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Autore: hinata 92    25/06/2010    6 recensioni
il classico principe corre a salvare la classica principessa, ma il finale non è poi scontato...
una favola speciale dedicata a una persona speciale...
Genere: Romantico, Malinconico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cuore di drago

Cuore di drago

 

C’era una volta… no, non un cavaliere, non ancora, per lo meno. Era solo un bambino, e non uno qualunque, ma il figlio del re del regno d’argento. Come tutti gli eredi di grandi dinastie, anche questo bambino aveva il futuro già scritto: prima sarebbe diventato cavaliere, poi, alla morte del padre, sarebbe salito al trono sposando la sua promessa sposa, la principessa del regno del fuoco e, dopo aver unito i loro regni, sarebbero vissuti felici all’interno del castello.

 

Questo era quello che sarebbe accaduto se il principino fosse stato attento alla lezione del maestro quel giorno.

Ma un principino è pur sempre un bambino e qualunque bambino avrebbe prestato più attenzione alla grossa nevicata che in quel momento sferzava i vetri del palazzo che non alla noiosa lezione del maestro.

Salvo poi pentirsene molto, molto tempo dopo…

 

Gli anni passarono e il destino fece il suo corso: il bambino che guardava la neve fuori dalla finestra divenne un cavaliere, sempre pronto a farsi onore in caso di necessità.

Quella mattina il principe aveva più sonno del solito, ma riuscì a svegliarsi, seppur a fatica. Non ebbe neppure il tempo di iniziare a togliersi il pigiama che sua madre la regina irruppe nella stanza. Il principe stava per protestare, ma si morse la lingua quando vide l’espressione sul volto della madre. Nelle mani stringeva una busta proveniente dal regno del fuoco dove il re annunciava disperato che la figlia, promessa sposa del principe del regno d’argento, era stata rapita da un losco individuo che, immediatamente individuato, era stato raggiunto dai guerrieri più valorosi del regno.

Nessuno di loro era più tornato indietro.

Il principe, saputa la notizia, fece preparare l’armatura e il cavallo. La madre osservò i preparativi in silenzio, combattuta fra l’orgoglio, che metteva al primo posto l’onore del figlio e che quindi era favorevole alla partenza, e l’orrendo presentimento che forse non lo avrebbe rivisto mai più; ma, per paura di influenzare in qualunque modo il figlio, tacque.

 

E nel silenzio del primo mattino il principe partì, diretto dall’uomo che gli voleva rubare la sua sposa.

Il principe rimase stupito quando, una volta arrivato, venne accolto con tutti gli onori. Il rapitore in persona volle incontrarlo e si dichiarò disposto a liberare la principessa, ma a una condizione.

 

Doveva portargli il cuore di un drago.

E non di uno qualunque, ma di quello che viveva sulle sponde di un lago non molto lontano da lì. Il principe fiutò odore di bruciato, ma accettò comunque la proposta.

Dopo una giornata di viaggio, il principe giunse al lago, s’appostò e al tramonto trovò la giusta occasione. Il drago si era avvicinato allo specchio d’acqua per bere.

Ora o mai più!

Il principe uscì dal suo nascondiglio e tirò la lancia mirando dritto al petto del drago.

Ma non appena le sue dita lasciarono la presa sulla lancia, si pentì del suo gesto.

 

Fu come un deja-vu.

Improvvisamente gli tornò in mente quella giornata di tanti anni prima. Nevicava e lui si era distratto.

Il maestro, senza preavviso, gli diede una bacchettata sulle mani per riprenderlo e con pazienza gli ripeté la sua lezione sui draghi.

 

No, non bisognava mai uccidere un drago, ora gli era tornato in mente; ma la lancia aveva già colpito il petto dell’animale.

 

Due gridi s’innalzarono verso il cielo, uno del drago, l’altro del principe.

Maledetta neve! Se non fosse stata per lei, forse si sarebbe salvato.

