“Beh..
a questo punto non mi resta altro da fare che
sentire questo Tony.. l’uomo al quale la prima vittima doveva
dei soldi.” La
detective cercò nel taccuino qualche informazione
precedentemente appuntata.
“Certo!
Il Commerce Casinò.. Crowne Plaza.. lo dovrei
incontrare li!”
Sam
prese l’auto per dirigersi nel luogo incriminato,
e ci arrivò in quasi un’ora a causa del traffico.
“Cacchio..
c’è un grande afflusso di gente al
casinò..
ci devono fare un bel po’ di soldoni..”
Si
presentò all’entrata con il distintivo, dicendo le
semplici parole: “Sono della polizia.. fatemi
passare.”
I
buttafuori non opposero resistenza.. era meglio non
alzare polveroni: probabilmente quello era un luogo dove la
legalità non veniva
rispettata, era inutile attirare l’attenzione.
“Buongiorno.”
Si rivolse la donna all’interno del
casinò.
“Sto
cercando un certo Tony!” Urlò cosi che tutti
potessero sentirla. In lontananza vide un uomo guardarla in maniera
spaventata,
che dopo qualche secondo di esitazione iniziò a correre.
“Fermo
lì!”
La
donna iniziò a seguire il fuggitivo, che sembrava
conoscere il luogo in maniera approfondita. Percorse una serie di
piccoli
corridoi, per poi trovarsi per le scale antincendio. La
ragazza percorse le scale in fretta e
furia, pensando di aver perso il fuggiasco si
demoralizzò… poi accadde qualcosa
di inaspettato. Alla fine delle scale quell’uomo era per
terra, per di più con
le manette, che ne intrappolavano una mano, attaccandola alla ringhiera
delle
scale.
“Ma
che diav..”
“Sorpreeeesa!”
Seguirono
alcuni istanti di gelo.
“Tu?
Che cosa ci fai qui?”
“Te
l’avevo detto che avrei fatto un passo in città
per salutarti.. ti ricordi la mia lettera?”
“Senti..
sto lavorando.. per favore lasciami stare..
adesso non è il momento.”
“Dai
su su.. non fare l’acidona.. cosa c’è
che ti da
tanto fastidio Sammy?”
“Per
favore.. vai via adesso…”
“Mi dispiace di averti abbandonata…” Il
ragazzo preferì non aggiungere altro e
se ne andò così in fretta come era arrivato.
Samantha vide l’uomo allontanarsi
per la seconda volta.
“Cacchio
che scenata…” Il fuggitivo, ancora
ammanettato alla scalinata aveva assistito alla rimpatriata di due
vecchi
amici.
“Tu
stai zitto! Piuttosto.. sei Tony?”
“Così
pare..”
“Perché
fuggivi?”
“Non
saprei.. così.. tanto per fare..”
“Hai
saputo della morte di William Bradley?”
“Certo
che l’ho saputo. Li leggo pure io i giornali,
cosa crede?”
“Io
non credo niente.. piuttosto.. le doveva dei
soldi?”
“Si..
qualche migliaio di dollari.. che adesso
purtroppo non potrà restituirmi..”
“Non
puoi chiederli alla famiglia?”
“E
a chi? Forse a Simon??”
“L’idea
ti sembra così folle?”
“Beh
quel ragazzo è inquietante… un giorno
è venuto
qui e mi ha preso a pugni! Le giuro.. mi ha spaccato il naso! Voleva
che la
smettessi di chiedere soldi al padre..”
“Capisco..
e perché fuggivi adesso?”
“Ma
scusi.. si rende conto di cosa mi sta chiedendo?
Ma è una detective tipo l’ispettore Gadget o lo
è veramente? Sono uno
strozzino! Ecco perché fuggivo!”
La
detective diede un calcio in faccia all’aguzzino.
“Non
lasciare la città.. ok?”
Così
dicendo se ne andò.
“Ma
che fa? Mi lascia qui?”
Samantha
pensò di dover parlare nuovamente con Simon,
perciò si diresse a casa sua. Molti dubbi la assalivano.
Tony non avrebbe avuto
motivo di uccidere William, ne tantomeno Lauren. L’assassino
sembrava essere
Simon.. ma che motivo avrebbe avuto per uccidere le due vittime.. e
cosa più
importante.. se era un assassino, perché non aveva ucciso
Tony, limitandosi a
procurargli un naso rotto?
