Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Ricorda la storia  |      
Autore: cupidina 4ever    04/07/2010    1 recensioni
Emozione. L'unica parola con la quale si può descrivere un'intera vicenda. Un concerto, un evento. Forse l'evento che migliaia e migliaia di persone aspettavano. Tra quelle vi ero anche io. Un evento che avrei voluto rivivere. Rivivere in un modo completamente diverso dalla precedente volta.
Genere: Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

♪ Maybe We’ll Meet Again ♪

 

“Can you imagine a time when the truth ran free
A birth of a song, a death of a dream
Closer to the edge”

 

Emozione.

Ecco cosa provai in quel preciso istante, il momento in cui la mia vita, se possibile, cambiò radicalmente.

Non seppi come,perché ma sapevo esattamente dove e quando.

Probabilmente una persona che leggerebbe questa storia così, per curiosità,potrebbe prendermi per pazza per la mia mancanza di responsabilità o la fervida immaginazione.

Immaginazione.

Oh no..

Io non mi ero immaginata proprio nulla e lo dimostra il fatto che,quella sera,non fossi sola ma fossi  accompagnata dalla mia fedele amica di scorribande, di concerti e tanto altro: Cristina.

Quanto era durato il mio sogno?

Quanto avevo sperato che quel momento arrivasse il più presto possibile?

Tanto,tantissimo..forse anche troppo ma non scorderò mai l’intensità, la voglia, la volontà, l’attesa,la speranza che quel momento potesse essere veramente il migliore della mia vita, momento che avevo sognato e ri-sognato quasi ogni sera da quel giorno in cui comprai quel biglietto.

Il biglietto.

Quel meraviglioso biglietto che aveva spalancato le porte del Paradiso per la sottoscritta, un Paradiso composto solo da me e loro, i miei angeli.

 Ormai non ero più in grado di stabilire con assoluta certezza dove finisse la realtà e dove incominciasse la fantasia, l’illusione, l’immaginazione.

Ma perché farlo?

Perché distruggere il sogno di una ragazza che crede in loro, che non ascolta le loro canzoni solo per passare un po’ di tempo o spezzare,quanto meno, la routine ma le vive, le sente dentro e sul proprio corpo e non smette un attimo di sperare che la realtà si mescoli con la fantasia per regalarle momenti di vera gioia?

Vivere un’emozione, viverla realmente, è sempre qualcosa che ti da la possibilità di ampliare i tuoi orizzonti, di credere in qualcosa di diverso ed alternativo, un qualcosa che, qualunque cosa sia, non rimane una concetto superficiale ma vive,cresce dentro di te, come se fosse una piccola vita da amare  ed accudire.  

Avevo sognato,anche ad occhi aperti, per mesi, lasciando che i commenti aspri e duri della gente mi accarezzassero la pelle ma che non entrassero mai in contatto con me, con la vera me, per non cambiare mai opinione.

Un’ opinione che non sarebbe mai potuta cambiare, né in quel momento né in futuro.

Mai.

Un sogno che sarebbe rimasto con me per sempre e che,se sarei stata fortunata, avrei raccontato ai miei figli e nipoti.

 

 “I don't remember one moment I tried to forget
I lost myself yet I'm better not sad
Now I'm closer to the edge”

 

Non lo ricordo,io, il momento in cui provai a dimenticare, a lasciarmi tutto alle spalle, a ritornare alla mia solita vita poiché non ci provai mai, perché ero così illusa,accecata da quella falsa speranza che tutto potesse rimanere così com’era in quel momento,quando quel grande tendone nero cadde davanti ai miei occhi sbalorditi e luccicanti dall’emozione e dall’adrenalina.

Adrenalina che potevo leggere negli occhi di tutti quei ragazzi e ragazze che mi stavano attorno.

Adrenalina che lessi anche nei tuoi occhi, nei vostri occhi perché avevate la consapevolezza che la vostra musica non è solo ascoltata ma amata.

Amata come si può amare una persona.

Io non ho scordato un solo attimo di quel momento, di quei secondi, di quei minuti, di quelle ore e credo che neppure le centinaia e centinaia di migliaia di persone che c’erano quel giorno non lo faranno tanto facilmente.

Come si può pretendere di dimenticare?

Dimenticare..

Che grande parola..

Neppure so cosa voglia dire realmente.

Dimenticare una parte di se è come chiedere di perdere il proprio cuore o la propria anima in una scommessa, in un gioco.

Come si può?

Mi persi in questi miei pensieri mentre sentivo coloro che mi stavano attorno cantare a squarciagola per farsi sentire, per farvi sentire tutto il calore e la gioia,l’adrenalina e la carica, l’affetto e la partecipazione che si possono trasmettere.

Per farvi capire che il vostro lavoro non è uno spreco, non è valso a nulla come certa gente dice senza sapere ma viene raccolto da coloro che vi seguono, vi sostengono e vi amano dall’inizio oppure dal vostro ultimo lavoro, dal vostro primo brano o dall’ultimo video uscito qualche mese prima.

