La notte pare più buia di quanto non sia, Maria guarda fuori dalla finestra con negli occhi un''espressione colma di tristezza.
Pensa. Pensieri sconnessi, carichi di sentimento, privi di senno e di senso. "Se mai qualcuno nella mia vita mi chiederà se sono mai stata innamorata, ma veramente innamorata, allora io risponderò di sì, senza esitare un attimo, senza pensarci due volte".
Ma non si rende conto che non immagina affatto che la sua vita possa andare avanti. Si sente stupida, insignificante davanti agli eventi passati, gli alieni di un mondo lontano, e Michael; Lei aveva fatto tanto per lui, le aveva dato tutta sé stessa, tutta la sua fiducia, anche nei momenti in cui lui meno se la meritava.
Allora, quando ormai lei aveva cominciato a credere che niente e nessuno, alieni o non alieni, avrebbero potuto separarli, lui se ne è venuto fuori con quella notizia, se ne doveva andare, e lei non poteva seguirlo.
"In nessun dove, in nessun quando", questa è stata la risposta che ha avuto quando gli ha chiesto devo sarebbe andato. Aveva chiesto perché?perchè mi fai questo? Non è possibile, non adesso che le cose sembravano aggiustarsi da sole.
Michael le aveva spiegato, con quella che era ormai una litania frequente e adesso sembrava più una scusa, che loro, lui, era destinato. Destinato a crescere a Roswell, destinato a passare tutte quello che aveva passato, destinato a conoscerla, Maria, e ad innamorarsene. Destinato a diventare quello che era anche grazie a lei.
Maria non poteva più reggere la situazione, allora era scappata. Se ne era andata in California, senza una meta, forse cercando delle risposte, risposte che non avrebbe trovato né lì né in nessun altro posto.
All'inizio si era sentita arrabbiato, infuriata e incredula. Come aveva potuto Michael? Come?
Poi, col passare delle settimane, la rabbia aveva lasciato il posto all'angoscia, all'angoscia per lui, per la sua vita; e lei si era sentita confusa da questo suo attaccamento morboso, che non accennava a sciogliersi piano, come neve al sole, come lei si era immaginata (aveva sperato) che accadesse.
Adesso, stesa sul letto, a fissare il soffitto, senza più lacrime da versare, con gli occhi assenti e la bocca arida, ripensa a quello che è stato, non solo Michael le manca così tanto da toglierle il fiato.
Anche Max, Isabel, Liz…Liz.
Maria invidia da morire Liz, e al tempo stesso la odia. Ha potuto fare quello che a lei è stato proibito, è partita con Max. E al tempo stesso, andandosene, ha fatto perso la sua migliore amica.
Maria si sente vuota dentro, ormai non le pare più nemmeno che quello che ricorda sia veramente successo, tanto che è fievole nella sua mente.
Solo una cosa non scorderà mai, la perseguiterà per sempre nei suoi sogni, se mai riuscirà di nuovo ad addormentarsi senza bisogno di alcuna tisana/intruglio; rivedrà quelle immagini, vivide nella sua mente come se fossero reali, quando i confini tra la sua realtà e quella ultraterrena saranno sottili come fili di seta. Quando starà per arrivare alla radura che sta alla fine del sentiero.
Rivedrà Michael, Michael sulla moto, che le dice che la ama da morire. Michael che non riesce più a trattenere lacrime brucianti e amare, che si infila il casco, gira la moto e se va verso nessun posto, nessun dove. E lei lì, ferma anche lei incapace di trattenersi da un pianto silenzioso, non ancora resasi conto di quello che ha appena sentito, di quello che è appena successo.
Rivedrà, o più precisamente risentirà, se stessa che sviene, lì, sull'asfalto, e Kyle che la aiuta e la consola, anch'esso incapace di credere, credere alla verità. Don't believe the truth.