ELEVATOR!!
Lisbon P.O.V
Ero
da poco arrivata a casa quando il mio cellulare iniziò a suonare
insistentemente; frugai nelle tasche dei pantaloni, ma mi accorsi che il suono
proveniva dall’entrata.
Sbuffando
mi alzai lentamente dal mio comodo divano dove ero crollata appena arrivata nel
mio appartamento, e mi avvicinai al tavolino posto vicino alla porta
d’ingresso, dove avevo lasciato, come d’abitudine, le chiavi, il distintivo e
anche il telefonino. Lo afferrai velocemente.
-Lisbon!-
esclamai.
-Hey
Lisbon…devo chiederti un favore!- chiusi gli occhi cercando di mantenere la
calma.
-Jane…sono
le undici e mezza di sera!- risposi sbadigliando.
-E
allora?- chiese come se nulla fosse –ho proprio qui di fronte il fascicolo
riguardante il caso e credo di aver scoperto qualcosa di molto interessante!-
-Sei
ancora al CBI?- chiesi preoccupata. Sapevo che molte volte passava le notti in
ufficio, ma credevo che dormisse sul suo amatissimo divano invece che indagare
sui casi in corso.
-Certo
che sono ancora qui! Dovresti raggiungermi al più presto così ti posso spiegare
tutto!-
-Credo
possa aspettare benissimo fino a…- non riuscì a finire la frase.
-NO
LISBON…non può aspettare sino a domani!- replicò duramente.
Esitai
per qualche istante, indecisa su cosa fare, ma alla fine cedetti anche se il
richiamo del divano era molto forte.
-Va
bene Jane, sarò lì tra dieci minuti! Spero per te che sia qualcosa di MOLTO
importante! – lo avvisai.
-Grazie
Lisbon! Ti aspetto nel parcheggio!-
Detto
ciò riaggancia il telefono e mi guardai intorno in cerca del mio cappotto; una
volta trovato lo indossai e mi diressi verso la mia macchina che era
parcheggiata poco più in là rispetto al portone di casa.
Impiegai
circa sette minuti per raggiungere il CBI, dato che a quell’ora era impossibile
trovare traffico, e al mio arrivo trovai come promesso, Jane ad attendermi nel
parcheggio.
-Grazie
per essere venuta nonostante l’ora!- esclamò sorridendo come al suo solito.
-Avevo
altra scelta?- chiesi retoricamente –Avanti…facciamo in fretta che voglio
tornarmene a casa!- Sapevo che il suo divertimento maggiore era farmi
innervosire, e dovevo ammettere che ci riusciva abbastanza bene, ma era
altrettanto vero che ogni volta trovava il modo per farsi perdonare.
Entrammo
insieme nell’edificio deserto e ci dirigemmo dritto verso gli ascensori.
Non
potei fare a meno di notare quanto fosse triste a quell’ora della notte l’atrio
del CBI, completamente vuoto e privo di ogni rumore.
Non
appena le porte dell’ascensore si chiusero ed incominciammo a salire, mi voltai
verso Jane.
-Allora…cosa
c’è di così urgente?- chiesi spazientita.
Per
tutta risposta ricevetti solo un altro dei suoi sorrise –Lo vedrai non appena
saremo arrivati!-
Fece
appena in tempo a finire la frase, che un tonfo mi fece sobbalzare, seguito da
un improvviso blocco dell’ascensore che mi fece perdere l’equilibrio.
Fui
sbalzata dall’altro lato dell’ascensore e sbattei violentemente la testa contro
la parete, per poi crollare a terra, mentre tutto intorno a me diventava buio.
Jane P.O.V
Mi
aggrappai velocemente alla maniglia che stava alla mia destra, per evitare di
cadere, e mi voltai subito verso Lisbon, ritrovandola a terra priva di sensi. Mi
inginocchiai immediatamente accanto a lei e la voltai da un lato.
-Lisbon!-
provai a chiamarla, ma senza successo; in compenso notai una profonda ferita
alla testa che perdeva sangue.
-Lisbon
svegliati!- niente da fare. Mi tolsi la giacca e la appallottolai per usarla da
cuscino, posizionandola sotto la sua nuca, facendo molta attenzione a non farle
del male.
Afferrai
il telefono, ma mi accorsi che il segnale era assente e contando il fatto che
nessuno sapeva che eravamo lì e che il primo ad arrivare al CBI sarebbe
comparso verso le sei e mezza di mattina, non ci restava altro che aspettare.
Mi
sedetti con le spalle poggiate alla parete, mentre il mio sguardo andò a
posarsi sul viso di Lisbon.
Le
linee del suo volto erano distese e in più non aveva quella sua rughetta tra le
sopracciglia a dargli quell’aria imbronciata.
Sorrisi
nel pensare alla sua reazione quando si risveglierà, dopotutto era colpa mia se
eravamo rinchiusi in piena notte in un ascensore con solo la luce d’emergenza a
tenerci compagnia.
Dovevo
trovare una via d’uscita al più presto, o saremmo rimasti in quella situazione
ancora per molto tempo.