Videogiochi > Kingdom Hearts
Ricorda la storia  |      
Autore: _Ella_    20/07/2010    5 recensioni
Cosa c’era di più bello che innamorarsi del proprio migliore amico? Una persona con cui avevi condiviso tutto e avresti continuato a farlo. Non poteva esserci sentimento più vero, perché sapevo che non mi prendeva in giro, che non ero come tutte quelle ragazze con cui si era messo per divertimento. Mi avrebbero ucciso, fucilato per un crimine così orripilante, avevo tolto alle donne la possibilità di essere amate da un dio… ma gli dèi li veneravano i greci, giusto? I greci erano fondamentalmente tutti froci. E io in quel momento ero così felice di esserlo.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Roxas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Ricordatemi di non assecondare Axel, mai più!

La scuola era finita da una settimana e da una settimana me ne stavo chiuso in camera. Soffrivo il caldo, odiavo il caldo e per di più mi facevano urtare i nervi tutti gli idioti che si concentravano nelle strade. Il mio migliore amico? Bhè, era fra uno di quelli ovviamente. A dire il vero lui mi rinfacciava che io ero quello strano e in effetti non gli davo tutti i torti. Insomma ero l’unico quindicenne che oltre l’estate odiava la discoteca, odiava stare in mezzo ad una combriccola casinista, odiava andare a mare. Sì, più o meno odiavo tutto. Tranne che stare con Axel, ovviamente. Dire che eravamo due opposti mi sembrava approssimare per difetto. Oh, i miei lo amavano talmente che almeno una volta a settimana cenava da noi, anche mia sorella lo amava e la odiavo quando mi parlava di quanto fosse bello il mio amico. Tzè, come se non me ne fossi accorto. Ma a lui piacevano le donne, ed anche a me piacevano prima di essermi accorto, circa un mese fa, che provavo una profonda e inspiegabile attrazione per il mio amico d’infanzia.
-Roxaaaaaaas!- ecco, come al solito mi chiamava buttando dei sassolini vicino alla finestra, che gli costava entrare in casa?
Mi affacciai, forse aveva parecchio caldo perché aveva legato i capelli rossi in un codino e adesso sembrava parecchio più grande, un paio di converse logore ai piedi e un pantaloncino beige, ovviamente senza maglietta
-Che c’è?-
-Dai scendi giù, andiamo a prenderci un gelato!- non me la contava giusta e presi l’espressione meno fiduciosa del mondo -Non farti pregare, Rox! Non ti fidi del tuo amichetto?-
-Del mio amichetto piromane, vorrai dire-
-E’ stato un incidente quello nell’aula di chimica, lo sai bene! Ma perché ne discuto anche? Vieni, ti aspetto-.
Si, certo come no, un incidente. Solo il professore poteva crederci a quella stupidaggine. Tutti sapevamo che Axel era fondamentalmente un idiota, soprattutto io.
Non poteva mettersi una maglia? A lui nemmeno dispiaceva il caldo, lo amava follemente, forse perché non sopportava il freddo, in inverno se ne stava sempre con centinaia di strati di maglie, cappelli, sciarpe e guanti. Ma tutto sommato, non è che mi dispiacesse granché.
-Gelato salmastro?- chiesi, domanda inutile, era ovvio che quello zuccone volesse quello
-Ovvio! Poi dobbiamo parlare di un paio di cosette io e te, chiaro? E non dire che sono affari miei!-
-Axel, tu ormai sai tutti gli affari miei!-
-Sono solo un buon amico!-.
Già, forse troppo buono, non mi meritava di certo. Eravamo arrivati finalmente, non ne potevo più di camminare sotto il sole. La piazza era stranamente vuota, forse mi aveva letto nei pensieri
-Sono tutti a mare-
-Ah, ecco- poi lo guardai sconcertato -E tu, non sei andato?-
-Mica potevo lasciarti di nuovo solo! Poi sono andato ieri e mia madre mi ha messo in castigo… stupida donna… dice che metto troppo in disordine la casa! Chi la capisce… Demix mi ha chiesto perché non vieni con noi-.
Demix, solo il suono di quel nome mi faceva venire la nausea. Era simpatico, forse troppo, era niente male, la stessa testa bucata di Axel. Geloso, ero geloso.
