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Autore: DarkSun    20/07/2010    4 recensioni
Cosa accadrebbe se per un terribile scherzo del destino, il sogno dei Tokio Hotel prendesse una piega diversa? “ Dichiariamo il sign. Tom Kaulitz colpevole di plurimo omicidio e di tentato omicidio. La pena è di 30 anni di reclusione nel manicomio criminale di Berlino, almeno finchè il sign. Bill Kaulitz si risveglierà dal coma e potrà dirci come sono andati i fatti” è la prima volta che posto qui, scusate se ho sbagliato qualcosa e recensite in tanti ^^
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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That Day

Sabato 20 Dicembre

 

Quel giorno. Quel giorno la mia vita è finita, anche se sono ancora vivo. Mi portarono fuori dall’ hotel in manette. Non sono pazzo, ma forse lo diventerò, prima o poi. Anzi, probabilmente lo sono già diventato. Ogni tanto vengono a trovarmi i medici, mi somministrano qualche calmante se do in escandescenza e poi mi lasciano qui da solo. Le luci sono accese anche di giorno, ma per me è sempre notte. Pazzo e assassino. Infatti sono rinchiuso qui. Un manicomio criminale. Riesco a sentire le urla di quelli nelle altre stanze, i pianti e le risate isteriche. Non mi hanno lasciato tenere neppure la mia Gibson. Però ricordo ancora i titoli di giornale.

 

Tom Kaulitz (20), chitarrista della celebre band tedesca Tokio Hotel,è stato  accusato dell’omicidio di Georg Listing, Gustav Schafer, David Jost  e del tentato omicidio del fratello Bill Kaulitz, attualmente in coma.

Il ragazzo è stato ritrovato con la pistola in mano, accanto ai corpi esanimi degli ormai ex compagni di band. Si attendono ulteriori riscontri da parte della scientifica.

 

Questo dicono di me. Assassino. Ma loro non sanno niente, loro non capiscono. Mi hanno trovato lì, con la pistola in mano, ubriaco, e pensano di aver risolto il caso. I miei migliori amici sono morti, mio fratello è in coma, ed io sono chiuso qui fra quattro mura, senza poter piangere sulle loro lapidi o al capezzale di Bill. In questi ultimi 9 mesi ho pensato spesso di farla finita, ma il problema è come. Non ho il modo di appendermi al soffitto, né di tagliarmi le vene, né una pistola per premere il grilletto sul serio questa volta. Niente. Mi tocca questa condanna. Perché io sono morto, in realtà. Qualcuno di voi oserebbe dire che questa è vita? Non è bello essere accusati delle colpe di qualcun altro. Ma lui almeno ha finito di campare! Ha distrutto il nostro sogno per sempre. Sono arrivato tardi, ma almeno due di noi ( o forse uno solo) sono riuscito a salvarli. Quel maledetto di David: avevamo deciso di cambiare management perché lui era entrato in un brutto giro. Prima si faceva di marijuana, poi ha cominciato con le pillole e infine si chiudeva in bagno per farsi un miscuglio di non so che. Fu Bill a scoprirlo e, quando ce lo disse, pensammo di comunicarlo alla Universal, per prendere provvedimenti. E questo è il risultato: fatto come non mai, venne a casa nostra con una pistola in mano, io so solo questo. E che quando sono tornato a casa dopo una festicciola di compleanno, ho visto sangue a terra e mio fratello terrorizzato e lui con un ghigno malefico che gli puntava la pistola contro. Quello che ho fatto io è stato solo scaraventarmi addosso a David, che colpì ugualmente Bill, e solo dopo riuscire a togliergli la pistola di mano, mentre tentava di sparare a me ma, deviato dalla mia mano, si è ammazzato da solo. Ben gli sta! La polizia è arrivata prima che io la potessi chiamare, probabilmente quell’infame l’aveva chiamata già da prima, per organizzare la messa in scena. Chissà a chi voleva dare la colpa. Comunque, quando sono arrivati lì mi hanno trovato, appunto, ubriaco e con la pistola in mano. Non mi hanno creduto riguardo a David ed il fatto che si facesse non implicava che dovesse essere stato lui l’artefice di tutto. Non c’erano le sue impronte sull’arma, aveva dei guanti. Per cui, i cari agenti della POLIZEI hanno preferito ipotizzare che sia stato io ad ammazzarli. E certo, spediamo in carcere Tom Kaulitz, tanto è lui che vive di scheisse, mica noi.

