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Autore: Recess95    14/07/2010    2 recensioni
-Per colpa tua, dovremo trovare un buon articolo in due ore da mettere al posto del tuo, al quale tenevo molto, visto che si trattava di un tema importante come il matrimonio! E tu ti sei permessa di non presentarlo, questo è molto grave!- -Me l'ha mangiato il cane!- cercò di difendersi. -Vada a raccontarla a qualcun'altro, perché lei è licenziata.- Ecco una piccola one-shot regalo! Questa è dedicata alla mia Ale, spero che ti piaccia!:) Se volete sapere di questa rompiscatole cronica e delle catastrofi che scatena, leggete qui! ;)
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  Salve a tutti! Questa è una brevissima fic scritta per Ale (lei sa perché) ;)
Ecco quello che ti ho promesso, Ale!
Buona lettura a tutti! :*
P.S. se vi va di recensire, non c'è problema...:)



SOLE & CESCO

-Ehi, Ale, vuoi essere la mia fidanzata?-

-Ok.-

Era così che tutto aveva avuto inizio.
La ragazza rise tra se accarezzando col dito la fotografia che la ritraeva quindici anni più giovane, nel parco della sua scuola elementare.
Era cambiata solo all'esterno, perché dentro restava sembre la bambina di un tempo. I suoi amici le dicevano che era una bomba a orologeria, sempre pronta a far casino e tirare fuori il suo spirito ribelle...
Lei era così, solare, attiva, testarda,...
E tante persone sembravano averla apprezzata nonostante combinasse sempre un sacco di guai.
Anche da piccola era così. Non c'era persona, in classe con lei, che non le dicesse che era un maschiaccio. Nei giochi di squadra era sempre lei il leader.
E le mancava tanto essere ancora assieme a quelle persone...specialmente a uno fra i tanti che le avevano voluto bene.
Francesco era sempre stato il suo tormento: la sfidava in continuazione, le faceva dispetti in qualsiasi momento e lei non era da meno!
Ed erano fidanzati. Sorrise di nuovo. All'epoca, non sapevano nemmeno cosa volesse dire "essere fidanzati"...era solo un gioco, per loro, però ora...
Lui aveva frequentato le scuole medie con lei e avevano continuato a essere quasi inseparabili, li chiamavano Sole e Cesco, dopo, però, aveva seguito studi diversi, era andato all'università e ora aveva un lavoro che lo soddisfava e lo rendeva celebre. Solitamente, gli amori infantili si dimenticano o ci si ride sopra insieme, ma lei non riusciva a dimenticarlo...soprattutto perché lo vedeva ogni giorno.
Ora era il suo capo. Lei era una giornalista e lui le diceva cosa scrivere...e fingeva di non ricordarsi chi fosse.
Che tristezza quando qualcuno per te importante finge di ignorarti e di non sapere nemmeno il tuo nome.

-ALEEEEEEEEEEEEE!!!- un urlo dal piano inferiore le disse che era meglio prepararsi alla catastrofe che sarebbe avvenuta di lì a poco.

-ALESSANDRA!- dalle scale spuntò sua sorella armata di mestolo e mattarello. Sembrava Xena, la principessa guerriera.

-Buongiorno anche a te.-

-Dimmi, per quanto tempo ancora hai intenzione di infestare la mia casa???-

-Finché non avrò trovato un marito, avrò cinque gemellini e una Ferrari rossa.-

-Ti butterò fuori molto prima, credimi! Hai riempito la sala di carte e giornali!!! Hai idea della gioia che ha provato il cane a ridurre tutto a brandelli??? E io avevo pulito ieri!-

-COSA?!? Il cane ha distrutto il mio articolo???-

-Ben ti sta! Sei l'unica giornalista che non scrive le sue bozze a computer!-

-Oh, porco cane!!!-

-Non dare del porco al mio cane! Sei tu che trasformi la mia dimora in un porcile!-

La ragazza scese le scale di corsa, superando la sorella e inciampando sul penultimo gradino. Arrivò al piano terra con il sedere, trovandosi di fronte le gambe di un uomo.

