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Autore: Bitter_sweet    22/07/2010    3 recensioni
"Le cose cambiano." In un unico momento la vita di Antonella è cambiata in un battito d'ali trasformandosi dal paridiso all'inferno. Ed ora si ritrova ad affrontare di nuovo paure ed ombre. La piccola Patty si ritrova in un triangolo che mai si sarebbe aspettata. Perchè al peggio non c'è mai fine.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Antonella Lamas Bernardi, Patricia Díaz Rivarola
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Heaven Out Of Hell Salve a tutte!
Lo so, sono completamente nuova in questa zona, ma mia cugina di dieci anni va matta per Il Mondo Di Patty e presa dalla curiosità mi sono messa a guardarlo pure io. A pezzi certo, infatti ho visto solo parte della prima stagione, direi un 90% circa, e sulla seconda so poco, anche se ho letto parecchio sulla trama e sui vari personaggi. Per questo non sono sicura di inserire i nuovi personaggi della seconda stagione. Proprio per non rischiare di fare casino coi caratteri.
A parte questo, diamo qualche informazione sulla ff.
Allora, si basa sulla fine della prima stagione, solo che il tutto avviene un paio d’anni più tardi. I personaggi quindi saranno un po’ più grandi ed affronteranno i drammi tipici dell’adolescenza.
Le cose sono cambiate di poco dalla fine della prima stagione, anche se non sbaglio nella seconda Antonella scopre Patty a dormire da Bruno, ma forse mi sbaglio io. Controllerò.
Per le coppie all’interno del telefilm, posso assicurare con certezza che l’unica che mi è piaciuta è stata quella Nicolas Antonella. Ma chissà che coppie ci saranno in questa ff. infatti, non ne ho idea nemmeno la sottoscritta xD
A parte le mie idiozie, sarei davvero contenta di sapere la vostra opinione, quindi
RECENSITE
Please!
                                                                                                                                                                                                                                                                            Bitter_sweet
 
 
 
 
Heaven Out Of Hell
 
 
My chances thrown upon a table like dice and
I’m taking one step back and one ahead to start again
As i need glasses when the writing is too small
I cannot read the big letters of poems written by
God… by god…
 
 
Le mie possibilità sono state gettate su un tavolo come un dado
Sto facendo un passo indietro e uno avanti, per iniziare da capo
Mentre ho bisogno degli occhiali quando il testo scritto è troppo piccolo
Non riesco a leggere le lettere grandi delle poesie scritte da
Dio, da Dio...
Capitolo 1: Incrociare gli sguardi.
 