Già. Sono io che ho perso la mia band, i miei migliori amici e mio fratello non resisterà a lungo. Prima o poi staccheranno le macchine anche a lui. Ah, lo volete sapere il movente che avrei avuto io, per l’omicidio? Quando avevamo scoperto di David, per colpa di impegni vari, ero andato soltanto io alla sede Universal a denunciare il comportamento del manager, dicendo che avevamo anche provato a convincerlo a smettere e che lo aveva promesso, ma non lo aveva mai fatto. Quindi, i cari agenti si sono detti: “ Se è andato solo lui, sarà stato perché gli altri non erano d’accordo e quindi li ha fatto fuori tutti”-

Geniale,no?

Per cui adesso sono diventato il mago del crimine! Quelli non capiscono che io non farei del male neppure ad una mosca, non capiscono che io non potrei fare del male a coloro che da dieci anni sono la mia famiglia, a colui che è da sempre la mia famiglia. Neppure mia madre può venire a trovarmi, perché mi credono pazzo. Probabilmente per la reazione che ho avuto quando li ho visti tutti e tre stesi a terra, le urla, i pianti isterici. Non potevo sopportare il dolore, dovevo sfogarlo in qualche modo. Ma loro hanno capito tutt’altro. Blateravo frasi sconnesse e senza senso e quando mi calmavo e gli raccontavo com’erano andate le cose, nessuno mi credeva più. Se solo mio fratello si svegliasse dal coma e raccontasse tutto, saremmo tutti e due di nuovo liberi. Entrambi liberi di vivere di nuovo. Non so come, ma insieme possiamo superare tutto. Ho perso Hagen e Wolfang, ma ho ancora il mio Bill. Finchè non gli staccano la spina. Ma se lo avessero già fatto, me lo direbbero?

 

 

 

Giovedì  25  Dicembre

 

“ Dichiariamo il sign. Tom Kaulitz colpevole di plurimo omicidio e di tentato omicidio. La pena è di 30 anni di reclusione nel manicomio criminale di Berlino, almeno finchè il sign. Bill Kaulitz si risveglierà dal coma e potrà dirci come sono andati i fatti”

 

Sembra incredibile, ma ho ancora gli incubi sul mio processo. Vedere la gente che ti guarda come se fossi un assassino, è terribile. Ed è altrettanto terribile capire che ti giudicano ancor prima di averti sentito testimoniare, solo perché tutti dicono che sei stato tu. È terribile. E quest’anno passerò il Natale da solo.

 

“ Tomiiiiiiiii pronto per scartare i tuoi regali???”- chiese Bill euforico.

Tom mostrò un grande sorriso e aprì i suoi pacchi, sotto gli occhi degli altri ragazzi che facevano altrettanto. Bill gli aveva regalato un completo della marca di abbigliamento che preferiva, mentre lui aveva regalato al fratello un braccialetto di Swarowsky. “ è bellissimo Tom, grazie!”- disse Bill

“ Beh, io ne ho uno uguale…Anche se ci piace differenziarsi, volevo prendere qualcosa che simboleggiasse il fatto che comunque siamo…la stessa persona…”- disse Tom, convinto.

“ Ma che diamine mi hai preso, razza di moicano!”- rise Georg alla vista di un completo intimo femminile. Risero tutti di gusto. “ma no, Hagen, quello è solo uno scherzo! Il tuo vero regalo ti sta aspettando in macchina…”- ammiccò il moro. Gli occhi di Georg si illuminarono: prese le chiavi e si diresse verso la macchina mentre Bill gli urlava dietro : “ Il regalo è anche da parte di Tom!!!”

Gustav nel frattempo consegnava il suo regalo a Bill, che stava già scartando quello di Georg: “ Che bello! Un nuovo portatile! E un nuovo cellulare!”-

-“ Già, perché li hai rotti entrambi”- ridacchiò Gustav. Lui e Georg si erano messi d’accordo di fare quel regalo a Bill.

“ La collezione completa degli album dei Metallica? Ma come hai fatto a trovarla?”- chiese Gustav a Bill. Lui rise.

“ Noooo anche quella degli Slipknot! Siete due mostri!”- esultò il batterista, abbracciando i due amici.

“ Adulatore”- fece Tom,  con modi femminili. Nel frattempo si sentiva provenire da sotto una musica abbastanza forte. I tre si affacciarono alla finestra, notando un Georg impegnato in mosse di ballo alquanto improbabili, che canticchiava la canzone del CD.