-Buongiorno, Sole.- lui la chiamava così.

-Buongiorno!!!- si fece aiutare dal compagno di sua sorella ad alzarsi in piedi e corse in sala senza neanche augurargli buon lavoro. Davanti a lei si stagliava una distesa di brandelli dell'articolo che doveva presentare il giorno stesso:-Merda...-

-Ciao zia!- la salutarono i due bambini, Luca e Silvia, figli adottivi della sorella.

-Ciao ragazzi...- disse lei, ancora sconvolta.

-Perché dici "merda"?- le chiese la bambina dall'aria innocente.

-Sssh! Non ripetete questa parola, sennò la vostra mamma mi maciulla!-

-MAMMAAAAAA!!!!- gridarono in coro i due:-La zia ci ha insegnato una nuova parolaaaaaaaa!!!- e corsero dalla loro madre ridacchiando.

-Gemelli malvagi...- commentò lei tra se. Raccolse il meglio che poteva trovare tra la distruzione del suo lavoro e si preparò a uscire di casa.
Si raccolse i capelli castani in una coda di cavallo e indossò un completo formale...per il licenziamento doveva almeno essere elegante.

-Ciao a tutti, io esco!- gridò, poi chiuse la porta, ma riuscì comunque a sentire sua sorella che urlava:-Sarà meglio! Sarà molto meglio!!!-

Camminò nella più totale angoscia verso il cancello della villetta, lanciando uno sguardo omicida al San Bernardo beatamente stravaccato nel bel mezzo del giardino.
-Cane assassino!- sibilò.
Poi imboccò il marciapiede ed entro una ventina di minuti raggiunse la redazione del suo giornale.
Si recò nel suo ufficio, rendendosi conto di avere ancora la foto di classe nella tasca del cappotto. Mentre aspettava che il capo chiamasse tutti i giornalisti nel suo ufficio per la consegna dell'articolo, mangiucchiò l'estremo di una decina di matite e provò a battere a computer qualche frase che ricordasse, ma era inutile.
Lei odiava scrivere a computer...si trovava molto meglio davanti a un caminetto acceso, una tazza di caffè e un foglio bianco da riempire di parole...per questo scriveva sempre le sue bozze su carta e poi le batteva a computer una volta terminate.
Stava giusto leggendo un articolo sui San Bernardo scritto da una sua collega (più che altro cercava qualche cibo a cui fossero allergici), quando la porta si aprì ed entrò la segretaria: -Signorina Astro, è desiderata dal signor Campanari per il suo articolo.-

Camminò a testa bassa fino allo studio, seguendo la segretaria come un condannato. Quando arrivò, la donna la lasciò sola al suo destino.

-Buongiorno...- salutò timidamente.

Francesco Campanari, un uomo famoso per la sua intrapendenza da giornalista e il suo temperamento forte, ma controllato, non ricambiò il saluto.
Sembrava assorto in una riflessione, la schiena poggiata alla vetrata con vista e lo sguardo vacuo.

-Ehm...'GIORNO!- ripete lei amplificando il tono di voce.

Lui si disincantò e la guardò qualche istante prima di ricambiare, finalmente:-Buongiorno.-
Aveva morbidi capelli di un biondo sabbia e occhi caldi...il viso, comunque, era giovane come quindici anni prima.
-Questa è l'ultima uscita del mese e ci serve un eccellente lavoro.-

-A proposito...-cominciò lei.

-Mi faccia vedere il suo, per favore.-

-Veramente...-

-Cosa c'è?- fece lui, spazientito.

-Dire che me l'ha mangiato il cane sembra troppo esagerato, vero? Ma ti assicuro che è così!- si scusò lei, buttandola sullo spirito.

