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Autore: Assassin Panda    11/07/2010    5 recensioni
Olanda era appoggiato contro il muro fuori dagli spogliatoi della sua squadra, anche se questa era ancora in albergo a prepararsi per la partita. Si chiese quanta fosse l'ansia di quei giovani che stavano per disputare una partita importante, più di tutte le altre. Non era cosa da poco arrivare in finale alla Coppa del Mondo, era un occasione che capitava una volta ogni chissà quanti anni e loro potevano vincerla
Spagna/Olanda, pre-finale dei Mondiali
Genere: Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nord Italia/Feliciano Vargas, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: La Nostra Finale

Personaggi: Spagna (Antonio Fernandez Carriedo), Olanda, Nord Italia (Feliciano Vargas) Sud Italia (Lovino Vargas)

Genere: Fluff, Sportivo Sentimentale

Avvertimenti: Shonen Ai

Note 1. Ambientata prima della partita Spagna/Olanda. l'ho postata sul mio Portfolio giusto prima che cominciasse la partita

2. Le due Italie che riportano la coppa sono simbolicamente Cannavaro che ripone la coppa per la vincitrice ç__ç

3. [Scritta per l'ultima settimana della Soccer Challenge indetta da Princess Kurenai sul suo portfolio




Lo stadio di Soccer City brulicava già di gente pronta a fare il tifo, le bandiere della Spagna e dell'Olanda venivano agitate come onde del mare, in un turbinio di colori rossi, blu, bianchi e gialli.

Anche se la partita non era neppure iniziata, e mancavano ancora un paio di ore al fischio di inizio la gente era già disposta sugli spalti a fare un tifo sfegatato, con quelle chiassose vuvuzelas e i cori da stadio che nell'ampiezza dello Soccer City era difficile distinguere quelli olandesi dagli spagnoli.


Olanda era appoggiato contro il muro fuori dagli spogliatoi della sua squadra, anche se questa era ancora in albergo a prepararsi per la partita. Si chiese quanta fosse l'ansia di quei giovani che stavano per disputare una partita importante, più di tutte le altre. Non era cosa da poco arrivare in finale alla Coppa del Mondo, era un occasione che capitava una volta ogni chissà quanti anni e loro potevano vincerla.

Era molto orgoglioso di quei giocatori, che avevano portato i Paesi Bassi sul tetto del mondo, avevano dato la possibilità alla propria patria di farsi valere sopra le altre e ciò lo rendeva fiero. Rare volte la sua terra era stata così tanto costantemente sotto gli occhi del mondo intero, ma anziché esserne felice ed esultare anche solo per essere arrivato fin lì, in finale, era teso e nervoso, proprio come avrebbero potuto esserlo quei giovani atleti che, qualunque fosse stato l'esito della partita, avrebbero potuto vantarsi di essere tra quelli migliori del mondo.


Prese il pacchetto di sigarette che teneva in tasca, sfilandone una e portandosela con due dita alla bocca.

Non era nervoso per essere arrivato in finale, non per quello. Era nervoso a causa dell'altro finalista.


Perchè quella finale per Olanda era un modo per riscattarsi dopo tutti quegli anni passati sotto il dominio di Spagna. Certo non era lo stesso furore che animava gli orange: loro non c'erano, loro non potevano capire quanto rancore serbasse in realtà la loro nazione nei confronti dello spagnolo.

Certo erano state tante le occasioni in cui gliel'aveva fatta pagare ad Antonio, ma la sfida su un campo da calcio era qualcosa di allettante, e in caso di vincita avrebbe avuto altri quattro anni per rinfacciargli la sconfitta.



Inspirò una boccata di nicotina, gustandone il forte sapore che gli invase il corpo, facendolo rilassare appena e distendergli i nervi. Solo quella malsana abitudine riusciva veramente a calmarlo.



«Oy! Holanda!» lo chiamò a gran voce Spagna, agitando il braccio in segno di salito

«Ti ho già detto che mi chiamo Nederland!» sbottò spendendo la sigaretta dentro uno dei posacenere lì vicino.

Antonio gli sorrideva solare. Certo, per lui era sempre tutto un gioco, probabilmente non si ricordava nemmeno tutti i disaccordi che c'erano stati tra di loro. Un tempo. Per lui quella era solamente una finale dei mondiali.



«Non pensavo di trovarti qui a fumare, tulipán! Che c'è, ansia pre partita?»

«Uhm, e di chi dovrei avere paura? Di te?» Domandò sarcastico superandolo e percorrendo il corridoio verso l'uscita del campo, quella stessa uscita che a distanza di poche ore i giocatori degli Orange e le Furie Rosse avrebbero percorso per entrare a giocarsi il titolo di Campioni del Mondo.


Il campo era bianco, come la neve. Certo faceva un freddo cane, ma non era nulla in confronto alle temperature invernali che Olanda era solito sopportare.

Una macchina nera percorreva il campo della finale, con sopra due anziani sudafricani.

«E chi è quel vecchietto?» Domandò Spagna, che si era portato a fianco dell'olandese. «Portagli rispetto, idiota! Quello è Nelson Mandela! È l'uomo che ha cambiato questa Nazione.»


Antonio mormorò sommessamente un “ooh” stupido. Poi si fissò le mani nervosamente, torturandosele. Era quasi febbrile.

«Allora, è questo che si prova ad essere in finale?» Domandò.

Era agitato, al limite dell'euforia. Voleva urlare, gridare di gioia. Persino qualcuno di importante era sceso in campo a fare gli auguri di buon auspicio alle due squadre.

Olanda lo guardò, non capendo cosa volesse dire.

«Sai, questa è la mia prima finale! Sono emozionatissimo!»

«Lo so. Si vede, sembri un bambino.»

Antonio arrossì. Non aveva dimenticato che Paesi Bassi lo odiava. Eppure, per quella sera, lui non voleva che ci fossero disaccordi tra loro, al di fuori di quelli della partita. Era un giorno speciale. Era la finale, e non dovevano pensare ad altro.


Gli porse la mano, sorridendogli come meglio poteva. Olanda lo guardò come se fosse una caccola.

«Beh.. prima che cominci... volevo augurarti in bocca al lupo. E che vinca il migliore!»

Olanda, sorpreso da quelle parole, si limitò a stringere all'altro la mano, sorridendogli appena,

«Vincerò di certo!»

Spagna lo guardò carico di ira: «Te lo scordi»

«OHI!! Bastardo! Tulipano!»


Olanda e Spagna si girarono sorpresi, guardando le due Italie che reggevano una valigia marrone.

Entrabi sapevano cosa conteneva.

«Siete pronti per combattere per la Coppa?» Domandò Lovino mentre Feliciano aveva le lacrime agli occhi: non voleva separarsene.


Olanda e Spagna si lanciarono un occhiataccia, densa di astio.

«Sarà mia di certo!» Esclamarono all'unisono, pronti a scendere in campo col cuore con le loro squadre. SPAM

  
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