E dimmi che non vuoi morire.
Michele
se ne stava
seduto su una nuvola spersa.
La
sofferenza,
profondamente vigliacca, si impossessava di lui in un crescendo
continuo col passare
di quei momenti.
Sentiva
che lei
soffriva, proprio come lui in quel momento, proprio come sempre.
Non
tentò di mostrarsi
immune,combattivo e forte davanti allo sgorgare di quel dolore puro,
mascherato
in acerbe lacrime.
Avrebbe
voluto
porre termine al pianto di Monica, stringendola a sé,
passando la notte sveglio
a raccontarle fiabe, distraendola dalla tirannia della
realtà regnante.
Successe
qualcosa
in quelle ore d’oscuro.
Così,
nel modo più
dolce immaginabile, lo chiamò:
«Michele…»
Michele,
accucciato
nelle sue ali grandi, non si mosse.
Inclinò
leggermente
il volto verso l’alto, quasi speranzoso
d’un’inconsistente elemosina di
misericordia che potesse donargli speranza sufficiente per continuare
ad
assistere alla vita reale, seppur dall’alto.
«Michele,
forse è
il caso di parlare.»
«Ma
io non ho fatto
nulla questa volta, almeno non consapevolmente…
Beh
sì, ammetto che
l’ho pensata, ma…» cercò di
giustificarsi l’uomo.
«Michele,
no. Non
voglio prendere provvedimenti, non questa volta!»
annunciò.
Michele,
attonito,
si alzò in piedi e si incamminò, mantenendo il
silenzio per tutto il suo
cammino: quell’assenza di rumori era, difatti, rotta,
soltanto, dall’andare dei
suoi lenti passi svogliati.
Raggiunta
un’immacolata e candida cabina telefonica, Michele attese che
l’apparecchio
musicasse con il suo dolce suono d’arpa per, poi, rispondere.
«Michele,
buonasera.»
«Buonasera
anche a
lei, anche se così buona non si preannuncia…
Dovete
smetterla di
farmela vedere così triste, per Giove!» esclamò deciso
l’uomo, pur mantenendo tristezza
nel tono.
«Ahi
ahi ahi! Cosa
facciamo qui? Diamo adito al paganesimo e alla collera?! Proprio nel
momento in
cui siamo propensi ad aiutarla, Michele?» lo
intimorì la voce con tono
contestatario.
«Scusi,
scusi,
scusi, per la carità di Dio! Io…»
cercò di rimediare con tono mesto lui.
«Di
nuovo?!»
osservò Angelica, denotando con quell’appunto la
sua natura estremamente
puntigliosa.
«No,
no, no: mi
rimetto alla clemenza della corte!» sottostette Michele
sarcastico, alzando le
mani al cielo per paura di compromettere, ulteriormente, la sua
posizione.
«Andiamo
meglio,
nonostante questo consueto spirito di contestazione sia sempre
presente, eh?!» sentenziò
la voce acida e vogliosa di arrivare al punto e concludere il discorso-
« In
ogni caso, veniamo al dunque! Michele, ha visto cosa sta
accadendo?»
«Certo
che vedo: è
una tortura vedere Monica così! Difatti, per evitare di
ricorrere al
turpiloquio, chiederei
di essere
esonerato dalla vista del mondo reale a questo punto
perché…»- l’uomo non ebbe
tempo di terminare.
«Michele,
davvero
rinuncerebbe al contatto terrestre pur di non vederla
soffrire?» chiese
sorpresa e intenerita Angelica.
«Certo!
Sapere che
non è felice mi rende più sofferente di
lei…» ammise l’uomo.
«Allora,
ne è
davvero innamorato…» concluse con un sospiro la
centralinista.
«E
me lo chiede
anche?! Farei di tutto per poterla incontrare anche solo in
sogno…» continuò
Michele, rattristandosi ulteriormente.
