Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
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Autore: 96opal    30/06/2010    7 recensioni
ciao a tutti!! mi sono impegnata molto con questa fanfic e mi dispiace di non essere riuscita a pubblicarla il 25 ma ora eccola qui!
e se Sofia, una ragazzina, riuscisse ad incontrare Michael sottoforma di angelo in un momento in cui si sentiva terribilmente sola?? spero che vi piaccia...
la dedico a tutti i jacksoniani di EFP, e ad una persona unica...
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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dedicato a Duny, il mio amore speciale



L’angelo della Luce

 

 

Non ce la faccio più.”

Era stufa, Sofia. Le mancava troppo, e il 25 giugno che arriva di nuovo non l’aiutava proprio. 

Una ragazza di 14 anni, con i soliti problemi adolescenziali, in un giorno che la faceva sentire più triste che mai, addirittura più di quella volta che la sua migliore amica l’aveva abbandonata.

Tutto il dolore che ha nel cuore è per amore. A-m-o-r-e.

No, Sofia non era cotta di un ragazzino che non la contraccambiava e allora si metteva a frignare. Questo amore è molto di più. More and more.

Lo adora, lo stima, lo ammira, lo ama, lo venera. Fa parte della sua vita di ogni giorno.

Quando si sveglia pensa al suo bel sorriso, quando si corica finisce sempre per sognarlo.

Altezza media, capelli riccioli e corvini, da giocarci e affondarci le mani dentro. Piedi magri, spesso messi in calzini di colori diversi, cosce fini ma muscolose, maledettamente sexy. Un fisico asciutto, da ballerino. Vestiti spesso bizzarri, di colori appariscenti, di anni ormai passati. Mani delicate, con dita affusolate, che a vederle ti viene voglia di stringerle con affetto. E poi il viso, un viso da angelo. Non ci sono parole per descriverlo, splendido. Due occhi talmente scuri da perdercisi dentro, e un sorriso che solo appena accennato ti abbaglia.

Un portamento elegante, da re. Beh, infatti lui è il Re, the king of pop.

Michael Jackson.

Ma per Sofia non è solo il Re del Pop. Per lei è the king of all.

Sofia si sentiva un po’ in colpa, perché non ci è sempre stata affezionata. È nata troppo tempo dopo di lui, da piccina non sapeva nemmeno chi era. Una volta, con espressione curiosa, lo aveva chiesto alla sua mamma.

“Mamma, ma chi è questo Michael jason??”

“Michael Jackson, tesoro.” Le aveva risposto dolcemente la mamma.

“chi è?? Mi hanno detto che dorme con i bambini.” aveva affermato la bambina, ripensando alle parole dei suo amichetti, saltellando per la strada.

“è un cantante. Canta e balla. Prima era nero e dopo era bianco. Sì, è un po’ fissato con i bambini.”

La bambina, raccogliendo una margherita, si faceva molte domande su questo strano signore. Come tutti i bambini, che ogni 10 minuti riescono a scoprire qualcosa di nuovo.

“Ma fa del male hai bambini?” aveva chiesto Sofia, staccando i petali della margherita.

“Non lo so.” Aveva chiuso la mamma, fine del discorso.

E ora, dopo quasi 8 anni, nel 2009, Sofia scopre che Michael Jackson è morto per attacco cardiaco.

“Che peccato.” Aveva pensato, “era ancora giovane per morire.”

Tutto qui, niente di più. Ma nel giro di pochi mesi per Sofia Michael Jackson diventa una delle persone più importanti della sua vita, un punto di riferimento.

Non voleva farsi piacere Michael, anzi. Una notte però, aveva fatto un sogno su di lui. Nel sogno era un uomo fantastico, gentile. La stringeva a sé con dolcezza, facendole venire brividi di piacere lungo tutta la schiena.

Al risveglio la ragazza era molto confusa, ma non se n’era curata. Poi però il sogno si era ripetuto, con sempre più dettagli e mostrando una persona sempre più ammirevole.

