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Autore: HimeAndEmiko    19/07/2010    4 recensioni
"Solita sedia, solito tavolo: posizione strategica per spiarla quanto voleva. Perché, in effetti, era quello che faceva tutti i giorni, da anni ormai. Piombava in biblioteca dall’orario di apertura e ci rimaneva fino a quello di chiusura, leggeva libri su libri e tutto per poter godere della compagnia di quella donna..." Dal primo capitolo.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Cioccolatino


Aveva fissato quell'albero da quando era arrivato: quelle foglie gialle e rosse, che si muovevano col venticello, lo facevano rilassare. Annoiato, il giovane si teneva il capo appoggiato alla mano, domandandosi che clima ci fosse all'esterno. Freddo? Caldo? Forse una via di mezzo, ormai erano in pieno autunno.
Sul tavolo giaceva un libro di alchimia, aperto sulla stessa pagina da due ore, ormai.  Forse era poco interessante, o forse, oltre che dall'albero, il ragazzo era distratto da qualcosa... o meglio, da qualcuno. Volse lo sguardo dall'albero per poi fissare i suoi profondi occhi neri in un panorama più interessante: la bibliotecaria seduta poco più in là.
Non poteva smettere di guardarla: sempre seria, posata, che metteva anima e corpo nel proprio lavoro. Una donna da ammirare.
Il ragazzo posò la schiena sulla sedia per poterla guardare meglio. Solita sedia, solito tavolo: posizione strategica per spiarla quanto voleva. Perché, in effetti, era quello che faceva tutti i giorni, da anni ormai. Piombava in biblioteca dall’orario di apertura e ci rimaneva fino a quello di chiusura, leggeva libri su libri e tutto per poter godere della compagnia di quella donna.
Anche se in effetti non parlavano molto. Giusto “buongiorno” e “buonasera”. I giorni migliori erano quelli in cui lui non trovava ciò che cercava. Allora doveva passare interminabili minuti davanti alla sua scrivania, aspettando che lei cercasse nel computer, scambiando qualche parolina ogni tanto. Non era mai stato timido, anzi, aveva una buona dose di fascino e charme, che faceva innamorare tutte le ragazzine che capitavano lì per studiare... e non solo. Però lei… lei era un’altra cosa:  inaccessibile, chiusa, impenetrabile. Più di qualcosina su di lei, indirettamente anche, non era riuscito a sapere. Sapeva solo che era bellissima e che la desiderava ogni giorno di più.
Si frugò nella tasca dei pantaloni e trovò ciò che cercava: un cioccolatino chiuso in una carta da caramella. Lo tirò fuori dalla tasca, facendosi scappare una risatina. Già si pregustava ciò che stava per avvenire.
Prese l’involucro del cioccolatino alle estremità per poterlo aprire, ma lo fece il più lentamente possibile, facendo volontariamente rumore. Una volta aperto, prese il cioccolato e lo mangiò, continuando però a giocare con la carta. Chiuse gli occhi, gustando quel sapore dolce, e sentì un rumore: una sedia che si spostava. Eccola. Rumore di tacchi che si avvicinavano a lui, eccola che arrivava.
-Eh-ehm.-
Sì. Era proprio lei, come aveva programmato.
-Sì? Oh, signorina Riza!- Cinguettò il giovane, facendo il finto tonto. Sapeva benissimo perché lei era lì.
-Signor Mustang, sta facendo chiasso con quel cioccolatino.- Disse semplicemente lei, guardandolo severa. Era impassibile, ma allo stesso tempo sembrava anche aver perso la pazienza con quel ragazzo. Forse era fin troppo abituata a lui.