«Michele,
lei si
accontenta davvero di poco…» si lasciò
sfuggire la voce.
«Cioè?»
domandò
incuriosito.
«Beh..
E’ veramente
raro che avvenga, ma, per una volta, anche a noi quassù
è sfuggita la
situazione di mano.» ammise controvoglia la donna, contraria
al dover
confessare una negligenza.
«Mi
perdoni, ma
credo che, nell’operazione ‘montaggio
ali’, mi si siano arrugginiti i
padiglioni auricolari, potrebbe ripetere l’ultima
frase?» s’accertò
esterrefatto il moro, in attesa di delucidazioni.
«Ha
sentito bene Michele:
ci siamo sbagliati! Ma che ci vuole fare? Ci concederà pure
che qualche piccolo
imprevisto sfugga anche alla nostra accortezza celeste, no?»
sostenne Angelica,
imponendosi con un certo vigore.
«Sì
sì, certo, d’altronde,
la mole di lavoro, qui, non è indifferente e lei, mi
permetta, lo sbriga
magnificamente.» la lusingò l’uomo, con
voce suadente.
«Adulatore...»
si
lasciò sfuggire la centralinista, ammaliata dal complimento
appena avanzatole.
«Modestamente…Ma
mi
dica, dove c’è stato l’errore, la
magagna, insomma?» domandò con impazienza il
moro.
«Beh…
Il problema
sorge in Monica, ha visto come sta? Se non fosse per il bambino che
avete avuto
insieme, penso che non troverebbe la forza di proseguire e questo non
è il suo
destino. Per questo, abbiamo pensato di rimediare ed assecondare il
destino che
spetta a questa ragazza.» proferì la Voce senza
interruzioni.
«Monica
sarà felice,
no? Me lo garantite, vero?» chiese preoccupato.
«Michele,
penso che
questo compito spetti a lei, sa?» buttò
lì la voce, retoricamente.
«Penso
di non aver
colto il messaggio…» replicò dubbioso e
scombussolato l’uomo.
«Quassù,
si sono
consultati a lungo e hanno decretato che lei fosse la persona
più adatta per garantire
la felicità di Monica: d’ora in poi, il compito
spetterà a lei, Michele!»
«Ma
io come posso
renderla felice se, stando qui, sono totalmente impotente?»
chiese confuso.
«Ecco!
Proprio qui
ci si trova dinnanzi all’inconveniente tecnico. Infatti,
dovrà abbandonare la
sede attuale e tornare alla postazione iniziale.»
annunciò la donna.
«Torno
nel mio
adorato ufficietto immacolato , con la radio, la tessera per i colloqui
bucata,
irrimediabilmente, a mo’ di tarme nell’armadio?!
Non potevate farmi più felice!!Questa
sì che è una notizia!» proruppe con
enfasi Michele.
«No,
no, no: non ci
siamo capiti! Michele, lei torna giù, ma proprio
giù: sulla terra!» chiarì la Voce.
«Come
torno giù?! Tornerò
a vivere?»
«Che
domande?
Certo! Non vogliamo mica improvvisare un ‘Ghost’ de
no’altri!!
Qui,
siamo gente
seria e, tra l’altro, quel film l’ho visto troppe
volte, ormai, faccio quasi
fatica a commuovermi: non si rivelerebbe affatto
entusiasmante!» sentenziò, in
tono risoluto, Angelica.
«Oddio!!
Mi svegli,
la prego: sembra un sogno!!!» urlò raggiante.
«Oh
no, Michele! Oddio
sì, è una bella notizia, ma non sarà
così semplice, purtroppo…»
«Immaginavo…»
soggiunse
l’uomo, nuovamente, in preda allo sconforto.
«Le
condizioni
saranno tanto chiare quanto inamovibili: lei tornerà nel suo
corpo, ma con un’identità
alternativa in apparenza...» esplicò, restando sul
vago.
