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Autore: KatNbdwife    25/06/2010    4 recensioni
Un incontro casuale. Uno sguardo fugace e l'inizio di una storia d'amore che cambierà, per sempre, l'esistenza dei protagonisti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lea aveva sonno.
Non era il sonno di chi, stanco dopo una giornata di lavoro, desidera solo andarsene a letto. Il suo era un sonno indotto, quasi coatto. Aveva ingurgitato due pastiglie di sonnifero, sperando di riuscire a recuperare le ore che aveva perso le notti precedenti, quando il capo l’aveva costretta a fare gli straordinari.
Detestava il suo impiego, ma il mercato non offriva di meglio. Aveva dovuto scegliere fra un posto in un call center e quel lavoro di barista. La scelta era inevitabilmente ricaduta sul secondo impiego, dato che il primo l’avrebbe sicuramente uccisa di noia.

Sdraiata sul letto, nella casa che divideva con la sorella Marie, scrutava il soffitto. All’improvviso, proprio mentre le palpebre stavano per chiudersi, un ciclone moro la investì.

“Zia Leaaaaa!!!”

Philip, il suo nipotino di cinque anni, era appena entrato nella sua camera, irruente come al solito. Invidiava la vitalità di quel frugoletto e lo amava con tutta sé stessa, così aprì gli occhi e accese la luce.

“Phil, che c’è?”
“La mamma chiede se vieni a mangiare il gelato con noi”
“Sto morendo di sonno, Phil…” borbottò.
“Dai zia…”

Era impossibile resistere a quegli occhi da cerbiatto, così si alzò, si vestì e raggiunse la sorella in salotto. Philip la precedeva, saltellando.

“Tesoro non volevo disturbarti, ma Phil ha insistito tanto” spiegò Marie.
“Nessun problema, un gelato lo mangio volentieri!”

Adorava sua sorella, la sua ancora di salvezza. Si sarebbe fatta in quattro per lei e per Philip, senza ombra di dubbio.
Marie aveva 33 anni e un figlio di 5. Il padre di Philip l’aveva lasciata non appena saputo della gravidanza, così Marie si era fatta in quattro per mantenere il suo bambino e ora, a distanza di cinque anni, poteva dirsi soddisfatta. I primi tempi erano stati difficili, Philip richiedeva molte cure e Marie temeva di non riuscire a crescerlo come avrebbe voluto, ma Lea si era resa disponibile fin dall’inizio, anche se all’epoca della nascita del nipote aveva solo 17 anni.

Quando Lea aveva raggiunto la maggiore età, aveva lasciato la casa in cui viveva con la madre e si era trasferita da Marie. Ora, a 23 anni compiuti, continuava a vivere con la sorella, lavorando e studiando nei ritagli di tempo, concedendosi ogni tanto una serata con Sue e Mandy, le sue migliori amiche.

In pochi minuti, raggiunsero la gelateria preferita da Philip e si accomodarono al tavolo, aspettando che la cameriera portasse loro la lista dei gelati.

“C’è qualcosa che non va?” domandò Marie.
“Sonno, solo sonno. Anche ieri ho finito di lavorare alle due del mattino. Per fortuna che oggi è il mio giorno libero, altrimenti sarei collassata dietro al bancone”
“Ma perché lo fai? Io sono in grado di mantenerti fino a quando non avrai terminato gli studi…”
“Lo sai che non mi va. Ma ti ringrazio, Marie…” rispose Lea, riconoscente.
“Io voglio la coppa cioccolato e panna!!!” si intromise Philip “Mamma me lo compri?”
“Certo tesoro. Tu Lea, che prendi?”
“Una granita… ho cambiato idea, non voglio più il gelato…”

Dalle ampie vetrate della gelateria, le due ragazze osservavano i passanti che affollavano il centro della città. Le luci dei lampioni proiettavano ombre asimmetriche sulla strada e Lea si incantò osservando un ragazzo che rincorreva, ridendo, il suo cane.

Lea si sentiva italiana al cento per cento, anche se le sue origini erano, almeno per metà, inglesi. Il padre, Edward, era un famoso imprenditore londinese, che aveva conosciuto la loro madre tanti anni prima, in occasione di una vacanza. Avevano vissuto per dieci anni a Londra ma, quando era nata Lea, si erano trasferiti in Italia e, nello stesso anno, il padre aveva lasciato la moglie ed era tornato in Inghilterra. Lea lo vedeva due volte all’anno e non poteva di certo dire di avere un buon rapporto con lui, però cercava in tutti i modi di mantenere dei buoni rapporti, più per amore della madre che del padre. Madre che desiderava che le figlie continuassero a vedere il padre, senza rimproverargli nulla.

Marie, invece, detestava suo padre. Non lo aveva nemmeno avvertito il giorno in cui era nato Philip e, quando se l’era trovato sulla porta della stanza d’ospedale, con un mazzo di fiori in mano, aveva mostrato tutto il proprio disappunto, rispondendogli a monosillabi e mantenendo un’espressione corrucciata per tutto il tempo della sua visita.

Quando uscirono dalla gelateria e si diressero verso casa, i loro sguardi vennero catturati da un’ampia folla di ragazze che stazionavano di fronte all’ingresso dell’hotel più prestigioso della città.

“Che cazzo succede?” chiese Lea.
“Mammaaaaa! La zia ha detto quella brutta parola che inizia con la C…”

Lea scoppiò a ridere.

“Perdonami, Phil… Intendevo dire: che cosa succede?”
“Ci sarà qualche personaggio famoso. Magari un attore o un cantante…”
“Già, come quella volta in cui Brad Pitt è venuto a promuovere il suo ultimo film! Ti ricordi che casino? La strada bloccata, ragazze in delirio! Io dovevo andare a lavorare e nessuno mi faceva passare!”
“Andiamo a dare un’occhiata” propose Marie “magari c’è Sean Connery!”
“Ancora persa per Sean Connery?!” la scherzò Lea “Ad ogni modo, mi si stanno chiudendo gli occhi, quindi preferirei andare a casa. Tanto, domani mattina leggeremo sulla pagina degli spettacoli il nome del vip di turno”

Arrivate a casa, Lea si diresse subito in stanza, mentre Marie accompagnò Philip in cameretta, lo aiutò a infilarsi il pigiama e gli diede la buonanotte.

Poco prima di chiudere gli occhi ed addormentarsi, la mente di Lea volò per un istante alla folla assiepata di fronte all’albergo, domandandosi come sarebbe stato vivere un solo giorno nei panni di una celebrità. Ma Lea non sapeva che, prima di quanto avrebbe mai immaginato, QUELLA celebrità sarebbe piombata nella sua vita come un fulmine a ciel sereno.
   
 
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