Mea Culpa
Io amo la Luna.
E non parlo di un semplice amore carnale, di un’infatuazione nata per errore e morta per dimenticanza. Non parlo di desiderio sessuale, di un normale quanto volgarissimo incontro tra uovo e seme che genera altri esseri viventi.
Io la amo come un fiore ama i raggi di sole che lo cullano e lo riscaldano e gli danno conforto.
Io la amo davvero, e tanto.
Direi che la amo “con tutto il cuore”, ma io non ce l’ho, un cuore.
[ d i m e n t i c a n
z a ]
- Piano,
Sir… la prego, faccia piano…-
Divarico leggermente
le gambe, le sue mani
Che subito afferrano
le mie ginocchia spalancandole
E facendomi urlare di
dolore.
È per
questo che mi hai fatto entrare nella tua organizzazione, Sir?
[ p a t e t i c o ]
Gocce di sudore
freddo che mi imperlano la fronte.
Volgari versi e
gemiti soffocati.
Non bisogna far rumore
[ s i l e n z i o ]
L’ultima
volta che l’ho fatto… anni fa, una ragazza che
puzzava
Di fumo e di sudore,
avvinghiata a me, in cima ad un tetto.
Decisamente un raro
eccesso di follia, per me.
Sfidare la
gravità, sotto la Luna vergine… quella vergine,
l’unica
vergine
Che non avrei mai
potuto né voluto violare.
[ a d a g i o]
Adesso è
tutto diverso… Xemnas, il mio Sir, è stato
brutale con me.
Non che mi aspettassi
il contrario, ma se avessi un cuore adesso
sarebbe a pezzi.
È davvero
tutto più brutto e stupido… da questa stanza
sporca e
maleodorante, non riesco
A vedere la mia Luna.
Io so di venire dalla Luna.
La amo: ella mi incanta e mi altera i sensi col suo profumo di vedova piangente attorcigliata nel buio letto della disperazione.
Bramo la Luna più di quanto brami un cuore. Ho detto al portatore della Keyblade di essere crudele solo perché mi aveva etichettato per ciò che veramente sono: un essere senza cuore.
In realtà la cosa non mi tocca. Percepisco benissimo i miei muscoli svegli e attenti, il mio corpo snello e i miei movimenti pronti e fluidi. Non mi serve altro.
So che il mio petto è vuoto, vuoto come e buio e morto come il velo di tenebre con cui si copre la luna.
[ a r t i g l i ]
Il mio
Sir… si sta approfittando di me.
Lo so.
Stringo una mano
artigliata sul materasso, lacerandolo
Intervallando alle
chiazze di sangue ampli segni del dolore che provo.
Inizialmente tramavo contro l’organizzazione. Come tutti, del resto.
Però, io a differenza degli altri ho riportato segni indelebili sul mio corpo. Il mio Sir mi ha scoperto e mi ha punito.
Ma non è stata del tutto colpa mia.
La Luna, colei che mi è madre e sorella e sposa e desolata vedova mi aveva dato coraggio, mi aveva illuminato un sentiero che mi avrebbe condotto verso un cuore che le avrei subito donato, perché io amo la mia bella Luna rannicchiata e piangente in un angolo buio di cielo.
[ s e g n o ]
Socchiudo gli occhi.
Dolore.
Dolore tra le gambe,
alle braccia, al petto.
Ma soprattutto al
viso.
Porto le mani a
sfiorarmi.
Il liquido scarlatto
slitta lieto e caldo tra le mie dita,
dalla fronte fino
alle gota scendendo giù per il collo.
Mi trascino in bagno,
cercando acqua fresca.
Mi sciacquo in fretta
il viso, il mio sangue che
Imbratta e si espande
per il fine lavandino lavorato in ceramica bianca
Troppo altezzoso e
raffinato per lo squallido uso che ne sto facendo.
[ r i f l e s s o ]
Alzo il viso verso lo
specchio, una volta arrestata l’emorragia.
Rabbrividisco. Due
tagli mi deturpano il viso, sottili ma netti
Partendo dai diversi
lati della mia fronte e delle mie guance
Per andare a
incrociarsi appena sotto la mia fronte.
Mi aggrappo al bordo
del lavandino, tremando di rabbia.
Le ciocche lunghe e
morbide di capelli blu mi ricadono sinuose davanti
al viso
Nascondendo in parte
lo scempio che mi ha sfigurato per sempre.
Sir,
me lo sono meritato. Mi
sottometto a te. Per sempre.
Luna,
mia bella, di te però mi
fidavo…
Poi, tutto finisce.
Sta scritto nella legge dei cieli.
Abbasso lo sguardo, sentendo chiaramente la vita abbandonare il mio corpo.
Ti sei fatto valere, Sora. I miei complimenti.
Alzo gli occhi al cielo, tendendo impotente una mano.
- D… dov’è il mio cuore?-
Mormoro, un attimo prima di spegnermi, svanendo come se non fossi mai esistito. Ebbene sì, ho paura. Paura di andarmene. Paura di essere dimenticato.
Socchiudo gli occhi, vedendo chiaramente la luna piena tentare di cullarmi con la sua morbida luce di perla, e allora non ho più paura perché so che sto tornando a casa.
Avrei voluto avere un
cuore anche solo per un giorno,
mia Luna, per poterti
dire “ti
amo”
FINE
Un piccolo omaggio al mio personaggio
preferito: Saix.
Forse è esageratamente tragica, ma
prendendoci subito dietro un paio di zollette di zucchero dovrebbe
essere
decente!
Beh, spero che vi sia piaciuta!
Kisshou