 
“Antonella!” Urlò Caterina per farsi sentire dalla giovane dai capelli castani, che di tutta risposta si fermò in mezzo al viale rilasciando un sospiro irritato.
La scuola quel giorno era in fermento, anche se la maggior parte delle volte sembrava di essere più in un teatro che in una scuola. Ma quella era anche colpa della rivalità tra Divine e Popolari.
“Caterina.” Salutò con calma Antonella non appena la bionda si fece vicino a lei per poi riprendere a camminare diretta all’interno della scuola.
“Non sai cosa è successo ieri.” Strillò quasi la bionda prendendo a ciarlare di qualcosa che a Antonella non importava.
A volte aveva come l’impressione di trovarsi in un luogo a lei sconosciuto, l’assaliva la sensazione di estraneità, mista ad un pizzico di terrore per il venire. Sì, terrore nel senso letterale del termine. Aveva inciso il suo disco, disco che aveva ricevuto approvazione e riscosso successo, così tanto da costringerla a cambiare aria per un periodo. E lei, ne aveva approfittato fuggendo letteralmente da Buenos Aires e rifugiandosi in Spagna, in una piccola cittadina vicina alla cittadina di Huelva.
Un po’ era stato un bene l’idea di partire, staccarsi da tutti e da tutto.
Aveva sperato, nel profondo, di non fare alcun incontro che le si sarebbe rivelato doloroso. Non ci aveva creduto molto, come quando si fa una promessa ma si tengono le dita di una mano incrociate dietro la schiena.
Non era stata fortunata.
Roberto.
Fabio ne era stato entusiasta. Ritrovare il padre era la cosa che più gli premeva da quando sapeva la verità. Non lo aveva odiato, come ci si sarebbe aspettato, dopo una simile rivelazione. L’unica cosa che realmente voleva era riabbracciare quel padre che per troppi anni aveva ritenuto morto. Anche Bianca ne era rimasta piacevolmente colpita. Solo Antonella si era ritrovata a voltargli le spalle lasciandolo lì, in mezzo alla strada, abbracciato a moglie e figlio e con un espressione tormentata negli occhi scuri.
“Mi ascolti Antonella?” Caterina era contrariata per quella mancanza di attenzioni da parte della castana, ma più che altro era preoccupata. Era da mesi ormai che la divina non faceva altro che perdersi nei propri pensieri risultando, a volte, una sognatrice. E lei non lo era mai stata.
“Scusa Caterina.” Sorrise incentrando la sua attenzione sull’amica ricacciando in un angolino della sua mente quei pensieri. “Dimmi tutto.”
Caterina borbottò qualcosa di non ben definito facendo inarcare un sopracciglio dubbioso all’altra. Ma non ci furono bisogno di altre parole, o almeno, non ce ne fu tempo.
“TUTTI IN CLASSE! SU, SU, MUOVETEVI.”
Germano non era cambiato per niente, sempre con quel suo comportamento da preside anche se in realtà Ines non avrebbe mai lasciato la sua preziosa cattedra in quella scuola.
Salutò con un cenno della mano ed un sorriso l’amica dirigendosi velocemente verso la propria aula. In mezzo a tutto quel via vai di studenti dalle divise uguali e così spiccanti, riconobbe in fretta un ragazzo. In fretta spostò lo sguardo cercando di non incrociare quei verdi, misti a marrone, occhi.
Bruno Molina.
Non lo odiava, o almeno aveva sperato all’inizio di riuscire ad odiarlo, ma inevitabilmente si era ritrovata a pensare a lui solo con un misto di malinconia e dispiacere. Ci ho provato, davvero si ritrovò a pensare per la millesima volta. Quando ne incrociava lo sguardo si ritrovava sempre a fare quel genere di pensieri.
Quel viaggio in Spagna non si era rivelato una grande decisione. Prima l’incontro con suo padre, poi il ritorno a casa ed il trovare il suo ragazzo, ex-ragazzo, con Patty, il papero provinciale. Era stato come sentirsi traditi, una pugnalata al cuore nel momento stesso in cui aveva pensato che finalmente le cose potessero tornare normali, che potesse lasciarsi alle spalle un periodo che non si era rivelato molto roseo. Aveva ancora una volta tratto le conclusioni sbagliate.
Eppure, quello che all’inizio si era rivelato un sentimento di odio profondo verso le due persone che l’avevano tradita, pian piano si era dissolto come neve al sole lasciando posto ad un sentimento di rammarico e rimpianto. Già, due sentimenti che lei non credeva di poter mai provare in vita sua invece le era bastato guardarli negli occhi alla prima occasione per rendersi conto che realmente, non provava rabbia, odio e rancore verso loro.
Non preoccupatevi, non è successo nulla di irreparabile. Antonella the best non vi farà alcun dispetto al contrario di quanto possiate aspettarvi…aveva esclamato con la sua solita aria altezzosa guardandoli negli occhi come a far loro imprimere bene in testa quelle parole.