-Davvero? Le giuro che non me ne sono reso conto!- Si guardò intorno e vide che proprio nessuno era stato distratto da lui e dal suo cioccolatino. Ma lei era troppo precisa.
Riza alzò un sopracciglio, piuttosto scettica -Ne ero sicura. Mi dia quella cartaccia, andrò a buttarla io stessa.-
-Signorina Riza, non si dovrebbe disturbare tanto!-Si alzò dalla sedia. -E poi, andiamo, mi chiami Roy! Sono anni che ci conosciamo…- Provò a sfoderare il suo innato fascino, ben sapendo che su di lei non avrebbe fatto effetto. Chissà perché, i suoi modi di gran conquistatore non avevano  mai attaccato con Riza.
-Penso che non sia corretto, io sono pur sempre sul posto di lavoro, signor Mustang.- Rispose semplicemente Riza, alzando gli occhi all’ennesimo tentativo dell'uomo di fare amicizia. Ormai riconosceva sempre i tentativi del povero Roy Mustang. Da lontano aveva imparato a conoscerlo, erano anni che si vedevano ogni giorno in biblioteca. Lei impiegata, lui consultatore. Sembrava che i loro destini si fossero come intrecciati.
Lo guardava spesso dalla sua scrivania. Prendeva molti libri di alchimia e di storia, li leggeva con attenzione ma delle volte si distraeva per un' inezia, come quel pomeriggio. Sapeva che gli piacevano i cioccolatini, perché in tasca ne aveva sempre uno. E sapeva che adorava il caldo, perché durante l’inverno si imbacuccava con sciarpa, cuffia e guanti.
-…qualcosa?-
-Mmh?- Era talmente presa dai suoi pensieri, che non si era accorta che Roy le stava parlando. -Mi scusi, signor Mustang, mi sono distratta un attimo. Può ripetere?-
Che le stava succedendo? Fermarsi a pensare a lui, proprio mentre stavano parlando. Che figura aveva fatto!
Lui le sorrise, comprensivo- Mi chiedevo, se ti andrebbe di andare a prendere qualcosa, dopo la chiusura.-
-Ah. Ecco…-Trovare una scusa, doveva trovare una scusa alla svelta! -Mi dispiace, devo tornare subito a casa.-
La parola “delusione” si stampò a chiare lettere sul viso di Roy. Perse il suo sorriso e cominciò a grattarsi la nuca.
-E… come mai? Se posso chiedere, si intende.-
-Vede, io ho un cane.- Come poteva non saperlo? Riza si portava la bestiola al lavoro sempre. Notò in quel momento che quel giorno non l'aveva visto.
-Oggi è stato a casa tutto il giorno perché non si sentiva bene. Ero anche tentata di non venire stamattina. Quindi preferirei tornare da lui, appena finisco.-
-Capisco. Beh, mi sembra giusto.-
Non tanto convinto, Roy tornò a sedersi, rigirandosi fra le dita la cartaccia del cioccolatino.
Riza sbuffò e si sistemò meglio gli occhiali sul naso.
-La dia a me, quella.- Gli aprì il palmo della mano a pochi centimetri dal naso. Roy vi depositò la carta e incrociò le braccia al petto, imbronciandosi come un bambino.
Indecisa se dirgli qualcosa o meno, Riza aprì e chiuse la bocca, preferendo non dire nulla e tornare al lavoro.
Sempre così: più lui cercava di avvicinarsi, più lei si allontanava. Chissà cosa temeva poi, neanche lui avesse la faccia da stupratore!
Con un po’ di malinconia in più, Roy tornò a sedersi al tavolo, guardando Riza andare via. La pagina era lì dove l’aveva lasciata, così come l’albero triste e quasi spoglio. Riza era alla scrivania e lui aveva finito cioccolatini e scuse per farla avvicinare. Ottimo.