-Stai scherzando?- erano passati al tu, definitivamente.

-Mi piacerebbe fosse solo uno scherzo, ma mia sorella e quel suo stupido San...-

-Non un'altra parola, Astro! Ho avuto l'impressione che tu non prendessi il tuo lavoro sul serio quando la mia segretaria ti ha ripresa perché giocavi con la sedia girevole, quando hai versato il caffè nella stampante scambiandolo per inchiostro e quando mi hai consegnato quell'articolo scritto in cinese...-

-E' stato un errore!-

-...be', se prima ne ho avuto l'impressione, adesso ne ho la conferma!-

-Mi dispiace, davvero! Il mio lavoro è tutto per me, non...-

-Non mi interessa.- sospirò lui:-Per colpa tua, dovremo trovare un buon articolo in due ore da mettere al posto del tuo, al quale tenevo molto, visto che si trattava di un tema importante come il matrimonio! E tu ti sei permessa di non presentarlo, questo è molto grave!-

-Me l'ha mangiato il cane!- cercò di difendersi.

-Vada a raccontarla a qualcun'altro, perché lei è licenziata.-

-Non puoi farmi questo...-

-Mi dia del lei!-

Ale in quel momento non resistette più, non seppe trattenersi e scoppiò:-Come puoi TU chiedere a ME di darti del lei!!! Io sono Alessandra, sono Sole! Quella che conoscevi alle elementari e alle medie, quella a cui regalavi i cioccolatini a San Valentino, quella a cui facevi gli scherzi più assurdi!!! Non so se sia stato tutto questo potere a darti alla testa, so solo che sei cambiato e sei diventato quello che non sei realmente.- sulle guance scesero due grosse lacrime:-So di essere sempre la solita casinista, ma questo da te non me lo sarei mai aspettato.-

La segretaria aprì la porta:-Va tutto bene? Sentivo urlare...-

La ragazza uscì singhiozzando e gli occhi della donna si posarono su Francesco:-Sono un idiota.- disse, e si precipitò a seguire Alessandra.
Lei era corsa nel suo ufficio, aveva afferrato borsa e cappotto e si era catapultata fuori dall'edificio, correndo mentre le lacrime continuavano a scendere. Peccato che fosse aggraziata come un elefante e, come era già successo altre volte, scivolò sul secondo gradino della scalinata esterna...di certo il giaccio di gennaio non le aveva voluto dare man forte.
Cadde rovinosamente fino a terra, la borsa si rovesciò lasciando una scia di oggetti e quadratini di carta per le scale e lei si ritrovo a pancia a terra, nella neve.
Qualche secondo dopo arrivarono i soccorsi.

-Ti sei fatta male?- le chiese Franceso, aiutandola a rimettersi seduta.

-No.- rispose lei, asciugandosi il viso, ma nel rialzarsi scoprì di avere un dolore lancinante alla caviglia e rimpiombò per terra:-Ok, forse un po'.-

-Ti aiuto.-

-No, non voglio! Adesso chiamo mia sorella e me ne vado di qui...-

-Mi dispiace.- le disse lui prendendole una mano.

Lei lo fissò per un momento, gli occhi ancora lucidi:-Vai a raccontarla a qualcun'altro.- e si ritrasse.

Lui abbassò lo sguardò:-Hai ragione.- si alzò e raccolse la borsa della ragazza, rimettendo dentro tutti gli oggetti fuoriusciti e consegnandole il cellulare. Mentre lei lo fissava indecisa, lui raccolse da terra i pezzetti di carta mordicchiata e lesse gli stralci delle frasi che erano scritte sopra:"Ultimamente in Ital...trimoni non funzion...per questo che gli...separazione, anchse se...sposare non signific...perdonarsi a vicenda."
-E' il tuo articolo...- sussurrò.

-Era, ma adesso non ha più importanza.-

-Non era una bugia, allora.-

Lei scosse la testa facendo oscillare la coda.