“ Gli è proprio piaciuto l’impianto stereo, eh?”- Chiese retoricamente Bill a Tom.

 

Già, quell’impianto era proprio da sballo. L’avevamo montato in una notte, all’insaputa di Georg naturalmente…Ah, Georg. Lui sì che sa come farci letteralmente sganasciare dalle risate. Mi correggo, sapeva. Secondo me lo fa ancora, lassù. Se Dio esiste, se lo sarà preso per farsi rallegrare le giornate da Hagen. E Gustav…l’amico perfetto, in qualsiasi situazione. Ricordo come se fosse ieri la sua faccia quando vide tutti i suoi album preferiti raccolti in una collezione esclusiva. Ci era costata un patrimonio, ma i soldi non ci mancavano. La nostra band andava a gonfie vele, i nostri fans non ci hanno mai abbandonato, loro mi credevano. Credevano alle mie dichiarazioni. I nostri fans ci amano di un amore incondizionato. O forse dovrei dire amavano. A pensarci bene dovrei fare tutto questo discorso al passato. Senza Georg e Gustav non c’è più nessuna band e senza band non ci sono fans. Chissà se in questi nove mesi si sono dimenticati di noi. I nostri CD saranno rimasti impolverati su qualche scaffale? C’è qualcuno che li ascolta ancora?

Il mio primo Natale da solo. Da Bill ci sarà sicuramente mia madre, ma è solo anche lui. Me lo rivedo da piccolo, cantare davanti alla TV con i Puffi…Come vorrei tornare indietro! Perché ci siamo fidati di David? C’erano altri manager disponibili, ma noi…noi abbiamo scelto lui.

Quello dei Tokio Hotel era un destino maledetto.

 

 

 

 

Venerdì 2 Gennaio

 

Il mio Capodanno di ieri l’ho passato a cercare un modo per ammazzarmi. Poi una dottoressa è venuta a somministrarmi il solito calmante. Forse saranno tutte queste medicine ad uccidermi, devo solo attendere. Che sarà mai. Un altro mese qui dentro e mi scorderò persino il mio nome.

 

 

 

                                                   *******************

Lentamente apro gli occhi. Inizialmente la vista è appannata. Vedo che accanto a me c’è una donna addormentata. Non la riconosco subito. Poi capisco che è mia madre. Provo a parlare, ma dalla mia bocca esce solo un suono indefinito. Lei di scatto alza la testa.

“ Oh mio Dio! Dottore, dottore!”- dice a gran voce. Io provo a sorridere, ma quella che ho sul volto deve assomigliare più  ad una smorfia. Ma cosa mi è successo?

 

“Vado io!”- annunciò Georg, alzandosi velocemente dalla poltrona. Lui, Gustav e Bill stavano guardando la partita.

“ David”- disse Georg, facendolo entrare. L’uomo aveva il volto bianco come la carta e tremava vistosamente.

“Stai bene?”- gli chiese Gustav. David estrasse una pistola. Due colpi. Bill e Georg urlarono di orrore, paura e dolore.

“ Adesso tu stai peggio di me”- ghignò David- “ Li volete sapere i titoli di giornale di domani? “ Bill Kaulitz uccide due dei suoi compagni di band e poi si suicida.” Anche il tuo fratellino ci crederà”- rise, rivolgendosi a Bill. Sia Georg e che Bill volevano soccorrere Gustav, ma erano inermi sotto la minaccia della pistola di David.

“ Addio, Hagen!”-

“ Nooooooooo!!!!!”- urlò Bill, ma dalla pistola erano già partiti altri due colpi, e Georg cadde al suolo. Morto. David chiamò la polizia, ma subito dopo Tom arrivò a casa, ubriaco, ma con quel po’ di lucidità rimastagli si lanciò addosso a David. Partì un colpo che arrivo a Bill, senza ucciderlo e un altro che David si sparò per sbaglio, durante la colluttazione con Tom.

Un urlo straziante.

Il buio.

 

“ No!!! Tom, dov’è Tom? Georg, Gustav? Dov’è mio fratello? Dove sono  I miei amici?”- urlo, in preda al panico. Voglio uscire da qui, ma i dottori me lo impediscono, mia madre mi dice di stare calmo. Il dottore mi dice: “ Forse tu non ricordi quello che è successo…”

-“ Lo ricordo benissimo, invece!”- dico io, furioso.