“Uffa, ma basta!” sbuffava la ragazzina quando si svegliava dopo quei sogni involontari.

Poi però Michael Jackson l’aveva incuriosita, guardando per la prima volta lui che cantava e ballava la canzone “Billie jean”. Era una cosa incredibile, non aveva mai visto prima una persona ballare in quel modo. Figuriamoci in contemporanea con il canto, era davvero bravo.

Il suo corpo faceva tutto quello che voleva, muovendosi a ritmo e con scioltezza incredibile. I piedi sembrava fossero sul ghiaccio, scivolando e roteando come su una scala mobile faceva il suo “moonwlak”, e Sofia ne era rimasta estasiata. Così, finalmente, aveva cercato di scoprire di più su Michael Jackson.

Lentamente Sofia aveva imparato ad amarlo non solo come artista, anche per la splendida persona che era. Perché pochi hanno imparato a vedere che dentro di lui si nascondeva un bambino fragile che aveva bisogno di coccole e amore.

E ora è il 25 giugno 2010. Come passa veloce il tempo, Lui se n’è andato esattamente un anno fa.

Per tutto il giorno Sofia aveva tentato di non pensarci, di trattenere tutte le lacrime che pregavano di venir lasciate libere. Aveva da fare con la famiglia, dovevano andare ad una di quelle noiosissime cene con i parenti…e lei avrebbe solo voluto starsene a casa a ascoltare le Sue canzoni e ad abbracciare peluche, accoccolata sotto le coperte…

Invece la ragazzina era seduta al tavolo di un ristorante, insieme ad almeno altri 15 parenti che ridevano e scherzavano, fra zii, nonni e cugini. Che palleee….

L’unica seria fra tutti era lei, l’unica che non aveva toccato le patatine e la carne nel suo piatto, con i capelli liscissimi e neri messi un po’ davanti al viso. Si torturava con le mani la collana che portava al collo, quella con il ciondolo che si apre, con una foto di Michael. Si era sentita stupida a mettere proprio la Sua foto là dentro, ma tanto è chiuso e nessuno può saperlo, a parte lei. La foto che ha nel piccolo ciondolo argentato è di Michael quando aveva poco più della sua età: i capelli a cespuglio, un gran bel sorriso, lo sguardo dolce e timido, la pelle scura con già qualche piccola chiazza pallida.

Solo questo pensiero riusciva a balenarle nella testa, mentre chiudeva gli occhi: “Mi manchi, mi manchi, mi manchi, mi manchi…”

“Sofi, va tutto bene??” sua sorella la guardava stranita.

“Sì, tutto ok…” aveva risposto la ragazza, ma in realtà lo sapeva che era il contrario.

Si era rifiutata di mettere l’orrendo vestito bianco che le aveva comprato sua mamma per quella cena, perché a parer suo era già un angelo ad andarci. Si era messa dei semplici pantaloni neri, con una maglietta grigia molto poco appariscente, con una piccola scritta sul bordo: “missing you”.

I capelli erano sciolti, e cadevano lisci sulle spalle; non come quelli di alcune cugine, pieni di mollette e codini sfarzosi. Sofia odiava quel genere di cose, specie quel giorno.

Non si era truccata neanche un po’, non ne aveva voglia, perchè il trucco va via quando si piange e sbava tutto. E lei sentiva che prima o poi sarebbe scoppiata.

“Non ce la faccio più.”

Aveva sbuffato questa frase, appena udibile nel chiacchiericcio di tutti i parenti, e aveva afferrato la sua borsetta. Velocemente aveva preso il suo ipod azzurro e si era infilata le cuffie nelle orecchie, facendo partire una canzone a caso. “You are not alone”.

Questa non ci voleva, se non stimolava le sue lacrime questa…la voce di Michael parte subito, dolcissima e allo stesso tempo sensuale, facendole venire un tuffo al cuore.