-E tu gliel’hai detto il perché?- aveva fatto spallucce, facendomi aspettare al tavolo e andando a prendere i due gelati -Che avete fatto ieri?- avevo chiesto quand’era tornato
-Demix è un mito! M-I-T-O! Got it memorized?! Mi diverto troppo con lui! Ama l’acqua in un modo pazzesco e quindi mi diverto parecchio con lui! Suona anche, sai? Ha un sitar elettrico… bello, suona bene… e io che pensavo che fosse un truzzo insopportabile!-
“Ma è un truzzo insopportabile” pensai, conficcandomi in bocca il gelato
-Io e te- cominciò ad un punto il rosso -Dobbiamo fare una cosa- mi ero fatto attento -Sai che ho un bellissimo motorino, sai che mia mamma non me lo farà mai e dico mai usare per andare un po’ più lontano-
-E chi le da torto- ridacchiai ricevendo uno sguardo accigliato
-Comunque…- disse acido per zittirmi -Se dico che vieni con me, me lo fa usare!-
-Io non verrò MAI sul motorino con te, chiaro? Got it memorized?!- lo presi in giro,
-Biondo, quella frase posso usarla solo io!-.
Non si arrese, oh no, trovò tutte le argomentazioni possibili e immaginabili sul perché io sarei dovuto andare con lui.
-Va bene, non mi lasci altra scelta- aveva detto ed io avevo cominciato ad avere paura -Ti ricordi che prima ho detto “Non dire che non sono affari miei”?- annuii, certo che lo ricordavo -Domani, la tua spasimante ha deciso di farti una serenata, Roxas, e conoscendoti sapevo che avresti avuto vergogna quindi meglio se domani non ci sei… poi parte per le vacanze quindi pericolo scampato-.
Rabbrividii a quel pensiero, Naminè mi veniva dietro dalla quarta elementare ma a me non era mai piaciuta nonostante fosse corteggiata da molti ragazzi. Era carina, certo, ma niente di speciale e poi avevo cominciato ad odiarla perché era sempre stata così asfissiante, spesso Axel mi aiutava a nascondermi da lei. Non ricordo nemmeno quante risate ci facevamo alle sue spalle. Meschini? No, semplicemente amici. In fondo che ci perdevo ad andare con lui chissà dove? Mi ero sempre fidato e mi divertivo sempre, poi però mi mettevano in punizione ma niente di che, la peggio l’aveva sempre lui… eppure era sempre pronto a mettersi nei guai per me, per farmi divertire e scommettevo che anche adesso non me ne sarei pentito molto.
-E se mia madre non mi facesse venire con te?-
-Non lo farà! Si fida di me, no?-.
Vero, si fidava almeno tanto quanto me, forse di più.
Quando il sole era calato eravamo tornati a casa, lui abitava a cinque minuti da me così mi salutò fuori casa e si allontanò. Bene, ora speravo che mi avessero lasciato andare. Cercai di essere più buono possibile, poi, mentre mangiavamo il gelato cominciai.
-Mamma… ecco, Axel mi ha chiesto un favore- tutti si fecero più attenti, gli occhi di mia sorella stavano scintillando -Domani voleva farsi un giro un po’ più lontano e… dovremmo andare col suo motorino…-
-Sull’autostrada?- quella domanda non ci voleva
-Penso di si ma… in fondo ha diciotto anni, no?-
-No, Roxas, non se ne parla! Non che non mi fidi di lui ma è molto pericoloso, forse è meglio che io chiami sua madre-
-Bhè ma è inutile che la chiami… chiamerò io Axel e dirò che non se ne fa niente- avevo cercato di essere più calmo possibile e sembrava averci creduto.
Ora dovevo dirlo ad Axel, volevo vedere che si inventava per portarmi via da casa. Avrebbe fatto qualche cazzata, me lo sentivo, tipico di una testa calda come la sua. Quando mi accertai che nessuno mi ascoltasse, l’avevo chiamato.
-Dimmi che hanno detto di si!- mi aveva bucato un timpano
-Niente da fare… che intenzioni hai ora?-
-Scappi che altro- merda, ecco che i miei presentimenti erano più che fondati -Dai Rox, poi sinceramente non voglio che non esci più di casa per la vergogna! Fallo per me…-.
