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Autore: Mash    19/07/2010    0 recensioni
Un san valentino un po' fuori dagli schemi.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kyoya Hibari, Takeshi Yamamoto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il ragazzo guardò fuori dalla finestra sospirando assorto tra mille pensieri. Appoggiò le mani alla grande finestra dell’aula scolastica e iniziò a cercare con lo sguardo lungo il campo da baseball scolastico. Trovò la persona che gli interessava e vi puntò gli occhi addosso, ormai intento a seguire ogni movimento del lanciatore.

La brezza primaverile gli passò tra i capelli iniziando a irritargli gli occhi grigi che facevano fatica a seguire da così lontano il ragazzo che in quel momento si preparava a lanciare. Seguì il suo movimento e poi lo vide alzare lo sguardo al cielo contento di avere fatto strike. Il suo sguardo e quello dell’altro s’incrociarono, sebbene la distanza fosse veramente tanta. Il ragazzo iniziò ad agitare la mano in segno di saluto. Colui che ricevette il saluto, avrebbe scommesso che l’altro avesse sorriso come un perfetto idiota, ma da quella distanza, per lui era impossibile leggere le espressioni facciali di quello scemo, per sua fortuna.

Rientrò dentro, leggermente irritato per quel comportamento infantile da parte dell’altro ragazzo. Quando sarebbe cresciuto Yamamoto?

Si sedette alla sedia e avvicinò una mano al mento appoggiandovela.

-Hibari-san, abbiamo un problema di sotto. Uno del secondo anno ha iniziato a lanciare esplosivi. Sta combinando uno scompiglio. -disse un ragazzo dalla strana capigliatura affacciandosi alla porta dell’aula, lievemente preoccupato.

-D’accordo. Me ne occupo io. –conosceva un’unica persona che avrebbe potuto combinare un qualcosa del genere. Ma la domanda era perché era ancora in giro per la scuola? Non frequentava nessun club pomeridiano.

Si alzò dalla sedia e seguì il ragazzo fino al piano sottostante, iniziando a sentire delle esplosioni provenire da lì. Una ruga di rabbia si piantò sulla sua fronte. La sua scuola stava venendo mezzo distrutta? Come si permetteva quel ragazzo? I tomfa furono automaticamente presi da Hibari che si preparò a dare una bella lezione all’altro.

-Fermati stupida mucca, fatti colpire! -urlò il ragazzo dai capelli argentei mentre rincorreva un bambino dai capelli afro che correva sghignazzando con un pacchetto ormai mal ridotto in mano.

-Yahahahah! Non te lo ridò! Non te lo ridò! La cioccolata che ti hanno regalato me la pappo tutta io! Yahahaha! Gokudera scemooo. -urlò il bambino facendogli anche una pernacchia, continuando a scappare divertito.

-Maledetto! Ridammi quella cioccolata di san Valentino! Devo regalarla al Decimo!-esclamò Gokudera arrabbiato tirandogli contro un candelotto di dinamite.

Un’ultima persona era in piedi davanti alla porta di una classe, con le mani in avanti cercando inutilmente di fermare quel putiferio:-Gokudera-kun, Lambo! Fermatevi finirete per…-lo sguardo del ragazzo cadde inevitabilmente su Hibari e i suoi tomfa.

Hibari era fermo in piedi sconvolto dalla scena che stava guardando, come si poteva essere così idioti? E poi, c’erano almeno cinque regole del regolamento scolastico infrante in quel comportamento. Non poteva permetterlo.

Iniziò a correre verso i due preparandosi a sferrare un colpo con le sue armi, ma improvvisamente la figura di Yamamoto gli si presentò davanti qualche metro più in la fischiettando allegramente, e si bloccò improvvisamente, non accorgendosi di un candelotto di dinamite che gli arrivò addosso esplodendo a poco da lui, facendogli perdere l’equilibrio e cadere all’indietro contro il muro. Sbattè la testa e la vista gli si annebbiò improvvisamente, facendogli sentire unicamente le voci dei due che si rincorrevano e il rumore di una mazza da baseball che cadeva a terra.

-Imbecilli…-soffiò poco prima di perdere i sensi, rivolto ai tre.

Sbatté le palpebre un paio di volte, non rendendosi conto di dove si trovava, si girò verso la sua sinistra e vide un ragazzo seduto che lo guardava intensamente negli occhi, senza dire una parola.

Si lamentò mentalmente portando una mano alla testa e cercando di tirarsi a sedere sul letto dell’infermeria.

-Finalmente ti sei svegliato. Siamo qui da più di un’ora.-disse il ragazzo seduto.

