It’s just the Sky
It's just
another war
Just another family torn
(Falling from my faith today)
Just a step from the edge
Just another day in the world we
live
Skillet - Hero
Daresti qualsiasi cosa per poterti alzare,
l’indomani, fare la solita colazione chiassosa di fretta e correre a scuola.
Daresti la vita per un po’ di
normalità, solo un altro po’.
Ma, Tsuna, hai deciso ormai. Era stata istintiva
come decisione, dovuta ad una tragedia che ti ha spiazzato – aveva spiazzato tutti, tutta
la vostra piccola Famiglia.
E nel giro di mezza giornata hai rifiutato
l’incarico di Boss e hai visto il tuo migliore amico – e fratello, più fratello
di quanto avresti mai potuto immaginare, tu che di famiglia conosci solo l’amore
di tua madre e il distacco di un padre sempre assente - che stava morendo. Anche
adesso, perché il pericolo non è passato, la notte dopo l’operazione è cruciale
e…
Ricevere un’altra chiamata di Gokudera e sentire la
sua voce spezzata, di nuovo. Rivivere ancora la sensazione di quel pomeriggio… e
avere la conferma, stavolta, di averlo perso quel
fratello.
Veder morire Yamamoto.
No.
Diventerai il Decimo, prenderai sulle spalle quel
peso che non avevi mai voluto e ne accetterai le conseguenze a denti stretti.
Sopporterai di tutto, pur di poter avere tra le mani, il prima possibile, il
collo di quel bastardo, chiunque esso sia. Diventerai un mafioso, un
assassino…ma per prima cosa vendicherai Yamamoto.
Sai che l’amico era solo il primo. Sai dovrai
diventare più forte, in fretta, e proteggerli.
Devi sbrigarti a crescere, se non vuoi riprovare la
paura di questa giornata appena passata.
Hai tanto, tanto, desiderato un po’ di
normalità.
E, allo stesso tempo, non vedi l’ora sia domani.
- Tutto a posto?-
Da disteso sul letto, non ti giri a guardare
Reborn. Quando sei tornato a casa hai cacciato Lambo dalla stanza e ti sei
chiuso a chiave dentro, da solo. Il fatto che Reborn sia riuscito chissà come ad
entrare non ti stupisce più ormai.
E da qualche parte capisci che è questa ormai la
tua normalità. E tutto fa ancora più male.
- Sì.-
- Stai tremando.-
Non rispondi, non è necessario. Entrambi sapete
cosa ti sta passando per la testa e se solo provassi a parlarne, ti darebbe
dello stupido come minimo. O ti punterebbe la pistola alla
tempia.
Senti i suoi piedini che saltano sopra la scrivania
accanto alla finestra. Ti giri un poco per vedere che fa, giusto per prepararsi
in caso stia davvero per puntarti un’arma contro.
Apre la finestra che da alla strada. Per quanto
possa sembrare così piccolo, è incredibile quante cose riesca a fare senza il
minimo sforzo. È un assassino, alla fine. E lo sei anche
tu.
- Non è ancora il tramonto. Vado ad avvisare
all’Hotel che hai cambiato idea. Spiegherò io la situazione al
Nono.-
Stranamente gentile, da parte
sua.
- Grazie.- e già ti rigiri verso il
muro.
È silenzio, ma avverti la sua presenza e lo sguardo
di quegli occhi incredibilmente grandi sulla nuca. Mesi di pericoli e
combattimenti ti hanno insegnato qualcosina almeno.
- Cosa c’è?- chiedi.
- Hai paura?- è incredibile come non ci sia mai una
minima inclinazione nel suo tono di voce. Poche volte l’hai sentito animarsi per
qualcosa; a quanto pare, la situazione attuale non lo tocca più di
tanto.
Ed ecco che ripensi a Takeshi. Ad un telefono che
squilla.
- Per Yamamoto-kun. Le sue gambe. Sai… gli piace un
sacco il baseball.- ecco, imbrana-Tsuna. Non hai la capacità di startene zitto e
buono. Devi sempre lamentarti di qualcosa e farlo con Reborn è a dir poco
assurdo. Ed è vero, stai tremando.
Reborn sospira ma non raggiunge altro. È
intelligente e sa che la domanda che ha posto e la tua risposta non coincidono.
Intendeva se hai paura per domani, per il diventare Decimo, e tu gli hai
risposto su Yamamoto. Già da qui si vede quali sono le vostre priorità. Lui
pensa al lavoro, tu pensi alla famiglia. Per te queste cose ancora non
coincidono.
Rumori strani e un fruscio di vestiti. – Ti lascio
qui il completo per domani fatto da Leon. Presentati alle undici nel giardino
dell’hotel assieme agli altri. Io dormirò lì stanotte.
