pellicola mi sono fiondata a scrivere. L'ho scritta in quattro ore, incluso il fotomontaggio u.u

Sì, infatti ho fatto una specie di fotomontaggio che, premetto, è venuto abbastanza molto male, ma ho voluto metterlo comunque... Che ne pensate?

Questa shot è per la prima vincitrice del “concorso” “Qual'è la vostra coppia preferita?”: Nick e Maggie.

Ammetto che questa fic mi piace <3 Non so perché... Ma mi piace! *-*

Uhm, compratevi l'insulina, è sdolcinata e romantica... Così come piacciono a me! xD

Anyway, spero mi facciate sapere che ne pensate! Baci a tutti, vi adoro <3

Dedicato a Malika, per la splendida canzone che da il titolo alla one-shot, e a mia madre, per aver asciugato le mie lacrime a causa di uno stupido film.

La Prima Cosa Bella

«Nick... Dove mi stai portando?», domandò Maggie, stringendosi nel suo copri spalle leggero, rabbrividendo per il freddo, mentre l'erba fresca del prato le solleticava la pianta dei piedi. «Nick?».

Il diciassettenne si voltò verso di lei e fece un sorriso smagliante anche sotto la luce della luna, tenendola per mano con dolcezza.

«Fidati», le disse soltanto e continuò a camminare tra l'erba del prato deserto.

Maggie ubbidì, abbassando il capo mentre si scostava una ciocca di capelli dal viso e guardava a terra per non inciampare.

Era tardi, mezzanotte passata. Nick era piombato in camera sua, svegliandola con un bacio sulla fronte e trascinandola fuori casa senza alcuna spiegazione, dicendole solo che la stava rapendo, senza nemmeno permetterle di prendere un paio di scarpe.

Quando gliel'aveva fatto notare aveva sorriso sornione e presa in braccio, senza ascoltare le sue proteste divertite mentre gli chiedeva di rimetterla a terra. Erano saliti in macchina e si erano fermati una ventina di minuti dopo, in una zone deserta, in uno di quei luoghi dove non passa mai nessuno, dove non c'è nemmeno un lampione.

Nick aveva accostato al lato della strada, spento il motore e, ancora prima che Maggie potesse dire qualcosa, l'aveva fatta scendere e presa per mano, guidandola in un prato fiorito.

«Nick, mi stai spaventando», ammise la mora, guardando l'oscurità che l'accerchiava. «Se Maryl e Lexi scoprono che...».

«Stanno dormendo, non si accorgeranno di niente», la tranquillizzò lui, ridacchiando. «E se anche fosse, mi prenderò io la colpa di tutto, non mi possono mica punire».

«Ma non voglio che tu ti prenda la colpa», tentò ancora una volta la ragazza, ma l'espressione di pura tranquillità e allo stesso tempo di divertimento del suo ragazzo la fece zittire.

«Ci siamo quasi...», mormorò Nick qualche minuto dopo.

Passò ancora un po' di tempo, prima che Maggie vedesse un piccolo falò acceso nel bel mezzo del prato, una coperta stesa a terra e una chitarra posata vicino a un enorme masso bianco.

Sciolse la presa dalla mano di Nick e se la portò alla bocca, sbalordita.

«Amore...», sussurrò, flebile, guardando la scena.

Il diciassettenne sorrise sentendosi chiamare così e si sedette sulla coperta di pail stesa a terra, facendole cenno con la mano di imitarlo.

Maggie ubbidì, e man mano che si avvicinava al falò acceso sentiva sempre meno freddo, quasi sentì il bisogno di togliersi il copri spalle che Nick le aveva appena dato il tempo di prendere prima di rapirla. Sotto aveva solo una camicia da notte.

Si sedette accanto al suo ragazzo, il quale le cinse le spalle con un braccio, baciandole i capelli.

«É... è bellissimo, tesoro», disse lei, lasciandosi coccolare mentre intrecciava con una mano quella di Nick. «Ma... perchè?».

Il diciassettenne fece una smorfia divertita.

«A un ragazzo serve una scusa per dover stupire la propria fidanzata?», fece, allegramente.

«No, assolutamente no, ma... Mi sembrava strano, ecco tutto», sorrise lei. «Grazie».

Le labbra di Nick si incurvarono in un sorriso, per poi posarsi su quelle di Maggie, pronte ad accoglierle.

«Sei bellissima», mormorò il ragazzo, con tono amorevole, scuotendo poi il capo per la verità della sua affermazione.

