Il tuo corpo incredibilmente caldo si muove, pigro.
Tu, che con il tuo sguardo solitamente trasmetti una freddezza impenetrabile quanto un tremendo fortino, ora sei così tiepido e indifeso.
Non avrei bisogno di conoscere il tuo nome, per ucciderti.
Sei praticamente disteso su di me.
Il contatto è piacevole. Appagante.
Sai che sei uno stupido?
Concedersi così al nemico. Non ci impiegherei più di un secondo ad ammazzarti.
Il tuo collo invitante.
Potrei stringerlo fra le mani e soffocarti. Senza scomodare nessuno Shinigami.
Ucciso dalle stesse dita che ti hanno vezzeggiato, fatto gemere, portato all'oblio e all'estasi.
Sarebbe ridicolo.
Mio piccolo, geniale, stupido Ryuzaki.
Sei proprio stupido.
Sei uguale a me.
Sono così geniale e così idiota. Le mani prudono.
Vogliose.
Voglio ucciderti, L.
Se stai fingendo di dormire, saprai allora che ti sto dolcemente spostando sul tuo cuscino arruffato, come il resto del letto, i nostri indumenti abbandonati sul pavimento, e noi.
Noi, completamente in disordine. Tu, con il pollice appoggiato al labbro inferiore.
Sei proprio stupido, Ryuzaki.
Uguale a me.
Che mi abbasso e vivo aspirando il tuo odore di sonno e di torta alle fragole.
Che ti sfioro la guancia bianca e il collo con la punta del naso.
Che con la massima delicatezza ti tocco il braccio e la mano che inconsciamente si muove.
Oh, Ryuzaki. Chi direbbe che, di giorno, seduto sulla tua poltrona a fissare monitor e mangiare pasticcini, sei un detective gelido e incomprensibile, se ti guardasse ora, rannicchiato e dormiente come un neonato?
Sei mio. Ryuzaki, sei mio.
Su questo letto ci sono io.
Incatenato a te, ci sono io.
Chi ti sta baciando, sfiorandoti come un fiocco di neve, sono io.
Per questo sei mio.
Ti accarezzo senza timore. Stai arrossendo e gemi nel sonno.
Forse non stai dormendo.
Mio piccolo Ryuzaki.
Coraggio, apri gli occhi. Obbedisci al tuo Dio e al tuo unico amante.
Mordicchi il pollice. Lo sposto e finalmente prendo il posto di quel dito.
È un tenero, lungo gioco di lingue.
La tua mano calda sulla schiena mi fa rabbrividire di piacere.
Stupido. Stupido io. Ma come posso eccitarmi con una banalissima carezza? Ho voglia di picchiarti.
La mia violenza è questa: piantarla con le dolcezze e obbligarti sotto di me, celando appena un sorriso sadico e straziandoti con tutto il mio essere.
Sono io che do gli ordini e ti faccio inchinare al mio cospetto.
Sono un idiota.
Le tue mani mi fanno impazzire.
Sempre più giù...ecco, mi tocchi.
Tu fai fremere una divinità.
Non vuoi arrenderti. Mio piccolo Ryuzaki.
Mio, solo mio.
Ti stai divertendo, a torturare il tuo Dio.
Mi manca il respiro.
A me. A una divinità. Tu fai questo.
Mi mozzi il fiato in gola.
Tu...tu che mi sottometti.
Com'è possibile?
Tu sei piccolo e magro e pallido. Sei la Giustizia.
Io sono un Dio e governo il mondo.
E non riesco a governare te.
Mi stai uccidendo. Stai uccidendo una divinità immortale.
E ti stai divertendo.
Mio piccolo L.
Tutto il mio corpo ha ormai brividi prodotti dalla tua tenera rosea lingua.
E scendi. Giù, a catturare la mia divina intimità. Chiudo gli occhi e smetto di pensare.

“Raito-kun...a cosa pensi?”
Smettila. Odio il tuo tono sarcastico.
Io non sto pensando. Ti sto sentendo.
Lo sai che non mi è possibile partorire un pensiero.
“Sei un bastardo, L” rantolo.
E tu ridi senza dischiudere le tue labbra demoniache.
Copri di nuovo la mia bocca con la tua, e io mi riscopro una divinità senza poteri.
Disarmato.
Solo con te
Mio piccolo, dannato.
Stupido Ryuzaki.

Kira