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Autore: yukiko_no_niji    03/07/2010    19 recensioni
A quale costo aveva compiuto quella scelta?
Da quel momento in poi non avrebbe avuto più nessuno da amare.
L’unica donna che avesse mai amato gli era stata strappata via.

[Pre SerieTv]
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Uther
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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IMPORTANTE: I personaggi di queste storie non mi appartengono, ma appartengono alla BBC e chi per essi. Da queste storie non ci ricavo niente.

 

Questa storia partecipa al CitaFic Festival indetto da ff_serietv_ita con la citazione:

Moonlight – Ai mostri non è concesso il lieto fine. (Mick)

 

Un grazie a Egle, che si è letta la storia in anteprima, benché lei non sopporti leggere le storie tristi. Quindi lo apprezzo moltissimo! ♥

 

Ai mostri non è concesso il lieto fine.

 

Uther sedeva sul trono, un gomito posato sul poggiolo e la mano portata sotto il mento.

I suoi occhi color del ghiaccio, guardavano davanti a sé, persi nel vuoto.

Non una parola, non un sospiro.

Aveva perso sua moglie.

Gaius gli aveva appena dato la notizia.

Con le lacrime agli occhi, il cerusico era arrivato davanti a lui, prostrandosi in un profondo inchino.

“Il vostro erede è nato, Sire.”

Uther aveva sussurrato un Arthur nell’aria.

Quello era il nome che avevano deciso per il loro figlio.

“Ma sono spiacente di dovervi dare una terribile notizia…

Il Re aveva alzato gli occhi.

Temeva ciò che l’altro stava per dirgli.

Temeva.

“Vostra moglie, la Regina Ygraine, è morta.”

Improvvisamente, dentro di sé, qualcosa si era spezzato.

Nimueh lo aveva tradito.

Si era presa la vita di sua moglie, lasciandolo solo con un figlio.

Quel figlio che un giorno sarebbe divenuto Re del suo stesso regno.

Quel figlio per cui aveva deposto sua moglie nelle mani della magia.

Quel figlio che gli aveva portato via l’amore della sua vita.

A quale costo aveva compiuto quella scelta?

Da quel momento in poi non avrebbe avuto più nessuno da amare.

L’unica donna che avesse mai amato gli era stata strappata via.

Gaius lo guardava silenzioso, mentre lacrime atone scorrevano sulle sue guance.

Aspettava delle sue parole, forse?

Cosa avrebbe potuto dire?

Il vecchio amico sapeva perfettamente che lui si era rivolto a Nimueh per la nascita di quel figlio.

La persona che non lo aveva mai saputo era la stessa Ygraine, quella donna che aveva tanto amato e che adesso era morta.

Morta per un suo capriccio.

Morta per dare al suo popolo un erede.

Quell’erede che non aveva il coraggio di guardare in viso.

Congedò il cerusico, senza lasciargli modo di parlare.

Ai mostri non è concesso il lieto fine.

 

Era passata una settimana.

Una settimana dalla nascita di suo figlio, una settimana dalla morte di Ygraine.

Aveva partecipato alle esequie della moglie. In realtà tutto il popolo di Camelot vi aveva preso parte, riunito in quel luogo per onorare quella Regina che avevano tanto amato, da sempre.

Durante la commemorazione funebre, alle orecchie di Uther erano arrivati dei lamenti strazianti.

Un pianto disperato che proveniva da un corpicino che aveva solo pochi giorni di vita.

Quelle urla lo stavano implorando.

Suo figlio lo stava chiamando a sé.

Suo figlio aveva bisogno di lui.

Ma Uther non era ancora pronto per fare quel passo, per vedere il volto di quel figlio che avrebbe per sempre preso il posto della moglie.

Ai mostri non è concesso il lieto fine.

 

Nei giorni seguenti, il Re aveva riunito la corte, i suoi fidati cavalieri ed i consiglieri del regno.

Urgeva indire delle nuove leggi.

Leggi contro la magia, leggi contro la stregoneria.

Da quel giorno qualunque essere vivente dotato di magia avrebbe dovuto lasciare Camelot, altrimenti sarebbe stato perseguito: pena la morte.

A quell’annuncio i presenti nella sala lo avevano guardato con gli occhi sgranati, ma lui non avrebbe potuto permettersi di apparire debole nei confronti della magia.

Nimueh gli aveva portato via sua moglie, lui le avrebbe portato via la vita.

Ai mostri non è concesso il lieto fine.

 

Erano iniziate così le prime persecuzioni.

Streghe, maghi, druidi che fuggivano da Camelot, trovavano la morte lungo la loro via.

