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Autore: Oducchan    19/07/2010    1 recensioni
L’uomo corpulento dietro il bancone gli allungò con malagrazia una coppia di boccali, borbottando qualcosa in un dialetto che Kenneth non si curò minimamente di riconoscere. Agguantò le due pinte per i manici e, unendosi al coro appena nato, tornò verso il tavolo, cercando di non rovesciare nemmeno una goccia di liquido mentre cantava a squarciagola improvvisando o inventando ad arte le parole che non conosceva
Di quando lo baciò la prima volta, e la sua Santa ci mise del suo per rompergli le uova nel paniere
[Francia/Oc!Scozia] [con la compartecipazone di Jeanne][post assedio di Orléans]
Genere: Generale, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Francia/Francis Bonnefoy, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Auld Alliance'
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Tramonto

Si ringraziano enormemente Gracy110 e prof per l’aiuto nella stesura <3

 

 

 

 

Le jour de la taverne

 

 

 

L’uomo corpulento dietro il bancone gli allungò con malagrazia una coppia di boccali, borbottando qualcosa in un dialetto che Kenneth non si curò minimamente di riconoscere. Agguantò le due pinte per i manici e, unendosi al coro appena nato, tornò verso il tavolo, cercando di non rovesciare nemmeno una goccia di liquido mentre cantava a squarciagola improvvisando o inventando ad arte le parole che non conosceva. Uno dei soldati, particolarmente espansivo nel partecipare all’euforia collettiva, rischiò di venirgli addosso, ma seppe rispedirlo al suo posto con una pronta ginocchiata, senza che il prezioso trasporto venisse messo in pericolo.

Quel giorno, accidenti, bisognava festeggiare, e anche in grande. Non ricordava di essere mai stato così euforico, nei suoi secoli di vita.

-Et voilà- rise, riuscendo finalmente ad avvicinarsi all’asse di legno sostenuta da cavalletti che costituiva il loro desco, e tese uno dei due boccali al giovane che l’attendeva –Alla nostra- aggiunse, sollevando verso il soffitto quello che gli era rimasto in mano.

Francia sorrise, scostandosi i capelli dal viso, e lo imitò con un gesto elegante del braccio, portandosi il bicchiere alle labbra e sorseggiando con grazia il liquido chiaro. Scozia, dal canto suo, lo fissò per qualche secondo, incapace di battere ciglio, quasi colpito dalla grazia che quel ragazzino riusciva ad infilare nel gesto più banale; poi si riscosse, trangugiò in un sol sorso la sua razione e sbatté energicamente il boccale sul piano di legno.

-Che vadano all’inferno, quei fottuti inglesi!- tuonò, raccogliendo immediatamente consensi e grida d’assenso da ogni parte della locanda che ospitava manipoli di truppe reduci dalla recente battaglia. Poi si sedette sgraziatamente, ignorando che alle sue spalle uomini corpulenti come querce si lasciassero trasportare dall’ebbrezza improvvisando balletti e continuando a cantare a squarciagola, preferendo di gran lunga concentrarsi sulla persona che aveva di fronte.

-Allora, Francis…- biascicò, facendo cenno al locandiere di venire ad occuparsi del suo bicchiere ormai vuoto – sarai soddisfatto, spero-.

Francia non rispose, preferendo restare a studiarlo con occhi divertiti, un sorriso mefistofelico nascosto dietro le dita. Le iridi turchesi scesero dal viso glabro al torace appena delineato, risalendo poi alle mani che erano corse nella massa di capelli biondi per cercare di ridar forma alla coda bassa che li tratteneva. Un’accozzaglia di singoli dettagli apprezzabili che nel suo insieme trasmetteva forza, selvaggia bellezza, sgraziata attrattiva. Era interessante, il suo alleato, e anche se quelle sopracciglia folte risaltavano forse troppo nel bel mezzo della fronte, ricordandogli sempre che aveva parenti ben scomodi, non poteva che essere piacevolmente soddisfatto di averlo al fianco.

Scozia non s’accorse dell’essere stato sottoposto a quell’esame, visto che, appena il suo boccale venne nuovamente riempito, ci si attaccò nuovamente, blaterando qualcosa d’incomprensibile a proposito degli inglesi che erano scappati con la coda tra le gambe. Francis scosse il capo, ridacchiando, e tornò a sorseggiare la bevanda, dando all’intorno un’occhiata curiosa.

Diamine, era euforico anche lui, sì. Orléans era finalmente libera, gli inglesi erano stati sconfitti, e finalmente poteva tornare a respirare, anche se forse per poco. Sarebbero presto partiti per Reims a breve per permettere l’incoronazione del Delfino, lui avrebbe avuto di nuovo un re e tutto sarebbe andato meraviglia.

Poteva permettersi di festeggiare per quella congiuntura positiva.

Uno scoppio di risate lo riportò all’istante al presente. Un gruppo di soldati, sia scozzesi che francesi, si stava sfidando in una gara di bevute e qualcuno era già collassato malamente sul pavimento sporco tra l’ilarità dei presenti non meno ebbri. Francis inarcò un sopracciglio, perplesso.