Mi estraneo ancora un momento dalla realtà, da dove mi trovo, da quello che vedo perché mi pare tuttora un sogno, un bellissimo sogno da cui desidererei non svegliarmi mai.

Un sogno che potrebbe durare per sempre ma che vede un limite, un limite a cui nessuno dei milioni di ragazzi che seguono il vostro sogno vorrebbe avvicinarsi.

 

 “It was a a thousand to one and a million to two
Time to go down in flames and I'm taking you
Closer to the edge”

 

Chi può saperlo?

Quanti potevamo essere?

Anche la mia amica Cristina me lo chiese durante il concerto,alzando un pochino la voce di qualche ottava per farsi sentire dalla sottoscritta, troppo impegnata a immagazzinare ogni singolo istante,ogni sguardo, ogni loro movimento per ricordarlo e magari scriverlo da qualche parte.

Forse un milione?

Non lo so..

Ma ciò che so di per certo è che eravamo tutti uniti, tutti consapevoli di essere lì per un solo grande motivo: ascoltare, accarezzare, amare con le nostre orecchie, con i nostri sguardi e con i nostri corpi le magiche melodie che loro sono riusciti a creare solo per noi.

Una canzone,due canzoni, tre,quattro..

Ho perso il conto di quante fossero, di quali fossero ma ogni parola, ogni singola e scandita parola rimbomba ogni secondo nella mia testa, con lo stesso motivetto, con la stessa intensità.

Un’intensità indescrivibile.

Un’emozione dopo l’altra a cui non saprei neppure dare un nome, collocare in un lasso di tempo o poterle solo descrivere con accurata minuzia.

Probabilmente è la gelosia, la possessione e la bramosia di voler mantenere questo ricordo solo per me, di non condividere con nessuno ciò che forse molte persone non hanno mai provato in tutta una vita passata a lavorare giorno dopo giorno.

Egoista?

Probabilmente ma ne vado orgogliosa.

Orgogliosa di aver dato una svolta alla mia vita, di aver capito finalmente che un mucchio di parole messe in un apparente ordine “sparso”, un ordine non logico possono evocare mille pensieri, mille aspettative, mille domande.

Cosa mi aspettavo quella sera?

Cosa volevo realmente vedere?

Cosa non sono riuscita a cogliere per trasformare il tutto in un magico e intoccabile segreto, un segreto troppo intimo e personale per poter essere toccato da mani estranee?

Forse il non esser riuscita ad ascoltare, a vivere, ad assaporare come invece avrei voluto la mia canzone preferita per eccellenza, quell’insieme di parole che ad altri potrebbe non piacere ma che su di me ha provocato un vero e proprio sconvolgimento.

Rimasi delusa, lo ammetto, per questa cosa ma non ne feci una colpa a nessuno..

Anche perché a chi avrei dovuto farne colpa?

A loro?

Per non aver cantato forse la più bella canzone che io abbia mai ascoltato in tutta la mia vita?

- Ge.. perché quello sguardo? Cosa c’è? – mi chiese comprensiva la mia carissima amica quel giorno, sovrastando prepotentemente la sua voce e quella di tutti quei ragazzi che attorno a noi cantavano come degli ossessi.

- Nulla.. è solo l’emozione.. – tentai di convincerla ma non ci riuscii molto poiché rimase per tutto il resto del concerto a fissarmi di sottecchi,alternando lo sguardo dal loro front-man a me.

Solo in un secondo momento, durante un breve lasso di tempo, le raccontai quello che mi frullava per il cervello, quella strana malinconia nel sapere di non poter sentir una parte di me, quel tassello che aveva contornato e colorato le mie giornate più buie, regalandomi un dolce sorriso quando ne avevo più bisogno e nessuno poteva aiutarmi.

Amarezza.

Ecco cosa sentii.

Solo tanta ed infinita amarezza, fortunatamente soppiantata da una nuova emozione, un qualcosa di strano e magico allo stesso tempo.

Quando sentii le note del nostro inno, del loro inno per noi, una calda e dispettosa lacrima scivolò lungo la mia guancia, rovinando il trucco che la mia amica aveva così accuratamente fatto sul mio volto.

Un po’ mi dispiacque rovinarlo ma non riuscii proprio a frenarla e dispettosa come una bambina, scese lungo il mio collo per poi proseguire in zone sconosciute.

Non saprò mai se loro videro quella lacrima, se si accorsero della mia maschera di dolore e tenerezza mischiate in un mix tutto nuovo ma il calore, l’abbraccio che quasi avvertii attorno a me mi illusero di si.

 

“No, no, no, no
I will never forget
No, no
I will never regret
No, no
I will live my life”

 

No.

Avete ragione voi.

Non potrò mai dimenticare nulla di quel giorno, di quei sguardi, di quei sorrisi, di quei ghigni, di quegli abbracci che molte persone, alcune solo conosciute tramite web, mi regalarono, piccole cose che significavano,e significano tutt’ora molto più di un regalo fatto ma non sentito.