Sofia aveva cambiato canzone con forse un po’ troppo vigore, ma erano tutte malinconiche, come se le avesse messe in fila apposta.

“Il mio angelo custode”, “Non ci sei”, “I miss you”, “Here without you”….

Non ne può veramente più, Sofia, e quindi lascia la canzone “Never alone”, triste ma pur sempre splendida. Mentalmente la ragazza ripassa le parole, socchiudendo gli occhi:

“Never alone
Never alone
I'll be in every beat of your heart
When you face the unknown
Wherever you fly
This isn't goodbye
My love will follow you, stay with you
Baby you're never alone….”

“Sofia!!”

Il suo nome le aveva fatto aprire gli occhi di scatto, togliendo una cuffia. Sua madre la guardava arrabbiata, mentre appoggiava la forchetta sul piatto.

“Non è educato, togli subito le cuffie!” aveva esclamato, con uno sguardo di chi non accetta repliche.

Sofia stava per ribattere, ma alla fine si era arresa e aveva spento di malavoglia l’ipod.

“Ma Sofia che ti succede oggi??” aveva esclamato la nonna, dandole un pizzicotto, beccandosi un occhiata infuocata di rimando.

“È vero sembri depressa…” ecco, ora pure sua cugina Molly.

Sofia se ne stava zitta, guardando le patatine nel suo piatto e pensando ai fatti suoi.

“Io lo so perché….è per i pedofilo là, Michael Jackson.”

Il suo cuginetto di otto anni, in quel momento rischiava di brutto la vita. Sofia aveva stretto i pugni, mentre gli altri parenti ridevano per quel motivo così STUPIDO.

“Ma dai tesoro sei triste per un cantante?” aveva domandato sua zia, ironica.

“È morto il 25 giugno dell’anno scorso.” Si era limitata a sbuffare tristemente la ragazzina.

“Ci credo, aveva paura di essere accusato ancora per stupro di bambini!!”

I suoi cugini se la ridevano, seguiti a ruota da alcune cugine decisamente ignoranti e oche, mentre Sofia aveva solo voglia di correre via da quel ristorante. La voce di suo padre le sembrava lontana:

“Non ho mai capito come ha fatto ad affezionarsi tanto a QUELLO LÀ. È successo poco dopo la sua morte, forse è una moda….resta il fatto che Sofia ne è estasiata, i gusti sono gusti. Lo trova pure bello e affascinante, che ne so….”

Qua era scoppiata la risata più fragorosa, come dire che Michael non fosse affatto bello, anzi, un mostro. Sofia si stava mordendo talmente forte il labbro da sentire il gusto di sangue in bocca.

“Davvero è così??” aveva chiesto lo zio Bill.

“Certo. Lui era molto bello.” Sofia non si arrendeva.

“Sì, bello….con quella pelle bianca e nera quasi sembrava una mucca!!” aveva gridato un altro suo zio, sembrando infantile più di un poppante.

“State zitti, voi non sapete niente.” Una debole protesta, quella della 14enne.

“Dai Sofia, non fare la bambina. Accetta anche le opinioni degli altri, siamo più grandi e sappiamo più cose di te.” Aveva detto ridendo Paolo, 18enne, trattandola come fosse dell’asilo nido.

Poi come se non bastasse, suo cugino aveva continuato, dicendo cose sempre più crudeli.

“Ma usava la candeggina per sbiancarsi??”

Il labbro che sanguina, la fronte che suda.

“Ma gli hanno affidato dei figli pur sapendo che era pedofilo?”

Le mani strette a pugno, la borsetta che cade a terra.

“Forse semplicemente non aveva rapporti con donne perché su padre picchiandolo lo aveva beccato proprio là…”

Gli occhi che pungono, il cuore che impazzisce.

“Adesso basta!!” un urlo che sentono anche agli altri tavoli, quello di Sofia.