Francesco le si avvicinò di nuovo, sedendosi accanto a lei:-So che sono sempre il solito casinista, però non mi aspettavo che ne avrei fatta una così grossa.- sorrise.
-Ale, ascolta...mi sono comportato da stupido perché credevo che non ti importasse più di me. Credevo che ormai ti fossi dimenticata di...di quello che è stato. Non volevo trattarti da inferiore, è che avevo paura che tu non mi volessi più...forse hai ragione, il lavoro mi ha dato alla testa, sapere di essere il direttore di una redazione, ma poi sapere che sarei diventato il tuo capo...io non ti ho mai dimenticata, come avrei potuto? Sei un tale uragano!-

Lei rise, confortata da quelle parole, poi le venne un'idea ed estrasse la foto delle elementari dalla tasca e gliela porse.

Lui fece una faccia tra lo stupito e il divertito:-Com'ero piccolo!-

-Un pidocchio...- lo provocò.

-Zitta, pulce!- risero come se fossero tornati bambini.

-Ti ricordi, Cesco? Stavi sempre a tirare per la gonna la maestra, sperando che cadesse!-

-E tu intasavi il bagno con la carta igenica fino a far impazzire il bidello!-

-Già, e poi quella volta mi ha beccata e mi ha chiusa nello studio del preside, per punizione.-

-E io sono venuto a tirarti fuori scassinado la porta con il fermaglio che ho rubato dalla borsa della maestra!-

Si guardarono negli occhi senza dire più nulla. Gli occhi scuri di una si riversavano in quelli castani dell'altro...erano passati non pochi anni, ma i loro sguardi non erano cambiati per niente.

-Sole, mi puoi perdonare?-

Lei annuì e poi lo baciò, come se non desiderasse altro da moooolto tempo. Cesco rispose al bacio stringendola forte...non avevano freddo, adesso che stavano abbracciati e sapevano che erano di nuovo Sole e Cesco.

-Non sei cambiato per niente, Pidocchio.-

-Neanche tu, Pulce.-

Il ragazzo se la caricò in braccio e, facendosi guidare da lei, raggiunse la casa di sua sorella.

-Cosa diranno i suoi dipendenti, signor Campanari?- scherzò lei, durante il tragitto.

-Crederanno che lei mi abbia ucciso, signorina Astro, con una delle sue ideate.-

-Scemo!-

-Bada a come ti rivolgi al tuo capo, dolcezza!-

Quando suonarono al campanello di casa Astro, uscì una ragazza, poco più vecchia di Alessandra.

-Ciao, Michela...- la salutò il ragazzo.

La sorella di Alessandra si avvicinò ai due, dopo averli fatti accomodare in casa:-Francesco Campanari? Sei davvero tu? Come sei grande!!!- sorrise lei che l'aveva visto per l'ultima volta quando aveva undici anni, poi si rivolse a sua sorella:-Cos'hai combinato?-

Lei sospirò:-Mi sono fatta licenziare, mi sono rotta la caviglia e l'ho baciato!- rispose, allegra.

Michela sgranò gli occhi:-Voi due...ancora?-

Francesco annuì divertito, mentre Ale si fasciava la caviglia con del ghiaccio.

-Oh, Gesù! Adesso mi toccherà albergarne due!-

-Non ti preoccupare. Credo di avere spazio a sufficienza a casa mia.- sorrise il ragazzo, poi si avvicinò al divano su cui Sole si era seduta:-Ehi, Ale, vuoi essere la mia fidanzata?-

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Ecco qui, non è niente di che, ma spero vi faccia piacere lo stesso!
Per la cronaca, tutti i personaggi sono reali, ci sono pure io! Indovinate chi sono???? ;)
Non c'è molta scelta, comunque...;)
Per qualsiasi domanda, sarò felice di rispondere...grazie ;)
  
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