Disclaimer: I personaggi
presenti in questa storia (scritta senza alcuno scopo di lucro) sono stati
creati da Takao Aoki
e, no, non mi appartengono e non ho nessun diritto su di loro *surprise, surprise*
Note: In realtà sto perparando altre cose, anche su Beyblade,
molto più serie di questa roba. Ma, essendo ancora bloccata in fase di
plottaggio –AHIA!- e avendo la serata a disposizione mi sono data a questa
roba. Soprattutto perché ho notato che nessuno si fila questi due, and it’s a shame!
Hanno
un sacco di potenziale, ragazzi! (come tutta la serie, ma questa è un’altra
storia).
La descrizione di Parigi deriva dai ricordi del viaggio che ho fatto
ormai 3 anni fa (che per la mia memoria equivalgono agli anni dei cani) quindi
non stupitevi e perdonatemi se in alcuni punti è sbagliata e non combacia ^//^
Grazie
a tutti quelli che leggeranno/commentaranno/whatever :D
Love ya <3
Conteggio parole: 2.509
So Boring.
Avevano
appena superato Place de la Concorde
quando Andrew si svaccò ancora di più sul sedile della limousine, se mai era
possibile, provocando un lamento contrariato di Ralph. Per di più aveva la
musica dell’Ipod così alta che lui riusciva a
sentirla distintamente, nonostante fossero separati da quaranta centimetri
buoni.
La
macchina si fermò davanti ad una lussuosa villa e un maggiordomo di mezza età
uscì dal portone, dirigendosi verso di loro.
-Ralph..- cominciò l’inglese con una voce
leggermente lamentosa, afferrandogli la camicia. –Ralph, io non ci voglio
andare da Olivier!-
Ralph
sbuffò. Perché diavolo doveva sempre comportarsi da drama
queen del cazzo? –Okay. Glielo dici tu, però-
-COSA?-
lo sguardo di Andrew si fece improvvisamente spaventato. –No! Solo per
invitarmi quello mi ha attaccato una pippa lunghissima
al telefono! Se
gli do buca mi uccide!-
-Ma
quanto mi dispiace..- mormorò Ralph divertito.
Il
maggiordomo aprì la porta. –Il signor Olivier è ancora fuori.. Se volete
comunque accomodarvi vi mostrerò le camere-
Ralph
lo ringraziò mentre Andrew si precipitò fuori, accendendosi una sigaretta.
L’uomo lo fulminò con lo sguardo ma lui, incurante, attraversò il portone.
-La
cena sarà servita alle otto di questa sera.- Ralph
diede un’occhiata al suo orologio da polso, erano appena le quattro. –Se nel
frattempo volete darvi una rinfrescata o visitare la città..-
-Buona
idea, amico!- dichiarò Andrew non lasciandolo finire. Afferrò il polso del suo
amico e si precipitò fuori.
–Okay,-
cominciò guardandosi in giro. –Da dove cominciamo?-
Ralph
sospirò. –Ah, non lo so.. Il geniale piano di fuga l’hai concepito tu-
-Oh,
andiamo, Jurgens, sei bloccato nella città più
romantica del mondo con me! Ammettilo che non vedevi l’ora!-
Ralph
scosse la testa. –Oh, Andy, tu mi sai leggere così bene- commentò ironicamente.
-Sì,
sì, come ti pare- esclamò lui con un gesto della mano. Tirò fuori una cartina
che aveva piegato e messo nella tasca dei jeans, e si avvicinò ad una ragazza
bionda che stava facendo jogging. –Ehi, scusa, sai come posso raggiungere Montmartre?-
Lei
annuì spiegandogli brevemente la strada e scarabocchiandogli qualcosa sulla
mappa, e poi se ne andò.
-Che
ci vai a fare a Montmartre? Vuoi vedere la casa di Hemingway?- domandò il suo
amico dubbioso.
-Ma
ti pare? Se avessi ascoltato i racconti di Olivier..- cominciò Andrew sconvolto
ma Ralph lo bloccò.
-Guarda
che quello che non lo ascolta non sono di certo io-
-Sì,
bhe, io ascolto le cose interessanti! E, comunque, se
l’avessi ascoltato, ora sapresti che dietro a Montmartre c’è Pigalle.. Sexy shop e discoteche, ti dicono nulla?-
Ralph
scosse la testa. Avrebbe dovuto saperlo. –E tu hai accettato di venire a Parigi
per andare al Moulin Rouge?-
Andrew
sorrise alzando le spalle e cominciando a camminare nella direzione che gli
aveva indicato la ragazza. –Bhe, la Torre Eiffel e
Notre-Dame li abbiamo visti dalla limousine..-
Lo
condusse attraverso un sacco di piccole stradine e scalette di pietra.