Ho preso la chitarra
e suono per te
il tempo di imparare
non l’ho e non so suonare
ma suono per te

Il cantante le baciò ancora una volta i capelli, poi si sciolse dal loro abbraccio e si stiracchiò per prendere la sua chitarra, ancora appoggiata davanti a loro.

La impugnò, facendo scivolare le dita affusolate sulle corde tese.

«Solo per te», le disse, guardandola fissa nei suoi occhi grandi verdi dove, in quel momento, sembrava si stesse rispecchiando la luna e le stelle.

Note semplici, familiari, dei primi tempi dei Jonas Brothers; note leggere, accompagnate dalla voce più bella del mondo. Please be mine.

Maggie si portò le gambe al petto e si appoggiò con la testa sopra di esse, ascoltando con attenzione, quasi con ossessione, le parole della canzone. Era una delle sue preferite, e Nick lo sapeva, ma non gliel'aveva mai cantata.

Ed ora, eccoli, sdraiati su un prato fiorito, sotto il cielo stellato impossibile da vedere nella luminosa Los Angeles, vicino a un falò a suonare la chitarra, a scambiarsi baci bollenti.

La senti questa voce
chi canta è il mio cuore
amore amore amore
è quello che so dire
ma tu mi capirai

Appena dopo aver finito di suonare Please be mine, Nick iniziò a cantare Love is on it's way sorridendo all'espressione beata della sua ragazza, stretta in quello stupido copri spalle, che tratteneva appena le lacrime di commozione.

Il viso struccato per la notte era illuminato dalla luce della luna e dal falò accanto a lei, un sorriso semplice sulle labbra rosee, le guance arrossate per il fuoco.

Bellissima, così come era sempre stata e sempre sarebbe stata, ai suoi occhi come a quelli degli altri. La sua Maggie. Il suo miracolo.

La prima cosa bella.

«Nick», balbettò lei.

Lui le posò un dito sulle labbra, come per zittirla.

«Cosa vuoi che ti canti, piccola?», le chiese, semplicemente, togliendo il dito e stampandole un bacio veloce.

Maggie arrossì della proposta azzardata che stava per dire, ma subito si morse il labbro inferiore, arrossendo ancora di più.

«Dimmelo, su», le disse Nick, tranquillo. «Questa serata è per te, scegli ».

«No», lo corresse la mora, «questa serata è per noi».

Il riccio le prese una mano e la strinse appena, per poi baciargliela e tornare a posarla sulle corde della chitarra.

«Vediamo se indovino», osò lui, divertito da quella sfida.

Si fermò qualche istante, permettendo a Maggie di osservare la ruga di concentrazione che si era creata sulla sua fronte e le labbra inarcate, poi iniziò a suonare una canzone più veloce delle altre, ma con lo stesso tono dolce delle altre.

Maggie, suo malgrado, iniziò a tenere il ritmo della canzone, tamburellando le dita sul terreno, per poi raccogliere un piccolo fiore e accarezzarne i petali colorati.

I prati sono in fiore
profumi anche tu
ho voglia di morire
non posso più cantare
non chiedo di più

A metà canzone Nick si bloccò per ammirarla. Non riusciva farne a meno, ne era rimasto ammaliato.

Maggie lo fissò con espressione curiosa, inclinando leggermente il capo, sorridendo raggiante.

«Che c'è?», domandò, ridacchiando. «Hai indovinato, non riesco a crederci».

Nick si riscosse, obbligandosi a spostare lo sguardo su qualcos'altro. Decise che le corde della chitarra potevano essere una buona distrazione e tornò a strimpellare I promise, una canzone di Selena Gomez. Il ragazzo era abbastanza sicuro che quella canzone la ragazza l'avesse dedicata a lui ai tempi della loro relazione, ma non importava, ora lui la stava cantando per la sua Maggie.

La prima cosa bella
che ho avuto dalla vita
è il tuo sorriso giovane, sei tu.

Nick posò la chitarra a terra e strinse forte la sua ragazza, sentendo il cuore di lei battere così forte da rimbombare nelle sue orecchie.

«Giuro che mai, mai per nessuna ragione al mondo ti permetterò di allontanarti da me di nuovo, mai. Non posso nemmeno pensare di passare una giornata senza vedere il tuo sorriso. Non voglio. Sei la mia vita. Please be mine», le sussurrò nell'orecchio, sfiorandolo, con tono strascicato, come se stesse ansimando, soffrendo soltanto al pensiero di allontanarsi di nuovo da lei in modo definitivo.

