Maybe...
Note: Una one shot non molto lunga, ma che viene
dal cuore... Inutile dire che è di un
romanticismo tale da cariare i denti, quindi chi legge dovrà andarse
ne
da un dentista il prima possibile! Prenotate fin da subito la visita!
Parla
di una coppia che non viene mai presa in
considerazione, in effetti improbabile, ma che per me proprio per questo
potrebbe essere una rivelazione dell’anime: Rei ed Hilary. Perché
non potrebbe nascere qualcosa tra quel gran bel pezzo di gnocco del cinese
del
gruppo e la timida ragazza che sta a guardare
ciò che succede intorno a lei con aria passiva? Secondo me potrebbero essere una splendida coppia.
E
adesso... via con la storia!!!!
'mso-bidi-font-weight:
normal'> Hilary
fissava il tramonto sul fiume con occhi gonfi di lacrime. Era seduta su una
panchina sulla riva, da cui aveva pieno dominio del cielo imbrunito e
dell’acqua tinta dell’arancio della
luce
morente del sole. Quello era uno spettacolo che aveva ammirato spesso, e non
aveva mai visto uno uguale all’altro.
Quando
era insieme a lui, tutto era più bello. Poteva
guardare la stessa cosa diecimila volte, ma era sicura che ognuna le sarebbe
sembrata ancora più meravigliosa. Perché
insieme a Kei, lei sentiva di poter fare tutto... Si sentiva protetta e
amata...
Già...
amata.
Che
parola grande... Solo allora se ne era resa conto.
Proprio allora che il ragazzo che aveva sempre detto di amarla più di se
stesso l’aveva piantata sui due piedi senza alcuna spiegazione.
E’ finita, non è più come prima. Voglio
lasciarti” le aveva scritto su quel maledetto
SMS che le era arrivato poco più di un’ora prima. Lo aveva
cercato, gli aveva telefonato, ma il suo cellulare si ostinava a rimanere
spento. Non una ragione per il suo comportamento così
freddo, almeno non una che Hilary riuscisse a comprendere da sola.
Stavano così bene insieme...Cosa poteva
“Hilary...”
Girò
lentamente la testa fino ad incontrare gli occhi dorati di Rei che la
fissavano. Occhi preoccupati e sorpresi.
“Cosa ci fai qui? Perché pia=
ngi?”
le chiese il ragazzo, abbassandosi per asciugarle le lacrime. Hilary spinse=
via
malamente la sua mano.
“Ma...” Rei rimase fer=
mo al
suo posto, mentre la fissava con stupore. Hilary lo stava guardando a sua v=
olta
con occhi arrabbiati.
“Vattene
via” sibilò la ragazza. “Non è te che voglio qui =
con
me. Lasciami sola”
“Eh?
Ma... Che ti è successo? Perché
sei così strana?” Il bel ragazzo che le stava davanti era
preoccupato per lei, ma Hilary era talmente disperata da non riuscire ad
accorgersene.
“Vai
via! Tu non sei lui! TI HO DETTO DI ANDARTENE!”
esclamò la ragazza. “E chi dovrei=
span>
essere? Stavi aspettando qualcuno?” Rei non capiv=
a
il nesso di quel discorso. A quel punto Hilary si alzò dalla panchin=
a e
lo fronteggiò. Gli arrivava sì e no alle spalle, ma nonostante
questo lo fissò prepotentemente.
“Non
capisci come mai sto in questo modo?! Non sai
perché soffro così tanto?!”
gridò, poi si aggrappò al colletto della casacca di lui per a=
vere
un sostegno ed alzarsi in punta di piedi per guardarlo negli occhi.
“PERCHE’ NESSUNO CAPISCE COME MI SENTO?!”
gridò ancora, a pochi centimetri dal suo viso. Rei era
impietrito, e non si sottrasse a quella presa. Hilary continuò a
fissarlo con occhi duri fino a quando non li
spalancò quasi con sorpresa. Il ragazzo davanti a lei li vide riempi=
rsi
di lacrime.
“Oh
mio Dio... Scusami Rei... E’... è
che...” balbettò lei, iniziando a t=
remare
e lasciando il tessuto morbido della casacca di Rei. In quel momento il rag=
azzo
prese un profondo respiro. “Tu... tu non potevi sapere... scusami...<=
span
class=3DGramE>” continuava a dire H=
ilary.
