“Fede!!!!”
il richiamo di mia madre mi ha fatto distogliere lo sguardo dalle vecchie foto
del mio diario segreto. Erano le foto a cui ero più legata. Due rappresentavano
io a circa un anno con un altro bambino. Solo pochi anni prima non avrei saputo
dire chi era quel bambino. Ma dopo il campeggio estivo di due anni prima, le
nostre famiglie si riunirono. E per di più, ora il ragazzo stava in classe con
me. Edoardo è il suo nome.
La seconda era la foto del ragazzo più bello della scuola, Vasco. Piaceva a
tutte e guarda caso pure a me . Il problema era che in tutta la scuola ci
saranno state una ventina di ragazze deficienti che venivano corteggiate solo
perché i soldi gli uscivano dal culo e erano considerate delle bonazze,anche se
erano più brutte di me, solo perché, appunto, avevano una miriade di roba
firmata.
Quindi la possibilità di avere una storia con lui era pari a zero e quindi mi
limitavo a guardare la sua foto da mattina a sera, a riempirla di cuoricini e a
riempire la testa delle mie amiche con commenti su di lui. Era un idolo, tipo
cinema, lo vedevo come il ritratto della perfezione. Edoardo era invece il mio
migliore amico. Vasco aveva un fisico perfetto, Edoardo era cicciotello, Vasco
aveva la pelle liscia e candida, Edoardo era pieno di brufoli, Vasco aveva un
taglio molto figo di capelli, quello di Edoardo era più o meno per 1 bimbo di 3
anni, Vasco era figo, Edoardo uno sfigato. Edoardo era però il mio migliore
amico, l’amicizia di Vasco era solo un sogno. Facevo la seconda media all’ epoca
in cui Vasco mi piaceva. Edo era brutto, Vasco un figo… quasi ogni sabato i
nostri genitori si vedevano e noi ne approfittavamo per uscire insieme per una
passeggiata notturna. Agli occhi di chiunque eravamo una felice coppia, ma noi
eravamo solamente amici. Io gli parlavo di Vasco e lui mi parlava della ragazza
che gli piaceva. Ero felice per lui e gli davo dei consigli su come conquistare
il suo cuore anche se sapevo che era tutto inutile poiché Edo gli andava dietro
da un anno e lei lo rifiutava da un anno. Finché un giorno, al telefono, mi
disse che la ragazza precedente non gli piaceva più. Ce ne era un'altra nel suo
cuore. A quelle parole mi sentii una strana sensazione al petto, qualcosa che
non sapevo cosa rappresentasse ma speravo che non fosse gelosia: non poteva
essere gelosia, lui era un mio amico, solo questo.. e a me piaceva Vasco anche
se per lui ero un esserina insignificante. Arrivò il momento della partenza per
il campeggio estivo, il quinto campeggio estivo che facevamo insieme. Questo era
diverso. I quattro precedenti erano in colonia, camere divise per tutti, questo
invece era il nostro primo campeggio in tenda. Dormivamo in 8 in una tenda e tra
questi 8 c’era anche Edoardo. Potevamo parlare fino a tarda sera.. non ci era
mai successo. Tutto era bello in quel campeggio. La cosa che più mi piaceva era
camminare con lui a braccetto confessandoci mentre ci fermavano e ci dicevano:
“ma quando è che voi vi metterete insieme?” la risposta era abituale, registrata
nelle nostre menti, la ripetevamo in automatico alla domanda: “ siamo solo
amici”. Il campeggio fu bello. Una sera, il solito sabato sera che passavamo
insieme, aprii per la prima volta gli occhi per Edo. Aveva un taglio molto figo,
non più da bimbo piccolo, i capelli gli erano cresciuti e gli stavano un po’
lunghetti era molto dimagrito e si vedeva che la pubertà gli stava cambiando sia
corpo, non più grasso ma muscoloso e voce, non più stridula ma intonata. Mi
accorsi per la prima volta che aveva un naso perfetto. Non troppo all’ insù, che
per un maschio è antiestetico, ma neanche storto o lungo. Era dritto e al punto
giusto. I brufoli erano quasi scomparsi. Facevamo la terza media, eravamo all’
inizio. Pochi giorni fa Vasco ha fatto a botte con un altro ragazzo della mia
classe. Vasco è un codardo, non ha affrontato la rissa a testa alta, forse per
paura di rovinare il suo “bellissimo” aspetto fisico, forse solo per paura del
dolore. Aveva la faccia coperta dalle sue mani e intanto veniva picchiato senza
pietà. Vedevo solo da lontano la scena ma mi accorgevo che i pugni che colpivano
Vasco erano molto violenti. Vedevo la scena da lontano come tutta la mia classe,
avevamo tutti paura. Vasco aveva gli occhi rossi e implorava pietà. La mia
classe guardava inorridita la scena, desiderosa di fermare quella terribile
scena. Nessuno aveva il coraggio. Ma mi sbagliavo perché un ragazzo era
intervenuto. L’unico che aveva avuto il coraggio. Neanche i migliori amici di
Vasco. Solo lui, Edoardo che odiava Vasco, aveva avuto il coraggio di mettersi
in mezzo. Ecco che un pugno era arrivato sul suo viso. Chiusi gli occhi e pregai
che qualcuno fermasse la rissa. Il mio desiderio venne esaudito. Il professore,
che prima non si era accorto di nulla, era venuto a dividerli. Edoardo era stato
un eroe. Eppure una sfilza di ragazze della mia classe era andata da Vasco a
“soccorrerlo”. Solo io ero andata da Edo.
Gli avevo detto che era stato coraggioso e lui, molto modesto, mi aveva risposto
con una scrollata di spalle . Ieri è stata la festa di Edoardo. Sono arrivata
gli ho fatto gli auguri e mi ha dato un bacio sulla guancia. Non era mai
capitato. Me sono sentita scoppiare.
Oggi Edoardo mi ha mandato un messaggio con scritto: “puoi farmi una fotocopia
del tuo compito di inglese? TVB” il mio cuore ha accelerato i battiti. Mi sono
fiondata a fotocopiare il mio compito. Non avrei osato deluderlo. Gli ho
rimandato il messaggio: “fatto, porta il quaderno domani” e la sua risposta più
bella che mai “grazie, ti adoro”
“Fede è pronto a tavola!!!” la voce di mia madre aveva interrotto i pensieri nei
quali mi avevano trascinato le foto “vieniiii” “si ecco mamma arrivo” ho
risposto. Ho lanciato uno sguardo alla foto mia e di Edo da piccoli e l’ho
chiusa con cura nel diario. Ho preso in mano la foto di Vasco e mi sono diretta
verso il salone, deviando però in cucina. Ero davanti al secchio: ho strappato
la foto di Vasco. Mi faceva schifo. Sono andata a tavola