«Cioè?»
chiese con
rassegnazione l’uomo, constatando la sua
difficoltà a comprendere.
«Avrà
un altro
nome: tutti penseranno che lei sia un sosia del vero Michele e lei non
potrà
rivelare a nessuno la sua vera identità, altrimenti le
sarà revocata la
possibilità di portare a termine
l’operazione.» spiegò.
«Ma,
allora, come
farò? Dovrò ricominciare tutto da
capo?» domandò Michele.
«Beh
no…Dovrà
ristabilire i legami preesistenti alla sua morte, con Monica
soprattutto, la
quale dovrà capire chi si cela dietro il finto nome che la
coprirà. Lei,
Michele, dovrà impegnarsi a farglielo capire, ma
inconsapevolmente, con nulla
che possa rivelarsi esplicito. La difficoltà ulteriore
consisterà nel fatto che
il vostro amore dovrà manifestarsi entro un mese dalla sua
comparsa nella
realtà terrena. Spero di essere stata esauriente a
sufficienza.»
«Ho
capito e come
comprenderò se mi ha riconosciuto?»
domandò ancora.
«Beh,
dovrà
chiamarla con il suo vero nome, in tal modo, manifesterà la
scoperta della sua
reale identità.» constatò la donna.
«Tutto
questo nell’arco
di un mese?» soggiunse interrogativo Michele.
«Esatto!»
rispose
secca la donna .
«E
se non riuscissi
a ristabilire il rapporto preesistente con lei?»
«Sarebbe
segno che
non è lei la persona destinata a riportare la
felicità nella vita di Monica, ma
se così non fosse…» esplicò,
ulteriormente, la voce.
«Se
così non
fosse?» la invitò a continuare l’uomo.
«Beh,
starebbe a significare
che il vostro destino è quello di affrontare la vita
insieme, nell’amore che vi
unisce…»
«Ma
come farò ad
averne conferma?»
«Stia
tranquillo, nel
verificarsi di quell’eventualità,
l’arrivo d’un segno chiarirà il vostro
futuro, Michele.»
«E
se non
cogliessimo il significato di questo segno?»
«Suvvia,
sarà
difficile non coglierlo, Michele! Penso abbia capito,
nell’arco di tempo che ha
trascorso qui, che, quassù, le cose o si fanno in grande o
non si fanno!» suggerì
Angelica..
«Eh...come
biasimarvi! A quando la mia partenza allora?»
domandò Michele, ingenuamente.
«Partenza
immediata!»
esclamò la voce.
«Come?
Subito?!» pose
l’interrogativo, rimanendo sorpreso.
«Certo:
non c’è
tempo da perdere! Poi, non si ricorda?! E’ il primo dicembre
e i preparativi
natalizi fervono per tutti, anche e soprattutto per noi, e ogni
faccenda in
sospeso deve essere sbrigata
a tempo
debito!»
«Il
Natale è già
alle porte?! Non lo ricordavo più…»
sospirò l’uomo.
«Troppa
tristezza,
Michele…» motivò lei.
«Sì,
però, questa
seconda possibilità è il regalo di Natale
più bello che mi sia mai stato fatto.
Grazie…» ringraziò con voce rotta dalla
commozione Michele.
«Ora
vada.»-suggerì
la voce- «Sia felice e buon Natale!»
«Buon
Natale»
ricambiò gli auguri con tono tranquillo Michele, scorgendo
quello stralcio di
paradiso per serbarlo nel profondo, prima di voltarsi verso
ciò che rimaneva
estraneo a lui, alla sua mente, al suo cuore…
Afferrò
la sua
valigia e, guardando verso l’alto, sospirò.
Il
suo cammino
iniziò e, ben presto, sentì
l’inesistenza possederlo.
Prima
di vedere
quella luce nuova che si stagliava lì, dinnanzi a lui,
esaudì un desiderio.
Non
credeva potesse
realizzarsi.