“Senti
Simon.. sono qui per farti qualche altra
domanda.”
“Fa
bene a fidarsi di me signorina.”
“Cosa
intendi dire?”
“Beh…Ci sarà un motivo se continua a
tornare, evidentemente si fida.. il suo
sguardo è pure cambiato.”
“Cambiato?”
“Certo..
non ha niente da temere.”
“Non ti capisco…”
“Lei
è una donna emancipata, eppure continua a temere
il rifiuto. Il suo sguardo è diverso quando mi parla.. per
qualche istante
brilla, ma poi torna ad appassire nella monotonia della giornata.. il
suo
sguardo è diverso perché sa che io non
l’abbandonerò”
“Senti..
tu non mi conosci!”
“Non
è assolutamente vero! Io so tutto di lei.. è una
donna che passa la sua vita tra casa e lavoro.. ma non lo fa
perché questo la
gratifica, lo fa perché impegnarsi con qualcuno la potrebbe
ferire! Non posso
sapere chi è stato, ma sono sicuro che nel suo passato
è stata abbandonata.. è
stata abbandonata da un uomo che lasciandola si è portato
con se la lucentezza
dei suoi occhi, e con essa anche la sua capacità di
trascorrere del tempo
libero divertendosi.. Ma guardi che ora è! Lei a
quest’ora non dovrebbe lavorare..
ma non può fare a meno di tornare da me a parlarmi.. forse
per lavoro.. forse
perché con me sente di poter continuare a vivere una vita
sana! IL suo sguardo
è diverso le dico…”
“Ascolta,
io…”
La detective dimenticò il motivo che l’aveva
portata in quella casa, e portò
una mano a coprirsi la fronte.. in un manifesto tentativo di rinsavire
dallo
stato confusionale nella quale si trovava.
“Adesso
voglio che mi guardi negli occhi.”
Lei
obbedì.
“Scelga
la vita, ami e lasci amare.. non permetta che
questa società malsana rovini il suo dolce sguardo.. Scelga
la passione, e non
permetta all’insicurezza di ottenebrare la sua bellezza..
scelga il sentimento
perché è l’unica cosa capace di tenerla
realmente in vita.. un giorno si
sveglierà le dico! Si sveglierà con una nuova
luce negli occhi, che come fari
riusciranno a vedere la vita per come è realmente.. la vita
è difficile! In
questo mondo non si vince, perché il male regna sovrano!
Provi a combattere, ma
fallirà inesorabilmente, perché non
c’è modo per far vincere i giusti. Esistono
ahimè due tipi di persone in questo mondo.. gli animali e
gli uomini. Lei fa
parte del genere umano.. lei è quel tipo di persona che
pondera, che ragiona, e
che quindi sceglie il bene comune. Per lei non c’è
possibilità di vittoria. Gli
animali, al contrario, non ragionano.. ma scelgono! Il vivere comune
non li
tocca, ma fanno ciò che vogliono. Lei deve continuare a
combattere, ma con la
consapevolezza di perdere sempre!”
La
detective capiva
sempre meno.
“A cosa
servirebbe?” Fissò gli occhi gelidi
dell’uomo.
“Combattere
intendo..”
“A
potersi rialzare!”
Per
qualche istante la donna pensò di attraversare un
momento di estrema lucidità.
“Ma
scusa.. come pensi possa vivere una persona,
soggetta a continue delusioni?”
“Non
si tratta di essere delusi! Si tratta di analizzare
la vita con sguardo critico e con un pizzico di realismo! Se sai
già cosa ti
aspetta, non puoi rimanere deluso! Non cerchi complicazioni! Scelga con
la
testa,ma rimanga sulla via dell’indifferenza! Dia retta a me,
tenga la testa
lontana dal fango, e vedrà che riuscirà in futuro
nuovamente a vedere
l’arcobaleno!”
“Io
devo andare..”
“No
la prego.. non se ne vada..”
Con tono dolce si rivolse a lei, mentre con
una mano le afferrava il braccio.
“Ma
lei che cosa vuole da me?”
“Io?
Io voglio solo il suo bene.”
La
abbracciò portando la testa di lei fra le sue
braccia. Lei pian piano perse le forze.. non poteva andarsene da lui.
Insieme
si accasciarono su un letto a due piazze. Non una volta si mossero da
quella
posizione. Rimasero abbracciati fino all’alba.