Luccicano,
i suoi occhi.
Il flebile
riflesso della luna in una pozzanghera.
Non pensavo sarei morto così, anzi, a dire il vero, non avevo
mai pensato alla morte come una possibilità.
L’oro dei
suoi occhi si fonde sino a diventare liquido; il suo sguardo arcigno brucia
sulla maipelle.
Spero che
lassù qualcuno senta queste mie preghiere.
Con un unghia traccia il contorno del mio viso: con lei non ho
mai saputo come comportarmi. E viceversa.
Chiudo gli
occhi, non mi interessa che mi veda piangere, ma
voglio evitare quegli occhi dorati carichi d’odio.
Voglio
solo che ponga fine a quest’atroce condanna a morte.
Vuole
uccidermi? E sia. Che faccia
pure! Che si inebri dell’odore del mio sangue, che
assaggi pure il sapore della vittoria.
Quest’esistenza
si è protratta fin troppo a lungo.
Come se
avesse intuito i miei pensieri, mi pugnala al cuore.
Non sento
niente: è da un po’ che aveva smesso di battere, in realtà.
Sento gli arti abbandonarmi, mi è impossibile muovere le dita.
Sento solo
il freddo del mio sangue, schifoso e nero, che gronda sul mio petto.
Mi lascio
sfuggire un sussurro, una piccola parola prima di
abbandonarecompletamente questo mondo.
“M-Mamma…”
Forse, le
volevo ancora bene, nonostante tutto.