-I preti avranno da ridire di tutto questo-

-Lasciali parlare… adorano farlo, no?- e senza altro aggiungere, Kenneth si piegò verso di lui, gli occhi verdi vagamente socchiusi, e gli circondò le spalle con un braccio, forzando i loro visi ad avvicinarsi finché le loro bocche non cozzarono malamente tra loro, strappandogli un sussulto e uno strabuzzare dubbioso delle palpebre. Scozia affondò le dita tra i suoi serici capelli, mugolando estasiato, e Francis aprì maggiormente le labbra, spingendosi contro il suo petto e stringendo la stoffa del kilt fra le dita.

-Dovrei parlarvi, signore-

Sobbalzando per la sorpresa, Francis si sottrasse al bacio famelico, con disappunto del compagno, e si voltò stupefatto a fissare i grandi occhi seri e limpidi di Jeanne, e la piega dura della sua mascella. La giovane, braccia conserte sull’armatura che ancora non si era sfilata, lo fissava severa a qualche passo di distanza, la fronte lievemente aggrottata sotto i capelli corti sporchi di terra.

La Nazione boccheggiò per qualche istante, riuscendo miracolosamente a scollare i pensieri resi vischiosi dal languore l’uno dall’altro, e meccanicamente si riavviò i capelli sulle spalle, cercando d’imbastire un sorriso d’ordinanza che potesse essere un simbolo di scuse. Scozia ringhiò, contro la sua spalla, ma si trasse indietro, lasciando andare la presa sui suoi fianchi.

-Vorrei discutere con lei riguardo le difese della città- e il suo sguardo saettò per un solo istante alla figura di Kenneth, che ricambiò con astio –In modo che sia al sicuro al momento della nostra partenza. Ma se siete impegnato…-

-No, no- Rosso in viso, Francis si alzò prontamente in piedi –Io… ecco… non…-

-Credo di sapere riconoscere quando non sono gradito- a sua volta, Scozia si alzò in piedi con più fracasso del necessario, essendosi premurato di recuperare il suo spadone nell’operazione –Avete qualcosa da recriminare, milady?-

Jeanne lo fissò di nuovo, seria come non mai, gli occhi chiari colmi di una gravità che Francis avrebbe raramente dimenticato. Poi, con calma, piegò appena il capo

-Dio giudicherà le vostre azioni, non io-

-Bene- ringhiò l’altro –Io e Dio siamo in buoni rapporti. E adesso, con permesso, mi attendono altrove…ci si rivede, frogeater. Magari per approfondire, mh?-

E così dicendo, un ultimo sorso rubato al volo a un compatriota, due monete lanciate al volo all’oste e un paio di grida d’incoraggiamento, Scozia si avviò all’uscita della locanda con passo lento e misurato, ondeggiando leggermente per la sbornia e con fare provocatore. Jeanne emise un piccolo sbuffo, prima di tornare a rivolgerglisi.

-La tua gente sta morendo, e io ho giurato di salvarti. Ma non posso farlo se tu ti comporti come il peggiore dei peccatori-

Ma per quanto il suono della sua voce gli fosse caro come l’aria che respirava, per quanto la consapevolezza di quanto avesse ragione bruciasse sulle sue gote, Francis non riuscì a impedirsi di accarezzare con gli occhi, anche solo per un istante, i fianchi delineati dal profilo del kilt che s’allontanavano sempre più, pur distogliendo immediatamente lo sguardo con vago imbarazzo.

Maledetta canaglia tentatrice.

 

 

 

 

 

Ok. Considerazioni varie.

Nel 1429 la città di Orléans venne liberata dall’assedio grazie all’intervento dalle truppe guidate da Giovanna d’Arco. È attestato che l’esercito scozzese giunse a sua volta in aiuto degli assediati.

 

Per quanto riguarda i caratteri. Cercando di fare un po’ di ordine, qui sia Scozia che Francia sono relativamente “giovani”, in quanto dimostrano diciotto/diciannove anni l’uno e sedici/diciassette l’altro. Francis, in particolare, è nella congiuntura delle prime esperienze, del cambiamento. Quindi prima approva la “bellezza” di Kenneth come qualcosa che gli piace avere accanto, come estimatore di ciò che vede, poi scopre il lato fisico del rapporto con l’alleato. Mh. È contorto, lo so. Scozia è un po’ scorbutico e grossolano, essendo pure ubriaco, come gli viene richiesto XD

Jeanne…beh, Jeanne va presa con le pinze. Insomma, so che la maggior parte di voi ha una sua opinione riguardo al rapporto tra lei e Francis, ma non è questa la sfumatura che qui voglio rendere. Ricordate che è una santa, che ha fatto del suo rapporto con Dio la sua bandiera e che di sicuro vedere la propria nazione avvinghiata a un’altra non avrebbe potuto farle molto piacere.

Ok, ho finito XD spero che in ogni caso vi sia piaciuta ^^

 

A presto, besitos

wolvie

   
 
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