Tutti i parenti la guardavano, stupiti, scuotendo la testa come a dire che fosse pazza. Sofia non piangeva solo per non dargliela vinta, e guardava il cugino con rabbia.

“Ehi calmati…” aveva detto strafottente Paolo, sistemandosi meglio sulla sedia.

“Non mi calmo finchè chiedi scusa, visto che sei un ignorante.”

Tutti i cugini avevano sibilato un “ooh…”, mentre lei era al centro dell’attenzione.

“ignorante sarà stato lui, aveva mille malattie ma era pure malato di mente, tarato…”

La sedia di Sofia era caduta a terra insieme alla borsetta, mentre lei con una rabbia incredibile e molta velocità era piombata addosso al cugino, tirando pugni a destra e a manca. Non ce l’aveva fatta a trattenersi e ora lo stava proprio menando, sovrastandolo sulla sedia. Nonostante fosse molto più piccola di lui veniva spesso presa in giro per il suo peso, comunque non eccessivo ma quel poco in più che quella sera era servito, mischiato alla forza della rabbia.

“Ragazzi, basta, ragazzi!!” il richiamo della mamma, delle zie.

Tutto il ristorante ormai li guardava e Sofia lo stava riempiendo di botte, senza che lui riuscisse a fare niente. Che mollaccione, pensava lei.

Quando suo padre l’aveva afferrata per le spalle e tolta dal cugino, lei ancora scalciava e mostrava i denti, come una leonessa che difende i suoi cuccioli.

Paolo aveva piagnucolato, toccandosi il braccio con i segni dei denti della cuginetta, e l’aveva guardata malissimo, insieme a tutti gli altri del ristorante.

“Tu sei matta, proprio come lui.”

Dopo questa frase Sofia era scoppiata a piangere, correndo fuori dal ristorante al buio, senza neanche raccogliere la borsetta.

Sofia camminava per la strada buia, facendosi forza da sola, stringendo così forte il suo ciondolo da farsi diventare le nocche bianche. Le lacrime avevano finalmente cessato di sgorgare dai suoi occhi azzurri, e lei mentalmente si ringraziò per non essersi truccata. Non sapeva bene come fare ad arrivare a casa, sapeva solo che era molto vicina e che in fondo non ci voleva tanto a trovare la via giusta. Per lei l’importante era non tornare là.

“Sofi!! Sofi!!”

La sua sorellina era davanti alla porta del ristorante, con lo sguardo preoccupato e le manine che si rigiravano le lunghe trecce scure. Il vestitino rosa confetto le stava molto stretto al pancino, ma la nonna gliel’aveva regalato e non era una cosa carina non metterselo, aveva detto la mamma.

Elisa, così si chiamava la piccola, era corsa fino dalla sorella con gran fatica, inciampando qua e là. Appena l’aveva raggiunta le aveva stretto la mano e aveva detto con voce dolce:

“Sofi ti perderai, ritorna dentro.”

“Non ti preoccupare Elly, so come si arriva a casa, ci metterò pochissimo. Quando tornerete mi troverai là, promesso. Va bene??” e dopo aveva fatto l’occhiolino, come piaceva tanto a lei.

Una piccola bugia bisogna sempre dirla ai bambini piccoli, si disse la ragazza, per non spaventarli.

“Va bene.” Aveva sorriso incerta la bambina, ed era corsa di nuovo dentro.

Sofia ormai camminava da un po’ in quella strada buia, e sinceramente stava cominciando a preoccuparsi. Stava quasi pensando di ritornare indietro al nonostante la stupidità dei suoi parenti e la ferita nel suo orgoglio, ma il ristorante era troppo lontano, nemmeno lo vedeva più. Non aveva freddo, essendo una giornata di fine giugno, ma gelava dentro. Si sentiva tremendamente sola. La ragazzina si concentrava sul suono delle sue All Star nere, chiedendosi che ore fossero state, ma poi aveva rinunciato a cercare un orologio.