Oh, per lui avrei fatto qualsiasi cosa, qualsiasi.
-Bene, dammi le istruzioni-.
Sarebbe passato a prendermi alle sette, tanto tutti dormivano quindi non mi avrebbero visto e poi mio padre andava a lavoro mezz’ora prima. Perfetto. Mi avrebbe aspettato fuori la strada con il suo motorino e saremmo partiti. Dove? Non lo so, aveva detto un bel posto… vatti a fidare dei suoi gusti, dovevo essere impazzito come ogni volta che mi ero lasciato trasportare dalle sue idee malsane e perverse. Mi aveva detto di non portarmi niente dietro, avrebbe pensato a tutto lui… vatti a fidare della sua responsabilità! Insomma, ogni cosa mi diceva che non era una buona idea, tralasciando il fatto che stavo scappando di casa. Eppure l’adrenalina mi scorreva nelle vene, poi avrei passato una giornata con Axel, solo con Axel.
Mi ero calato dalla finestra quel mattino, era tutto silenzioso, tranne il rumore di qualche gatto che si aggirava per la strada. Eccolo, i capelli rossi, indosso un giubbotto per il vento. Sgranai gli occhi: da quando in qua aveva una Yamaha?! Cazzo. Rise silenziosamente.
-Paura, Rox?-
-Dimmi che non correrai…-
-Come ti vengono in mente certe idee? Andiamo! Ho solo una Yamaha che raggiunge i 200 km/h in una decina di secondi…- ghignò soddisfatto, io avevo le gambe molli -Non dirmi che ti tiri indietro?-
-Va al diavolo Axel!-.
Mi aveva dato un giubbino uguale al suo, si era legato i capelli per infilarsi il casco, poi l’aveva dato anche a me. Aveva ogni cosa rossa, mi sembrava di essere una fragola. Era uscito silenziosamente dalla stradina, poi avevamo raggiunto il casello, lo sentii ridere e non mi piacque per niente. Mi sembrò che lo stomaco avesse raggiunto la suola delle scarpe, credevo che la mia anima fosse scesa al casello autostradale e mi stesse aspettando al ritorno.
-AXEEEL! VAI PIANO, CAZZOOOOO!- ma lui rideva, non doveva ridere!
Mi strinsi fortissimo a lui, se fosse andato più piano mi sarei goduto il momento ma ora il cervello mi era volato via ed era sicuramente rimasto spiaccicato sull’asfalto bollente, una frittata di cervello.
Dato che io ogni volta che aveva un’idea pericolosa non riuscivo a dire di no, ricordatemi di non assecondare Axel, mai più!
Dopo una decina di minuti cominciai ad abituarmi alla velocità elevata e mi rilassai, ammorbidendo tutti i muscoli, tenendomi sempre stretto a Axel ma con minore foga per farlo respirare bene. Potevo sentire i suoi muscoli definiti, li avevo visti tante volte ma ultimamente arrossivo nel fissarlo; trattenni a stento l’impulso di accarezzarlo, magari per fermarmi avrebbe tolto le mani dal manubrio e io non volevo morire, non così giovane. Devo ammettere che però sarebbe stato davvero bello accarezzargli gli addominali, poi i pettorali, la schiena… no, ora no, caspita! Mi ero eccitato, bene, favoloso. Cominciai a pregare tutto quello che potevo, magari ci saremmo fermati quando mi sarei calmato, con un po’ di fortuna. Le città diradavano sempre di più lasciando spazio ad un verde stupendo… non quanto gli occhi di Axel, no. Ci fermammo nei pressi di un piccolo bosco, mi fece scendere, il caldo era insopportabile.
-Lo so, lo so che fa caldo! Non a caso siamo qui!- lo guardai poco convinto, non c’era nulla oltre che qualche albero.
Spinse la moto sull’erba, dicendomi di seguirlo, le ruote lasciavano la scia facendo diventare il verde rado. Sorpassammo qualche albero, quando i miei occhi si posarono su uno splendido laghetto limpido, abbastanza grande per farci un bagno. Era un genio, Axel era semplicemente un genio, io amavo i laghi perché l’acqua era dolce e non mi irritava gli occhi. Saltai addosso al mio amico e cademmo per terra
-Se sarò chiuso in camera per tutta la vita, ne sarà valsa la pena!- commentai
-Al massimo ti impediranno di vedermi- aveva ridacchiato, puntellandosi sui gomiti ma senza spostarmi -Ci tuffiamo?-
-Non ho il costume-
-Nemmeno io, ma non credo che qualcuno ci impedisca di farlo in mutande!-.
