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Autore: _ayatan_    04/07/2010    5 recensioni
La. Fa, re e do diesis. Poi, nuovamente la. Queste, le note d’inizio di quella meravigliosa canzone. La canzone della loro vita. La canzone del loro inizio. La canzone della loro fine. [Prussia/Austria]
Genere: Malinconico, Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Allooora v.v

Questa non è una songfic, ma come potrete vedere dal titolo e dalla fic stessa, è basata sull'omonimo brano di Mozart, il lacrimosa del requiem. Ho scelto questa canzone un po' perchè è bellissima e la amo alla cieca follia, un po' perchè si presta e molto perchè il testo è semplicemente perfetto.
Perciò, se mentre la leggete di sottofondo ci mettete suddetto brano e ve lo ascoltate, non mi fate altro che felice v,v

Titolo: Lacrimosa
Personaggi/Pairing: Prussia/Austria
Rating: giallo/Arancione per la scena e per il tema gotico trattato.
Genere: Angst; What if...?
Avvertimenti: Shonen-ai;
Note importanti dell'autrice: la one-shot è ambientata nel giorno in cui la Prussia ufficialmente sparì dalla faccia del pianeta, e il protagonista è proprio Roderich v,v
Nela storia è praticamente sottinteso che già in partenza i due fossero innamorati, ovvio.


bene, detto tutto, mi sembra °__°
quindi ciancio alle bande e bando alle ciance e...

buona lettura ^.^/


Lacrimosa

La.
Fa, re e do diesis.
Poi, nuovamente la.

Queste, le note d’inizio di quella meravigliosa canzone.
Una canzone partorita dall’ingegnosa mente di un triste uomo incompreso, tale Wolfgang Amadeus Mozart.
A Roderich piaceva come quel brano, di anno in anno, di mano in mano, di cuore in cuore, sia stato tanto cambiato. Ogni passaggio comportava qualche modifica; fosse questa minima o radicale, non aveva importanza.
E anche con le persone, la legge del tempo non faceva eccezione.
Nemmeno con loro, è stata fatta.

Solitamente le modifiche erano una pausa più breve, una più lunga. Qualche nota più bassa, qualcuna più alta. Perfino lui stesso, nonostante la sua inflessibile tecnica dell’esecuzione perfetta dello spartito, aveva deciso di cambiarla totalmente, trasportando quell’imperioso brano orchestrale in una struggente melodia per pianoforte.

Quel giorno, aveva deciso di mettere da parte ogni tecnica.

Quel giorno, aveva deciso di mettere da parte ogni cosa.

._._._._._._._.

La.
Fa, re e do diesis.
Poi, nuovamente la.

Queste, le note del requiem della sua dolce fine, suonata dalla stessa dama nera che l’uomo tanto bramava e a cui tanto anelava, aspettando con impazienza che giungesse a colmargli il suo cuore spezzato.
Lo stesso da cui colava inesorabile un liquido denso e torbido, scuro come la tenebra della notte.
Lo stesso, che se non dolesse in modo continuo, basso ed intollerabile, accompagnandosi perfettamente al vibrare dello strumento, avrebbe giurato di non avere più.

«perché l’amore è così dolce e meraviglioso, anche nell’ora della sua morte?»

Da quanto si poneva quella domanda? Da quanto si dannava per trovare una risposta?

«vorrei odiarlo... vorrei tornare a disprezzarlo come facevo un tempo... ma ormai, non è più possibile.»

Ed intanto, il liquido continuava a scorrere.u
Tingeva di rosso la dama in nero.
Come il sangue che in quel momento sgorgava dai suoi polsi recisi, imbrattando il bianco candido dei tasti del pianoforte, mentre lui imperterrito continuava a condurvi la danza delle sue agili mani.

Del suo pianoforte.

Implacabile.
ineluttabile.
Ma dolce...

Dolce come la ninna nanna che in quel momento spillava dallo strumento, anche se ormai immobile.
Roderich la sentiva dentro la sua mente.
Così decisa, ma gentile come il canto materno, taceva gli echi dei dubbi e delle paure.
Consolava i pensieri tristi,
accarezzava i ricordi felici.
Ed infine li trasportava tutti nel mondo di Morfeo, con il suo amorevole abbraccio.

in questo modo, lentamente, Roderich si lasciò andare.
Un sorriso, all’ultimo, sbocciò sul suo pallido volto, fiore di morte nel suo triste candore... e la dama, decise che quel sorriso era troppo bello, troppo prezioso, per lasciarlo andare al suo effimero destino.

E mentre pensava quello, il sorriso si scolpì per sempre sulle rosee labbra dell’uomo.

Infine,
Una sottile lacrima, a dirgli addio

accarezzandogli la guancia.

Unica compagna,
nella solitudine
della sua fine.

._._._._._._._._._.


La.
Fa, re e do diesis.
Poi, nuovamente la.

Queste, le note della macabra danza suonata dalla dama nera.
seduta innanzi a quel pianoforte insanguinato, come il più terribile dei sortilegi.

Ma c’era così tanto amore, in quella melodia, così tanta malinconia...

Adagio, la canzone giunse alla sua sospirata fine. Mentre la donna, raccoglieva quella dell’uomo accanto a lei.

No.
Troppa sofferenza era stata provata, troppo sangue era stato versato.
Il luogo da cui veniva, non era il posto a cui lui era destinato.

«Pecca e sarai dannato.
Ama, e sarai santificato.
Ama il peccato, e sarai salvato.»

Perciò, rapida come il dissiparsi dell’eco dell’ultima nota, dell’ultima aria, semplicemente la donna si voltò.
Ed infine, se ne andò.

Null’altro necessitava di essere fatto.

Sapeva che oramai la sua anima era già dove meritava di stare.
Nuovamente unito al suo rivale ed amore di sempre.
Uniti per sempre nella loro fine.
In quella stessa fine, che non era che l’inizio della loro canzone.


«Amen.»

   
 
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