“Michael, vorrei così tanto che tu fossi qui.” Aveva sussurrato stupidamente la ragazza.

In quel momento si sentiva peggio che Katy in moonwalker: sola in una via scura, perdipiù senza neanche quel vecchio orsacchiotto. Stanca dal camminare Sofia si era seduta sul marciapiede, portandosi le gambe al petto.

Era così sola e indifesa, in quella notte triste per migliaia di fan in tutto il mondo. L’unica cosa che le poteva dare forza in quel momento era la musica, ma come una sciocca aveva lasciato la borsetta nel ristorante….ma c’era comunque un altro modo.

Prendendo fiato in quell’aria fresca e serale, Sofia aveva cominciato a cantare dolcemente “Non ci sei” dei Sonhora, lasciandosi cullare dalla malinconia.

La melodia della sua voce era lentamente cessata, lasciando scuotere la ragazza da un singhiozzo involontario. Sofia aveva chiuso gli occhi, cercando di liberare la mente da tutto quello che ci vorticava incessantemente dentro. Mille immagini di Mike si rifiutavano di andarsene, essendo così importanti, mentre lei cercava di scacciarle.

“You are not alone, I am here with you
Though we're far apart
You're always in my heart
You are not alone….”

Le parole della sua canzone preferita erano risuonate nell’aria all’improvviso, come se avesse acceso l’ipod. Ma questo era da escludere, visto che purtroppo non ce l’aveva con sé.

Ma allora da dove proveniva la canzone, c’era forse una radio per la strada?? Impossibile…

Tutto ad un tratto la strada non era più buia, anzi, una luce abbagliante faceva in modo che Sofia non vedesse niente.

“Ma che cavolo….” Aveva borbottato lei, sfregandosi gli occhi per non rimanerne abbagliata.

Come sempre faceva davanti alle cose che non si aspettava, Sofia era diventata razionale.

Quella luce doveva pur venire da qualcosa, e lei non poteva starsene là impalata.

Non è che forse era morta, e quello era il famoso tunnel che portava al paradiso??? No, ma che idea stupida, eppure….era curiosa come non mai.

La ragazza si era alzata ed era andata lentamente verso la luce, a passo incerto, le ginocchia tremolanti come gelatina.

Appena si era avvicinata, era stata immersa dalla brillantezza della Luce, dalla sua purezza. Le era sembrato di essere vicinissima al sole, in una luminosa giornata d’estate. Era accecata, e avrebbe potuto giurare di sentire una voce angelica continuare ad intonare “You are not alone” per lei. L’amarezza e la malinconia in quel momento se n’erano andate.

Sofia si sentiva in pace, particelle di polvere scintillavano dappertutto come brillantini, o come stelle, galleggiando nei raggi di luce, formando un’atmosfera luminosa e irreale.

Tutt’ad un tratto la luce l’aveva avvolta dolcemente, stringendola in una specie di abbraccio, mentre lei chiudeva gli occhi. Quando la luce l’aveva lasciata, Sofia non aveva più gli stessi vestiti.

“Com’è possibile….” Si era chiesta, ammirando il nuovo abito.

Un vestito leggero, con una stoffa che sembrava venuta da lontano, le stava a pennello. Era candido e bianco, e vi erano ricamati sopra dei piccoli fiori azzurri.

Più si avvicinava e più la vista le tornava, mostrando davanti ai suoi occhi una porta socchiusa. Chiuse un occhio e tenne l’altro aperto, sbirciando come se stesse guardando un film dell’orrore.

Continuava a camminare, spinta da un’enorme curiosità ed attrazione, sebbene un leggero timore le consigliava di restare seduta con la testa fra le ginocchia.

Quel momento magico nella luce dorata era stato interrotto quando lei era caduta stesa per terra, era riuscita a inciampare, imbranata com’era. Sofia aveva aperto piano gli occhi e sbattuto un paio di volte le palpebre, cercando di mettere a fuoco ciò che c’era intorno a lei.