-M-mutande?- ripetei, la proposta era allettante; mi aveva guardato ridacchiando del mio scombussolamento -Insomma, se ci vede qualcuno?-
-Ma chi vuoi che ci veda? Siamo circondati da alberelli! Su avanti, tuffiamoci!-.
Mi ero scostato e si era tirato via la maglia e sfilato il pantalone… non poteva essere umano, magari era un dio.
-Rox che aspetti?- era già in acqua.
Mi tolsi anche io tutto di dosso, arrivando alla sponda del lago che, nonostante il caldo, era quasi gelido. C’era da immaginarselo, il rosso mi prese e mi buttò in acqua e l’impatto ghiacciato mi fece rabbrividire, ma era piacevole dopotutto. Per poco non rischiavo di morire, quello continuava continuamente a mandarmi sotto e io non riuscivo a competere con la sua forza.
-Con Demix era stato molto più divertente- commentò e io mi accigliai guardandolo con tutta l’acidità possibile
-Potevamo evitare di venire qui, se avresti parlato di lui!- uscii dall’acqua, sentendo il suo sguardo sulla mia schiena, poi la sua risata roca riecheggiò nell’aria attorno; lo ignorai, gli avrebbe dato molto più fastidio, e mi sedetti al sole per asciugarmi.
Poco dopo mi raggiunse, mettendosi a pancia in giù, la testa sui palmi delle mani, sorrideva e io avrei voluto spaccargli quella faccia da deficiente che si trovava. Un deficiente molto sexy, devo ammetterlo.
-Si può sapere che ti è preso?-
-Io lo odio quello, tutto qui… e mi da fastidio che possa rovinare la nostra amicizia, dato che ovviamente ti diverti di più con lui…- oh, ma sentitemi, parlavo come una ragazzina dodicenne che dice alla sua migliore amica che è stata una stronza ad innamorarsi del suo ragazzo
-Sì, con lui mi diverto- l’aveva ammesso e mi sentii sprofondare nel terreno -Anche con te però e con lui non potrei fare tutte le cazzate che abbiamo fatto io e te… con lui non riuscirei a confessarmi e con lui non mi sentirei speciale- risi, scettico
-Ti senti speciale con me, perché? Sono l’unico che non crea concorrenza, forse?- mi guardò quasi incazzato
-Che cazzo ti viene così all’improvviso, Roxas?- abbassai lo sguardo, come dirgli che l’avevo detto solo per gelosia?
-Scusa, è che mi da fastidio…-
-Rox?-
-Mh?-
-Sai perché mi sento speciale con te?- lo guardai incuriosito -Perché tu mi conosci sul serio e vedi oltre la mia apparenza… tu mi vedi davvero e vai oltre il mio splendido involucro- ridacchiai, colpendogli il braccio -Però da un po’ di tempo sei strano-.
Cazzo, sen’era accorto. Cominciai a rammentare tutte le parolacce che esistevano, inventandone addirittura. Mi sentii arrossire furiosamente, non era facile per me trattenere le emozioni quando mi attraversavano.
-In che senso, strano?-
-Mi guardi in modo diverso- volevo scappare via, magari mi sarei lasciato affogare nel lago -Non fraintendermi però… ho detto diverso ma non ho detto che mi dispiace-.
Si alzò, mantenendosi sui palmi delle mani, le braccia tese per mantenere la posizione, poi riunì le ginocchia sotto di sé per poi appoggiarcisi sopra. Era inginocchiato, le mani ancora per terra, gattonò di qualche passo e me lo trovai così vicino che mi mancò il respiro. Chiusi gli occhi, respirando il suo odore che sapeva di erba, poi sentii le sue labbra sfiorare le mie e la sua risata infilarsi nella mia gola
-Demix… lui non potrebbe amarmi, non è vero, Roxas?- quel nome l’aveva pronunciato milioni di volte, miliardi forse ma questa volta era così incredibilmente suadente e sensuale… no, quel rosso non era umano, non poteva esserlo e, se per un causo fortuito non avesse avuto un’appartenenza ultraterrena, ringraziai Dio per avermi fatto nascere mortale e vulnerabile.
