Fanfic su attori > Cast Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Esther Sparks    02/07/2010    1 recensioni
Un nuovo piccolo delirio "Ancora quegli occhi erano capaci di attirarla. Di più era stata in grado di innamorarsene davvero. E non per il ruolo del vampiro buono che gli aveva portato la fama"
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cet Amour - OS

Cet Amour

Maela sedeva alla scrivania della sua camera. Dalla finestra aperta giungeva l’odore umido di una pioggia imminente. Guardava fuori, Maela, ma in realtà non stava vedendo nulla. I pensieri scivolavano sui lunghi capelli neri e se ne uscivano insieme all’aria che continuava a cambiare e che si faceva via via più sferzante. La tempesta non si sarebbe fatta aspettare ancora per molto. Ma dentro Maela la tempesta infuriava da tempo ormai. Una tempesta che aveva voce e parlava attraverso i versi di quella poesia di Prévèrt che tanto amava…

[…]Cet amour
Si violent
Si fragile
Si tendre
Si désespéré
Cet amour
Beau comme le jour
Et mauvais comme le temps
Quand le temps est mauvais[…]

Com’era nato? Quand’era iniziato? Perché sembrava che facesse parte di lei da sempre. Che fosse nato e cresciuto con lei, esploso quando su una foto si ritrovò a fissare due occhi che le sembravano familiari. La sensazione di déja-vu le aveva attanagliato lo stomaco. No, attanagliato non rendeva l’idea. Era come se qualcuno avesse infilato una mano dentro il suo ventre e stretto le sue viscere così forte da metterla in ginocchio, da farla boccheggiare, da farla tremare. La didascalia recitava il nome Robert Pattinson. Un volto per Cedric Diggory. Chiudeva gli occhi e rivedeva il suo sorriso incerto, la sua mano tra i capelli. Mano dalle dita lunghe e affusolate. E quella giacca di velluto rosso? Su qualsiasi altro sarebbe forse parsa ridicola e anche un po’ frou-frou… Ma a lui stava che era una meraviglia. E gli occhi. Quegli occhi che erano lo specchio di un anima che era sicura aveva già conosciuto.

E il viso, a distanza di pochi anni, era meno scarno e le spalle più larghe e il petto più consistente di quel fragile ragazzo dalle mani d’artista in cui si era immersa. Ma ancora le mani torturavano quei capelli senza dare loro tregua. Ancora quegli occhi erano capaci di attirarla. Di più era stata in grado di innamorarsene davvero. E non per il ruolo del vampiro buono che gli aveva portato la fama. In un modo che non capiva e che a volte arrivava a detestare lei s’era innamorata di quell’anima che s’affacciava a quegli occhi il cui colore assumeva tutte le tonalità possibili dell’azzurro e del verde e del grigio. Che se lo guardavi nei diversi momenti della giornata e sotto luci diverse le tonalità sfumavano l’una o nell’altra. A Maela piaceva guardarlo soprattutto nelle foto fatte a Londra. Perché i suoi occhi riflettevano i colori della sua città. E c’era il grigio liquido ma tenero che rifletteva il cielo quando stava per piovere, proprio come in quel momento. E c’era l’azzurro lapislazzulo intenso e vivo dei giorni in cui il sole splende. E c’era quel verde acqua di quando il cielo è pieno di nuvole e si specchia nelle acqua chete del Thames.

Maela si beava delle sue risate, delle sue battute. Coi suoi sorrisi costruiva sogni e fiabe a lieto fine notte dopo notte. La voce delle poche canzoni che di lui possedeva era la prima che ascoltava appena sveglia e l’ultima prima di addormentarsi. Possedeva un piccolo quaderno. Ma proprio piccolo di quelli che vinci alle pesche di beneficienza e di cui non sai mai che fare. Beh lei aveva trovato un buon impiego rubando l’idea di un libro letto da adolescente. Su ogni pagina la data, un buongiorno, un pensiero bello per lui, e la buonanotte. Un giorno forse gliel’avrebbe fatto avere. Un giorno lui avrebbe saputo che lei c’era sempre stata anche quando lui nemmeno sapeva che in un quartiere di Londra una ragazza italiana lo stava amando. Così in silenzio. Che l’Amore mica lo devi raccontare. Lo devi vivere e basta. Che l’Amore mica si pone limiti come distanza e tempo. L’Amore è sempre e ovunque.