Ed era vero. Non aveva fatto nulla, si era semplicemente lasciata alle spalle quel periodo rimpiangendolo un pochino certo, ma ormai, dopo quasi un anno da quell’episodio, lo aveva relegato in un posticino nascosto, accanto all’incontro con suo padre.
“Signorina Riviera!”
Sobbalzò a quel rimprovero, ma si acquietò subito constatando che non era rivolto a lei ma ad una sua compagna di lezione ad un paio di banchi di distanza da lei.
“Sì?”
Tornò a prestare attenzione al proprio banco mentre tutto il resto della classe puntava lo sguardo sulla povera vittima della signorina Cohen, l’insegnante di spagnolo, conosciuta anche come ‘el diablo’ per quella sua spiccata tendenza a rendere partecipe tutta la classe della distrazione dei propri alunni.
“Può ripetermi cosa ho appena detto?”
Sentì dei risolini provenire alle proprie spalle. Di certo quella situazione stava provocando ilarità tra i compagni, anche se cercavano di mantenersi seri per non portare l’attenzione della donna su di se stessi e diventare così strumento di prese in giro o altro.
Una volta Antonella sarebbe stata la prima a rinfacciare con frecciatine ed occhiate quella situazione, ma quello era una volta. Ora, sembrava quasi che fosse semplicemente diventata il fantasma di se stessa, certo, riservava ancora i commenti acidi e maligni alle proprie compagnie o compagni, soprattutto durante la lezione di musical.
La rivalità tra Divine e Popolari non si era di certo sopita, anzi, da quando aveva finalmente inciso il suo primo disco non faceva altro che rinfacciarlo, ma a volte si trovava semplicemente ad appoggiare i commenti di Luciana, Pia e Caterina. Sono contro Emma prendeva l’iniziativa, iniziativa che la maggior parte delle volte veniva appoggiata anche dal gruppo delle Popolari. Ma Emma non era mai stata simpatica a nessuna delle ragazze e ragazzi presenti a scuola.
“Io…non ho seguito.”
La risata che si espanse all’interno della classe le fece per un attimo spuntare il sorriso.
Le mancava sentirsi in testa di un gruppo, fare la leader in qualsiasi situazione, trascinare le persone in un vortice di pettegolezzi, malignità e prese in giro. Ma lo ricacciò indietro aggrottando le sopracciglia ed intestardendosi nel fissare il banco, stringendo la penna con una forza tale da far sbiancare le nocche della mano.
Avere sedici anni era difficile, e lei se ne stava rendendo conto solo in quel momento.
“Male, molto male Signorina Riviera.”
Un disco inciso, la consapevolezza che la propria famiglia non sarebbe mai stata considerata tale, il dispiacere di non potersi fidare delle persone che le erano vicine.
Sedici anni non erano per niente facili da sopportare.
Incrociò per caso gli occhi marroni di Tamara, lievemente girata verso la povera ragazza. Al loro interno vi lesse qualcosa che somigliava a comprensione. Distolse velocemente lo sguardo mentre l’insegnante riprendeva a spiegare la lezione.
C’era stata una volta, tanto tempo prima, che aveva trovato Tamara simpatica. Le aveva dato perfino una mano nel periodo in cui suo fratello, Fabio, aveva perso il senno e la ragione. Aveva persino creduto che forse potesse nascere una piccola amicizia tra di loro.
Ma Tamara era una Popolare in fin dei conti ed Antonella una Divina. Le cose non potevano cambiare così, da un momento all’altro.
Cercò di prestare attenzione a quanto la professoressa Cohen stesse dicendo riuscendo a capire quale autore stesse spiegando, andandosi a scontrare con la letteratura inglese del seicento.
William Shakespeare.
Sembrava quasi che anche la letteratura si stesse facendo beffe di lei. Shakespeare ed il teatro. Perché era proprio delle opere che lo scrittore aveva portato a teatro che si parlava, di una in particolare. Romeo e Giulietta.
Quasi le venne da ridere a sentire nominare l’amore difficile, frastagliato e impossibile dei due giovani.
Le ricordava qualcosa quell’amore impossibile a causa della diversità delle due famiglie. Capuleti e Montecchi. Due famiglie unite solo dal loro odio e poi da un amore impossibile.
Fu difficile per Antonella non tornare ad un paio di anni prima con la mente, in un periodo in cui aveva creduto davvero all’amore, cosa che non le era mai successa. L’amore impossibile? Lo aveva vissuto davvero. L’odiato e amato Paride? Anche quello c’era stato anche se si dovrebbe parlare al femminile, o forse fare riferimento al padre di Paride. Il finale in lacrime? Anche quello c’era stato. Ma non era stato costellato da un velo scuro a calare sul sipario.
Il loro sipario era semplicemente calato dividendo Romeo e Giulietta e lasciando Paride con un palmo di naso.
Una storia come un'altra.
 