Le sentinelle del regno avevano assistito a lunghe giornate di esecuzioni sotto gli occhi attenti dei cittadini, i cui occhi erano pieni di terrore per il destino che stava colpendo i detentori di quella magia.

Magia.

Quella parola era improvvisamente diventata un tabù.

Uther osservava il suo popolo dall’alto del balcone del suo castello, predominando su tutti.

Ed ancora, giorno dopo giorno, quel pianto straziante continuava a colpire le sue orecchie.

Quel pianto che richiedeva il suo aiuto, quel pianto che gli faceva comprendere ogni attimo che passava che aveva bisogno di lui.

E lui… Lui, Uther Pendragon, Re di Camelot, lui di chi aveva bisogno?

Ai mostri non è concesso il lieto fine.

 

Erano trascorsi altri giorni ed altre notti.

Quelle urla non erano cessate, ma avevano continuato a persistere, insistenti e lancinanti.

Uther capì e decise che era giunto il momento.

Quando la nutrice lo sistemò tra le sue braccia, sentì un’ondata di calore scaldargli il cuore.

La donna lo lasciò da solo nella stanza.

Solo con quel piccolo fagotto, che aveva improvvisamente smesso di piangere.

Aveva due grandi occhioni celesti, terribilmente arrossati per via delle lacrime che aveva pianto fino a qualche secondo prima.

Le gote erano rosse per lo sforzo.

Ma in quel momento Uther pensò che fosse il bambino più bello che avesse mai visto nella sua vita.

E quei capelli biondi erano dei fili d’oro, proprio come quelli di Ygraine.

In ogni singolo poro della sua pelle quel bambino gli ricordava sua moglie.

Sentì una lacrima scivolare sulla sua guancia, cadere poi sulla guancia del piccolo.

Da padre a figlio.

Quel fagottino si dimenava felice, ora sorridente tra le sue braccia, muovendo freneticamente le gambe e le manine.

Non piangeva più, ma sorrideva, felice.

E poi, il primo vero contatto.

Arthur afferrò con una manina un suo dito avvolto da un guanto nero di pelle e lo strinse.

Uther sentiva la forza in quelle piccole dita.

E tra l’emozione, tra il pianto e la disperazione, sorrise.

Suo figlio sarebbe diventato un grande guerriero, un prode cavaliere, ed un grande Re.

Adesso che si trovava davanti a lui non poteva fare a meno di pensarlo.

Aveva perso Ygraine e non avrebbe mai perdonato se stesso per la scelta che aveva compiuto.

Ma la persecuzione verso la magia sarebbe continuata e nessun mago l’avrebbe passata liscia nel suo regno.

I suoi uomini avevano anche rinchiuso Kilgharrah – così l’aveva chiamato Gaius –, l’unico Drago rimasto in vita, l’aveva segregato nelle grotte sotto al suo castello e non sarebbe mai uscito di lì.

La magia avrebbe cessato di esistere, almeno sotto il suo potere e tutto sarebbe stato sotto il suo controllo.

Avrebbe fatto crescere Arthur con la convinzione delle disastrose conseguenze che poteva portare la magia e suo figlio avrebbe seguito le sue orme, passo dopo passo.

E non avrebbe mai dimenticato Ygraine.

Non avrebbe mai dimenticato ciò che le aveva fatto la magia.

Ai mostri non è concesso il lieto fine.

 

Nel bel mezzo della persecuzione contro i maghi, Nimueh aveva lasciato Camelot ed aveva fatto perdere le sue tracce, svanendo nel nulla.

Uther giurò a se stesso che presto o tardi l’avrebbe uccisa, proprio come lei aveva fatto con sua moglie.

L’avrebbe uccisa, ne era più che certo.

Ed avrebbe fatto festa quel giorno.

E fino a quel giorno, il pensiero fisso nella sua testa sarebbe rimasto uno, ed uno soltanto.

Ai mostri non è concesso il lieto fine.

  

  

Note:

Non ho molto da dire a proposito di questa storia.

Non è slash. Ultimamente mi piace sperimentare anche cose nuove, utilizzando personaggi diversi.

La mia personale idea di Uther alla nascita di Arthur è proprio questa.

Ultimamente con le angst ci vado a braccetto – si… ne ho scritte altre, purtroppo.

Ringrazio chi ha commentato le drabble e le storie precedenti a questa. Mi fa sempre piacere leggere i commenti degli altri. Sono un incentivo per continuare a scrivere.

 

E ci tengo a ringraziare chi leggerà questa, visto che il personaggio è Uther e non sono Arthur e Merlin… e che è una storia diversa da quelle che scrivo solitamente.

Inutile dire che pareri, critiche e commenti mi farebbero piacere! ♥

 

   
 
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