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Autore: Morea    30/06/2010    11 recensioni
Perchè non esiste mare in tempesta, se il vento impetuoso del tuo nome non arriva a stuzzicarlo.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza serie
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Era semplice dipingere, prima.
Bastava rifugiarsi nella pace imperturbabile della Villa, nella stanza che solo io avevo il permesso di occupare, di fronte al cavalletto ed alla tela che riflettevano la luce adamantina del pomeriggio.
Era semplice anche suonare.
Senza preoccupazioni, le note uscivano sinuose dal violino, l'archetto accarezzava le corde con una dolcezza che tante volte ricordo con nostalgia, abituata come sono all'imprevedibilità ed all'instabilità della mia attuale vita di tutti i giorni.
Ricordo ancora la pioggia che tamburellava sulle ampie vetrate, fornendomi l'ispirazione per schizzi aggressivi o malinconici, oppure il vento che scuoteva i ciliegi del parco, intessendo una melodia che solo io sapevo carpire. Quante volte ho imitato la natura, nei suoni, nei colori, e quanto è difficile farlo adesso.
Sono una Senshi ora, e non ho più tempo per godermi le piccole cose: il mondo mi brama, mi esige, mi cerca per essere difeso, ed ogni dettaglio sfigura di fronte alle grandi azioni che ognuno si aspetta da me. Ma non è quello a preoccuparmi: è il mio destino, e come tale lo abbraccerò, lo accetterò, lo concretizzerò.
Ero pronta anche alla morte, quando ascoltai per la prima volta il turbinio delle onde, interpretando la sua arcana lingua; ero pronta a vivere nella paura, a rinunciare ai miei sogni: non sarei più stata un'affermata violinista, o una pittrice acclamata, solo una guerriera, una subalterna di un'entità più grande di me.

Ero pronta a tutto, ma non ero pronta a te.

A te che pervadi l'aria con il rombo della tua infernale moto.
A te che fissi il mare credendo di poterlo dominare, ammaestrare, farlo tuo.
A te che mi hai portato a vivere in un condominio in centro, dove la natura è solamente un ricordo lontano.
A te che credi di possedere tutto, anche la mia intimità.
A te che non rispetti i miei spazi, ma che anzi ti presenti nel mio regno avvolta in una maglia troppo grande per te, sgranocchiando schifezze e pestando i piedi in terra con l'evidente proposito di deconcentrarmi.
Non riesco più a dipingere, non riesco più a suonare.
Sei un inferno, Haruka.

Mi domando ancora perchè il fato abbia scelto proprio te, come mia compagna di avventure e di vita.
Prima di te, sognavo di avere al mio fianco un uomo gentile, pacato, riflessivo, lo stesso sposo che i miei genitori avevano designato per me da tempo. Poi, ho dovuto cercarti, trovarti, farti partecipe del segreto che io stessa porto con me da mesi, e ho condiviso con te molto più di ciò che avessi pronosticato per me, per noi.
Sono diventata il disonore dei Kaioh. E tutto questo per una brusca, agitata, impulsiva donna nevrotica.
Mi sono chiesta a lungo il perchè avessi buttato tutto alle ortiche: bastava non toccare quello scettro col simbolo di Nettuno, bastava ignorare i sogni premonitori, lasciando l'onere della difesa di un pianeta vicino alla rovina a spalle più larghe e più robuste delle mie. Non ti avrei mai incontrato, non ti avrei mai amato. Sarebbe stata una rinuncia sopportabile, in nome della musica e dell'arte, un sacrificio neanche troppo doloroso, in vista del mio sicuro successo e della mia riuscita nelle cose che amavo di più.

Mento. Prima ancora di accettare la mia missione, ho accettato di condividerla con qualcuno. Sailor Neptune era la chiave per qualcosa di più, qualcosa che sentivo presente nonostante la disgregazione di ogni cosa, nonostante il disordine inquietante a cui avrei condannato la mia Terra. Era ciò che muoveva il mio mare, ciò che dava voce e forma alla spuma bianca delle onde, che donava un profumo ineguagliabile alla salsedine del mio spirito.
Ho riconosciuto quello in te. La velocità, la sicurezza, la frenesia. L'unica forza che avrebbe potuto plasmare il mio mondo, donargli completezza e vivacità.
Ecco perchè ti sopporto, ecco perchè ti voglio accanto a me.



Perchè io e te ci completiamo.
Perchè tu sei la parte di me che è stata ingabbiata, inibita, rinchiusa in un mondo dorato di bei vestiti e buone maniere.
Perchè la tua velocità è la mia aria, la tua sicurezza è la mia protezione, la tua frenesia è la mia libertà.
Perchè la tua forza è il mio unico appiglio.

Perchè tu sei me, Haruka.

Perchè non esiste mare in tempesta, se il vento impetuoso del tuo nome non arriva a stuzzicarlo.








Ok, questa fanfic non ha senso xD
Ma non posso aggiornare le altre perchè gli ultimi due esami dell'anno mi stanno togliendo l'aria, anche se prometto che nell'ultima settimana di luglio aggiungerò un capitolo a tutte e tre le mie storie in corso (ok, promessona che spero di mantenere :D).
Ho deciso di scrivere questa piccola one-shot per chiedervi scusa: sono una pasticciona, disorganizzata, lunatica e stressata studentessa, e spero che tutti voi possiate perdonare la mia incapacità totale di rispettare le scadenze che ogni bravo e rispettabile autore di fanfic dovrebbe onorare.
Ci sentiamo presto, anche se non è vero :P
Giulia
  
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