“Ma posso facilmente intuirlo, a questo
punto” rispose lui. “E’ per via di Ke=
i, non
è vero? Cosa ha fatto stavolta?” ch=
iese,
con voce sommessa. La ragazza lo fissò sorpresa, e nemmeno si
chiese come lo avesse compreso. Dopo un primo momento d=
i incertezza
lo abbracciò, singhiozzando forte.
“Lo
immaginavo... Allora ho ragione” mormor&og=
rave;
Rei, stringendola a sé ed accarezzandole la testa. “R-Rei... I=
o...
io non so perché... è stato tutto all’improvviso... Mi =
ha
mandato un messaggio e mi ha detto che non era
più come prima... Che doveva finire...” ri=
spose
Hilary, seppellendo il volto nella sua calda casacca.
“Aspetta
un attimo... vuoi dire che Kei ti ha lasciato?!&=
#8221;
chiese Rei, incredulo, scostandola da sé per guardarla negli occhi. =
Lei
annuì, poi pianse forte e si strinse di nuovo al suo petto. Rei si
accontentò di lasciarla sfogare mentre pi=
angeva
a calde lacrime, sentendo la stoffa impregnarsi della sua frustrazione e
bagnargli la pelle. Ma non se ne curò, me=
ntre
teneva Hilary contro di sé e la consolava con sussurrate parole di
conforto.
Ad
un certo punto, dopo un tempo che le sembrò durare
un’eternità, la ragazza si sciolse dalle sue braccia e si sede=
tte
di nuovo sulla panchina. Rei la seguì e
notò con piacere che stavolta non lo respinse. Hilary fissò il
ragazzo che era seduto accanto a lei e notò particolari di lui che n=
on
aveva mai notato. Come le linee del suo volto, che iniziavano a farsi
più virili... Inspiegabilmente si
ritrovò ad arrossire come una sciocca, ed abbassò velocemente=
gli
occhi per non farsi notare da Rei. Ma come, Kei l’aveva lasciata da
un’ora e lei già pensava al suo migliore amico?!
“Rei...”
disse, dopo qualche istante. “Sì?=
8221;
rispose lui, girandosi a guardarla. “Posso... pos=
so
stare abbracciata a te? Solo per poco...” =
Rei
sorrise, sentendo che nella voce di Hilary c’era una nota di imbarazzo. “Certo” rispose, prendendola=
per
le spalle ed avvicinandola a sé.
Lei
si lasciò manovrare, poi, una volta che si fu accomodata, strinse in=
un
pugno la casacca di lui, come una bambina che st=
ringe
la gonna della madre per trovarvi conforto. Aveva quasi paura che quella fi=
gura
che la stringeva svanisse nell’aria, lasciandole solo il suo splendido
ricordo.
“Oh...
Te l’ho bagnata. Scusa=
mi”
disse, accorgendosi della stoffa umida. “Non preoccuparti. Bas=
ta
che stia un po’ all’aria e si asciuga” rispose
Rei con voce dolce. Hilary respirò profondamente ed inalò il =
suo
odore muschiato, insieme a quel particolare odore che
era solo maschile. Un profumo che sapeva di forza e virilità.
Improvvisamente
non le importò più di nulla, tranne che di loro due... Loro due, seduti in quella panchina, a guardare insiem=
e un
tramonto...
“Non
mi lascerai qui, vero?” chiese a bruciapelo, e Rei abbassò
lo sguardo per guardare la sommità della sua testa. Sfiorò
dolcemente i suoi capelli castani con le dita e giocherellò con una =
ciocca mentre rispondeva: “No, Hilary. Non far&o=
grave;
come ha fatto Kei”
Hilary
scoprì che non provava nulla sentendo il nome di Kei... Forse perché, quella sera, aveva trovato un abb=
raccio
più caldo di cento dei suoi...
Sorrise.
Forse avrebbe dovuto ringraziarlo per averle aperto
gli occhi su chi le stava attorno, e soprattutto su quel ragazzo dolce e
bellissimo che l’aveva consolata con pazienza e gentilezza. Un leggero
rossore le colorò le guance, mentre Rei le diceva: “Forza, sta=
i su
col morale. Forse Kei non era neanche quello giusto per
te” Hilary sospirò.
“Già...
Probabilmente hai ragione... E nel mio cuore io l’avevo sempre saputo... Ma ero troppo cieca per guardarmi intorno e =
vedere
ciò che avevo sempre avuto davanti a me. Ora non farò pi&ugra=
ve;
questo errore” rispose, passando l’altro braccio dietro le spal=
le
del ragazzo che amava...
... Maybe...