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Autore: Kastel    20/07/2010    2 recensioni
Essere il gioco o il giocattolo, solo questo conta.
RussiaxPrussia
Seduto sul suo trono Ivan osserva la porta.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Prussia/Gilbert Beilschmidt, Russia/Ivan Braginski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seduto sul suo trono Ivan osserva la porta.
Sta aspettando il suo nuovo giocattolo, che arriva poco dopo.
E' mal ridotto, tanto: la guerra ha lasciato i suoi segni. Fasciature su fasciature coprono le ferite, ancora troppo fresche per poter guarire così facilmente. Solo una non è coperta, ma tanto non è visibile.
E' riluttante, quel giocattolino. I suoi occhi ardono dal disprezzo che prova per Ivan.
E' semplice per Ivan liquidare quello sguardo con un sorriso, il suo solito falso sorriso.
Si alza, avvicinandosi piano a Gilbert, che osserva i suoi movimenti con un brivido di terrore.
Conosce troppo bene il russo: non può fare a meno di ricordare certe voci che ha sentito negli anni sulla crudeltà di Ivan. Anche perché quegli occhi, così freddi, lo stanno fissando con una voracità e un sadismo che gli rendono pericolosi e affilati come rasoi.
Non cedere, si dice Gilbert, sii forte.
Pensiero che si frantuma quando sente le mani di Ivan prenderlo e sbatterlo contro il muro, sorridendo divertito.
E Gilbert scalcia, protesta, inutilmente.
-Mollami, bastardo!-
Ivan a quelle parole lo lascia, fissandolo divertito.
-Oh...Il giocattolo si lamenta...-
Si gira, dando a Gilbert false speranze. Se ne andrà? Lo lascerà stare?
Ovviamente no.
Il suono di una frusta lo fa tremare dal terrore. Povero, piccolo Gilbert.
-I giocattoli devono essere ubbidienti.-
Poi non si sentono altro che gli schiocchi della frusta e le urla del prussiano.
Fa male, tanto, ma Gilbert non cederà, non si dichiarerà sconfitto.
Ha combattuto tante guerre, forse pure troppe. Questa non è altro che l' ennesima.
E Ivan intuisce vagamente di star fallendo perché interrompe le frustate.
-Ah.... E' così allora.-
Non c'è traccia di sconfitta nei suoi occhi, solo...
-Ti stai divertendo, Ivan?-
Il russo sorride, annuendo.
-Non ne hai minimamente idea, Gilbert.-
Perché il russo si sta eccitando all' idea di dover essere davvero cattivo con Gilbert... Idea che include un muro e il prussiano nudo sotto di lui.
Ivan si avvicina, non lasciando scampo a Gilbert. E come potrebbe farlo? Non ne ha la possibilità.
Lo lega con la sua fidata sciarpa, bianca, immacolata. Se potesse parlare probabilmente racconterebbe di torture, di odio, di urla, di dolore. Probabilmente non è poi così pura come suggerirebbe il suo colore.
Neanche lo è il proprietario, che si sta divertendo a spogliare Gilbert, pronto a farlo suo.
Protestare non serve, urlare neanche, perché niente fermerà il russo dall' agire, dal divertirsi un po'.
In fondo, per Ivan, questo non è altro che un enorme, gigantesco gioco, di cui lui detta le regole.
E ciò significa che sarà sempre e solo lui, a divertirsi, nell' esempio perfetto di egocentrismo infantile.
Così come perfetto è il gioco, che toglie dignità e onore al giocattolo, rendendolo tale.
Senza lasciare scampo.
   
 
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