No.

Non potrò mai rimpiangere di aver fatto scivolare inconsciamente quella lacrima dai miei occhi  perché, in un momento di delirio puro, lo considerai proprio come una manifestazione estrema di amore, di gioia, di gratitudine nei loro confronti.

Una gratitudine che loro non potranno mai comprendere fino in fondo.

Una gratitudine sconosciuta anche per me.

 

“No, no, no, no
I will never forget
No, no
I will never regret
No, no
I will live my life”

 

No.

Preferisco illudermi che tutto ciò possa essere rivissuto, forse quando avrò una piena consapevolezza di quello che accadde quel giorno, quando capirò concretamente il valore, il significato che ebbe per me e su di me un tale evento.

Evento.

Solo così si può definire.

Un grande evento che mi ha riempito il cuore,e non solo quello, d’un immensa gioia e orgoglio.

Orgoglio solo per esserci stata, per poter dire “io c’ero”.

Orgoglio perché ho finalmente potuto dimostrare tutto l’affetto che provo per loro, la mia più profonda ammirazione per persone che,seppur non conosca fisicamente, è come se le conoscessi da sempre, fin dall’inizio.

Da quando li scoprii,così, per puro caso.

Forse mi sono illusa da quel momento, da quel giorno di poter far parte di una grande famiglia, una calda ed accogliente famiglia di persone che come me seguono ogni loro movimento.

No..

Non ne sono degna..

Non sono come la maggior parte dei loro fan che li seguono in moltissimi loro concerti oppure che sanno sempre l’ultima novità o che parlano con loro tramite web..

No..

Mi limito ad essere una delle ultime ruote del carro, come simpaticamente mi reputo.

 

“No I'm not saying I'm sorry
One day, maybe we'll meet again”

 

Un giorno,probabilmente, ripenserò a tutto ciò con un sorriso e con una grande amarezza..

Amarezza per non esser riuscita a cogliere per sempre e non solo per un misero istante quel pezzo di Paradiso che tanto agognavo, quella parte di me stessa ancora nascosta agli occhi del mondo ed anche ai miei.

Ripenserò con amarezza a tutti questi magici momenti di gioia, d’emozione, d’adrenalina allo stato puro e non potrò evitare di cedere ancora una volta all’impulso di versare qualche lacrima consolatrice e liberatoria, qualche lacrima che sapranno di rimpianti.

Il rimpianto di non esser riuscita a staccare una volta per tutte i piedi da terra e continuare a volare con la fantasia, proprio come inneggiano loro in una loro celebre canzone degli esordi.

La fantasia..

Ma cos’è realmente?

Forse la macchina più prodigiosa mai stata inventata fin ad ora.

Una “macchina” che mi ha permesso di vivere momenti di un intensità pazzesca, fuori dal comune.

Non mi dirò che mi dispiace oppure che avrei voluto che le cose andassero in maniera del tutto differente perché apparirei un’ipocrita: non cambierei un solo minuto, un solo secondo, un solo attimo di tutto quello che ho passato, sia nella buona che nella cattiva sorte perché loro,indirettamente, c’erano in ogni momento.

Erano sempre con me, in qualunque situazione e di ciò non posso che esserne orgogliosa.

Orgogliosa di essermi appassionata, oserei dire “innamorata” di loro.

Non avrei mai pensato di dirlo ma sono felice che quel giorno mio fratello abbia cambiato il canale della televisione per vedere un po’ di musica: è grazie a lui se li ho scoperti, è grazie a lui se sono entrata in una famiglia ancora più grande, immensa come il mondo.

Un giorno li potrò rivedere, proprio come accadde quel giorno ma fino ad allora una morsa attanaglierà il mio cuore ogni qualvolta ascolterò quelle canzoni, quelle voci e vedrò quei volti e quei corpi.

Una morsa pronta a buttarmi giù, fino al mio limite massimo, ma che,in qualche modo e con qualcuno al mio fianco, anche loro forse, riuscirò ad evitare.

Una volta per tutte.

E forse ritornerà l’occasione per vederli un’ultima volta.

Un’ultima volta.

Un’ultima volta che saprà di addio.

 

“Closer to the edge”

 

 

Zona Autrice:

Allora..

Cosa dire?

Questa piccola short è nata per puro caso,prima,durante e dopo il concerto dei 30STM non qui in Italia ma bensì in Francia (avevo i biglietti per entrambe le date ma per malattia a Milano non ho potuto esserci =( ) insieme ad una mia amica.

“Closer to the Edge” non è la mia canzone preferita delle loro ma ha un grande significato per me e,volendo scrivere cosa ho provato, ho usato proprio questa, aiutata anche dall’uscita del video.

Spero possa piacere..

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.

Un ultima cosa..

Sto cercando una persona in grado di utilizzare programmi grafici per un progetto.. se qualcuno ne avrebbe la voglia e il tempo mi contatti, grazie.

A presto,

B.

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: cupidina 4ever