Note: dai recessi del mio computer è saltata
fuori questa “cosa”, scritta per una cara amica ma
che al tempo giudicai illeggibile. Rileggendola adesso, non mi pare poi
così malaccio; insomma, mi sono detta, un tentativo si
può fare, no?
Pulizie di primavera
Era chiassoso. Chiassoso, disorganizzato e invadente.
Ed eccessivamente esuberante.
Danimarca è tutto questo. E non perde mai occasione per
dimostrarlo. Purtroppo.
Chiassoso.
Davvero Norvegia non capiva il perché di tutti quei sorrisi
smaglianti solo per tirare giù una tenda sporca; non
c’era nulla di divertente. Neppure per i canoni di uno
stupido come Danimarca.
Disorganizzato.
Le tende erano già state dimenticate sul divano. Norvegia
era sicuro che la loro ultima destinazione fosse la lavatrice
– erano sporche, del resto. E allora perché quello
stupido era passato alla pulitura del pavimento? E come era arrivata
l’argenteria in bagno?
Invadente.
Perché si era presentato davanti alla porta di casa sua
senza avvertire. Perché era sgusciato dentro senza chiedere
“permesso”, facendosi scudo di quella sua
caratteristica faccia tosta, con quel suo inseparabile sorriso
smagliante, sempre presente; del resto, non si dice forse che il riso
abbonda sulla bocca degli sciocchi?
Invadeva senza ritegno ogni angolo buio di quella fredda casa, con
quello - stupido - sorriso, con quella stupida allegria. Stupida
perché era stupido essere allegri per delle stupide pulizie.
In definitiva, Danimarca era una seccatura.
“Ehi, Norvegia! Dove vanno queste?”
Soprattutto quando cercava di essere utile.