Arrivati
davanti alla Basilica del Sacro Cuore, un enorme chiesa di marmo bianco,
l’inglese decise che doveva riposare e si sedette sul prato. -Dio, mi sembra
che siano passate ore da quando siamo atterrati.. Al prossimo bar ci fermiamo!-
Ralph
annuì non volendo litigare. Perché aveva accettato di venire a trovare Olivier?
Chiariamoci,
Andrew era il suo migliore amico, e con il tempo aveva imparato a volergli bene
e ad apprezzarlo; ma in certi momenti
le cose diventavano davvero insopportabili. Soprattutto quando erano davanti
ad una chiesa che era così imponente da darti l’impressione di essere
schiacciato al suolo, e dietro una vista che toglieva il fiato, e lui pensava
solo a cercare bordelli e pub per ubriacarsi.
Tirò
fuori il proprio palmare e fece due foto, seguendo poi Andrew che si era già
addentrato in altri vicoli.
Attraversarono
una piazza con alcuni bar e delle case disposte a cerchio, su quasi tutte erano
affisse targhe che ricordavano artisti e scrittori che vi avevano soggiornato.
Ralph
si sentì quasi emozionato; tutte le volte che aveva visto un quadro di Picasso
o di Van Gogh.. e ora lui era lì, esattamente dove avevano vissuto loro anni
prima.
-Smettila
di cazzeggiare- commentò Andrew prendendolo per un braccio e trascinandolo
dentro un piccolo bar in una stradina secondaria.
Appena
si sedettero, una ragazzina della loro stessa età, con i capelli violetti
raccolti in una coda alta e gli occhi verdi, gli si avvicinò sorridente.
–Sapete già cosa prendere, ragazzi?-
-Io
non- tentò di dire Ralph, ma Andrew fu più veloce.
-Portaci
una bottiglia di.. Qual è il vostro vino migliore?-
-Bhe, abbiamo dell’ottimo Bordeaux-
-Aggiudicato!-
esclamò Andrew togliendosi la giacca leggera e appoggiandola lungo la spalliera
della sedia. –E anche qualche stuzzichino-
La
ragazza se ne andò annotando tutto sul block notes e Ralph lo guardò sconvolto.
Cos’è?
Nel mese in cui non si erano visti si era trattenuto per dare il meglio di se adesso?
-A
parte che sono le cinque del pomeriggio- commentò. –Ma come diavolo ti è venuto
in mente di ordinare anche per me?!-
Andrew
sbuffò. –Andiamo, tu non volevi ordinare nulla! Che razza di tedesco sei se vai
in un pub e non prendi nemmeno una birra?! Siamo in Francia, amico! La patria
del vino, del formaggio e delle lumache! Se fosse qui, ti avrebbe sgridato
anche Olivier, il che è tutto dire!-
-Oh,
grazie Martha Stewart, i tuoi consigli sulla cucina tipica sono illuminanti-
-Dovere-
ridacchiò lui. La ragazza tornò con le loro indicazioni e Andrew guardò Ralph
che, rassegnato, pagò il conto. -Grazie, amico. Sta sera ti offro da bere finché
non strisci per terra, che ne dici?-
-Andy.. Fra poco dobbiamo tornare, Olivier
ci aspetta per cena-
-Oh,
ma dai! Sai che io gli voglio un mondo di bene, è solo che, quando ci si mette,
è così noioso!- sorridendo tirò fuori il suo Iphone
pronto ad inventarsi una geniale scusa. “Olly, ciao..
Ascolta, io e Ralph siamo bloccati qui al centro perché lui..” Andrew si bloccò
vedendo lo sguardo che l’amico gli lanciava, in stile ‘mettimi in mezzo e ti uccido’ “..Okay, io ho conosciuto questa
ragazza che c’ha invitati fuori a cena e poi a ballare; domani parte, se non ci
provo con lei sta sera non la vedrò mai più.. Sì, lo so che avrebbe dovuto
essere una vacanza solo tra di noi.. Sì, lo so che c’e l’hai ancora con Gianni
perché ti ha dato buca.. Senti, domani usciamo solo noi tre e ci divertiamo
come pazzi, okay?..Sì, te lo prometto.. Okay, ciao.” Appoggiò il telefono sul
tavolo versando a se stesso e a Ralph un po’ di vino. –Missione compiuta-
-Sai
che prima che ci perdoni passeranno secoli, vero?-
Andrew
alzò le spalle. –Non credo; arriva Gianni, gli da una botta e tutto torna come
prima.-
Ralph
alzò le spalle bevendo un sorso di vino. –Non ti fa strano il fatto che stiano
insieme?-
-Nah, l’ho sempre saputo. Quei due
potrebbero scrivere una puntata di Queer as Folk- Andrew svuotò il bicchiere in pochi sorsi e se ne
versò un altro po’. –Sai che cosa mi fa strano, invece? Che abbiano un’attività
sessuale maggiore della mia, questo sì!-
-Oddio,
il grande Andrew McGregor che ammette che anche per
lui non c’è trippa per gatti. Cazzo, dov’è la telecamera quando serve?-
Andrew
storse la bocca. –Ah, piantala! Non è quello che intendo! Il mio problema non è
trovare una ragazza..-
-E
allora qual è? Farla rimanere con te?- ridacchiò ancora.
