Time
after the battle
Hiromu Arakawa ©
Avis ©
My personal promise
Il
Tenente Hawkeye superò con discrezione un gruppetto di uomini, tutti appartenente
alle alte cariche dello Stato, guardandosi attorno per cercare Mustang; l’aveva
perso di vista per pochi istanti, quando Grumman e gli altri militari si erano
avvicinati per congratularsi con lui. La donna sbuffò, scostandosi per evitare
un generale dall’aria estremamente pomposa, dopo di che si piantò in mezzo alla
sala, tentando di scovare il superiore.
Improvvisamente,
sentì una stretta alla spalla destra, e si voltò di scatto, portando
immediatamente la mano alla fondina. “Rilassati, Tenente.” Roy Mustang era
apparso dietro di lei, con il perenne sorrisetto dipinto sul volto.
Riza
sospirò, leggermente irritata, e lasciò cadere il braccio lungo il fianco; non
le piaceva molto il contatto fisico con gli altri, soprattutto perché c’era
abituata. “Chiedo scusa, Signore. L’avevo persa di vista.” In più, quel leggero
brivido procuratole dal tocco di Mustang la metteva leggermente a disagio.
L’uomo
sorrise ancora, scrollando appena le spalle. “Non preoccuparti, dubito che mi
possa succedere qualcosa stasera.” Commentò con voce tranquilla, scoccando poi
un’occhiata verso il Fuhrer Grumman. “Cerca di goderti la festa, d’accordo?”
Il
Tenente scosse appena il capo, sistemandosi appena la giacca della divisa da
gala. Quella sera Mustang aveva finalmente ottenuto la promozione a Brigadiere
Generale, e lei l’aveva accompagnato in qualità di sua guardia del corpo,
perciò non aveva alcuna intenzione di distrarsi. “Non può saperlo, Signore.”
Replicò alla fine, sfiorando con le dita della mano destra il calcio dell’amata
pistola. “Ho il mio dovere da compiere, Generale. Sa bene che sono la sua…”
“Guardia
del corpo.” La interruppe lui, sbuffando appena. “A proposito, dobbiamo
parlarne.”
Hawkeye
sollevò un sopracciglio, corrugando impercettibilmente la fronte, e si chiese
di cosa dovessero discutere. Il Generale l’afferrò per il braccio, iniziando a
trascinarla con sé verso uno dei balconi presenti all’esterno del salone; Riza
si domandò per qualche istante se fosse il caso di minacciarlo con la fedele
9mm, ma alla fine decise di assecondare il superiore. “Qual è il problema,
Signore?” Domandò mentre Mustang chiudeva le finestre della terrazza, di modo
che non potessero essere sentiti.
“Ne
abbiamo passate tante, Tenente.” Esordì lui, appoggiandosi alla balaustra con
entrambi i gomiti, il viso rivolto verso la città. “Ishval, gli Homunculus, il
tuo periodo come ostaggio, la battaglia contro Envy…” La donna rimase in
silenzio, il volto serio rivolto verso quello del superiore. “Non potrei certo
biasimarti se volessi lasciare l’esercito per farti una famiglia o qualcosa del
genere.”
Riza
sospirò, pronta a ribattere punto su punto. “Signore…”
“No,
ascoltami.” La interruppe lui, guardandola dritta negli occhi. “Sei troppo
importante per me, e non voglio semplicemente ordinarti di seguirmi. Vorrei
sapere se è davvero ciò che desideri.”
Lei
non ebbe alcun dubbio: l’unica famiglia che aveva era composta da Mustang e i
suoi uomini, e il sogno di Roy ormai era anche il suo. Che senso avrebbe avuto abbandonare
l’esercito dopo tutti i sacrifici che avevano fatto? Sarebbe stata solo una
resa. “Signore, sa benissimo che la seguirei anche fino all’inferno.”
Il
Generale sospirò appena, pensando che, in fondo, i fatti avvenuti nei
sotterranei di Central City erano piuttosto vicini alla definizione d’inferno.
“D’accordo, Tenente. Ti ringrazio.” Riza accennò un sorriso, dopo di che
entrambi rientrarono nel salone; Roy fu presto attorniato da militari
desiderosi di congratularsi con lui e donne pronte a adularlo, ma prestò poca
attenzione ai primi e praticamente nessuna alle seconde.
Ciò
che era accaduto durante la lotta contro il Padre l’aveva portato a modificare
leggermente alcune delle sue convinzioni, e aveva deciso di fornire al suo
Tenente – e unicamente a lei – una via d’uscita dall’esercito: dubitava che la
donna avrebbe accettato, ma non voleva decidere della sua vita. Come previsto,
lei non l’aveva deluso, e Roy non vedeva l’ora di iniziare il nuovo incarico ad
Est, ovviamente con Riza al suo fianco.
“Sembra
un po’ distratto, Generale.” Commentò Grumman, avvicinandosi all’uomo. “Spero
si stia godendo la festa.”
“Certamente,
Eccellenza.” Rispose subito Mustang, distogliendo infine la sua attenzione da
Hawkeye, per rivolgerla al Fuhrer; i due cominciarono a parlare, sotto lo
sguardo attento della guardia del corpo.
Roy
Mustang trattenne un sorriso, scoccando un’ultima occhiata di sottecchi in
direzione di Riza: ci sarebbe stato tempo anche per loro, ne era certo.
Note dell’autrice
Ehilà, sono nuova di questo
fandom ^^ è la mia prima fic su Fullmetal Alchemist, una raccolta di oneshot
tutte ambientate nel post 108. Dato che, purtroppo, il finale è stato un po’
deludente (confido in FMA Brotherhood, a questo punto) ho pensato di scrivere
qualcosa su Roy e Riza, una delle mie coppie preferite. In realtà, molte delle
shot si sono quasi scritte da sole xD è prevista la partecipazione di altri
personaggi e pairing, principalmente l’EdWin, il LingFan e magari l’AlMei.
Direi che per questa non c’è
quasi bisogno di spiegare nulla: siamo alla festa successiva alla promozione di
Mustang, e lui offre a Riza una strada alternativa. Sappiamo tutti che lei non
accetterebbe mai, però mi sembrava una shot carina, e un buon modo per iniziare
un nuovo rapporto tra i nostri eroi: dubito che il loro legame non sia cambiato
dopo ciò che hanno passato insieme.
Bene, spero che vi sia
piaciuta, ci vediamo alla prossima shot! ^^