Ciaossu.-
Ecco che ti si prospetta davanti una meravigliosa e
rilassante notte in bianco.
Non capita tutti i giorni vederti così giù di
morale. Più che triste, dentro ti senti ansioso, preoccupato e sì, come ha detto
Reborn, hai anche paura. È tutto l’insieme che ti fa
paura.
Hai capito che, fiamma dell’ultima volontà o meno,
proteggerai i tuoi amici ad ogni costo. Ti sei abituato facilmente a questa
considerazione, ma l’idea che loro possano fare lo stesso per te ti sembra
inconcepibile. In fondo, sei tu quello che è stato tirato in mezzo alla
questione Mafia e loro ne sono entrati a far parte di conseguenza. Sono i tuoi
amici e quindi sono diventati dei guardiani. Ergo, è colpa
tua.
È questo che stai facendo, ti stai incolpando di un
qualcosa che sarebbe probabilmente accaduta comunque. Se Reborn o chiunque altro
fosse qui, ti direbbe che i guardiani non vengono scelti in quanto semplici
amici, ma perché destinati ad esserlo. È nel loro carattere e nelle loro anime
il destino di far parte di questo mondo.
Vuoi proteggere loro ma non vuoi che loro
proteggano te.
Perché è pericoloso.
Yamamoto è stato attaccato, probabilmente non ha
nemmeno avuto il tempo di difendersi o di rendersi conto di quello che stava
accadendo. Era da solo, per strada, e ora si trova in coma.
Tutto
questo è pericoloso.
Le probabilità di un attacco durante la cerimonia
sono altre. Con tutta probabilità il Nono e Reborn hanno preparato una qualche
difesa inespugnabile. Se avessero attaccato, tutti i membri della famiglia
Vongola avrebbero reagito in massa, probabilmente mettendo fine al
problema.
Ma non è quello che vuoi. Vuoi essere tu a schiacciare il responsabile, e i tuoi guardiani vogliono lo stesso. Per la prima volta in vita tua, sai davvero cos’è l’istinto omicida, per quanto possa essere fiebile in una persona come te. Sei buono di natura, immancabilemente leale e stupido. Ma non hai dimenticato l’odio verso Byakuran, quando Uni è morta. E non è niente in confronto a questo.
Perché stiamo parlando di Yamamoto, che potrebbe
essere solo il primo.
Niente scuola oggi, quindi. Esci all’alba cercando
di non svegliare nessuno in quella casa che ospita molte più persone rispetto ad
un tempo. Facendo le scale sistemi meglio il nodo della cravatta, sentendoti
stranamente a tuo agio in quel completo nero che ti sembra ancora più formale
della divisa scolastica. E grazie al cielo non è d’impiccio per combattere.
Prima di uscire controlli di aver tutto: i guanti di lana sono appiattiti nella
tasca interna della giacca e le pillole del Coraggio di Morire su quella dei
pantaloni.
Senti un fiebile “roar” provvenire dall’anello in
cui è rinchiuso Natsu, mettendotelo all’indice accanto a quello dei Vongola. Li
accarezzi un attimo: hai faticato per averli ma sono ormai parte di te, per
quanto tu non lo voglia ammettere.
Sei pronto, e anche se mancano più di quattro ore
alla cerimonia, esci di casa. Tanto di dormire non se ne
parla.
Chiudi la porta dietro di te e ti blocchi. Al
cancello, mezzo sdraiati e dormienti, trovi Gokudera e Sasagawa. Stringi i
pugni, impotente.
Sono stati lì fuori tutta la notte a proteggerti? E
non te ne sei nemmeno reso conto?
Dannazione, che razza di Boss
sei?
E mentre loro vegliavano su di te, chi vegliava su
di loro?
Con un sospiro torni in casa a prendere una
coperta, stanno dormendo della grossa, e non hai intenzione di
svegliarli.
Ryouhei mugugna qualcosa, forse la coperta gli
solletica il mento. È grande abbastanza per tutti e due e li avvolgi con cura.
Gokudera, che ha la fissa delle magliette a maniche corte, ha le braccia gelate
e in una mano tiene stretto un candelotto di dinamite. Spento, grazie al
cielo.
Ti blocchi impaurito, non riuscirai mai ad
abituarti a vedere tutta quella dinamite trattata come se fossero misere
candeline da torta. Le dita di Hayato sono piene di anelli. Tra di loro è
l’unico che li sfoggia senza problemi. Tutti loro li tengono di solito appesi al
collo, Yamamoto perché gli danno fastidio quando gioca a baseball, tu perché
continui a negare il loro valore e a non volerli. Ma Natsu ti sta simpatico ed è
incredibilmente carino quando non si arrabbia; l’anello dei Vongola…
ammettiamolo: quello che ti ha detto il Primo quando ti ha donato il Vero Anello
ti ha reso orgoglioso.