-“ Georg e Gustav non ce l’hanno fatta. Georg è morto sul colpo, Gustav appena è arrivato in ospedale. Tu sei entrato quasi subito in coma. David è morto. È stato tuo fratello!”

-“ NO!”- urlo io- “ è stato quel maledetto di David! Sono contento che sia crepato! Tom è arrivato troppo tardi, ed è riuscito a salvare solo me…”

- “ Questa era anche la sua versione dei fatti”- dice un uomo con il distintivo

- “ No, questa non è la sua versione, questa è la verità! Dannazione, voglio sapere dov’è mio fratello!”- urlo. Non so da dove sto prendendo tutta questa energia.

- “ Tuo fratello è stato giudicato colpevole, lo abbiamo rinchiuso in un manicomio criminale, visti i suoi comportamenti”- dice serio il commissario.

- “ COSA?! Ma voi siete quelli da rinchiudere! Mio fratello non è pazzo. Tom mi ha salvato la pelle! Lo avete lasciato lì, da solo, come un pazzo assassino?! Mamma, dimmi come sta”- attenuo all’ultimo il tono di voce, rivolgendomi a mia madre. Mi accorgo che sta piangendo.

- “ Non mi permettono di andare a trovarlo, dicono che è pericoloso…”- dice tra i singhiozzi, mentre io la abbraccio forte, ancora più arrabbiato a quella notizia.

- “ Perché? PERCHè?”- domando, esasperato.

- “ Non avevamo prove…”- cerca di giustificarsi il commissario.

- “ Adesso avete un testimone”- dico io, fermo.

 

 

 

 

Lunedì 5 Gennaio

 

Sono rinchiuso nella solita gabbia. Dovrebbero già essere le due del pomeriggio, visto che il pranzo è stato servito all’incirca da un’ora. Entra la solita dottoressa.

-          “ Signor Kaulitz, lei ha visite”- mi annuncia.

Saranno venuti a dirmi che hanno staccato la spina a Bill. Un motivo in più per mandare giù le pillole che sono riuscito a confiscare alla dottoressa ieri.

-          “ Tom”- mi chiama una voce familiare – “ Tom”- ripete, tremante. Mi volto.

-          “ Non ci posso credere…”- dico commosso. Bill mi viene incontro correndo e mi dà l’abbraccio che aspetto da nove mesi e 5 giorni. Restiamo così per un tempo infinito.

-          “ Mi dispiace, non sono riuscito a fare nulla per fermare David”- singhiozza Bill.

-          “ Non potevi, anche volendo. Sapessi quanto ho aspettato questo momento. Non sapevo se eri vivo, nulla, ero completamente all’oscuro. Ho passato le pene dell’inferno, chiuso qui dentro”- gli confido, piangendo.

-          “ Ma adesso è finita. Ti portiamo via da qui”- dice mio fratello.

-          “ La mamma è qui?”- gli domando. Lui annuisce, sorridendo debolmente.

Mi precipito fuori e la vedo, commossa. “ Mamma!”- dico, abbracciandola forte. Lei piange di gioia.

 

 

 

 

Io e Tom abbiamo deciso di continuare a fare musica, per non rendere vani i sacrifici di Georg e Gustav ed anche per i nostri fans che non ci hanno mai abbandonato. Loro due e i nostri fans saranno per sempre accanto a noi. Ho scoperto che Georg aveva scritto la bozza di una canzone, quando sono entrato nella sua stanza. Così ho pensato di finirla e di farla leggere a Tom. È rimasto stupito, perché quella canzone descriveva perfettamente lo stato d’animo in cui si trovava ed in cui si trova ancora oggi. Ed anche io. Abbiamo lasciato tutto com’era in quella casa, ma noi ci torniamo solo ogni tanto, non riusciremmo a vivere lì. Sulle lapidi abbiamo scritto: “ Wir Sterben Niemals Aus” e su quella di Georg ho lasciato la nostra canzone, “ That Day”.

Né io né Tom abbiamo perdonato David. È umanamente impossibile perdonare chi toglie la vita, figuriamoci chi la toglie a due giovani che avevano tutta la vita davanti, avevano i loro progetti, erano i nostri migliori amici. E lo rimarranno per sempre.

“Tutti dicono che il tempo cancella il dolore, io sto ancora aspettando quel giorno che non è ancora arrivato.”

 

 

                                                         Fine

 

 

 

 

 

 

  
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