-Quel tuo amico dai capelli argentati, dimmi dov’è che vado ad ammazzarlo a morsi!-esclamò mettendosi seduto e avendo tutte le intenzioni di uscire dall’infermeria di corsa.

Fu l’altro che lo bloccò mettendogli una mano sulla spalla:- Sono scappati a casa dopo che hanno visto chi avevano colpito. Devo ammettere che non mi aspettavo ti facessi colpire in quella maniera. Sei peggiorato ultimamente. –disse ricordandosi l’avvenuto. Solo Tsuna aveva insistito per accompagnare l’altro in infermeria.

La mano di Hibari si andò a stringere sul colletto di Yamamoto, e uno sguardo d’astio incontrò gli occhi gentili dell’altro:- È tutta colpa tua idiota! Sei comparso all’improvviso e mi hai fatto distrarre. Ringrazia che non ti mordo a morte in questo preciso istante, brutto id... –la frase gli fu bloccata da qualcosa che si scontrò con le sue labbra. Qualcosa di dannatamente dolce. Un pezzo di cioccolato? Morse il dolce capendo che era un cioccolatino e il pezzo rimasto lo prese in mano guardandolo. Che cos’era? Un coniglietto? Guardò in faccia il ragazzo che aveva mantenuto un’espressione sorridente e da idiota, insomma, la solita espressione.

-E’ il tuo cioccolato per San Valentino. -disse semplicemente, come se quelle parole spiegassero la situazione.

Hibari continuava a guardarlo non sapendo come reagire, gli diede un colpetto in testa:-Cioccolato per San Valentino? -

-Ahia! Hibari non essere violento!- esclamò Yamamoto portandosi una mano sulla testa e scompigliandosi i capelli.

-E poi, sono coniglietti, di quelli che si regalano per Pasqua, non cioccolatini di San Valentino. - concluse Hibari osservando il coniglio ormai decapitato da un suo morso.

-Purtroppo al supermercato avevano solo questo tipo di cioccolato, gli altri costavano troppo! Non sei contento, scusa?-domandò proteggendosi da eventuali colpi da parte del ragazzo.

Hibari sbuffò indispettito appoggiando la schiena al muro dietro di lui.

-So che non mi hai ricambiato, ma, volevo darteli ugualmente. –disse Yamamoto sorridendo:-Così invece di mordere me, potrai sfogarti con quelli, non ti sembra migliore?-

-Affatto. –disse il ragazzo tirando fuori dalla tasca dei pantaloni un pacchettino ormai mezzo schiacciato a causa della caduta:-Tieni. Non voglio avere debiti con te, quindi accettali come un regalo di San Valentino. -disse alzandosi in piedi e lanciando il pacchetto al ragazzo.

Yamamoto afferrò il pacchetto al volo sorpreso da quello strano gesto. Il mondo si avvicinava alla fine? Come era possibile qualcosa del genere?

-Non farti strane idee… L’ho confiscato stamattina a delle ragazze di un’altra scuola che volevano darlo a chissà chi, non l’ho comprato io per te, o roba del genere. –l’altro avrebbe giurato però che la punta delle orecchie del ragazzo girato di spalle fosse lievemente arrossita.

-È comunque per me. Direi che mi fa piacere ricevere regali dalla persona che mi piace. Tu non sei contento di aver ricevuto un regalo di San Valentino da me?- domandò Yamamoto sorridendogli e girandosi verso di lui, ancora seduto sulla sedia.

-Non mi fa né caldo né freddo. Buona giornata. –disse senza nemmeno voltarsi, liquidando la discussione e uscendo dall’infermeria con una certa fretta.

Si ritrovò inevitabilmente a pensare. Per l’ennesima volta a Yamamoto e a quello che avrebbe dovuto tecnicamente provare per lui. Che il loro non fosse un sentimento d’amore Hibari lo sapeva benissimo. Lui non provava un sentimento del genere nei confronti del moro, quella volta, quelle volte, aveva passato dei bei momenti con lui, l’aveva fatto sentire bene, però, non pensava fosse amore. Era forse solo la sua brama di lui che lo spingeva a seguire i suoi movimenti, le sue mosse e a sentire le sue parole, così come ad accettare i suoi inutili regali e a fargliene a sua volta. Quei cioccolatini, era vero che li aveva requisiti a delle ragazze, ma aveva subito pensato di regalarli a Yamamoto, cercando dalla finestra della sua aula un momento adatto per poterglieli dare. Guardò la scatola e prese un altro cioccolatino a forma di coniglietto. Se sì fosse accorto che le emozioni prendevano il sopravvento su di lui, avrebbe subito interrotto quello che stavano facendo. A sapere poi che cosa facevano…

Erano amanti? No. Erano semplicemente l’uno il passatempo dell’altro.

  
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