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Autore: Kisshou    04/07/2010    2 recensioni
Alzo il viso verso lo specchio, una volta arrestata l’emorragia.
Rabbrividisco. Due tagli mi deturpano il viso, sottili ma netti
Partendo dai diversi lati della mia fronte e delle mie guance
Per andare a incrociarsi appena sotto la mia fronte.
Mi aggrappo al bordo del lavandino, tremando di rabbia.
Le ciocche lunghe e morbide di capelli blu mi ricadono sinuose davanti al viso
Nascondendo in parte lo scempio che mi ha sfigurato per sempre.
Sir, me lo sono meritato. Mi sottometto a te. Per sempre.
Luna, mia bella, di te però mi fidavo
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Saix, Xemnas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mea Culpa

 

 

Io amo la Luna.

E non parlo di un semplice amore carnale, di un’infatuazione nata per errore e morta per dimenticanza. Non parlo di  desiderio sessuale, di  un normale quanto volgarissimo incontro tra uovo e seme che genera altri esseri viventi.

Io la amo come un fiore ama i raggi di sole che lo cullano e lo riscaldano e gli danno conforto.

Io la amo davvero, e tanto.

Direi che la amo “con tutto il cuore”, ma io non ce l’ho, un cuore.

 

[ d i m e n t i c a n z a ]

 

- Piano, Sir… la prego, faccia piano…-

Divarico leggermente le gambe, le sue mani

Che subito afferrano le mie ginocchia spalancandole

E facendomi urlare di dolore.

È per questo che mi hai fatto entrare nella tua organizzazione, Sir?

 

[ p a t e t i c o ]

 

Gocce di sudore freddo che mi imperlano la fronte.

Volgari versi e gemiti soffocati.

Non bisogna far rumore

 

[ s i l e n z i o ]

 

L’ultima volta che l’ho fatto… anni fa, una ragazza che puzzava

Di fumo e di sudore, avvinghiata a me, in cima ad un tetto.

Decisamente un raro eccesso di follia, per me.

Sfidare la gravità, sotto la Luna vergine… quella vergine, l’unica vergine

Che non avrei mai potuto né voluto violare.

 

[ a d a g i o]

 

Adesso è tutto diverso… Xemnas, il mio Sir, è stato brutale con me.

Non che mi aspettassi il contrario, ma se avessi un cuore adesso sarebbe a pezzi.

È davvero tutto più brutto e stupido… da questa stanza sporca e maleodorante, non riesco

A vedere la mia Luna.

 

Io so di venire dalla Luna.

La amo: ella mi incanta e mi altera i sensi col suo profumo di vedova piangente attorcigliata nel buio letto della disperazione.

Bramo la Luna più di quanto brami un cuore. Ho detto al portatore della Keyblade di essere crudele solo perché mi aveva etichettato per ciò che veramente sono: un essere senza cuore.

In realtà la cosa non mi tocca. Percepisco benissimo i miei muscoli svegli e attenti, il mio corpo snello e i miei movimenti pronti e fluidi. Non mi serve altro.

So che il mio petto è vuoto, vuoto come e buio e morto come il velo di tenebre con cui si copre la luna.

 

[ a r t i g l i  ]

 

Il mio Sir… si sta approfittando di me.

Lo so.

Stringo una mano artigliata sul materasso, lacerandolo

Intervallando alle chiazze di sangue ampli segni del dolore che provo.

 

Inizialmente tramavo contro l’organizzazione. Come tutti, del resto.

Però, io a differenza degli altri ho riportato segni indelebili sul mio corpo. Il mio Sir mi ha scoperto e mi ha punito.

Ma non è stata del tutto colpa mia.

La Luna, colei che mi è madre e sorella e sposa e desolata vedova mi aveva dato coraggio, mi aveva illuminato un sentiero che mi avrebbe condotto verso un cuore che le avrei subito donato, perché io amo la mia bella Luna rannicchiata e piangente in un angolo buio di cielo.

 

 

[ s e g n o ]

 

Socchiudo gli occhi.

Dolore.

Dolore tra le gambe, alle braccia, al petto.

Ma soprattutto al viso.

Porto le mani a sfiorarmi.

Il liquido scarlatto slitta lieto e caldo tra le mie dita,

dalla fronte fino alle gota scendendo giù per il collo.

Mi trascino in bagno, cercando acqua fresca.

Mi sciacquo in fretta il viso, il mio sangue che

Imbratta e si espande per il fine lavandino lavorato in ceramica bianca

Troppo altezzoso e raffinato per lo squallido uso che ne sto facendo.

 

[ r i f l e s s o ]

 

Alzo il viso verso lo specchio, una volta arrestata l’emorragia.

Rabbrividisco. Due tagli mi deturpano il viso, sottili ma netti

Partendo dai diversi lati della mia fronte e delle mie guance

Per andare a incrociarsi appena sotto la mia fronte.

Mi aggrappo al bordo del lavandino, tremando di rabbia.

Le ciocche lunghe e morbide di capelli blu mi ricadono sinuose davanti al viso

Nascondendo in parte lo scempio che mi ha sfigurato per sempre.

Sir, me lo sono meritato. Mi sottometto a te. Per sempre.

Luna, mia bella, di te però mi fidavo…

 

 

Poi, tutto finisce.

Sta scritto nella legge dei cieli.

Abbasso lo sguardo, sentendo chiaramente la vita abbandonare il mio corpo.

Ti sei fatto valere, Sora. I miei complimenti.

Alzo gli occhi al cielo, tendendo impotente una mano.

- D… dov’è il mio cuore?-

Mormoro, un attimo prima di spegnermi, svanendo come se non fossi mai esistito. Ebbene sì, ho paura. Paura di andarmene. Paura di essere dimenticato.

Socchiudo gli occhi, vedendo chiaramente la luna piena tentare di cullarmi con la sua morbida luce di perla, e allora non ho più paura perché so che sto tornando a casa.

 

Avrei voluto avere un cuore anche solo per un giorno,

mia Luna, per poterti dire “ti amo”

 

 

 

 

FINE

 

 

Un piccolo omaggio al mio personaggio preferito: Saix.

Forse è esageratamente tragica, ma prendendoci subito dietro un paio di zollette di zucchero dovrebbe essere decente!

Beh, spero che vi sia piaciuta!

Kisshou


  
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