Scesi
dall’auto, frastornata. Era stata la serata
più brutta della mia vita.
Ringraziai
Alice per il passaggio. Lei era
l’unica che era stata almeno un po’…
gentile? con me.
Da
quando Lola era partita era l’unica persona
che mi capiva.
La
macchina sgommò, ed io, piangendo, aprii la
porta di casa.
«Emma,
c’è Scott!»
«Non
gli aprire, Destiny».
«Ehm…
veramente è già entrato… sta
salendo».
In
certi momenti avrei ucciso mia sorella.
La
porta sbatté.
«E’
in camera sua» sentii la voce di Destiny.
«Grazie,
conosco bene la strada». La sua voce. La
voce che avrei riconosciuto tra mille.
Passo-passo.
Sospiro-sospiro.
Indugiò
un po’ sulla porta.
Toc-toc.
«Occupato».
La
sua risata. La sua bellissima risata
cristallina.
«Entra».
Era
lì. Bello, come sempre. Bello, bello, bello.
«Posso
sedermi?» indicò il letto sul quale ero
semisdraiata.
Annuii
in silenzio.
Lui
si sedette stando ad una certa distanza da
me.
Restammo
alcuni minuti in silenzio.
Fui
io la prima a parlare.
«Io…
ieri sera… tu… tu sei arrabbiato con me,
vero?».
«No,
Emma… io»
«Lo
sapevo, sono una stupida. Non avrei dovuto…»
«No,
Emma» mi interruppe, «io non sono arrabbiato
con te».
«Io…
cosa? Davvero?»
«Sì,
davvero. Ed anche se quello che ha detto
Emily fosse vero io ti vorrei bene comunque».
«Sul
serio?» chiesi, stupita.
«Sì»
la sua espressione si fece più seria. «Ma
ora dimmi, quello che ha detto Emily è vero?»
«Io…»
non potevo.
«Coraggio…»
«I-io…»
non volevo.
«Su!»
Dovevo.
Come
facevo a mentire a quegli occhi? Come facevo
a mentire a quello sguardo profondo e penetrante?
Lo
avevo fatto una volta e me ne ero pentita
amaramente.
«Sì».
Tre
chili in meno, ma un nuovo peso si impadronì
di me.
Lui
non disse nulla.
«Scott…
io…»
Lui
mi zittì.
«No.
Ti ho detto che ti avrei voluto bene lo
stesso».
«E
mi perdonerai?»
Non
rispose.
«Scott?»
Non
ci posso credere. L’ho perso.
«Raccontami
quello che è successo».
«Scott…»
«Coraggio»
il suo tono si fece più dolce.
Tremando,
porsi a Scott il libro che tenevo tra
le gambe.
«Che
cos’è?» mi chiese, perplesso.
«E’…
il mio diario dei ricordi… il nostro diario
dei ricordi. L’ho scritto stanotte, leggilo».
Lui
aprì il libro e iniziò a leggere.