Maggie si allontanò da lui, infilò le mani fredde tra i suoi ricci e avvicinò il viso a quello di Nick come se lo stesse per baciare, ma a un centimetro dalla sua bocca si fermò a parlare.

«Io sono già tua», gli ricordò seria, prima che Nick eliminasse la distanza che li separava.

Tra gli alberi una stella
la notte si è schiarita
il cuore innamorato sempre più
sempre più

Si ritrovarono stesi sulla coperta, la testa di lei poggiata sul petto di lui, che la accarezzava le braccia, toccandole ogni tanto i capelli, mentre lei teneva una mano vicino al suo viso.

«Una stella cadente», sospirò Maggie, indicandola con la mano libera. «Esprimi un desiderio!».

Nick la guardò scettico, inarcando le sopracciglia.

«Maggie, sono qui con la ragazza più bella del mondo abbracciata a me, cosa potrei desiderare di più dalla vita?», domandò, retorico.

«La ragazza più bella del mondo? Dove?», chiese lei, appoggiandosi su un gomito per tirarsi su e guardarsi intorno.

«Scema», rise il riccio, riaccompagnandola a terra con la mano.

Lei gli fece una linguaccia, trattenendo appena una risata.

«Esprimi tu un desiderio», la indusse il ragazzo, sorridendo affabile.

La mora parve pensarci un attimo, poi chiuse gli occhi e li riaprì qualche attimo dopo.

«Fatto».

«Che hai desiderato?», domandò Nick, senza smettere di accarezzarle i capelli.

La diciassettenne scosse il capo.

«Ah-ah, non te lo posso dire», disse, mordendosi il labbro inferiore.

«E dai! Non dirmi che mi sei diventata superstiziosa!», fece lui, prendendo a solleticarle i fianchi.

«No, Nick, Nick no, dai, basta!», rise convulsamente la mora, dibattendosi a terra.

«Dimmelo!», la obbligò lui, ridacchiando.

«Di restare insieme per sempre io e te», rivelò, mangiandosi quasi tutte le parole, ma Nick capì benissimo ugualmente.

Alzò un sopracciglio e fece un verso scocciato.

«Hai sprecato un desiderio», borbottò.

«Perché?», si allarmò, sbiancando all'improvviso.

«Quello è già scontato, non c'era nemmeno bisogno di desiderarlo! Potevi chiedere, che ne so, di trovare il tuo CD preferito come regalo delle tue sorelle domani mattina, una colazione in camera, un cane...», iniziò ad elencare lui, contando sulle dita ogni proposta.

Maggie si rilassò, sospirando di sollievo. Paranoica, si disse, vagamente irritata.

La senti questa voce
chi canta è il mio cuore
amore amore amore
è quello che so dire
ma tu mi capirai

«Aspetta», mormorò Nick, riprendendo la chitarra, un paio d'ore dopo, vedendo Maggie che si alzava per tornare a casa. «Un'ultima cosa».

Afferrò nuovamente la chitarra, mentre la ragazza si adagiava di nuovo accanto a lui.

«Un'ultima canzone», mormorò, iniziando a suonare delle note che, ormai, Maggie conosceva a memoria.

«La nostra canzone», fece Nick, cantando, attaccando con il testo.

Maggie appoggiò la testa sulla sua spalla, ascoltandolo assorta, chiudendo gli occhi per immergersi ancora meglio in quella strana sensazione di euforia.

Quando Fly with me concluse Nick prese con le mani il volto della ragazza e la baciò, il loro bacio più bello.

«Ti amo».


**


Maggie si svegliò grazie un bacio umido posato sulla sua fronte. Aprì gli occhi e li sbatté un paio di volte, prima di capire che era nella sua stanza.

Si innervosì, lanciando un'occhiata all'orologio, era mezzanotte, chi l'aveva svegliata a quell'ora? Stava facendo un sogno, un sogno bellissimo...

«Ben svegliata, principessa», le sorrise Nick, a trentadue denti.

La ragazza fece un'espressione confusa, sentendo all'improvviso tutta l'irritazione svanire all'improvviso.

«Nick..? Che ci fai qui?», domandò, mettendosi a sedere sul letto.

«Facile, amore: ti rapisco», rise il ragazzo, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Maggie sbatté ancora le palpebre, come rivivendo un flashback, poi sorrise.

  
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