-Sta
zitto e bevi!- mormorò Andrew riempiendogli di nuovo il bicchiere.
Nonostante
quando uscirono dal pub erano appena le sette e mezza di sera, Ralph si accorse
di essere ubriaco. Non c’era altra soluzione, a meno che il porfido della
strada fosse così inclinato anche quando era entrato.
L’ultima
volta in cui si era sentito così era stato quando lui, Andrew e Gianni avevano
rubato il whisky dalla cantina del castello.
-Prossima
tappa?- mormorò sbiascicando.
Andrew
doveva proprio essere uno scozzese doc, uno di quelli che nel biberon bevono
latte e scotch, altrimenti non si spiegava il fatto che sembrasse completamente
normale. O forse, semplicemente, reggeva l’alcol meglio di lui.
-Quel
ristorante italiano sembra carino..-
-Guarda
che non sarà come mangiare una pizza a Roma.. Oliver ha detto di non fidarsi
dei ristoranti tipici qui, non è come mangiare vero cibo italiano-
Andrew
alzò un sopracciglio. –Hai mai mangiato in un ristorante di Londra? Ti assicuro
che, dopo quello, persino le cavallette sono allettanti-
Si
sedettero e Andrew ordinò –ancora per lui, pizza e birra. –In onore della tua
terra- gli disse con un sorriso.
Già,
peccato che quando era a casa lui non beveva quasi mai e ora ne stava pagando
le conseguenze.
-Ho
sentito Takao..- cominciò bagnandosi le labbra con la
birra. Di sicuro a fine serata avrebbe vomitato. –Gli ho detto che se passa da
queste parti per le vacanze può venire da noi..-
-Eh,
che bello..- commentò l’altro sarcastico bevendo un sorso generoso.
-Sai
che ha la ragazza? Si chiama Hilary..- domandò allora Ralph mordendo una fetta
di pizza. No, decisamente non c’era paragone con quella che aveva assaggiato da
Gianni.
Andrew
rischiò di strozzarsi. –Oddio.. Se persino lui ha trovato qualcuno ed io sono
ancora single vuol dire che sono davvero pessimo.. Sono pessimo, Ralph?-
Ralph
sbatté gli occhi per qualche secondo. No, si era sbagliato, Andrew doveva
essere ubriaco. Per forza, perché un discorso così non aveva senso, almeno non
detto da lui. –Come?-
-Perché
Takao ha la ragazza ed io sono ancora solo?- domandò
ancora, finendo la birra.
-Bhe, non credo che il fatto che lui si
sia fidanzato sia collegato con la tua condizione da single..-
-Sì,
ma tu non capisci- esclamò ancora Andrew, colto sul vivo. –Tu hai il tuo bey e
non pensi ad altro, per me è diverso. Cioè, io amo Salamalyon e il beyblading ma.. c’è di più, ecco.. Io voglio di più..-
Ralph prese un respiro chiedendosi se fossero solo i deliri di un
ubriaco o se dovesse realmente rispondere. –Ascolta.. Non so quale sia il
problema.. Non dovresti preoccuparti così, queste non sono cose che bisogna
cercare.. Tu sei un bel ragazzo, hai carattere (okay, forse ne hai anche
troppo, ma questo è un altro discorso) e prima o poi la persona giusta
arriverà. Intanto hai me, hai Gianni e Olivier.. Alla fine loro dimostrano che
ci si può innamorare delle persone più inaspettate..-
Oh, Cristo Santo! L’aveva davvero detto?!
Si, ma lui intendeva magari una sua fan, o una sua compagnia di
scuola, o quella ragazzina di Londra che gli girava in torno da secoli -come si
chiamava, Stephanie?
Ma
davvero?
Andrew sorrise di un sorriso così diverso da quelli arroganti che
sfoggiava di solito che Ralph non se la sentì di seguire quello che gli diceva
il suo orgoglio e puntualizzare l’ovvio.
Che poi ovvio non era.