Aveva alzato la testa rimanendo sdraiata e scostandosi i ciuffi neri del viso, scioccata dalla scena che le si mostrava davanti, o meglio, da CHI aveva davanti.

Michael Jackson.

Un vero Angelo in piena regola, con enormi ali bianche e tutto il resto. I riccioli neri gli carezzavano dolcemente il viso, che annegava nella luce pura quasi quanto lui. Michael le sorrise, un sorriso da svenimento, i denti bianchi e le labbra da baciare.

Era scalzo, in piedi davanti a Sofia, e le stava porgendo la mano per rialzarsi.

Senza che glielo chiedesse due volte Sofia aveva allungato il braccio verso di lui, come fosse impossibile toccarlo, con un espressione alquanto ebete sul volto.

“I am here with you, Sofia.” Aveva detto con voce dolcissima l’angelo, procurandole l’ennesimo colpo al cuore.

Michael le stava stringendo la mano, rimettendola in piedi con sicurezza. La sua mano era calda e morbida, così come l’abbraccio in cui l’aveva appena avvolta.

Sofia si trovava fra le braccia di Michael Jackson, il suo angelo, e lui sorrideva. Non ci poteva credere, di certo era tutta un’illusione. Appena lui l’aveva scostata leggermente da sé, arrecandole un sospiro, aveva chiesto:

“Michael….sei veramente tu?? Sei davvero qui, con me??” la sua voce era incredula.

“Certo, avevi bisogno di me, e sono venuto.”aveva risposto lui, tranquillamente.

“Sei venuto….apposta per me??” aveva mormorato la ragazzina, perdendosi nei suoi occhi.

“Ho sentito il tuo amore, Sofia.” Aveva detto sorridendo, “ti sentivi sola ma io sono sempre con te, anche se sono morto.”

“Allora davvero….” Aveva sussurrato Sofia, avendo la prova certa che Lui se n’era andato.

Per confermarle la risposta Michael aveva fatto brillare ancora di più le sue grandi ali, attirandola a sé. Sofia si sentiva in paradiso, nel vero senso della parola, nuovamente fra le sue braccia.

“Ti sta bene il vestito, sei proprio bella.” Le aveva detto, “dentro e fuori.”

Sofia era arrossita violentemente, sentendosi per la prima volta nella sua vita veramente affascinante, perché gliel’aveva detto lui. Non carina come una bambina piccola, ma bella come una ragazza grande. La fissazione di essere cicciottella, quel difetto di essere bassa, era come fossero svaniti all’improvviso. Ma lui non era solo bello, lui era…era LUI.

“Non sarai MAI solo.” Le era scappato dalle labbra.

“Grazie, Darling.” Aveva risposto con sincerità, facendo luccicare i suoi occhi scuri.

“Io….senti, visto che non mi ricapiterà mai una situazione come questa, volevo dirti…” aveva balbettato la ragazza, torturandosi le mani.

“Parla sinceramente con me, Sofia. Sono il tuo angelo, veglio su di voi.”

“Ti amo, ti amo da morire.”

Ci era riuscita, glielo aveva detto, a volume basso certo, ma lui aveva sentito. Le guance di Sofia si erano tinte rosso, mentre il suo cuore si gonfiava di felicità.

Dopodichè Michael le aveva accarezzato il collo, senza sapere che lei si sentiva svenire dall’emozione, e al suo ennesimo brivido gli era scappata una risatina divertita.

Sofia aveva sentito un improvviso bruciore laddove la sua mano toccava, e aveva stretto gli occhi per cercare di sopportare.

“Scusa…” diceva lui, “Ho voluto lasciarti la sicurezza del mio amore.”

“Cosa??” aveva biascicato la ragazza, toccandosi delicatamente il collo.

“Capirai, questo serve per farti ricordare di me, diffondere il mio messaggio. Ricordati, Sofia, l’amore è la cosa più importante di questo mondo ormai ferito. Semplicemente ama, e verrai amata.” Aveva spiegato con voce dolce il bellissimo angelo.

