A

Ogni venerdì mattina si ripete sempre la stessa scena.

Ogni venerdì mattina tutti i ragazzi della Wammy’s House si recano nel corridoio principale per controllare i tabelloni che indicano chi sia il candidato più meritevole nella corsa al titolo di L.

Ogni venerdì mattina il mio nome compare in cima a quella lista.

Delusione. Amarezza. Invidia. Ammirazione. Questi i sentimenti che traspaiono sui volti dei miei compagni non appena leggono il mio nome.

Alcuni di loro si complimentano con me, altri mi insultano, e altri ancora non mi calcolano minimamente.

Sono stanco, demotivato, abbattuto, debole.

Per chi sto combattendo? Per L? Non so nemmeno chi sia. In questo momento lo paragono a un mostro che sta succhiando pian piano la mia linfa vitale.

Rabbrividisco impercettibilmente. Sono il migliore, ma a quale prezzo? Ho perso il mio sorriso, la mia voglia di vivere, il mio mondo.

Ad un tratto la piccola folla si dirada e sento una mano che mi tocca la spalla. E’ B, il mio compagno di stanza, nonché migliore amico. Non so perché, ma ogni volta che mi si avvicina è come se sentissi la Nera Signora soffiarmi sul collo.
“Complimenti, A” esclama sghignazzando, mentre mi fissa con i suoi occhi color del fuoco.
Lo ringrazio con un sorriso flebile, dopodichè mi dirigo verso la mia camera.

Devo nascondere la mia disperazione, nessuno deve sospettare nulla. Il numero uno non può avere attimi di cedimento.

No, non posso continuare così. Rinuncio a tutto questo. Rinuncio al titolo di L.

Mi manca l'aria.

La pressione psicologica mi sta opprimendo, mi sta uccidendo.

A chi posso lasciare questo pesante fardello? A chi posso lasciare la mia eredità?
Non di certo a B che è già caratterialmente instabile.
I miei occhi si posano su un puntino bianco, un ragazzino più piccolo di me di qualche anno che si sta cimentando con un puzzle. Si tratta di Near, colui che si è classificato subito dopo me e B.
Ho deciso: sarà lui ad accollarsi le mie responsabilità. Sarà lui il mio erede. Sarà lui il nuovo numero uno.


NEAR

“Dannato Near, questa è l’ultima volta che ti prendi gioco di me!” la solita pantomima di Mello quando il professore ci restituisce i compiti in classe e lui ha preso un voto inferiore al mio.
A volte mi viene da pensare che la mia vita sia come un film: certe battute e certi avvenimenti sono clichè che si ripetono all’infinito.

Mentre Mello, il mio rivale, lotta per aspirare ad ottenere il mio posto, io, Near, non faccio alcuno sforzo, perché a me risulta naturale essere il numero uno; dopotutto nel cerchio della vita ci sono sempre un più forte e un più debole.

Evito comunque di rispondergli, mostrandomi indifferente e dedicandomi ad una delle mie attività preferite: giocare.
Quando gioco non sono un numero, non sono Near, bensì Nate River ; riesco ad essere me stesso.

“Mi ascolti o no?! Sei inespressivo come quegli stupidi pupazzi che ti porti sempre dietro!” rincara la dose Mello, mentre mordicchia nervosamente una tavoletta di cioccolato fondente. Mi accorgo solo ora che al suo fianco c’è Matt che gioca con la sua PSP. Per certi versi lui è simile a me: ci isoliamo dal mondo esterno.

Non farò lo stesso errore di A, il mio predecessore, che non aveva saputo reggere alla tensione, io sono diverso.
Manterrò il sangue freddo e non mi farò condizionare da inutili sentimentalismi. Un atteggiamento che conferma il mio primato. Che sancisce la mia invulnerabilità.
Tuttavia, a volte mi viene da chiedermi cosa pensasse A. Lui poteva contare parzialmente su B, mentre io sono solo, anzi no, ho i miei giocattoli.

Mi domando se un giorno anche io sarò L e come mi comporterò. Spero di non cambiare mai.

Anche la seconda affermazione di Mello non sortisce alcun effetto in me, e lui, spazientito, se ne va, richiamando a sé l’amico.
Nel frattempo, io mi dedico al mio puzzle, quando ad un tratto Matt mi passa accanto per raggiungere il biondo.
“Ehi Near, sei stato bravo” mormora accompagnando le sue parole con un sorriso e abbandonando poi la stanza.

Chissà, forse il numero uno e il numero tre potrebbero andare d’accordo.

LIGHT

“Lo studente che ha ottenuto i massimi punteggi in tutte le discipline è Light Yagami. Complimenti, Light sei il migliore di tutto il Giappone!” mi annuncia il professore, lanciandomi un’occhiata e dimostrandomi quanto sia fiero di me. Anche i miei compagni di classe sono orgogliosi di me, a giudicare dall’applauso scrosciante che mi dedicano.
Sono l’alunno modello.
Sono il figlio modello.
Sono il fratello modello.
Tutti, sia uomini che donne, mi ammirano. C’è chi mi ammira per la mia brillante intelligenza, chi per la mia sfolgorante bellezza. Mi venerano come un dio.Tuttavia,Light Yagami è luce e ombra,allo stesso tempo.
“Grazie a tutti” sentenzio esibendo uno dei miei soliti sorrisetti di circostanza. Ne ho creati tanti di questi sorrisi, uno adatto ad ogni evenienza. Eppure, il sorriso è il mio punto di forza, il mio biglietto da visita che cattura immediatamente l’attenzione di chi ho davanti, costringendolo a fare tutto ciò che voglio.
Cionostante, questa mia perfezione è noiosa : nessuno è alla mia altezza, e risulta tutto troppo facile e scontato. Non riesco a gustarmi completamente questa vittoria, ha un retrogusto amaro.
“Light, che ne dici se andiamo tutti insieme al karaoke?” mi propone Yuki, che è seduta nel banco alla mia sinistra.
“Purtroppo non posso, ho il doposcuola. Sarà per la prossima volta” le rispondo con un sorriso disarmante che la fa arrossire. Facile come bere un bicchiere d’acqua.
Avrei bisogno di uno stimolo, di un qualcosa che rompa questo incanto e questa monotona perfezione.
Arriverà mai qualcuno in grado di spodestarmi dal mio trono?
Se dovesse esistere sul serio, che si faccia avanti; capirà a sue spese che il numero uno non è uno a cui piace perdere.


FE SCRIVE

Piccola raccolta di flashfic che spero possa essere gradita,ma soprattutto, mi auguro che i personaggi siano IC^^

Ringrazio tantissimo chiunque voglia commentare, sia positivamente che negativamente, e anche chi legge soltanto.

Alla prossima!

Fe