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Autore: allanon9    09/07/2010    7 recensioni
Sole, mare e...Jisbon
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Teresa Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Holiday

Il mio capo, l’agente speciale Hightower, mi aveva spedita in vacanza forzatamente per due settimane, dopo l’ennesimo colpo di testa di Jane in uno degli ultimi casi.

Naturalmente avevo cercato di oppormi, ma lei non aveva sentito ragioni.

“Cho la sostituirà egregiamente agente Lisbon, si vada a rilassare ne ha bisogno!” Mi aveva detto tornando alle sue scartoffie burocratiche.

Così avevo lasciato il CBI con una gran rabbia dentro.

Eppure, adesso, alla fine delle due settimane, ero grata di quel riposo forzato.

Ero andata a trovare i miei fratelli finalmente e Tommy aveva fatto pace con gli altri due, la nostra famiglia era rimasta insieme per tre giorni senza che litigassimo come solo i Lisbon sanno fare.

In questo momento, è uno splendido sabato mattina, mi trovo sulla spiaggia di Malibù distesa su una stuoia in riva all’oceano a prendere il sole.

Un bambino, uscendo dall’acqua, mi schizza facendomi rabbrividire e mi metto seduta. Indosso gli occhiali da sole per proteggermi dal riverbero accecante del sole e mi guardo intorno rilassata come non lo sono più stata da anni.

La spiaggia è piena, ma non affollata e, tutto sommato, mi sento a mio agio nelle mie nuove vesti vacanziere.

Il mio sguardo viene catturato dalla figura di un uomo seduto sulla riva alla mia sinistra.

Indossa dei pantaloncini di jeans al ginocchio ed una canottiera bianca, ma riconoscerei la sua sagoma anche se indossasse una tuta spaziale e fossimo nel deserto di marte: è Jane, il mio consulente.

Subito il mio cuore accelera inspiegabilmente i battiti e mi do della stupida, infondo è solo Jane.

Lui non mi ha notata, quindi ne approfitto per osservarlo meglio.

E’ strano vederlo senza il suo solito completo, i riccioli ribelli senza il gel che si agitano al vento. E’ seduto con le gambe contro il petto e le braccia che le circondano in un gesto di auto difesa. Non vedo bene il suo viso, ma immagino come profondi debbano essere i suoi occhi nella concentrazione di guardare cosa? L’orizzonte? O forse sta pensando ai suoi cari? Potrebbe essere, infondo alla sua irrazionale follia, Jane è un uomo estremamente solo e sensibile.

Come se i miei pensieri avessero raggiunto i suoi, magari è davvero un sensitivo, lui si gira verso di me e dopo l’iniziale sorpresa mi sorride e si alza.

Si avvicina con la sua andatura elastica e leggermente ondeggiante; è senza scarpe, gli pendono dal collo tramite i lacci, ma sembra che il calore della sabbia non lo disturbi.

Io gli sorrido di rimando appena si siede accanto a me.

“Ciao Lisbon, come stai?” mi chiede sorridendo apertamente.

Io lo guardo un attimo a disagio, il mio ridotto costume rosso non aiuta.

“Ciao Jane, che ci fai qui?” gli chiedo rispondendo così alla sua domanda.

“Meh, suppongo quello che stai facendo tu Lisbon, prendo il sole e respiro un po’ d’aria buona.” Il suo sorriso è contagioso.

“Sono contenta di vederti, come è andata al lavoro in questi giorni?” gli chiedo indossando una leggera maglietta bianca, mostrarmi a Jane così poco vestita mi mette troppa ansia.

“La settimana scorsa è andato tutto bene, anche se Cho ha avuto difficoltà a gestire la scaramuccia verbale che ho avuto col padre del nostro ultimo sospettato, poi ho deciso che anch’io avevo bisogno di una vacanza.”

Si avvicina a me  mi sussurra nell’orecchio: “Mi annoiavo senza di te Lisbon, Cho non è divertente!” esclama con l’aria più innocente del mondo.

Io alzo gli occhi al cielo e sbuffo:”Vuoi dire che non è divertente infastidire Cho, come fai con me Jane.”

Lui scoppia a ridere e io mi sorprendo a pensare che è la prima volta che lo fa così liberamente e il suono della sua risata mi piace, mi da un brivido inatteso.

“Mi conosci davvero bene eh Lisbon? Sì lo ammetto è così.”

“Jane!” gli do un colpetto sul braccio e lui finge di massaggiarsi il punto in cui l’ho toccato.

“Ora devo andare Lisbon, ci vediamo lunedì.” Mi dice alzandosi e spolverandosi la sabbia dai pantaloncini.

Io lo guardo. Accidenti a lui è davvero bello così, col sole che fa brillare i suoi capelli e gli occhi limpidi e luminosi dello stesso colore dell’acqua alle sue spalle.

Mi schiarisco la gola e mi alzo a mia volta.

“Sono contenta di averti visto Jane, a lunedì.” Gli rispondo porgendogli la mano.

Lui l’afferra e inaspettatamente mi strizza in un veloce abbraccio: “Anche tu mi sei mancata Lisbon, e sei bellissima con questo costume.” Mi sussurrò nell’orecchio prima di allontanarsi col sorriso stampato in faccia.

Io rimango un minuto buono ferma lì, come un baccalà, come diavolo fa a leggere sempre i miei pensieri?

Arrossisco al pensiero di cos’altro possa aver letto nella mia testa durante il nostro breve incontro.

Torno a stendermi e chiudo gli occhi chiedendomi come sarebbe stato conoscere Jane prima di Red John, che tipo di uomo potesse essere.

Beh sicuramente sarebbe stato un uomo sposato con una figlia e questo, con mio sommo raccapriccio, mi diede una fitta di gelosia al cuore.

Mi rimproverai mentalmente e mi concentrai sul calore rilassante del sole.

In fondo lunedì non era troppo lontano.

  
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