Siamo seri, la sua ultima frase si prestava a molte
interpretazioni, una più imbarazzante dell’altra.
Andrew ritrovò il sorriso alla sua terza birra e la conversazione
si spostò verso argomenti meno imbarazzanti.
Alle undici e mezza si alzarono dal tavolo e pagarono il conto.
Appena usciti in strada Andrew si mise a camminare lungo la via principale,
popolata da quelle che avevano tutta l’aria di essere prostitute.
-Dove stiamo andando?-
Andrew sorrise. –Ti porto a Les Folies de Pigalle.. Un mio
compagno di scuola c’è stato e dice che è un posto carino-
Si ricordò di quando fantomatici amici di Andrew gli avevano
consigliato delle discoteche a Berlino di cui lui non aveva mai sentito parlare, e si era ritrovato con i suoi amici
in una pista da ballo appiccicosa a muoversi come un tarantolato.
No, le discoteche non erano proprio il posto in cui si sentiva più
a suo agio, ma per questa volta avrebbe fatto un’eccezione.
Ma
perché? Si chiese poi.
Andrew pagò l’ingresso per entrambi e lo trascinò direttamente al
bancone degli alcolici, ordinandogli un cocktail.
–Vedrai- aveva detto –Con un po’ di alcol sarai molto più sciolto-
Già, ma il suo problema era che aveva già bevuto abbastanza
alcolici.
Il dj stava suonando una di quelle canzoni famose che si sentivano
in radio e che ormai gli facevano venire la nausea, l’interno era tutto nero e
grigio e, dietro alla consolle, tre ragazzi con addosso dei pantaloni scuri ed
un papillon stavano ballando.
Ralph prese un lungo sorso del suo cocktail e seguì Andrew in
pista. Nonostante la quantità di bevande alcoliche che aveva ingerito, lui non
si sentiva più sciolto anzi, era come
la storia della quercia e dei rami di bamboo. Lui era
la quercia, in piedi come un cretino in mezzo ad un sacco di persone che ondeggiavano.
Andy invece sembrava molto più a suo agio, e lui non era il solo
ad averlo notato visto che, nonostante l’alcol, il suo basso ventre si era
svegliato e stava reagendo al modo in cui il suo amico andava su e giù,
strusciandosi contro di lui.
Dio, doveva essere davvero ubriaco come una pigna
And un certo punto il suo amico gli mise una mano sulla spalla,
continuando a ballare a ritmo di musica. –Dio, come sei impacciato.. Segui me!-
decretò e, così dicendo, lentamente gli circondò il collo anche con l’altro
braccio.
Era tutto così spaventosamente ipnotico.
Andrew si fermò un secondo, cercando il suo sguardo. –E’ stato
carino quello che hai detto al ristorante..- mormorò. Poi, piano, sporse il
volto verso il suo, toccandogli le guancie con le labbra. O era così ubriaco da
non riuscire a tenere su la testa, o stava per baciarlo. Ralph chiuse gli
occhi, protendendosi comunque in avanti con la bocca aperta, incastrando le
mani nei capelli rossicci di Andy. Non sapeva che diavolo gli stesse passando
per la testa, o perché lo stesso facendo, ma se proprio doveva farlo, almeno
che lo facesse bene.
Ebbe una sensazione strana appena entrarono in contatto. Come se
fosse, allo stesso tempo, sia la cosa più sbagliata che la cosa più giusta che
avesse fatto da tanto tempo a questa parte.
Andrew baciava bene, dolcemente al contrario delle sue
aspettative. Prima di entrare con la lingua dentro la sua bocca, gli lasciò due
o tre baci a stampo.
La sua bocca era calda, sapeva di birra e pizza al prosciutto, e
sembrava fatta apposta per essere baciata.
Andrew cercava comunque di seguire il ritmo della canzone,
obbligandolo ad abbassarsi ogni volta che il brano lo richiedeva, facendo scendere
una mano fino a stringergli il sedere.
-Mi accompagni a fumare una sigaretta?- domandò Andy quando la
canzone ed il bacio finirono, prendendolo per mano.
Si sedettero su una panchina fuori dal locale e Andrew tirò fuori pacchetto e accendino, offrendone
una anche a Ralph che rifiutò.
-Sarà meglio che ti faccia venire in mente qualcosa di meglio da
raccontare a Olivier domani mattina- disse. Anche se non aveva menzionato
quello che era appena successo, probabilmente entrambi sapevano bene le implicazioni
che si portava dietro.
Andrew sorrise, questa volta con uno dei suoi soliti sorrisi. –Bhe, dopotutto non gli ho mentito prima.. E, in più, sono
riuscito a conquistare l’unica persona che valesse la pena di essere
conquistata.-