***
 
“Le Popolari sul palco.”
Fito batté le mani entusiasta come sempre. Era ormai un’abitudine scorgere sul volto dell’uomo quel sorriso spensierato e tante volte rassicurante. Era una di quelle cose indispensabile nelle loro vite. Tutti, in quella scuola, trovavano rilassante il vedere il professore Fito sorridere.
Sempre pronto a dare una mano, sempre pronto ad ascoltare e dare consigli. Alle volte, sembrava più un loro compagno che un insegnante.
Fito guardò in direzione delle Divine mentre il gruppo, comprensivo di ragazze e ragazzi, delle Popolari si dirigeva sul palco pronte per l’interpretazione di una delle loro canzoni. Cercò di scorgere lo sguardo nocciola della propria nipote, ma questo era nascosto da una ciocca di capelli che le faceva da tenda, precludendogli la possibilità di vedere realmente la propria amata nipotina.
Spostò lo sguardo fino ad incontrare un altro paio di occhi nocciola che lo guardarono desolati.
Fabio, ad un paio di passi dietro ad Antonella, ricambiò lo sguardo dello zio con uno colmo di aspettative. Il giovane sperava che lo zio, il burlone della famiglia che tante volte era riuscito a strappare un sorriso con le sue battute, riuscisse anche quella volta a portare un poca di luce nello sguardo della sorella.
Scrollò il capo appena verso la sua direzione e lo zio si apprestò ad accendere lo stereo riportando la propria attenzione al palco.
“Forza!”
La musica iniziò ed Antonella alzò lo sguardo per poi riabbassarlo subito dopo mentre al suo fianco Pia, Caterina e Luciana borbottavano scontente della scelta del professore a far esibire per prime l’altro gruppo.
Non le ascoltò. Semplicemente cercava di non incrociare il viso di Patty. Scorgere anche il suo di sguardo quel giorno avrebbe solo portato ad un punto di non ritorno. Da tempo ormai cercava di non incrociare più gli occhi con qualcuno dei suoi vecchi amici. L’unica che si azzardava a guardare fissa era Giusy.
“Antonella.”
Non si era accorta che la musica fosse finita, ne che Patty le fosse davanti. Si ritrovò a specchiarsi negli occhi scuri della ragazzina coperti dagli occhiali dalla montatura nera.
“Cosa vuoi papero provinciale?” Rispose con rabbia incrociando le braccia sottili al petto.
Nell’ultimo periodo si era ritrovata ad essere aggressiva ogni qualvolta qualcuno le rivolgesse la parola.
Patty si ritrovò presto con gli occhi lucidi mentre le lacrime premevano per uscire. Ingoiò faticosamente il groppo che le si era formato in gola.
“Allora?” La rimbeccò aspra Antonella scoccandole un’occhiata accusatoria.
Forse, quella storia non le era ancora passata.
“Nulla.” Il mormorio della ragazzina con le trecce fu appena udibile. Abbassò lo sguardo mentre l’altra la superava dirigendosi verso il palco per la loro esibizione senza che Fito le chiamasse.
Poté sentire però i rimbrotti del resto delle ragazze a quella scena. Alcuni rivolti verso la sua sfacciataggine, altri verso il modo brusco di Antonella.
Respirò a fondo mentre la musica ancora tornava ad espandersi nell’aula. Ricacciò del tutto le lacrime ed alzò lo sguardo ora più sereno fino ad incrociare gli occhi di Matias che sembrava le stessero domandando come stesse. Scosse il capo leggermente provando a minimizzare la sensazione che l’attanagliava lo stomaco, ma dentro di sé si sentiva sempre più affranta per la perdita di un’amicizia che credeva potesse esistere tra loro due nonostante l’appartenenza a due gruppi distinti.
Si voltò mentre Tamara e Giusy le si avvicinavano e guardò l’esibizione delle Divine. Guardò soprattutto le movenze di Antonella. Lì, sul palco, la ragazza sembrava essere qualcun altro, come se ci fosse una sorta di gemella a prendere il suo posto.
Non le sembrava vero quello a cui assisteva ogni giorno, agli sguardi infuocati e rammarico, alle parole pesanti ed agli scherzi a volte cattivi che le venivano rivolti.
Le sembrava di essere tornata agli inizi, quando ancora lei era la nuova arrivata ed Antonella la regina indiscussa della scuola. Come se nulla, nel corso di quegli anni fosse mai accaduta. Come se il tempo fosse tornato indietro con l’unica differenza che ora lei stava con Matias.
Ma lo sentiva, le mancava quella complicità con Antonella che aveva raggiunto solo in rare occasioni, ma erano state occasioni che conservava gelosamente nel suo cuore. E se lo chiese ancora una volta. Cosa era successo? Cosa era successo di così tragico da cambiare in modo così drastico la sua amica?
 
 
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La canzone all’inizio è di Elisa: Poems by god
 
 
 
 
   
 
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