§


Il tempo passa, anche quando la lettura è potenzialmente noiosa e la malinconia è densa nell’aria. Roy, finita l’ultima e noiosissima pagina, si stiracchiò, sbadigliando fino a farsi uscire una lacrimuccia.
Si voltò a guardare Riza, impeccabile, nemmeno a dirlo. Quel pomeriggio noioso non l’aveva nemmeno sfiorata, continuava imperterrita ad arrossare i suoi magnifici occhi lavorando al computer. Che delitto, vedere quelle gemme color ambra  stanche e affaticate!
Il ragazzo si alzò dalla sedia, vedendo anche altri uscire per andare via. Si mise il giubbotto e andò verso l’uscita, ovvero verso la scrivania di Riza…
-Ehm. Io vado.- Disse Roy, facendo sollevare il viso della bionda.
-Sì, ci vediamo domani, immagino...-
Ovvio, si vedevano tutti i giorni da anni, ormai.
-Certo, ho…- Cercò di trovare una scusa, benché non servisse poi tanto. -Ho cominciato un libro molto interessante e lo vorrei finire.-
-Sa che possono essere presi in prestito?- Gli chiese Riza, sorridendo e poggiando il viso sulla mano.
-Si, ma… ecco, l’atmosfera qui mi piace. C’è tranquillità, a casa non riuscirei a leggere!- Ridacchiò nervoso. A casa ci sarebbe riuscito eccome, visto che abitava in un appartamento da solo.
A volte c’era talmente tanto silenzio, che riusciva a sentire i suoi pensieri.
-Immagino lei abbia ragione.- Riza tornò al suo lavoro e Roy pensò bene di uscire di scena.
Stava quasi per arrivare alle porte scorrevoli, quando…
-Aspetti!-
Roy si girò veloce come un fulmine. -Sì, signorina Riza?-
-Ecco…- Lo raggiunse alla porta. -Prenda questo!- Gli aprì il palmo della mano dove c’era un cioccolatino.
-E’... un cioccolato?- Il ragazzo, stupito, lo prese fra le dita.
-Sì, ma ha la stagnola. Non fa chiasso.-
Il cuore di Roy si riscaldò all’improvviso: vedere lei con le gote leggermente rosse, che fuggiva dal suo sguardo, lo aveva rallegrato come uno scolaretto. Tutto per un semplice cioccolatino.
-Grazie, Riza! Sarà sicuramente il cioccolatino più buono del mondo, visto che me l’ha dato lei!-
-M-ma… non esageri, signor Mustang!- Riza si ricompose e si sistemò gli occhiali sul naso. -Ora vada, stiamo per chiudere!-
-Sì! A domani!- Uscì dalla biblioteca quasi fluttuando, camminando ad un metro da terra.
-A domani.- Riza sorrise e tornò a lavorare. Anche lei, col cuore più sereno e grande.
Ma ormai era tardi anche per lei. Dopo che l’ultimo visitatore fu uscito, cominciò a spegnere luci e computer, assicurandosi di aver chiuso bene tutto e facendo un ultimo giro fra gli scaffali.
Chissà come stava il suo cucciolo, Black Hayate.... l’aveva davvero lasciato a casa perché non stava molto bene, anche se aveva solo vomitato il pasto della sera prima, e adesso non vedeva proprio l’ora di vedere come stava.


§


Al solito, Glacier l’aveva obbligato a passare a casa Hughes per la cena. Aveva declinato l’invito, ma la moglie del suo migliore amico lo aveva comunque riempito di contenitori. -Tanto lo so che mangi schifezze precotte.- , gli faceva sempre presente lei. Ma era questo il destino di ogni uomo single, no? A meno che non sapesse cucinare, ovvio.
Sentì l’odorino delizioso che proveniva dalla busta, non vedeva l’ora di mangiare!  Stava cominciando a fare freddo la sera, e un pasto caldo per riscaldare lo stomaco ci voleva proprio. Al massimo lui si sarebbe potuto preparare una minestrina, senza la cucina di Glacier!
Con l’acquolina in bocca, attraversò il parco che c’era vicino a casa sua, per fare prima. Ma arrivato vicino ad un gruppo di cespugli, non poté fare a meno di notare una cosa: era Riza, quella vicino agli alberi?
Si avvicinò meglio, nascondendosi dietro le piante… sì, era proprio Riza... che portava fuori il suo cane.
Ma non stava male?
Ah. Quindi  era una scusa.
Ma non si fece troppi problemi. Con la determinazione nel cuore, decise semplicemente di raddoppiare il corteggiamento. Doveva fare sul serio, adesso!
Era così distratto dai suoi pensieri battaglieri da non aver  notato che Riza e Hayate stavano andando via… così, con movenze da spia, cominciò a seguirla. Sia perché voleva assicurarsi che nessuno la importunasse ,sia per… Beh. Sia per sapere, finalmente, dove lei abitasse.
Camminò per un pochino, sempre cercando di non farsi beccare. Si era addirittura sollevato il bavero del cappotto fino alle orecchie.
Arrivarono davanti ad una casetta, piccola, con la tinta che anche al buio sembrava azzurrina. Un piccolo vialetto fiorito separava  la strada dall’entrata.
Gli piaceva, la casa di Riza. Sembrava semplice e carina, proprio come lei.
La vide entrare e chiudere la porta. Qualche secondo dopo vide una luce accendersi attraverso una finestra.
Bingo! Ora sapeva dove abitava, informazione che si sarebbe rivelata utile... altroché!

*Angolo autrici*
Bene, salve a tutti! Siamo Hime ed Emiko e cominciamo col dire che andiamo pazze per il RoyAi *O* E abbiamo detto tutto.
X°D Scherzi a parte, ci siamo messe d'impegno per fare una raccoltina tutta dedicata ai nostri membri dell'esercito preferiti!  Le nostre shot sono ambientate in una biblioteca, non avranno sempre una connessione, l'unica cosa è che saranno sempre e profondamente... RoyAi u_u
Detto questo, grazie in anticipo a chi commenterà o semplicemente leggerà!^^
Alla prossima

Hime&Emiko







  
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