A guardarli così, seduti entrambi per terra e
stranamente vicini ti dà da pensare che ultimamente il loro rapporto è cambiato.
Correggo: il rapporto che c’è tra tutti voi è diverso, ora, più unito.
L’avventura che avete vissuto nel futuro ha reso possibile anche questo. Quello
che avevi detto a Byakuran non era una bugia: sei un ragazzo tremendamente
fortunato ad avere questi strani tizi per amici.
Il volto di Ryohei si stira e mugugna. Forse è
finito in un incubo.
È molto simile all’espressione che aveva ieri sera.
Solo adesso la tua già inutile intuitività ti fa
ricordare che è stato lui a trovare Yamamoto. Non riesci nemmeno ad immaginare
come dev’esser stata dura; ha anche cercato di aiutarlo con la sua Fiamma del
Sole ma il tutto si era rivelato inutile.
Si è impegnato fino all’estremo, direbbe di sicuro.
Ma lo farebbe con una faccia seria, preoccupata.
“Mi sono impegnato fino all’estremo, Tsuna, ma non
ci sono riuscito”, una frase del genere saprebbe tanto da scusa, un modo per
chiedere perdono a te che finora non
hai fatto nulla per aiutarli.
Capiresti che Sasagawa si sente in colpa verso
Yamamoto e verso di te.
E finalmente lo realizzi, imbrana-Tsuna: siete una
piccola famiglia, appena nata e ancora instabile, ma i dolori e le sensazioni
che provate sono le stesse per ognuno di voi. Le tue preoccupazioni solo le loro
preoccupazioni. E i problemi si risolvono assieme.
All’istante i nervi si rilassano e con un sospiro
ti vien quasi da sorridere pensando a quanto sei stupido. L’idea di restare solo
a macinare nel risentimento se ne va quando ti avvicini ai tuoi amici ancora
addormentati. Fregandotene di sporcare l’abito scuro, ti siedi vicino a
Gokudera, ben attento a non toccare manco per sbaglio uno dei suoi candelotti di
dinamite. La coperta che hai portato poco fa è abbastanza grande per tutti e tre
e sentendoti stranamente tranquillo ti ci avvolgi anche tu, sentendo il caldo
confortevole prodotto dalla lana e dalle gambe di Hayato.
Allenti la cravatta nera e volgi lo sguardo verso
il cielo, dove un sole nato da poco è la certezza che questo sarà un giorno che
non scorderai mai. E lo ricorderai cominciato così: aspettanto che i tuoi amici
si sveglino e comincino a fare il loro solito casino. Cercando di non sentire la
tensione, l’impazienza.
Guardi l’Anello del Cielo. Secondo la strana
concezione dei Vongola sotto il cielo sono radunati tutti gli altri elementi: il
cielo domina e sovrasta tutti loro.
Sai che non è così. Senza la pioggia, il sole, la
nebbia, le nuvole, le tempeste e i fulmini quel Cielo tanto lodato…beh, non
esisterebbe nemmeno.
Non sai se sarai un buon Boss come tutti già
dicono. Forse farai schifo e ti licenzieranno subito. E quasi lo speri alla fin
fine.
Ma per tutto il tempo cercherai di difendere i tuoi
amici, come loro hanno sempre voluto fare con te.
Forse non saprai fare il Boss, Tsuna, ma il ruolo
dell’amico lo giochi benissimo.
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E per ora è solo la rabbia e la tristezza, la
rassegnazione e la convinzione che questo è diventato il tuo destino e impari
pian piano a far parte di questo mondo.
E tra poche ore arriverà lo stupore… e l’odore del
tradimento.
-
…Enma-kun?-
Benvenuto nella Mafia, Decimo
Vongola.
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E' la prima volta che mi intrufolo in Reborn con una fan fiction e sinceramente non so se sarà l'ultima o meno. Dipende se la Amano mi combina qualcos'altro di altrettanto mozzafiato come ciò che sta succedendo in questi capitoli.
Spero che Tsuna non risulti troppo OOC. E' solo che mi piace far fare i drammi mentali ai miei personaggi preferiti.
Comunque, grazie per essere arrivati fin qui e scusate per gli eventuali errori sui termini del manga che è da poco che mi sono appassionata a Reborn e devo ancora allenarmi per ricordare tutti. Un grazie va quindi a Santa Wikipedia ù__ù
Alla prossima (chissà).