Sofia aveva annuito sicura, tenendo ancora la sua mano con possessività.

“Anche se non mi vedrai, io rimango nel tuo cuore…”

Michael stava cominciando a scomparire, e Sofia aveva paura di lasciarlo andare. Era tutto un sogno, si sarebbe svegliata?? Michael sarebbe stato bene??

Una lacrima le aveva rigato il volto, bagnandole le guance, mentre un singhiozzo la scuoteva. Cercava di non piangere, per Michael, che mentre diventava sfuocato le sorrideva rassicurante.

L’angelo le si era avvicinato, e le aveva lasciato un bacio delicato e pieno d’affetto, mentre lei chiudeva gli occhi e finalmente sorrideva.

“I love you too…” le aveva sussurrato all’orecchio, prima di confondersi con la Luce.

***

Sofia si era risvegliata nel suo letto, nella sua cameretta ricoperta di poster. Aveva sospirato con malinconia ripensando a Michael, e si era messa a sedere sul letto.

Si era guardata gli abiti, sperando di portare il candido vestito, ma purtroppo indossava i semplici vestiti del ristorante. Era tutto perfettamente normale.

Sofia si era aluzata, stropicciandosi gli occhi ancora lucidi dal pianto, e si era seduta sulla sedia, davanti allo specchio. Lo specchio mostrava una ragazza triste, senza Luce né cose surreali.

“Che bel sogno che è stato…” aveva sussurrato a sé stessa.

Le stelle brillavano fuori dalla finestra, come se volessero suggerirle qualcosa. Ma cosa volevano dirle?? Una brillava quasi come la luna, nel cielo scuro.

“Seconda stella a destra, e poi dritto fino al mattino…” sussurrava Sofia, ridacchiando.

Poi si era voltata di nuovo verso lo specchio, osservandosi.

“Ho voluto lasciarti la sicurezza del mio amore.” Questa frase era balenata all’improvviso nella sua memoria.

Sofia aveva sgranato gli occhi chiari, eccitata, ricadendo nel momento splendido di un attimo prima. Si era tirata su i capelli neri con le mani, nervosamente, osservando con cura il suo collo.

Un urletto emozionato le era scappato dalla bocca, facendola sorridere come non aveva mai fatto.

Sul suo collo, proprio dietro l’orecchio, c’era un segno. Un segno dolcissimo, molto delicato, che si notava poco. Era di un color pervinca, come una voglia. Sofia la guardò con amore, quella era la sicurezza che tutto era successo. La voglia a forma di cuore brillava alla luce della luna, così come gli occhi della ragazzina.

“Sofi…..perchè hai urlato??” aveva protestato Elisa, nel lettino accanto al suo.

“Niente, niente Elly….dormi pure.” Aveva sussurrato la sorella maggiore.

“Un angelo veglia su di noi….”

E con il sorriso ancora stampato sul volto, Sofia si era accovacciata davanti alla finestra, osservando con amore quella stella così luminosa nel cielo, Michael.

 

 

 

Angolo Autrice:

Eccomi qua miei adorati Jacksoniani!! volevo pubblicarla il 25 ma mi è venuta piû lunga di quanto pensassi.....ci ho messo tanto impegno e soprattutto amore, quindi spero che vi piaccia!!! :) :) ci ho messo pure il mio sgorbietto in fondo ;) ;)

ringrazio tutti voi e soprattutto le mie carissime amiche ti youtube, dolci e speciali, e Duny che mi ha incitata a scrivere!! VI AMOOOO

che il nostro angelo riposi per sempre, with L.O.V.E!! baci, recensite per favore!!

ah, dimenticavo di dire che Sofia come personaggio è molto ispirata alla sottoscritta xD visto che me l'hanno chiesta....sì, l'aspetto e molte cose sono mie¨!
  
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