Solo che a volte l’essere (in) Amore non era sufficiente. A volte aveva, sentiva un disperato bisogno di viverlo davvero quell’Amore. Di possedere anche lui fisicamente, non solo inteso come andarci a letto, che poi non sarebbe mai e poi mai stato solo quello. Ma di potergli stringere una mano, accarezzare una guancia, sfiorare la punta del naso, stringersi forte, sentirlo respirarle accanto, appoggiare l’orecchio sulla schiena e ascoltare il rimbombo della sua voce nella gabbia toracica mentre stava parlando. Restare in silenzio a guardarsi negli occhi dove trovare rifugio dalle tempeste che a volte ci si abbattono addosso. Trovare la soluzione in quello sguardo, protezione, cura, attenzione.

E una lacrima sfuggì dai begli occhi verdi di Maela. Una lacrima sfuggì eppure le parve di zucchero piuttosto che salata. Perché lui non era fatto per il dolore. Lui era fatto per le cose buone e semplici. Lui era come le fragoline selvatiche nelle sere estive, more tardive in un tiepido pomeriggio di settembre. Lui era vita che esplode. Lui era brezza che allieta. Lui era segreti d’ amanti tra lenzuola sudate d’Amore, lui era lui e basta. Molto uomo , poco star. Il sollievo di andarsene da un luogo in cui non si vuole stare, di dire basta a quello che non sta bene, la libertà di dire sì t’accetto o no non ti voglio. Lui era il mare d’estate e la montagna d’inverno. Sabbia e neve. Lui era quello che voleva, che bramava, che anelava e quello che molti chiamano chimera.

Il tuono rimbombò improvviso rompendo la tensione nella stanza. O quella bolla, come lei amava definirla, in cui  lei apparteneva a Robert e Robert apparteneva a lei. In quella bolla in cui Maela creava mille possibili incontri, mille possibili coincidenze che culminavano sempre con un abito bianco e due o tre bimbini che trottavano allegri tra le gambe di mamma e papà.  E non perché fosse mai stata troppo attaccata al matrimonio. Ma con lui non poteva essere altrimenti. Dio se si sentiva patetica. Patetica e ridicola. Ma non riusciva, non contemplava nemmeno a dire la verità, l’idea di lasciare perdere. Voleva seguirla fino in fondo la strada che aveva il suo nome.

Si avvicinò alla finestra lasciando che il vento s’insinuasse tra i suoi capelli lunghi aggrovigliandoli, ingarbugliandoli, intricandoli talmente tanto che poi sarebbe stato tutto un sacramentare districarli. Ma confidava che quel vento l’aiutasse a rischiarare l’umore e che trascinasse quell’unica lacrima fino sulle sue labbra. Fino alle labbra di Robert. Che già quello sarebbe stato tanto. Che già quello sarebbe stato tutto. Che questo era quello per cui lei pregava ogni sera. Un’occasione. Un’unica occasione. Una possibilità. Piccola, minuscola. E non come fan. Perché lei mica era capace di fare la fan. Altrimenti significava che era fan anche di quel ragazzo che a 15 anni prendeva il bus con lei. E lei lo sbirciava dal fondo o dal davanti o da dietro un palo. Quel ragazzo che portava sempre le cuffiette e che era stato il suo primo amore da adolescente. Per quel ragazzo aveva sospirato in silenzio, pianto la notte, sorriso la mattina appena sveglia… E per Robert era lo stesso. Come puoi sapere perché una persona ti attrae all’inizio, cosa scatta? Lei non era mai stata brava in questo. Perché quando Maela amava non è che lo faceva un po’, abbastanza, il giusto. Amava. Punto.

E Maela amava Robert.

Prese il quadernino e sotto  la data e il “Buongiorno Amore” scrisse:

‘[…]Notre amour reste là
Têtu comme une bourrique
Vivant comme le désir
Cruel comme la mémoire
Bête comme les regrets
Tendre comme le souvenir
Froid comme le marble
Beau comme le jour
Fragile comme un enfant
Il nous regarde en souriant
Et il nous parle sans rien dire
Et moi je l’écoute en tremblant
Et je crie
Je crie pour toi
Je crie pour moi
Je te supplie
Pour toi pour moi et pour tous ceux qui s’aiment
Et qui se sont aimés[…]’

 

YAKETY- YAK

Che volete che vi dica. A volte escono queste cose e io le butto giù. Per ora è una Os. Però boh… faccio sempre in tempo a cambiare idea. Che qua tutto si trasforma. Anche Chelsea Morning mi sta sfuggendo di mano e da sole scene che dovevano essere sta seguendo una linea temporale… Boh. Ma voi non ve la prendete se io sperimento vero? Un abbraccio. Lyo

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Esther Sparks