Aprii finalmente gli occhi, i suoi così sottili e accattivanti mi fissavano con dolcezza ma con una passione disarmante. Cosa c’era di più bello che innamorarsi del proprio migliore amico? Una persona con cui avevi condiviso tutto e avresti continuato a farlo. Non poteva esserci sentimento più vero, perché sapevo che non mi prendeva in giro, che non ero come tutte quelle ragazze con cui si era messo per divertimento. Mi avrebbero ucciso, fucilato per un crimine così orripilante, avevo tolto alle donne la possibilità di essere amate da un dio… ma gli dèi li veneravano i greci, giusto? I greci erano fondamentalmente tutti froci. E io in quel momento ero così felice di esserlo. Non so dire se lo fosse anche Axel, no, lui quando guardava una ragazza si eccitava sempre così tanto, bisessuale forse. Bene, per una volta avevo avuto un gran culo.
Axel si sporse più avanti e chiusi gli occhi, non so nemmeno per quanto tempo avevo agognato quelle labbra sottili… un brivido mi attraversò la schiena e la inarcai quando ci sentii la sua mano affusolata e fresca e mi spinse verso di lui, tenendomi stretto. Eravamo bagnati, eppure Axel era bollente, mi sembrava di essere a contatto con il fuoco stesso, un meraviglioso fuoco. Mi staccai per mancanza d’ossigeno, riaprendo gli occhi per poi sgranarli… era eccitato, lo sentivo davvero bene ed arrossii furiosamente, sentendomi la faccia in fiamme. Sarebbe dovuto essere lui quello imbarazzato.
-Sei così strano, Rox- rise, posando la faccia dell’incavo del mio collo e cominciando a baciarlo.
Sospirai estasiato mentre le sue mani percorrevano la linea della mia schiena -Sai? Abbiamo tutta la giornata…-.
Sì, tutta la giornata, già immaginavo come se ne sarebbe andata, conoscendo Axel. Mi dispiaceva? No, per niente. Risi, spingendolo con la schiena per terra e cingendo i fianchi con le mie gambe in modo che le nostre intimità si toccassero
-Tutta la giornata- avevo ripetuto -Meglio non perdere tempo-.
Solo al tramonto eravamo tornati indietro, devo dire che la domanda che mi aveva fatto mentre si vestiva non mi era piaciuta parecchio.
-Che farebbero i nostri genitori se ti baciassi proprio quando arriviamo?-
-Non so, prova- l’avevo assecondato, scherzando -Probabilmente stecchiranno al suolo… soprattutto tuo padre- aveva fatto spallucce per poi darmi l’ennesimo bacio.
Quando eravamo tornati a casa tutta la felicità mi aveva abbandonato. I nostri genitori erano lì ad aspettarci, in più mia sorella. Ghignai, sarebbe morta di crepacuore perché gli avevo rubato il suo amore segreto. Axel sta con me, gente! L’avrei urlato, avrei voluto sentire le ragazze piangere mentre ci baciavamo, avrei voluto farle uccidere dicendo loro quanto maledettamente fosse bravo a fare l’amore.
-Ci avete fatto preoccupare!- urlò la madre di Axel -Sei in un mare di guai!- avrei riso, il mio amico aveva fatto spallucce, se ne fotteva altamente e la sua espressione indifferente aveva fatto infuriare di più i suoi genitori -Fila a casa!-.
Si era girato a guardarmi.
-Prima o poi ci rivedremo, Rox, got it memorized?!- sorrisi.
Ecco, lo sapevo, mi stava baciando! Mia sorella urlò, i ragazzi che erano in giro si affacciarono, scommetto che il suo gruppetto tutto pensava tranne questo, le ragazze imprecarono sgarbatamente, dicendomi che mi avrebbero fatto ingoiare le palle.
Eppure l’avevo detto: ricordatemi di non assecondare Axel, mai più!

 

NDA: non credo gli sia dispiaciuto non essere avvertito... LOL! :D

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: _Ella_