Forse avrebbe ricordato le parole del maestro: « I draghi hanno rischiato più di una volta di estinguersi per mano dell’uomo, ma si sono sempre salvati. Perché? Perché la loro maledizione protegge la specie: se un uomo uccide un drago, si trasforma a sua volta in un drago! in questo modo i draghi non si estingueranno mai… »

Il cavaliere imprecò: non voleva diventare un drago, non adesso!

Se solo avesse potuto restare umano ancora un po’, una notte soltanto…

Un forte giramento di testa e poi il buio.

 

 

Il buio era ancora presente quando il principe aprì gli occhi. Era notte, ma la luna piena gli permise di notare che il suo aspetto era ancora quello di un essere umano. Stupito, si ricordò di una vecchia storia che una balia, da piccolo, gli raccontava. Se una creatura, per qualunque motivo, doveva cambiare il suo aspetto diventando un’altra creatura, aveva diritto a un desiderio, qualunque esso fosse, a patto che fosse stato espresso col cuore.

A quanto pare era vero e il cavaliere decise di approfittarne.

Il principe prese il cavallo e lanciandolo al galoppo tutta la notte, giunse nella dimora del rapitore poco prima dell’alba.

 

L’uomo ovviamente non si aspettava visite nel cuore della notte, ma accolse il cavaliere con i dovuti onori.

Il principe disse: « Ho capito perché tutti i cavalieri venuti a salvare la principessa non sono più tornati, e anch’io, purtroppo, sono caduto nel vostro tranello… ma sono un uomo di parola e quindi manterrò la mia promessa! Volevate il cuore di un drago? io ve l’ho portato tutto! »

Il rapitore lo guardò di storto: « Che cosa volete dire? »

Il principe rispose: « Che ora io sono il drago e sono di qui di fronte a voi! Ma non permetterò che altri facciano la mia fine! »

E prendendo un pugnale che aveva nascosto sotto le vesti si pugnalò. Senza onore, senza regno, senza amore la vita non aveva più senso.

 

Un grido distrasse il rapitore dalla scena.

La principessa, che era stata liberata dal rapitore per chiederne la mano, aveva assistito alla scena. La donna corse dal cavaliere, voleva salvarlo ad ogni costo, ma non sapeva come fare.

 

Improvvisamente ebbe un’idea.

La notte era finita e le prime luci dell’alba fecero capolino dalla finestra.

Era la sua occasione.

 

La principessa afferrò l’impugnatura del pugnale, lo estrasse dal petto del principe e glielo conficcò nuovamente.

La maledizione fece il suo effetto e lei si trasformò in un drago.

 

Era quello che voleva.

 

La draghessa fissò con le lacrime agli occhi il cavaliere moribondo, con un unico desiderio: salvare il suo principe, a qualunque costo! La ferita in pochi secondi si rimarginò e la casa del rapitore andò in pezzi, sfondata dalla mole di due draghi innamorati.

Le due creature s’alzarono in volo e s’allontanarono dai loro destini già scritti.

 

No, non sarebbero diventati re e regina, i loro regni non si sarebbero uniti, ma avrebbero comunque vissuto la loro vita insieme.

 

Perché un fiocco di neve aveva cambiato i loro destini.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Chi mi conosce come autrice si chiederà perché abbia scritto una storia del genere, completamente diversa da quelle che pubblico di solito. Questa favola è dedicata a una persona speciale, che non conoscerò mai: a un fratellino o a una sorellina che non avrò mai. Ho sempre sofferto molto la solitudine e ne ho sempre sentito la mancanza, così, nella folle speranza di averne uno prima o poi, tanto tempo fa ho creato questa favola per lui. Ora so che questo sogno è irrealizzabile e fortunatamente non sono più così sola come in passato.

Mi sembrava un peccato dimenticare questa piccola storia e farla ammuffire in qualche cassetto…

Posso chiedervi un favore?

Se avete un fratellino o una sorellina o un cuginetto dell’età giusta, potreste raccontagliela?

Vorrei davvero sapere se sarebbe piaciuta a un bambino…fatemi poi sapere!

Grazie!

 

Hinata 92

  
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